venerdì 18 ottobre 2024

Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.

Sulla facciata della chiesa medievale di San Gregorio a Castel Ritaldi (Pg) incombe la testa di un demone:
Genopalus Inferus.

Esporre mostri a guardia dei templi risale al mondo antico:
si muravano volti mostruosi di Gorgoni per spaventare i dèmoni.
Robert Graves scrive...

« Le Gorgoni rappresentavano la triplice dea e portavano maschere profilattiche, con occhi fiammeggianti e la lingua che sporgeva tra i denti lunghissimi, per spaventare gli estranei e allontanarli dai loro misteri. » [1]

Al Museo Archeologico di Corfù, in Grecia, si vede sul timpano del tempio una di queste Gorgoni mostruose:
➔ notare i due serpenti, attributo Matriarcale, che s'intrecciano in una cintura...

« Il Mostro viene ad assumere, dunque, la funzione di guardiano della soglia, di quella soglia che divide l'umano dal divino, il caos dall'ordine, il razionale dall'irrazionale. » [2]
C'erano notti dell'anno più pericolose:
erano tra il Solstizio d'Inverno e la → notte di Natale (21-24 dicembre) e tra il Soltizio d'Estate e la → notte di San Giovanni, detta delle Streghe (21-24 giugno).

Le streghe e i dèmoni cercavano d'introdursi nelle chiese per ridestare i Morti che giacevano sepolti sotto il pavimento...

« I giorni solstiziali (san Giovanni o il Natale) erano sentiti come delicati e decisivi momenti di passaggio, momenti dell'anno gravidi di incertezza di cui gli spiriti maligni cercavano di approfittare. » [3]

Per evitare che infestassero le case era d'obbligo astenersi, in quei giorni, dal fuso.

« Le streghe si aggiravano numerose in quel giorno, se dovevano cercar posto nella lana rimasta sul fuso, o rifugiarsi nelle chiese intorno all'Epifania. » [4]

Proteggere le chiese era, invece, più complesso:
per bonificare i luoghi sacri dalle infestazioni demoniache si arrivava (pure) a cingere (!) le chiese con catene.

La pratica più diffusa era scolpire figure mostruose all'ingresso.

Sulla facciata della Cattedrale di San Rufino, ad Assisi, si notano decine di queste teste mostruose: disposte a guardia dell'ingresso...
Le streghe si credeva fossero Morti non pianti.

Tornavano sulla terra per vendicarsi delle mancate attenzioni ricevute dai Vivi:
le chiese medievali erano, esternamente, rivestite di Mostri apotropaici per dissuadere le megere dal varcare la soglia.

Ernesto De Martino notava...

« [...] se i riti non sono eseguiti, e il morto resta senza sepoltura e senza lamento, il regno dei morti non è raggiunto, e il cadavere permane inquieto in una sorta di rischiosa instabilità, tornando ostimente tra i vivi. » [5]

A Spoleto, sulla facciata della chiesa di San Pietro extra moenia si notano, addirittura, due enormi uccelli a guardia del lunotto che avevano una (chiara) funzione apotropaica...

Come ricordava lo storico elvetico Walter Burkert...

« Trasmettere la religione è trasmettere timore.
"Primo il timore produsse nel mondo gli dèi" scrive Stazio [...]
Brividi di timore sono parte essenziale dell'esperienza del sacro. » [6]

Ed ecco il libro che dedico ai Mostri difensivi, in Umbria, nell'architettura religiosa...

➔ Sui mascheroni mostruosi sulla facciata di una chiesa:

I dèmoni che vide san Francesco: due mascheroni demoniaci alla Pieve di San Gregorio a Castel Ritaldi.


➔ Sulle streghe come Morti non pianti, vedi il post:

Salice di Ecate: il pianto che purifica.


➔ Per catturare le fattucchiere e sull'uso d'incatenare le chiese:

Chiese Incatenate e streghe prigioniere!


Pratiche difensive contro gli Spiriti:

Non rompere lo specchio: i Morti che proteggono dai dèmoni.

Vestirsi a lutto: come ingannare gli Spiriti.


➔ Sul fuso che non deve girare → fatale alla Bella:

Il maleficio degli arcolai: le antiche superstizioni sul filare nel racconto della Bella Addormentata.


Nota all'immagine ---

_La seconda immagine del post è una Gorgone scolpita sul timpano del tempio di Artemide:
ricostruzione presente al Museo di Corfù di cui si vedono immagini in Wikipedia.


Note al testo ---

[1] Cfr. Robert Graves, I Miti greci, traduzione di Elisa Morpurgo, Longanesi, Milano, 1983, nota 3 a p. 114.

[2] Cfr. Marosa Marcucci, I Mostri di Pietra. Guardiani della soglia, a cura di Antonio Costantini, Mario Congedo Editore, Galatina-Lecce, 1997, p. 56.

[3] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo: santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 59.

[4] Cfr. Cleto Corrain e Pierluigi Zampini, Documenti etnografici e folkloristici nei Sinodi Diocesani dell'Emilia Romagna, estratto da "Palestra del Clero", Rovigo, 1964, p. 10.

[5] Cfr. Ernesto De Martino, Morte e pianto rituale: dal lamento funebre antico al pianto di Maria, Boringhieri, Torino, 1975, pp. 211-212.

[6] Cfr. Walter Burkert, La creazione del sacro, Adelphi, Milano, 2003, pp. 51-52.

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