« In Sardegna si diceva che mettendo il cuore del barbagianni sulla mammella sinistra di una donna addormentata, questa avrebbe confessato i suoi segreti, credenza già attestata in Alberto Magno ». [1]
L'idea era così radicata che l'attributo principale della donna, quello che la connotava come Nutrice e come (potenziale!) strega, era usato sia per dare il latte sia il veleno.
Nel '500, il libro "Strega o delle illusioni del Demonio" dava la parola sul tema a due personaggi...
« Apistio: "L'uccello strega, il timido assiulo che di notte canta mestamente.
Plinio pensa che sia favoloso quel che si trova scritto delle streghe, che mettono le loro poppe in bocca ai bambini.
[...] Fronimo: "Le streghe d'oggi, quando si dice che sono portate al gioco di Diana e guastano i fanciulli nati da poco che piangono nelle culle, in realtà premono loro in bocca il veleno ». [2]
Gli uccelli erano così legati al potere femminile che a loro le ragazze chiedevano quando sarebbero 'maturate': usanza sopravvissuta, dalla magia antica, nella cultura popolare...
« Le adolescenti, invece, chiedevano al cuculo quando si sarebbe sviluppato il loro seno [...].
La formula recitava:
quando staco a mette' le pocce? » [3]
➔ Sugli uccelli 'succhiatori' di mammelle, vedi:
Stregoneria Animale: il gufo succhiatore che si trasforma in capro.
➔ Sul legame tra uccelli e sesso femminile:
Madre-uccello: donne che diventano streghe.
➔ Streghe che controllano la sessualità attraverso gli uccelli:
Al tempo in cui Mamma Oca era una strega, ovvero la Signora che possiede gli uccelli...
➔ Sugli uccelli, indizio di stregoneria, nella Magia medievale:
Uccelli maledetti: il culto clandestino della Natura nel Medioevo.
◉ Nota all'immagine ---
_In apertura, capolettera miniato tratto dal Salterio Unterian dell'University of Glasgosw: folio 94 recto.
Note al testo ---
[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 223.
→ Beccaria, nel libro, cita il testo in latino:
"Si cor eius cum dextro pede super dormientem ponatur..."
[2] Cfr. Giovan Francesco II Pico della Mirandola, Della "Strix" in
Pinuccia di Gesaro, Streghe. L'ossessione del diavolo, Praxis 3, Bolzano, 1988, pp. 194-195.
➔ Vedi anche Giovan Francesco Pico della Mirandola, Strega o delle illusioni del demonio, a cura di Albano Biondi, Marsilio, Venezia, 1989, pp. 59 e 61.
➔ Il testo originale, in volgare, per dire "veleno" usava una (curiosa) perifrasi:
« Le streghe d'oggi [...] dano li giovevoli rimedi. »
[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra. Religione e magia nel mondo rurale della Val Nerina, Volume II, Edicit, Foligno, 2009, p. 389.