martedì 4 ottobre 2016

I funghi e le stimmate: una visione serafica o allucinogena?


Da dove vengono le stimmate di Francesco?

Molti frati pensarono che Leone si fosse bevuto il cervello [1] quando raccontò la mostruosa apparizione del Serafino.

L'autore dei Fioretti sintetizzava i dubbi degli scettici in una frase:

« ... non per martirio corporale, ma per incendio mentale egli doveva essere tutto trasformato in nella ispressa similitudine di Cristo Crocifisso. » [ff 1920]

Non ci si poteva credere: per avere una visione così orrida, altro che « in quodam raptu contemplationis » :
il Poverello doveva essere sotto l'effetto di sostanze psicotrope!

Quest'idea sembra essere sopravvissuta ad Anagni in un affresco curioso, nella chiesa di San Pietro in Vineis...


Francesco è inginocchiato in adorazione del Serafino.
La famiglia francescana [compresa santa Chiara, a destra] si stringe orante intorno a lui.
La scena è incorniciata da due alberi-fungo che sovrastano il santo fino a lambire i due bracci della croce.

Questo dettaglio degli alberi fungini non è una trovata originale.
Si ritrova anche nel Terzo Maestro di Anagni [2], autore (contemporaneo?) di uno spettacolare ciclo alla Basilica dei Santi Quattro Coronati di Roma.

Ma nel ciclo dell'Aula Gotica a Roma i funghi hanno perlopiù una funzione decorativa [3], per illustrare le scene dei mesi: non raccontano visioni misticheggianti...



L'autore della Visione del Serafino, invece, è un po' più ambiguo.

Come non notare le 'squame' sul verde degli alberi che ricordano vagamente le verruche dell'agarico muscario?


Mi viene il dubbio che anche il pittore del nostro affresco avesse sentito da qualche frate la storiella dell' «incendio mentale» ...

Note al testo ---

[1] « Frater Johannes de Parma, minister generalis, in pleno capitulo generali Janae praecepit fratri Bonicio [...] ut diceret fratribus de stigmatibus suis veritatem, quia multi de hoc per orbem dubitabant. »

Cfr. Fratris Thomae vulgo dicti de Eccleston Tractatus de adventu Fratrum Minorum in Angliam, a cura di A. G. Little, Manchester, University Press, 1951, pp. 74-75.

[2] Alcuni critici tendono ad attribuire l'Apparizione del Serafino proprio al Terzo Maestro di Anagni o ad un suo seguace.

Cfr. William R. Cook, Images of St. Francis of Assisi in painting, stone and glass from the earliest images to ca. 1230 in Italy,
The University of West Australia, Leo Olschki Editore, Città di Castello 1999, p. 27.

[3] Giorgio Samorini, che ha studiato l'agarico muscario nell'Arte medievale cristiana, tiene comunque a sottolineare nel suo saggio sui funghi allucinogeni che spesso i pittori sembrano usarlo come « un'immagine stereotipata, inconsapevoli della sua possibile lettura in chiave micologica » .

Cfr. Samorini, Funghi allucinogeni: Studi etnomicologici, Telesterion 2001, p. 207.


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