venerdì 26 gennaio 2024

Osiride e l'Ateismo: l'imbroglio dei Re Sacri.

Secondo Evemero di Messene, gli dèi antichi non erano altro che Re sacralizzati nel corso del tempo.

Nel trattato Iside e Osiride, Plutarco condannava gli atei che credevano alle "imposture" di Evemero...

« Evemero ha degradato tutti gli dèi riconosciuti, senza eccezione, a nomi di comandanti e di ammiragli e di re, che sarebbero appartenuti a epoche lontane, e che si troverebbero elencati a Panchea incisi a lettere d'oro. » [1]

« In questo modo finiremmo per aprire grandi porte alla massa degli atei e per umanizzare le cose divine, dando inoltre sfrenata libertà di parola alle imposture di Evemero di Messene, quello che inventò di sua fantasia certi scritti mitologici irreali e privi di fondamento, e riuscì a diffondere nel mondo ogni forma di ateismo. » [1]

Zeus era un re cretese, già morto da secoli prima di essere innalzato a padre degli Dèi.

« Callimaco di Cirene (IV-III sec. a.C.), Evemero da Messina (IV-III sec. a.C.), Epimenide di Creta (VIII-VII secolo a.C.) fecero riferimento al mito della presunta morte di Zeus e alla sua sepoltura in terra cretese. » [2]
Nel De Natura deorum, si capisce che Cicerone detestasse Evemero e le sue idee astruse sull'imbroglio dei Re Sacri...

« E quelli che insegnano che gli uomini coraggiosi, famosi o potenti furono divinizzati dopo la morte e che proprio questi sono gli dèi che abitualmente veneriamo, preghiamo, adoriamo, non sono forse del tutto privi di religione?

[...] Evemero tuttavia descrive la morte e i luoghi di sepoltura degli dèi.
Ti sembra che egli abbia consolidato la religione o l'abbia eliminata del tutto
? » [3]

Le idee di Evemero non erano prive di fondamento:
i Re hanno sempre legittimato, per via divina, il potere!
Marc Bloch ne I Re Taumaturghi spiegava che, nel MedioEvo, i re francesi e inglesi avessero fama di guaritori:
il tocco delle 'scrofole'...

« Di dove, dunque, agli occhi dei loro sudditi, i re traevano quel carattere sacro che li poneva quasi al rango dei sacerdoti? »

« [...] era nella natura stessa dell'unzione regia di servire come arma, di volta in volta, a partiti opposti:
ai monarchici, perché, con essa, i re si trovavano segnati da un'impronta divina; ai difensori dello spirituale, perché, sempre con essa, i re sembravano accettare la loro autorità dalla mano dei sacerdoti
. » [4]
Nel mondo antico, gli Dèi consacravano i Re direttamente dal cielo:
ciò spiega perché alcuni Re defunti furono sacralizzati.

La costellazione Cefeo porta il nome di uno tra questi Re leggendari, mitizzato e trasformato in un'entità celeste...

« La cerva Cassiopea, sensuale dea che vive nel bosco presso l'acqua datrice di vita, è accompagnata dalla figura ancillare della pantera Cefeo, re assiso sul suo scranno, forse un signore degli animali maschile, uno sciamano teriomorfo o un dio dell'anno giovane, divinità itifallica della fertilità, rappresentato su un trono fin dal V o VI millennio a.C. . » [5]

Isidoro di Siviglia, un autore cristiano, citava compiaciuto quest'idea 'atea' sull'origine degli dèi pagani:

« [...] grazie all'opera di persuasione dei demoni, tale allusione mise radici tanto profonde nell'animo dei posteri che questi finirono per considerare dèi, ed adorare come tali, quegli uomini che i loro predecessori avevano onorato con il solo scopo di onorarne il nome. » [6]

◉ Un post sulla morte degli dèi ---

Vivo o morto? Cristo e gli dèi mutanti dell'antichità.


Note alle immagini ---

_Sopra, miniatura che mostra il re benedetto da Dio: è tratta dal manoscritto Yates Thompson 14, folio 29v.
Il documento è conservato presso la British Library.

_La miniatura in apertura del post presenta un sigillo federiciano:
« Rex Siciliae ».
È tratta dal Ms 016, contenente la Chronica Maiora illustrata dal monaco Matthew Paris: follio 127 recto.
Il manoscritto è visibile integralmente su internet, nel sito della Parker Library dal Corpus Christi College di Cambridge.

_La seconda miniatura, con la testa di un Re dal naso zoomorfo, è tratta dal manoscritto Yates Thompson Ms 14, folio 85v:
vedi il sito della British Library.

_La terza e la quarta miniatura nel post, invece, sono tratte dallo Yates Thompson ms 13: folii 154v e 156r.


Note al testo ---

[1] Cfr. Plutarco, Iside e Osiride, Adelphi, Milano, 1985, p. 83.

[2] Cfr. Stefania Tosi, La Dea delle origini. Prima di Dio. Dal mito all'archeologia del femminino sacro, Uno Editori, Torino, 2022,
p. 169.

[3] Cfr. Marco Tullio Cicerone, La Natura DivinaLibro Primo [42], Bur Rizzoli, Milano, 1994, p. 14.

[4] Cfr. Marc Bloch, I re taumaturghi, Einaudi, Torino, 2008,
pp. 165-166.

[5] Cfr. Carlo Matti, Bestiario del cielo: il significato segreto delle costellazioni, Ca' del Monte, 2021, p. 52.

[6] Cfr. Isidoro di Siviglia, Etimologie o Origini, Utet - Unione Tipografico-Editrice Torinese, 2004, p. 673 - Libro XI [4].

venerdì 12 gennaio 2024

Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.

Per essere efficace, uno scongiuro deve essere ripetuto tre volte.

Ernesto De Martino ricordava varie tipologie di scongiuri, e spiegava come il numero TRE rendesse potente l'incanto...

« Lo scongiuro deve essere ripetuto tre volte e ogni volta sarà accompagnato con un Credo, un Salve Regina e un Pater.

[...] In questo tipo di scongiuro a tre forze negative (sguardo, pensiero maligno e intenzione invidiosa) vengono contrapposte altre forze (il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) che si presume siano più potenti ». [1]

Si tratta di una pratica della stregoneria che ha lasciato diverse tracce nella Letteratura, per niente auliche!
Giovanni Crocioni, citando il Decamerone di Boccaccio, scriveva...

« Il buon Gianni [...] appena la moglie ebbe pronunziato lo scongiuro, sputò tre volte -gesto ritenuto, superstiziosamente, difensivo contro danni e pericoli, rituale in simili occasioni. » [2]

Era pericoloso associare lo scongiuro al nome di Dio.
Tanto è vero che nella lingua parlata sono sopravvissute imprecazioni modificate, in cui si evita di menzionare la divinità.

Il linguista Gian Luigi Beccaria spiega...

« Il nome di Dio è sostituito negli scongiuri con altre parole vagamente omofone.
La forma fonetica è leggermente modificata per evitare il termine tabù.

Per dinci in italiano sostituisce 'per Dio', Cribbio, Cristoforo sostituiscono Cristo.

[...] Numerose imprecazioni in francese finiscono per bleu (parbleu) e non hanno nulla a che vedere col colore, ma sono una modifica di Dieu;
c'è morbleau invece di mort (de) Dieu, corbleu invece di corps (de) Dieu
. » [3]


◉ Il numero TRE in una cantilena magica:

« An-ghin-gò / Tre galline e tre capò ».
I poteri del numero TRE in una filastrocca
.


◉ Sulle 'maledizioni' nell'uso popolare per augurare fortuna, vedi:

Magia al rovescio. Maledizioni che portano fortuna.


◉ Sulle sopravvivenze di rituali magici nel mondo infantile:

M'ama / non m'ama: una divinazione d'amore fatta con i fiori.


Nota alle immagini ---

_Le miniature del post sono tratte dal Roman de Renart, per segnatura ms 12584, visibile nel sito della Bnf di Parigi:
folio 61 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Ernesto De Martino, Sud e Magia, Feltrinelli, Milano, 1989,
p. 19.

[2] Cfr. Giovanni Crocioni, Le tradizioni popolari nella letteratura italiana, a cura di Giuseppe Anceschi, Leo Olschki Editore, 1970,
p. 83.

[3] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo: santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 119.

venerdì 5 gennaio 2024

Sangue divinatorio: cosa cerca chi vaga nei cimiteri?

I Morti conoscono il futuro:
per leggerlo, li si interrogava usando il loro sangue.

Il poeta latino Orazio scrive...

« [...] il sangue cola
nella fossa per trarre d'oltretomba
gli spiriti, da cui aver responsi
. » [1]

L'uso del sangue predittivo si conserva, a Napoli, ancora oggi nel sangue di san Gennaro.
In Umbria un'antica tradizione legava le predizioni al sangue di santa Chiara da Montefalco.

« L'anno 1508 essendovi guerra tra i Bevanati ed i Monfalchesi, quelli contro questi aveano tramate tali insidie da sorprenderli, e farne un macello.

Il sangue della Beata allor si commosse, e col suo bollire pose in guardia i suoi cittadini. » [2]

Il sangue più potente era quello dei bambini.
Le streghe andavano a cercarlo nei cimiteri...

« In un processo lucchese del 1571 l'unguento delle streghe risulta composto da sangue "de bambori stregati di quello che si succhia e del grasso di un giustiziato. ». [3]

Le predizioni dei Morti erano preziose.

Quando non ne si trovava il Sangue per le divinazioni, pure le loro ossa erano (molto) utili:
si credeva che le streghe le rubassero dalle sepolture...

« Nel 1595 la diciottenne udinese Valentina Garzotti era ricorsa a un sortilegio d'amore per far tornare a sé l'innamorato [...].
Fu così che sottrasse dal camposanto del sagrato di una chiesa il piccolo osso di un morto, lungo meno di un dito, pronunciando le parole:

"Io non piglio quest'osso, ma piglio il cuor di Francesco in nome del gran diavolo" » [4]


◉ Sugli animali veggenti che comunicano coi defunti:

Animali parlanti: gli Antenati che tornano.

La voce degli Antenati: i Rospi indovini.


◉ Sulla fama 'macabra' delle streghe, vedi:

Le streghe e gli aborti: il Noce che rende libere.


Nota all'immagine ---

_In apertura, Iside con sistro e gocce di sangue.
Si tratta di un collage ideato dall'uomo d'affari John Bingley Garland, oggi nella biblioteca inglese appartenuta ad Evelyn Waugh.
➔ La dèa Iside è ispirata ad una famosa statua dai Musei Capitolini:
da notare, nel disegno, la fibbia a forma di mezza luna.


Note al testo ---

[1] Cfr. Orazio, Satire, Libro Primo, Volume I, 8. Priapo e le streghe, vv. 27-29, Centauria, Milano, 2015, p. 533.

[2] Cfr. Lorenzo Tardy, Vite della B. Chiara di Montefalco e della B. Rita da Cascia dell'ordine degli eremiti di S. Agostino..., Napoli, tipografia Manfredi, 1841, p. 234.
Il testo è presente, scansionato, su Google Libri.

[3] Cfr. Giancarlo Baronti, La morte in piazza, Argo Editrice, Lecce, 2000, p. 150.

[4] Cfr. Giuseppina Minchella, Pratiche di magia nella repubblica di Venezia in Età Moderna in Magia, superstizione, religione: una questione di confini, a cura di Marina Caffiero, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 2015, pp. 70-72.