martedì 5 dicembre 2017

In nome di Ecate: i roghi alle porte e le penne degli uccelli.


C'è un legame strettissimo tra le penne degli uccelli e le pene degli uomini: vi sembra assurdo?

A Perugia una vecchia superstizione prescriveva di bruciare a notte fonda i cuscini, se avevate il sospetto che una megera vi avesse scagliato contro una fattura!

Le zone in cui si consumavano questi riti per togliere il malocchio erano due famosi crocicchi: i Tre Archi al quadrivio di Santa Croce e soprattutto, nella zona opposta della città, l’oscura Porta Trasimena detta anticamente della Luna.

« Il "Quadrivio” di porta Trasimena [era] tradizionalmente considerato un luogo infausto perché qui venivano bruciate le “piume affatturate” dei cuscini, sprigionando i malefici che vi erano rappresi [1]. »



Questo luogo della città pare avesse una fama più che sinistra.

Posta nella direzione del lago Trasimeno, a questa porta nelle matricole medievali si trova associato il colore blu [2], forse per indicare le acque lacustri o forse perché qui il sole tramontava, e al giorno seguiva la notte:
come ci suggerisce il bassorilievo di una mezza Luna crescente, scolpito a destra della chiave di volta...



Anche la via che conduce a questa zona dal corso principale si chiama via della Luna, ed indica nella toponomastica una contrapposizione semantica tra le due parti della città.




La porta Trasimena si trova infatti nell'urbanistica perugina opposta a porta Sole, il punto più ad est della città antica da cui proveniva la luce del sole mattutino.

« La porta che guardava ad Ovest prendeva nome dalla Luna. E non poteva essere altrimenti: se la porta del Sole guardava ad Est, in direzione del Sole, la porta della Luna non poteva che essere situata dal lato opposto; di conseguenza la porta della Luna era in stretta relazione con la lunare pars hostilis, e qualcuno, in tempi passati, sembra che abbia voluto sottolineare questa sua caratteristica, infatti sopra l’arco medievale della porta è rappresentata la luna crescente [2]. »

Come è noto, ad Ecate piacevano le scene oscure!

In particolare i crocicchi delle strade, dove le sue statue trifronti proteggevano i viandanti dalle insidie notturne.
Era una superstizione radicata fin dal MedioEvo, tanto che queste zone si consideravano i luoghi migliori per evocarne i poteri...

« Gli antichi credevano che Ecate facesse le sue apparizioni nei quadrivi, e da quest’idea nacque la credenza, conservatasi nell’Età Moderna, che ai quadrivi si corresse soprattutto il rischio di incontrare il diavolo.
Da qui la credenza che agli incroci delle vie si potesse evocare il diavolo; ovviamente, era altrettanto facile incontrarvi coloro che erano in rapporti con il diavolo.
Martino di Arles ricorda l’usanza di accendere di notte fuochi nei quadrivi
, “ne inde sortilegae et maleficae transitu faciant[3]. »

Di più.
In latino, l'analogia fonetica tra le pene degli uomini [poena-ae] e le penne degli uccelli [penna-ae] aveva alimentato la superstizione secondo cui le streghe legassero il malocchio proprio alle piume!

Ecco perché la comparsa di un uccello del malaugurio era così temuta, e tra gli uccelli quelle che si credevano essere le più assidue collaboratrici delle streghe: le civette.

L'immagine fosca della civetta come apportatrice di sventura non era solo un retaggio remoto del MedioEvo, ma è sopravvissuta indenne fino a ieri.
Ancora ai primi del '900 erano frequenti i roghi dei cuscini alla nostra porta della Luna; questo immaginario stregonesco, radicato in tante parti d'Italia, alimentava un universo di suggestioni che un gruppo di pittori toscani, animatori del Caffè livornese Bardi, impresse nelle proprie tele...



Tra loro, qui mi piace citare Benvenuto Benvenuti con le sue Tre civette in due versioni diverse (sopra), e soprattutto Gabriele Gabrielli, pittore di soggetti macabri e allucinati (sotto, un gufo attorniato da teste demoniache), morto suicida giovanissimo nel 1919.
Sulla sua figura eccentrica ancora si scriveva nel 1947:

« Gli scheletri sono i suoi migliori amici, così pure i gufi, le civette e tanti altri uccelli notturni dal becco adunco e gli occhi scintillanti che sembrano narrarci i più riposti segreti della natura [4]. »



◉ Come vedere le streghe ai Trivi ---

Falce di Luna: la magia del forcone.


Nota alle immagini ---

Sopra, Susanna davanti alla Porta.
Miniatura tratta da una Matricola trecentesca dell'Arte dei Notai, Biblioteca Augusta di Perugia.

_La penultima opera qui citata, un olio su tela di Benvenuti, è interessante perché allude ai poteri numinosi attribuiti alla civetta in età classica, molto diversi dall'immagine funesta che la civetta assumerà poi dal MedioEvo.
L'artista, non a caso, intitola il suo quadro in cui la luce emerge da una grata: "Le civette (La fucina della sapienza)".


Note al testo ---

[1] Cfr. Perugia, Guide Electa Umbria, a cura di Massimo Montella, Editori Umbri Associati 1993, p. 98.

[2] Cfr. Mauro Menichelli, Templum Perusiae. Il simbolismo delle porte e dei rioni di Perugia, Futura, Perugia 2006, pp. 245-246.
_ Sempre Menichelli nel suo studio insiste sul legame tra le forze oscure e il colore associato alla Porta :

« Il colore azzurro del rione di porta S. Susanna era quindi legato al simbolismo delle acque della morte e queste, sia per la loro grande profondità, sia per essere in stretto rapporto con il mondo infero, richiamavano le tenebre e quindi il colore nero. »

[3] Cfr. Giuseppe Bonomo, La caccia alle streghe, Palumbo, Palermo, 1959, pp. 27-28.

[4] Cfr. Mario Citti, L’arte tormentata del pittore Gabrielli in Gabriele Gabrielli. Un allievo spirituale di Vittore Grubicy al Caffè Bardi, a cura di Francesca Cagianelli, Pontedera 2008, p. 118.


Post sugli Uccelli e il Dominio delle streghe ---

La strega che domina gli Uccelli (evidente allegoria sessuale), al punto da trasformarsi in essi, è un tema molto sfruttato nell'Arte, dal MedioEvo all'ultimo secolo.
Nel seguente post, alcuni spunti:

Al tempo in cui Mamma Oca era una strega, ovvero la Signora che possiede gli uccelli...


Post sulla Porta del Sole ---

A Perugia, opposta alla porta della Luna e speculare ad essa, era la zona solare dedicata alle divinità del fuoco e al forgiatore Vulcano, soppiantato poi da san Lorenzo nel sincretismo cristiano.

A questo argomento ho dedicato il post: Dal Tempio di Vulcano alla Cattedrale di San Lorenzo di Perugia. Costruire un culto in 3 semplici passi.


Approfondimenti ulteriori...

_I contenuti di questo post sono un'elaborazione del primo capitolo del mio libricino "Tre civette sul comò. Storia di un maleficio":
« I roghi nei crocicchi. Le penne da bruciare al trivio di Ecate ».

_ Riguardo alle raffigurazioni di Ecate tricefala, un curiosissimo caso di sincretismo religioso è certo quello della Madonna tricefala all'abbazia di San Pietro, che mai mi stancherò di sottolineare e a cui ho dedicato due post:
*Madonna a Tre Teste: incredibile affresco all'abbazia di San Pietro a Perugia!
*La Madonna a Tre Teste e quei due angeli sospetti...

_ L'associazione della Porta della Luna a santa Susanna (Susanna è l'unica figura femminile ad essere accostata alle porte perugine nelle matricole medievali) ci suggerisce come le acque adombrate in questa porta non indicassero in origine il Lago Trasimeno, bensì fossero quelle del ciclo menstruale, a cui le lunazioni anticamente venivano associate.