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Frase fatta per chi conosce lo spettacolare giardino innalzatovi dall'architetto comasco Tomaso Buzzi alla metà degli anni '60.
Un po' meno se si analizza cosa c'è intorno, il convento francescano, e sotto, un santuario preromano delle acque sorgive.
Quale dea vi era cultuata?
Parliamo di dee perché il convento è intitolato alla Santissima Maria della Scarzuola, e se qui esisteva un santuario prima dell'arrivo di san Francesco non poteva essere che consacrato a una dea di cui poi la Madonna prese il posto.
Ma quale dea, dicevamo?
Per scoprirlo dobbiamo analizzare i rinvenimenti archeologici della Scarzuola, cioè i tanti ex-voto di cui è disseminato il suo terreno. E poi la fonte di san Francesco, insolitamente distante dal convento francescano. E poi ancora il soprastante borgo medievale di MonteGiove, così chiamato perché qui fin dal mondo antico esisteva un famoso culto dei fulmini tributato a Giove.
Cosa c'entrano i fulmini di MonteGiove con il culto delle acque alla Scarzuola?
C'entrano, eccome.
Ma per collegare tutti gli indizi bisogna inoltrarsi nel giardino e scoprire un insolito albero pietrificato che Tomaso Buzzi scelse (a caso?) per unire le sue costruzioni.
Da qui iniziano le indagini. E se t'interessa leggerle, da qui puoi ordinare una copia del volume.
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