Nella Canonizzazione di santa Caterina da Siena, affrescata alla Biblioteca Piccolomini nella Canonica del Duomo di Siena dal Pinturicchio [1492], notiamo -nella colonna a destra- un teschio animale: dalle cui orbite fuoriescono due serpenti.
Il dettaglio dei teschi animali si ripete, scolpito, sul portale della chiesa parrocchiale di San Michele a Bevagna.
Si tratta di un motivo → pagano importato nell'arte cristiana.
Nella Silly Simphony Hell's Bells (1929) il tema è citato:
un diavolo usa il cranio percuotendolo con due bacchette, come fosse uno strumento musicale...
L'immagine da dove viene?
Cirlot, nel Dizionario dei Simboli, scrive...
« Bucraneo.
Tema ornamentale che deriva dal cranio del bue o del toro impiegati negli antichi sacrifici compiuti con il fuoco. » [1]
I predicatori cristiani demonizzarono i teschi, e gli dèi a cui -nei sacrifici- erano offerti.
Gli dèi stessi furono precipitati all'Inferno come demoni...
« Il Cristianesimo dei primi secoli, infatti, non negò l'esistenza delle divinità pagane, né il loro intervento nei fatti umani, ma respinse il loro carattere divino e in tal modo ridusse gli antichi dèi alla condizione di demoni
Così si trasformarono in diavoli non solo gli dèi maggiori e minori, ma anche i semi-dèi:
inoltre non furono annientati Lamie, Arpie, Chimere, Gerioni, ma furono confinati nell'Inferno, sudditi e collaboratori di Satana. » [2]
L'uso apotropaico dei teschi animali per ingraziarsi il favore del dio celeste sopravvisse, nelle campagne, ancora fino al secolo scorso.
Giuseppe Bellucci, collezionista perugino di amuleti, notava come nelle campagne, dall'Umbria alla Sabina, ancora ai suoi tempi si esponessero i teschi per evitare che dal cielo venissero giù calamità...
« Nelle campagne di Orvinio e di altri paesi del territorio Sabino (Umbria meridionale) si dispongono poi in mezzo ai campi o sulla cima di piccoli alberi, o sui paletti di sostegno delle viti nelle vigne, crani di asino o di capra, ai quali si attribuisce la virtù di preservare i campi, i seminati, i frutti pendenti dai danni delle grandinate ed anche da altre influenze sinistre e singolarmente dalle azioni malefiche delle streghe o dallo sguardo invidioso dell'uomo. » [3]
➔ Sugli amuleti della collezione Bellucci, vedi:
La magia della conta: come annullare le streghe.
Il pelo malefico: un esercito di Ricci per combattere le streghe.
Note al testo ---
[1] Cfr. Jean-Eduardo Cirlot, Dizionario dei Simboli, Siad Edizioni, Milano, 1985, p. 118.
[2] Cfr. Giuseppe Bonomo, Studi demonologici, Flaccovio Editore, Palermo, 1970, p. 102.
[3] Cfr. Giuseppe Bellucci, La grandine nell'Umbria, Il Formichiere, Foligno (Pg), 2018, pp. 31-32
→ ristampa anastatica dell'edizione perugina [1903]
venerdì 14 febbraio 2025
martedì 4 febbraio 2025
Cera a fuoco: il transfert proibito...
Il poeta latino Orazio, delle due streghe Canidia e Sagagna descrive un rito preciso...
« Portavano due bambole, di lana
e di cera: di lana la più grande,
capace di domare la piccina,
che stava lì, di cera, supplicante,
quasi presaga della triste fine
che tocca ai servi ».
« A che narrare
i dettagli [...] il divampar più vasto della fiamma
dal pupazzo di cera? » [1]
Per indirizzare il → maleficio, la strega foggiava una statuetta di cera che riproduceva -in miniatura- le fattezze della vittima.
Rito praticato, ancora, dalle streghe nel Medio Evo...
« Matteuccia disse di fare una certa immagine di cera
[...] e disse alla stessa Caterina di mettere detta immagine sotto il letto di suo marito dicendo queste parole e cioè:
[...] sta fixo
come stecte Christo crucifixo,
torna a me
come tornò Christo in sè
[...]. E disse che tali parole dovevano essere ripetute tre volte ». [2]
Le streghe ricorrevano, spesso, a riproduzioni in miniatura per colpire: tanto che il Clero ne vietava l'acquisto...
« Di Sisto V Institoris ricordò anche la bolla del [14]'78, con la quale vietava ai fedeli e al clero la confezione, la benedizione e l'acquisto di statuette di cera in quanto considerate strumenti di magìa ». [3]
Affinché la candela trasmettesse il maleficio, era meglio associare alla statuetta oggetti di cui la vittima aveva avuto il possesso.
Ne La stregoneria in Italia, Romanazzi scrive...
« [...] si otteneva un feticcio ugualmente utile impastando la cera con oggetti a lui appartenuti ». [4]
➔ Sulle bambole che innescano il maleficio:
Mandragora: la 'bambolina' da onorare.
➔ Sull'uso del numero Tre nelle formule magiche:
Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.
« An-ghin-gò / Tre galline e tre capò ». I poteri del numero TRE in una filastrocca.
➔ Sulla magia imitativa, vedi anche:
Magia 'simpatica'. Animali evocati sulla carta.
Nota all'immagine ---
_La miniatura in apertura del post è digitalizzata nel sito della Morgan Library di New York.
Per segnatura, Ms M.751: folio 55r.
Note al testo ---
[1] Cfr. Orazio, Satire, 8, Libro Primo, traduzione di Carlo Carena, Fabbri Centauria, Milano, 2015, vol. secondo, vv. 30-34 e vv. 40-44, p. 533.
[2] Cfr. Domenico Mammoli, Processo alla strega Matteuccia di Francesco, Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto, 2013, pp. 23-25.
[3] Cfr. Pinuccia di Gesaro, Streghe. L'ossessione del diavolo, il repertorio dei malefizî, la repressione, Praxis 3, Bolzano, 1988, p. 659.
[4] Cfr. Andrea Romanazzi, La stregoneria in Italia: scongiuri, amuleti e riti della tradizione, Venexia, Roma, 2007, p. 57.
e di cera: di lana la più grande,
capace di domare la piccina,
che stava lì, di cera, supplicante,
quasi presaga della triste fine
che tocca ai servi ».
« A che narrare
i dettagli [...] il divampar più vasto della fiamma
dal pupazzo di cera? » [1]
Per indirizzare il → maleficio, la strega foggiava una statuetta di cera che riproduceva -in miniatura- le fattezze della vittima.
Rito praticato, ancora, dalle streghe nel Medio Evo...
« Matteuccia disse di fare una certa immagine di cera
[...] e disse alla stessa Caterina di mettere detta immagine sotto il letto di suo marito dicendo queste parole e cioè:
come stecte Christo crucifixo,
torna a me
come tornò Christo in sè
[...]. E disse che tali parole dovevano essere ripetute tre volte ». [2]
Le streghe ricorrevano, spesso, a riproduzioni in miniatura per colpire: tanto che il Clero ne vietava l'acquisto...
« Di Sisto V Institoris ricordò anche la bolla del [14]'78, con la quale vietava ai fedeli e al clero la confezione, la benedizione e l'acquisto di statuette di cera in quanto considerate strumenti di magìa ». [3]
Affinché la candela trasmettesse il maleficio, era meglio associare alla statuetta oggetti di cui la vittima aveva avuto il possesso.
Ne La stregoneria in Italia, Romanazzi scrive...
« [...] si otteneva un feticcio ugualmente utile impastando la cera con oggetti a lui appartenuti ». [4]
➔ Sulle bambole che innescano il maleficio:
Mandragora: la 'bambolina' da onorare.
➔ Sull'uso del numero Tre nelle formule magiche:
Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.
« An-ghin-gò / Tre galline e tre capò ». I poteri del numero TRE in una filastrocca.
➔ Sulla magia imitativa, vedi anche:
Magia 'simpatica'. Animali evocati sulla carta.
Nota all'immagine ---
_La miniatura in apertura del post è digitalizzata nel sito della Morgan Library di New York.
Per segnatura, Ms M.751: folio 55r.
Note al testo ---
[1] Cfr. Orazio, Satire, 8, Libro Primo, traduzione di Carlo Carena, Fabbri Centauria, Milano, 2015, vol. secondo, vv. 30-34 e vv. 40-44, p. 533.
[2] Cfr. Domenico Mammoli, Processo alla strega Matteuccia di Francesco, Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto, 2013, pp. 23-25.
[3] Cfr. Pinuccia di Gesaro, Streghe. L'ossessione del diavolo, il repertorio dei malefizî, la repressione, Praxis 3, Bolzano, 1988, p. 659.
[4] Cfr. Andrea Romanazzi, La stregoneria in Italia: scongiuri, amuleti e riti della tradizione, Venexia, Roma, 2007, p. 57.
martedì 28 gennaio 2025
Una statuetta per evocare il Morto: indizi nelle Fonti.
Nella cultura medievale persistevano riti magici di evocazione dei Morti:
le Fonti agiografiche francescane, una silloge delle Vite dei primi frati, conservano tracce curiose...
« Tornambene, boia orvietano, [...] dietro esortazione di un suo vicino fece voto a frate Ambrogio di visitare il suo sepolcro con un'immagine di cera, se avesse voluto per misericordia prendersi cura di lui.
Formulato il voto, immediatamente l'uomo si alzò dal suo letto. » [1]
Convocare il Morto era importante:
meglio se lo si faceva con una statuetta che ne figurasse la presenza...
« un certo Roberto, di cognome Armento [...] dietro suggerimento di un sacerdote, pentitosi, di nuovo fece voto a frate Benvenuto promettendo di portare alla sua tomba un'immagine di cera;
fatto questo, per i suoi meriti ottenne una generale guarigione delle membra e alzatosi dal suo letto personalmente visitò la tomba con l'immagine di cera promessa. » [2]
Ma i Morti, una volta evocati ed ottenuto l'auspicio, andavano congedati.
Il rito era così scrupoloso che, nelle credenze popolari, se ne rinviene il cerimoniale...
« Per sapere chi fosse il responsabile di un furto, di un tradimento amoroso ecc., si prendeva un libro di chiesa (messale, od altro), vi si inseriva una chiave di ferro di quelle antiche facendo fuoriuscire l'occhiello.
Fatto ciò, si teneva il libro fra gli indici delle due mani.
Si chiamavano le anime dei morti chiedendo loro di rivelare il responsabile.
Pronunciando i nomi dei sospetti, il libro iniziava a girare rivelando l'identità del colpevole.
Terminato il rito, la cui natura spiritica è palese, si diceva alle anime dei morti: "Andate in pace". » [3]
➔ Sui 'pasti' funebri, vedi:
Il "pasto di Ecate" e le tombe segrete.
Sangue profetico: i Morti che succhiano.
➔ Sul potere evocativo delle immagini:
Magia 'simpatica'. Animali evocati sulla carta.
➔ Tecniche difensive contro il ritorno (ostile) dei Morti ---
Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura tratta da un Libro d'Ore inglese all'uso di Saint Omer, citato in Wikipedia e conservato alla British Lbrary.
Per segnatura: Add MS 36684, folio 84 verso.
Note al testo ---
[1] Cfr. Ambrogio da Massa, Dialogo sulle gesta dei santi frati Minori in Fonti agiografiche dell'Ordine francescano, Editrici Francescane, Padova, 2014, p. 177 ➔ versetto 338.
[2] Cfr. Benvenuto di Gubbio, Dialogo sulle gesta..., in Fonti agiografiche..., Op. cit, p. 153 ➔ versetto 249.
[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, volume II, Edicit, Foligno, 2009, p. 387.
le Fonti agiografiche francescane, una silloge delle Vite dei primi frati, conservano tracce curiose...
« Tornambene, boia orvietano, [...] dietro esortazione di un suo vicino fece voto a frate Ambrogio di visitare il suo sepolcro con un'immagine di cera, se avesse voluto per misericordia prendersi cura di lui.
Formulato il voto, immediatamente l'uomo si alzò dal suo letto. » [1]
Convocare il Morto era importante:
meglio se lo si faceva con una statuetta che ne figurasse la presenza...
« un certo Roberto, di cognome Armento [...] dietro suggerimento di un sacerdote, pentitosi, di nuovo fece voto a frate Benvenuto promettendo di portare alla sua tomba un'immagine di cera;
fatto questo, per i suoi meriti ottenne una generale guarigione delle membra e alzatosi dal suo letto personalmente visitò la tomba con l'immagine di cera promessa. » [2]
Ma i Morti, una volta evocati ed ottenuto l'auspicio, andavano congedati.
Il rito era così scrupoloso che, nelle credenze popolari, se ne rinviene il cerimoniale...
« Per sapere chi fosse il responsabile di un furto, di un tradimento amoroso ecc., si prendeva un libro di chiesa (messale, od altro), vi si inseriva una chiave di ferro di quelle antiche facendo fuoriuscire l'occhiello.
Fatto ciò, si teneva il libro fra gli indici delle due mani.
Si chiamavano le anime dei morti chiedendo loro di rivelare il responsabile.
Pronunciando i nomi dei sospetti, il libro iniziava a girare rivelando l'identità del colpevole.
Terminato il rito, la cui natura spiritica è palese, si diceva alle anime dei morti: "Andate in pace". » [3]
➔ Sui 'pasti' funebri, vedi:
Il "pasto di Ecate" e le tombe segrete.
Sangue profetico: i Morti che succhiano.
➔ Sul potere evocativo delle immagini:
Magia 'simpatica'. Animali evocati sulla carta.
➔ Tecniche difensive contro il ritorno (ostile) dei Morti ---
Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura tratta da un Libro d'Ore inglese all'uso di Saint Omer, citato in Wikipedia e conservato alla British Lbrary.
Per segnatura: Add MS 36684, folio 84 verso.
Note al testo ---
[1] Cfr. Ambrogio da Massa, Dialogo sulle gesta dei santi frati Minori in Fonti agiografiche dell'Ordine francescano, Editrici Francescane, Padova, 2014, p. 177 ➔ versetto 338.
[2] Cfr. Benvenuto di Gubbio, Dialogo sulle gesta..., in Fonti agiografiche..., Op. cit, p. 153 ➔ versetto 249.
[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, volume II, Edicit, Foligno, 2009, p. 387.
martedì 21 gennaio 2025
Santi o Vampiri? Il ponte (magico) tra i due mondi.
L'associazione tra Santi e Vampiri è più di una suggestione:
nel culto cristiano, la costruzione dei Santi si è fondata sul mito di demoni primitivi che vincevano la Morte attaverso il → sangue taumaturgico.
Piero Camporesi scriveva...
« San Filippo Neri, racconta un autorevole biografo, "nel sumere il sangue, lambiva e succhiava con tal affetto il calice che parea non si sapesse staccar da quello:
avendo consumato nell'orlo non solo l'indoratura, ma ancora l'argento e avendovi lasciato impressi insino i segni de' denti. » [1]
I Santi in grado di risorgere dalla Morte si strutturarono su antecedenti credenze popolari, a base sciamanica.
Nell'immaginario contadino, le due figure erano speculari:
→ una alla base dell'altra...
« I vampiri erano anche un riflesso dei santi, in quanto mandati a morte più volte.
[...] I vampiri erano, più in generale, il contraltare dell'eucarestia.
L'ingestione di sangue era un perverso calco del sacramento della comunione. » [2]
Dove finisce la Magia e inizia la Religione?
La linea distintiva che separa i due mondi (non) è netta, almeno in origine...
« La magia è un ponte che collega il mondo sensibile a quello occulto.
[...] Con l'idea della contaminazione ci si trova proprio sopra la molto incerta linea di confine tra religione e magia. » [3]
➔ Sul sangue Santo che piace ai Morti:
Sangue divinatorio: cosa cerca chi vaga nei cimiteri?
Sangue profetico: i Morti che succhiano.
➔ Sul sangue sacrificale del dio e il Suo versamento:
Sangue nel latte: riscrittura cristiana di un'offerta alla dèa Cerere.
Nota all'immagine ---
_In apertura, Martire francescano sulle vele della cappella di san Ludovico alla Scarzuola.
➔ Fu il conte Ludovico Mariscotti a promuoverne la decorazione, nel Seicento. Vedi il post:
Erylo, il mostro invincibile, e i sette martiri della Scarzuola.
Note al testo ---
[1] Cfr. Piero Camporesi, Il sugo della vita. Simbolismo e magia del sangue, Garzanti, Milano, 2007, pp. 64-65.
→ Camporesi si riferisce a padre Pietro Giacomo Bacci, Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della congregazione dell'oratorio, stampata da Placido Maria Visaj, Milano, 1817, p. 83
→ consultabile in Google Libri.
[2] Cfr. Nick Groom, Vampiri. Una nuova storia, traduzione di Denis Pitter, Il Saggiatore, Milano, 2019, p. 96.
[3] Cfr. Giulio Guidorizzi, La trama segreta del mondo. La magia nell'antichità, Il Mulino, Bologna, 2022, p. 22 e p. 42.
nel culto cristiano, la costruzione dei Santi si è fondata sul mito di demoni primitivi che vincevano la Morte attaverso il → sangue taumaturgico.
Piero Camporesi scriveva...
« San Filippo Neri, racconta un autorevole biografo, "nel sumere il sangue, lambiva e succhiava con tal affetto il calice che parea non si sapesse staccar da quello:
avendo consumato nell'orlo non solo l'indoratura, ma ancora l'argento e avendovi lasciato impressi insino i segni de' denti. » [1]
I Santi in grado di risorgere dalla Morte si strutturarono su antecedenti credenze popolari, a base sciamanica.
Nell'immaginario contadino, le due figure erano speculari:
→ una alla base dell'altra...
« I vampiri erano anche un riflesso dei santi, in quanto mandati a morte più volte.
[...] I vampiri erano, più in generale, il contraltare dell'eucarestia.
L'ingestione di sangue era un perverso calco del sacramento della comunione. » [2]
Dove finisce la Magia e inizia la Religione?
La linea distintiva che separa i due mondi (non) è netta, almeno in origine...
« La magia è un ponte che collega il mondo sensibile a quello occulto.
[...] Con l'idea della contaminazione ci si trova proprio sopra la molto incerta linea di confine tra religione e magia. » [3]
➔ Sul sangue Santo che piace ai Morti:
Sangue divinatorio: cosa cerca chi vaga nei cimiteri?
Sangue profetico: i Morti che succhiano.
➔ Sul sangue sacrificale del dio e il Suo versamento:
Sangue nel latte: riscrittura cristiana di un'offerta alla dèa Cerere.
Nota all'immagine ---
_In apertura, Martire francescano sulle vele della cappella di san Ludovico alla Scarzuola.
➔ Fu il conte Ludovico Mariscotti a promuoverne la decorazione, nel Seicento. Vedi il post:
Erylo, il mostro invincibile, e i sette martiri della Scarzuola.
Note al testo ---
[1] Cfr. Piero Camporesi, Il sugo della vita. Simbolismo e magia del sangue, Garzanti, Milano, 2007, pp. 64-65.
→ Camporesi si riferisce a padre Pietro Giacomo Bacci, Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della congregazione dell'oratorio, stampata da Placido Maria Visaj, Milano, 1817, p. 83
→ consultabile in Google Libri.
[2] Cfr. Nick Groom, Vampiri. Una nuova storia, traduzione di Denis Pitter, Il Saggiatore, Milano, 2019, p. 96.
[3] Cfr. Giulio Guidorizzi, La trama segreta del mondo. La magia nell'antichità, Il Mulino, Bologna, 2022, p. 22 e p. 42.
venerdì 10 gennaio 2025
Trasformarsi in Lupo: un residuo di paganesimo da debellare.
Nella caccia alle pratiche stregonesche, in Età Moderna, sopravvivevano rituali d'iniziazione sciamanica che la Curia, sovente, reprimeva...
« Un caso molto singolare narrato dal giudice è quello di Jean Grenier, un ragazzo di 13-14 anni, processato a Bordeaux una decina d'anni prima.
Egli aveva confessato che circa tre anni prima del processo [9 maggio 1603] aveva incontrato nella foresta un signore vestito di nero che gli aveva regalato una pelle di lupo:
indossandola egli diventava un lupo, togliendola ritornava alle sue sembianze umane.
[...] viene condannato ad essere confinato a vita in un convento, sotto pena di impiccagione se l'avesse lasciato. » [1]
La trasformazione dell'uomo in lupo era un antico retaggio di paganesimo percepito dai religiosi come un lascito della superstizione...
« È senz'altro significativo che parecchi testi anche di molto successivi, a partire dalle saghe islandesi del XIII secolo, insistano sul ruolo delle pelliccia rituale nella metamorfosi da uomini a ➔ lupi.
[...] In ogni modo, già agli occhi dei primi ecclesiastici che ne parlano, nel X secolo, come Regino di Prüm, non era nient'altro che una superstizione, un residuo di paganesimo da debellare. » [2]
La conversione in animale, mediante la sua pelle, era vista dalla Curia come una pratica delirante che celava, solo nel profondo, origini rituali...
« [...] la pelle dell'animale sarebbe una sorta di "gabbia magica".
Ai berserkir vestiti di pelle d'orso, o meglio guerrieri-orso, si affiancano gli úlfhedhnar vestiti di pelle di lupo, o meglio guerrieri-lupo. » [3]
◉ Animali-Antenati: alla base della stirpe ---
Nutrice Totemica: la Madre progenitrice.
◉ Post sul Lupo e sul suo potere scaramantico ---
Animali Totem: il culto apotropaico di san Lupo.
Da san Francesco a Cappuccetto Rosso: il culto apotropaico del Lupo.
Nota all'immagine ---
_In apertura, lupi (o uomini vestiti da lupo?) cingono d'assedio un castello.
Miniatura dal manoscritto Stowe 17, conservato alla British Library: folio 244 recto.
Note al testo ---
[1] Pinuccia Di Gesaro, Streghe: l'ossessione del diavolo. Il repertorio dei malefizî. La repressione, Praxis 3, Bolzano, 1988, pp. 473-474.
[2] Cfr. Riccardo Rao, Il tempo dei lupi: storia e luoghi di un animale favoloso, Utet, Milano, 2018, p. 177.
[3] Cfr. Franco Cardini, Il lupo di Gubbio. Dimensione storica e dimensione antropologica di una 'leggenda', Studi Francescani, 1976-1977, p. 329.
« Un caso molto singolare narrato dal giudice è quello di Jean Grenier, un ragazzo di 13-14 anni, processato a Bordeaux una decina d'anni prima.
Egli aveva confessato che circa tre anni prima del processo [9 maggio 1603] aveva incontrato nella foresta un signore vestito di nero che gli aveva regalato una pelle di lupo:
indossandola egli diventava un lupo, togliendola ritornava alle sue sembianze umane.
[...] viene condannato ad essere confinato a vita in un convento, sotto pena di impiccagione se l'avesse lasciato. » [1]
La trasformazione dell'uomo in lupo era un antico retaggio di paganesimo percepito dai religiosi come un lascito della superstizione...
« È senz'altro significativo che parecchi testi anche di molto successivi, a partire dalle saghe islandesi del XIII secolo, insistano sul ruolo delle pelliccia rituale nella metamorfosi da uomini a ➔ lupi.
[...] In ogni modo, già agli occhi dei primi ecclesiastici che ne parlano, nel X secolo, come Regino di Prüm, non era nient'altro che una superstizione, un residuo di paganesimo da debellare. » [2]
La conversione in animale, mediante la sua pelle, era vista dalla Curia come una pratica delirante che celava, solo nel profondo, origini rituali...
« [...] la pelle dell'animale sarebbe una sorta di "gabbia magica".
Ai berserkir vestiti di pelle d'orso, o meglio guerrieri-orso, si affiancano gli úlfhedhnar vestiti di pelle di lupo, o meglio guerrieri-lupo. » [3]
◉ Animali-Antenati: alla base della stirpe ---
Nutrice Totemica: la Madre progenitrice.
◉ Post sul Lupo e sul suo potere scaramantico ---
Animali Totem: il culto apotropaico di san Lupo.
Da san Francesco a Cappuccetto Rosso: il culto apotropaico del Lupo.
Nota all'immagine ---
_In apertura, lupi (o uomini vestiti da lupo?) cingono d'assedio un castello.
Miniatura dal manoscritto Stowe 17, conservato alla British Library: folio 244 recto.
Note al testo ---
[1] Pinuccia Di Gesaro, Streghe: l'ossessione del diavolo. Il repertorio dei malefizî. La repressione, Praxis 3, Bolzano, 1988, pp. 473-474.
[2] Cfr. Riccardo Rao, Il tempo dei lupi: storia e luoghi di un animale favoloso, Utet, Milano, 2018, p. 177.
[3] Cfr. Franco Cardini, Il lupo di Gubbio. Dimensione storica e dimensione antropologica di una 'leggenda', Studi Francescani, 1976-1977, p. 329.
venerdì 3 gennaio 2025
Streghe nel fuso: il giorno di Santa Conocchia.
La magia del filare è (strettamente) connessa alle streghe:
tanto che la conocchia si credeva il loro nascondiglio...
« Le streghe si aggiravano numerose in quel giorno, se dovevano cercar posto nella lana rimasta sul fuso
[...]. Era infatti interdetto alle donne di filare entro un certo periodo di giorni intorno all'Epifania. » [1]
Da Natale all'Epifania, il 'rischio' che le streghe si nascondessero nel fuso era alto:
nel loro giorno prediletto, l'Epifania o (popolarmente) il giorno della Befana, era vietato far girare gli arcolai...
« Un divieto di questo genere è certamente esistito in Inghilterra.
Se s'incontrava una ragazza che filava il giorno dell'Epifania, il suo lino e la sua filaccia venivano bruciati.
Questo giorno era conosciuto come Saint Distaff Day:
giorno di santa Conocchia. » [2]
La cultura medievale riprese dal mondo classico l'idea che il ricamo potesse essere fatale e portare agli Inferi.
Claudiano, nel Rapimento di Proserpina, scriveva...
« All'arrivo di Venere Proserpina sta ricamando, nel chiuso del palazzo, un dono per la madre lontana.
[...] interrompe il lavoro proprio nel punto in cui sta ricamando il regno di Plutone.
Proprio la vista del ricamo incompiuto sarà per Cerere, appena ritornata a palazzo, chiaro indizio del disastro. » [3]
◉ Post sul potere magico del filare ---
Il maleficio degli arcolai:
le antiche superstizioni sul filare nel racconto della Bella Addormentata.
La strega e gli Astri. L'origine delle filastrocche...
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura da un Libro d'Ore inglese della British Library: Stowe Ms 17, folio 34r.
➔ Da notare il gatto che afferra il fuso: animale in cui si credeva, nella cultura medievale, che le streghe s'incarnassero.
Vedi: Teschio di cane: un'arma contro i malefici delle 'gatte'.
Note al testo ---
[1] Cfr. Cleto Corrain e Pierluigi Zampini, Documenti etnografici e folkloristici nei Sinodi Diocesani dell'Emilia-Romagna, estratto da "Palestra del Clero", Agosto-Settembre 1964, Rovigo, p. 10.
[2] Cfr. Pierre Saintyves, La Bella Addormentata nel Bosco o il sonno del nuovo Anno in La Bella Addormentata e le sue Sorelle, a cura di Andrea Armati e Michela Pazzaglia, Eleusi Edizioni, Perugia, 2013, p. 67.
[3] Cfr. Laura Micozzi, Note in Claudiano, Il rapimento di Proserpina, Fabbri Centauria, Milano, 2015, pp. 103-105 e 106.
tanto che la conocchia si credeva il loro nascondiglio...
« Le streghe si aggiravano numerose in quel giorno, se dovevano cercar posto nella lana rimasta sul fuso
[...]. Era infatti interdetto alle donne di filare entro un certo periodo di giorni intorno all'Epifania. » [1]
Da Natale all'Epifania, il 'rischio' che le streghe si nascondessero nel fuso era alto:
nel loro giorno prediletto, l'Epifania o (popolarmente) il giorno della Befana, era vietato far girare gli arcolai...
« Un divieto di questo genere è certamente esistito in Inghilterra.
Se s'incontrava una ragazza che filava il giorno dell'Epifania, il suo lino e la sua filaccia venivano bruciati.
Questo giorno era conosciuto come Saint Distaff Day:
giorno di santa Conocchia. » [2]
La cultura medievale riprese dal mondo classico l'idea che il ricamo potesse essere fatale e portare agli Inferi.
Claudiano, nel Rapimento di Proserpina, scriveva...
« All'arrivo di Venere Proserpina sta ricamando, nel chiuso del palazzo, un dono per la madre lontana.
[...] interrompe il lavoro proprio nel punto in cui sta ricamando il regno di Plutone.
Proprio la vista del ricamo incompiuto sarà per Cerere, appena ritornata a palazzo, chiaro indizio del disastro. » [3]
◉ Post sul potere magico del filare ---
Il maleficio degli arcolai:
le antiche superstizioni sul filare nel racconto della Bella Addormentata.
La strega e gli Astri. L'origine delle filastrocche...
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura da un Libro d'Ore inglese della British Library: Stowe Ms 17, folio 34r.
➔ Da notare il gatto che afferra il fuso: animale in cui si credeva, nella cultura medievale, che le streghe s'incarnassero.
Vedi: Teschio di cane: un'arma contro i malefici delle 'gatte'.
Note al testo ---
[1] Cfr. Cleto Corrain e Pierluigi Zampini, Documenti etnografici e folkloristici nei Sinodi Diocesani dell'Emilia-Romagna, estratto da "Palestra del Clero", Agosto-Settembre 1964, Rovigo, p. 10.
[2] Cfr. Pierre Saintyves, La Bella Addormentata nel Bosco o il sonno del nuovo Anno in La Bella Addormentata e le sue Sorelle, a cura di Andrea Armati e Michela Pazzaglia, Eleusi Edizioni, Perugia, 2013, p. 67.
[3] Cfr. Laura Micozzi, Note in Claudiano, Il rapimento di Proserpina, Fabbri Centauria, Milano, 2015, pp. 103-105 e 106.
Iscriviti a:
Post (Atom)