venerdì 19 giugno 2020

La nave di Dioniso e i sigilli di Parigi.


Studiando l'emblema di Trieste, quella strana 'alabarda' riportata anche nel frontespizio della Perigrafia dei nomi imposti (1808), si fanno delle curiose associazioni...


Si tratta di un segno molto antico, ben più antico delle comuni alabarde medievali a cui di solito viene associato.

Le Baccanti che cacciavano il toro, assieme ai satiri dalla coda caprina, impugnavano un bastone triforcato molto simile:
il tirso, emblema di Dioniso.

Il bastone del corteo bacchico lo si vede bene in questo cratere a campana dal Museo Archeologico di Bologna...



Il bastone di Bacco/Dioniso era il simbolo della crescita prodigiosa che garantiva il dio.

Vasi del genere sono rintracciabili anche sul Mercato Antiquario:
è il caso di questa Menade che impugna il tirso, una ceramica Apula del IV secolo a.C. ...


Strano a dirsi: Gilles Corrozet, libraio francese del '500, nel suo libro La fleur des Antiquités (Paris 1532) consultabile anche su Google Libri, parlava di un tempio antico consacrato alla dea Iside a Parigi: un tempio la cui statua lui stesso aveva visto dal vivo...

« Alcuni dicono che là dove si trova Saint-Germain-des-Prés vi era un tempio dedicato alla superstizione dell'idolo o dea Iside [...] la statua della quale è stata veduta al tempo nostro, e ne conservo il ricordo » [1]


Corrozet spiegava perfino il nome Paris come un costrutto latino:
« para-Is(is) », cioè presso Iside...

« Quel luogo era chiamato tempio di Iside, e poiché la città era vicina ad esso fu chiamata Parisis (quasi juxta Isis), presso il tempio di Iside » [1]


Cosa mai ci faceva, a Parigi, un tempio di Iside?

Anatole de Coëtlogon nel libro Les armoiries de la ville de Paris [2] riportava due emblemi parigini assai curiosi, risalenti al 1406 e al 1415.
Sulla vela di un veliero era impresso quel segno -poi noto come giglio di Francia- così simile all'antico tirso di Dioniso...



Un veliero come simbolo di Parigi?

La cosa può sembrarci strana.
Una lettera patente di Napoleone (da notare le tre Api, suo emblema) datata 29 gennaio 1811, presentava lo stesso simbolo (qui sotto, digitalizzato) di Parigi:

un Veliero con la dea Iside
(a sinistra), assisa sulla prua della nave...


Giovanni Boccaccio nel suo trattato sulle donne famose dell'antichità, De claris mulieribus, narrava la strenua ricerca dell'amato Osiride da parte della dea Iside su una nave.

I miniatori medievali immaginarono la Dea Iside come una Madonna a bordo di una barca...


Nel mondo greco-romano, la sacra barca della dea Iside era consacrata a Dioniso con il suo emblema: il bastone fiorito.

L'albero della nave fioriva in tanti grappoli d'uva, come ci racconta l'Inno Omerico a Dioniso, e ci mostra una famosa coppa da Vulci:

« Poi dall'alto della vela germogliò una vite,
da entrambi i lati, e penzolavano giù molti
grappoli; attorno all'albero si avvolgeva un'edera scura,
densa di fiori, e vi crescevano amabili frutti
» [3]



Negli emblemi di Parigi rimane una traccia preziosa di questo mito della fertilità:
la vela della barca con il 'giglio' di Francia o tirso è l'ultima traccia dell'albero fiorito sulla nave di Dioniso.


Note alle immagini ---

_Il vaso [sopra] con il mito dell'albero fiorito sulla barca, proviene dall'Antikensammlungen di Monaco [545-530 a.C.] :
a questo vaso è dedicata una pagina su Wikipedia.

_La miniatura con Iside sul vascello è tratta da Giovanni Boccaccio, De Claris mulieribus.
Il manoscritto (1403) è presente, integralmente scansionato, nel sito della Bnf [ms. fr. 239].


Note al testo ---

[1] Lo storico dell'arte lituano Jurgis Baltrusaitis citava tutta la leggenda in "Le Isidi di Gilles Corrozet" ne La ricerca di Iside: saggio sulla leggenda di un mito, Adelphi, Milano 1985.
I passi qui citati sono a pp. 60-61.


Baltrusaitis citava anche una nota di Jean Miélot, segretario di Filippo il Buono, in cui si ricordava che il nome di Parigi derivasse dal culto di Iside:

« Io [sacerdotessa cornuta, con le sembianze di una vacca] fu chiamata altresì Iside, da cui venne il nome Parigi o Parisius, da para, vale a dire "presso", e da Iside, cosicché Parigi è una città sita "presso Iside", ossia presso Saint-Germain-des-Prés dove il suo idolo era un tempo e ancora vi si vede oggigiorno. »


[2] Il libro di Anatole de Coëtlogon, Les armoiries de la ville de Paris (1874-1875), si può consultare integralmente su Gallica.
Contiene bellissimi stemmi antichi, anche a colori.
Riporto qui sotto uno degli emblemi di Parigi con veliero...


[3] Cfr. Inno a Dioniso (vv. 35-41) in Inni Omerici, Rizzoli Bur, Milano 1996, p. 185.


Post correlato ---

Per capire il culto isiaco, radicato anche nelle città a nord del Mediterraneo, vedi il post precedente:
La Madonna del Mare e la barca di Iside.