Sulla facciata della chiesa medievale di San Gregorio a Castel Ritaldi (Pg) incombe la testa di un demone:
Genopalus Inferus.
Esporre mostri a guardia dei templi risale al mondo antico:
si muravano volti mostruosi di Gorgoni per spaventare i dèmoni.
Robert Graves scrive...
« Le Gorgoni rappresentavano la triplice dea e portavano maschere profilattiche, con occhi fiammeggianti e la lingua che sporgeva tra i denti lunghissimi, per spaventare gli estranei e allontanarli dai loro misteri. » [1]
Al Museo Archeologico di Corfù, in Grecia, si vede sul timpano del tempio una di queste Gorgoni mostruose:
➔ notare i due serpenti, attributo Matriarcale, che s'intrecciano in una cintura...
« Il Mostro viene ad assumere, dunque, la funzione di guardiano della soglia, di quella soglia che divide l'umano dal divino, il caos dall'ordine, il razionale dall'irrazionale. » [2]
C'erano notti dell'anno più pericolose:
erano tra il Solstizio d'Inverno e la → notte di Natale (21-24 dicembre) e tra il Soltizio d'Estate e la → notte di San Giovanni, detta delle Streghe (21-24 giugno).
Le streghe e i dèmoni cercavano d'introdursi nelle chiese per ridestare i Morti che giacevano sepolti sotto il pavimento...
« I giorni solstiziali (san Giovanni o il Natale) erano sentiti come delicati e decisivi momenti di passaggio, momenti dell'anno gravidi di incertezza di cui gli spiriti maligni cercavano di approfittare. » [3]
Per evitare che infestassero le case era d'obbligo astenersi, in quei giorni, dal fuso.
« Le streghe si aggiravano numerose in quel giorno, se dovevano cercar posto nella lana rimasta sul fuso, o rifugiarsi nelle chiese intorno all'Epifania. » [4]
Proteggere le chiese era, invece, più complesso:
per bonificare i luoghi sacri dalle infestazioni demoniache si arrivava (pure) a cingere (!) le chiese con catene.
La pratica più diffusa era scolpire figure mostruose all'ingresso.
Sulla facciata della Cattedrale di San Rufino, ad Assisi, si notano decine di queste teste mostruose: disposte a guardia dell'ingresso...
Le streghe si credeva fossero Morti non pianti.
Tornavano sulla terra per vendicarsi delle mancate attenzioni ricevute dai Vivi:
le chiese medievali erano, esternamente, rivestite di Mostri apotropaici per dissuadere le megere dal varcare la soglia.
Ernesto De Martino notava...
« [...] se i riti non sono eseguiti, e il morto resta senza sepoltura e senza lamento, il regno dei morti non è raggiunto, e il cadavere permane inquieto in una sorta di rischiosa instabilità, tornando ostimente tra i vivi. » [5]
A Spoleto, sulla facciata della chiesa di San Pietro extra moenia si notano, addirittura, due enormi uccelli a guardia del lunotto che avevano una (chiara) funzione apotropaica...
Come ricordava lo storico elvetico Walter Burkert...
« Trasmettere la religione è trasmettere timore.
"Primo il timore produsse nel mondo gli dèi" scrive Stazio
[...]
Brividi di timore sono parte essenziale dell'esperienza del sacro. » [6]
Ed ecco il libro che dedico ai Mostri difensivi, in Umbria, nell'architettura religiosa...
➔ Sui mascheroni mostruosi sulla facciata di una chiesa:
I dèmoni che vide san Francesco: due mascheroni demoniaci alla Pieve di San Gregorio a Castel Ritaldi.
➔ Sulle streghe come Morti non pianti, vedi il post:
Salice di Ecate: il pianto che purifica.
➔ Per catturare le fattucchiere e sull'uso d'incatenare le chiese:
Chiese Incatenate e streghe prigioniere!
➔ Pratiche difensive contro gli Spiriti:
Non rompere lo specchio: i Morti che proteggono dai dèmoni.
Vestirsi a lutto: come ingannare gli Spiriti.
➔ Sul fuso che non deve girare → fatale alla Bella:
Il maleficio degli arcolai: le antiche superstizioni sul filare nel racconto della Bella Addormentata.
Nota all'immagine ---
_La seconda immagine del post è una Gorgone scolpita sul timpano del tempio di Artemide:
ricostruzione presente al Museo di Corfù di cui si vedono immagini in Wikipedia.
Note al testo ---
[1] Cfr. Robert Graves, I Miti greci, traduzione di Elisa Morpurgo, Longanesi, Milano, 1983, nota 3 a p. 114.
[2] Cfr. Marosa Marcucci, I Mostri di Pietra. Guardiani della soglia, a cura di Antonio Costantini, Mario Congedo Editore, Galatina-Lecce, 1997, p. 56.
[3] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo: santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 59.
[4] Cfr. Cleto Corrain e Pierluigi Zampini, Documenti etnografici e folkloristici nei Sinodi Diocesani dell'Emilia Romagna, estratto da "Palestra del Clero", Rovigo, 1964, p. 10.
[5] Cfr. Ernesto De Martino, Morte e pianto rituale: dal lamento funebre antico al pianto di Maria, Boringhieri, Torino, 1975, pp. 211-212.
[6] Cfr. Walter Burkert, La creazione del sacro, Adelphi, Milano, 2003, pp. 51-52.
venerdì 18 ottobre 2024
venerdì 4 ottobre 2024
Lo stregone e l'angoscia: san Francesco e la "paura" dei Suoi devoti.
Ernesto de Martino riportava nei Prolegomena al Pensiero Magico una confidenza fatta da un informatore, Aua, all'esploratore danese Knud Rasmussen:
« [...] Aua ebbe a dire una volta a Rasmussen:
"Noi non crediamo: noi abbiamo angoscia...
Abbiamo angoscia per lo spirito della terra che fa le intemperie...
Abbiamo angoscia per Sila...
Abbiamo angoscia per gli spiriti maligni dell'aria, del mare, della terra che possono aiutare i cattivi sciamani a far del male ai loro simili.
Abbiamo angoscia per le anime dei morti e per quelle degli animali che abbiamo ucciso." » [1]
La paura è il principale 'ingrediente' della fascinazione magica.
San Francesco, spesso, la usava per punire i reprobi.
La distruzione del borgo di Greccio è (solo) uno dei tanti esempi che si rinvengono nelle Fonti Francescane.
Gli abitanti del paese non fanno penitenza malgrado i moniti del Santo: la pena, per loro, è dietro l'angolo.
Tommaso da Celano, nella Vita Seconda, scrive...
« [...] il giusto castigo del Signore colpisce meno severamente chi cade nel peccato una volta di chi è recidivo.
Si risvegliò contro di essi il furore di Dio e ai flagelli di prima si aggiunse la guerra e venne dal cielo un'epidemia che fece innumerevoli vittime.
Da ultimo, un incendio vendicatore distrusse tutto il borgo. » [2]
➔ Post sulla paura come 'metodo' di governo dei frati ---
La paura fa 90: lo 'stile' francescano...
"Guai a quei frati..." Punizioni francescane per tenere alta la disciplina.
Il bello dei cadaveri: l'Obbedienza secondo San Francesco.
➔ Magia e violenza nelle Fonti ---
Il Serafino sanguinario: una sopravvivenza Sciamanica.
Note alle immagini ---
_Sopra, miniatura con un frate che bastona un demone a margine delle Decretali Smithfield, inventariate come Royal MS 10 E IV:
folio 250v.
_In apertura, un frate 'spaventato' implora la clemenza di una scimmietta (!) armata di tutto punto.
→ Miniatura a margine dal Salterio Gorleston della British Library:
Add Ms 49622, folio 86 verso.
Note al testo ---
[1] Cfr. Ernesto de Martino, Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo, Bollati Boringhieri, Torino, 1973, p. 175.
[2] Cfr. Vita Seconda di Tommaso da Celano, Capitolo VII in Fonti Francescane, Editrici Francescane, Padova, 2004 - ff 621.
➔ Riportavo l'aneddoto sulla distruzione del borgo di Greccio, nella versione della Compilazione di Assisi [ff 1605], in Animali stregati? Il potere dell'Incanto: Introduzione in
Animali incantati: dal mito di Orfeo all'incanto dei Santi, Eleusi Edizioni, Perugia, 2022, p. 17.
« [...] Aua ebbe a dire una volta a Rasmussen:
"Noi non crediamo: noi abbiamo angoscia...
Abbiamo angoscia per lo spirito della terra che fa le intemperie...
Abbiamo angoscia per Sila...
Abbiamo angoscia per gli spiriti maligni dell'aria, del mare, della terra che possono aiutare i cattivi sciamani a far del male ai loro simili.
Abbiamo angoscia per le anime dei morti e per quelle degli animali che abbiamo ucciso." » [1]
La paura è il principale 'ingrediente' della fascinazione magica.
San Francesco, spesso, la usava per punire i reprobi.
La distruzione del borgo di Greccio è (solo) uno dei tanti esempi che si rinvengono nelle Fonti Francescane.
Gli abitanti del paese non fanno penitenza malgrado i moniti del Santo: la pena, per loro, è dietro l'angolo.
Tommaso da Celano, nella Vita Seconda, scrive...
« [...] il giusto castigo del Signore colpisce meno severamente chi cade nel peccato una volta di chi è recidivo.
Si risvegliò contro di essi il furore di Dio e ai flagelli di prima si aggiunse la guerra e venne dal cielo un'epidemia che fece innumerevoli vittime.
Da ultimo, un incendio vendicatore distrusse tutto il borgo. » [2]
➔ Post sulla paura come 'metodo' di governo dei frati ---
La paura fa 90: lo 'stile' francescano...
"Guai a quei frati..." Punizioni francescane per tenere alta la disciplina.
Il bello dei cadaveri: l'Obbedienza secondo San Francesco.
➔ Magia e violenza nelle Fonti ---
Il Serafino sanguinario: una sopravvivenza Sciamanica.
Note alle immagini ---
_Sopra, miniatura con un frate che bastona un demone a margine delle Decretali Smithfield, inventariate come Royal MS 10 E IV:
folio 250v.
_In apertura, un frate 'spaventato' implora la clemenza di una scimmietta (!) armata di tutto punto.
→ Miniatura a margine dal Salterio Gorleston della British Library:
Add Ms 49622, folio 86 verso.
Note al testo ---
[1] Cfr. Ernesto de Martino, Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo, Bollati Boringhieri, Torino, 1973, p. 175.
[2] Cfr. Vita Seconda di Tommaso da Celano, Capitolo VII in Fonti Francescane, Editrici Francescane, Padova, 2004 - ff 621.
➔ Riportavo l'aneddoto sulla distruzione del borgo di Greccio, nella versione della Compilazione di Assisi [ff 1605], in Animali stregati? Il potere dell'Incanto: Introduzione in
Animali incantati: dal mito di Orfeo all'incanto dei Santi, Eleusi Edizioni, Perugia, 2022, p. 17.
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