giovedì 2 giugno 2016

San Francesco e il potente cardinale:
tentazioni notturne nei salotti buoni...



Un suo estimatore, il ricchissimo cardinale Leone di Santa Croce [1], invitava spesso il poverello a trascorrere un soggiorno nella sua casetta dell'Urbe.
Alla fine Francesco accettò l'invito, portandosi dietro un compagno [probabilmente, il suo diletto frate Masseo che spesso lo accompagnava] e chiudendosi con lui in una torre [2] di proprietà del prelato, che il cardinale aveva predisposto a loro uso esclusivo.

Diverse agiografie si soffermano sull'intensa notte di contrizione tra Francesco e il compagno.
Per noi maligni, il racconto più succulento è nella Compilazione di Assisi...

« Soggiornava allora con il cardinale Leone frate Angelo Tancredi, uno dei primi dodici. Questi suggerì al beato Francesco: "Fratello, qui vicino, nelle mura della città, sorge una bella torre, molto ampia e spaziosa all'interno, con nove locali a volta, dove potrai stare appartato come in un eremo". E il beato Francesco: "Andiamo a vederla". La vide e gli piacque. Tornato dal cardinale gli disse: "Signore, forse resterò presso di voi alcuni giorni". Il signor cardinale ne fu grandemente contento. »
[ff 1671]

Cosa ci facessero con nove locali a volta il poverello ed il suo 'compagno' è una bella domanda!

Il racconto prosegue con la nottataccia di Francesco nella torre, tormentato 'dai dèmoni'...

« La prima notte, mentre vi si disponeva a dormire, vennero i dèmoni e lo fustigarono duramente. Egli chiamò subito il compagno, che stava lontano: "Vieni da me!" Quello subito si alzò e andò da lui. Gli disse il beato Francesco: "Fratello, i dèmoni mi hanno fustigato duramente. Perciò voglio che tu mi rimanga accanto, perché ho paura di starmene qui solo". »

Per farla breve, Frate Masseo si sorbì le sue paturnie tutta la notte...

« [...] i miei frati, che vanno per il mondo sopportando fame e molte tribolazioni, e gli altri frati che abitano in case poverelle e negli eremi, udendo che io rimango presso il signor cardinale potrebbero aver occasione di mormorare contro di me, dicendo: "Noi sopportiamo tante avversità, e lui si prende i suoi agi!". »

Francesco era divorato dalle preoccupazioni: in quella residenza di lusso, la sua immagine di poverello integerrimo era in pericolo!

E infatti si congedò la mattina dopo dal generoso cardinale...

« Di primissimo mattino il beato Francesco scese dalla torre e andò dal cardinale a raccontargli quanto gli era accaduto e i discorsi fatti con il compagno.
[...]
Il cardinale era felice di rivederlo; però, siccome lo riguardava e venerava come santo, accettò la sua decisione di non trattenersi oltre. E così il beato Francesco, licenziatosi da lui, tornò all'eremo di Fonte Colombo presso Rieti
. » [3]

Questo aneddoto non è un episodio secondario!
Ci dimostra che Francesco d'Assisi conoscesse molto bene un dogma moderno dei mass media: « L'immagine è tutto ».

Sapeva il povero di Dio godere di privilegi Regali senza farsi vedere troppo nei palazzi del potere!


Note al testo ---

[1] Si tratta del cardinale Leone Brancaleone.

[2] Secondo san Bonaventura, che riprende l'aneddoto dalla Vita Seconda di Tommaso da Celano [ff 705], Francesco fu ospitato nel palazzo del cardinale [ff 1115].
Lo Speculum perfectionis narra invece che la torre del cardinale sorgeva in periferia [ff 1760].

[3] La traduzione qui seguita è quella dell'edizione padovana delle Fonti Francescane (2004).


Nota all'immagine in apertura ---

L'immagine sopra è un dettaglio della Rinuncia agli averi affrescata da Benozzo Gozzoli nella Chiesa di San Francesco a Montefalco, 1452. Il santo vi figura denudato dei vestiti, coperto solo dalla tunica del vescovo di Assisi.