Il gallo, portatore di luce con il suo canto, allontana gli spiriti maligni:
➔ per ciò lo si raffigurava sulla cima dei tetti...
« Soltanto la luce metteva in fuga i demoni, col canto del gallo che allontanava la tenebre e impediva così a streghe e altre entità malvage di agire.
Il gallo non compare soltanto sulla cima dei campanili e delle case, ma era anche raffigurato sulle antiche lampade dei minatori, a difesa dagli esseri demoniaci del sottosuolo, o sulle lanterne che s'appendevano ai carri in viaggio durante la notte. » [1]
Nota: la notte degli spiriti maligni è un'invenzione cristiana.
Lo storico francese Roger Caillois spiegava come, nell'antichità, l'oscurità fosse abitata dai demoni come il meriggio...
« I greci non attribuivano caratteristiche morali alla luce e alle tenebre.
Di conseguenza secondo le loro concezioni i demoni apparivano indifferentemente di giorno e di notte. » [2]
Il Solleone, coi suoi raggi torridi, cancellava l'ombra:
un pericolo da scongiurare...
« L'equidistanza tra alba e tramonto è un momento critico, una porta-varco tra vivi e morti.
In quest'ora 'immobile' in cui l'ombra -cioè l'anima- sparisce rischiando di essere rapita dalle potenze infere, dilagano i demoni e "colei chiamata Artemide" guida "uno sfrenato baccanale."
A coloro che la scorgono, per l'orrore, "la lingua si lega ed è impossibile emettere suoni". » [3]
L'insolazione estiva era attribuita ai dèmoni:
tanto che si temeva, nel mondo contadino, di essere rapiti...
« Qualche resto del demone meridiano è rintracciabile ancora in tempi a noi vicini in aree particolarmente conservatrici, come in Basilicata, dove si temeva di essere rapiti nelle prime ore pomeridiane d'estate, l'ora degli spiriti, perché si può levare un turbine, u scazzariello, che porta il rapito a convegno col diavolo, e lo lascia poi debilitato, come in delirio. » [1]
Nell'ora più torrida, il terrore per la dissoluzione dell'ombra spingeva alcune tribù africane ad evitare l'esposizione alla luce...
« [...] con essa è identificata l'anima, a tal punto che la forza dell'una dipende dalla lunghezza dell'altra.
Ad Amboyna e Uliase, due isole prossime all'equatore, ove l'ombra a mezzogiorno è estremante esigua quando non scompare del tutto, gli indigeni non escono dalle loro case in tale periodo, perché così facendo rischierebbero di perdere l'anima.
[...] I Besisi della penisola malese non sotterrano i loro morti a mezzogiorno, per paura di accorciare in misura temibile la propria stessa vita. » [2]
➔ Sui dèmoni che si manifestano nella Notte:
Manofica contro Ombre: gli Spiriti della notte.
➔ Sul culto di Artemide e 'riuso' cristiano:
Madonna delle frecce: una traccia del culto di Artemide.
Note al testo ---
[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 170, p. 209 e nota [1].
[2] Cfr. Roger Caillois, I demoni meridiani, Bollati Boringhieri, Torino, 1988, p. 15 e pp. 66-67.
[3] Cfr. Emanuela Chiavarelli, Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti, Bulzoni Editore, Roma, 2007, p. 34.
giovedì 19 giugno 2025
giovedì 12 giugno 2025
Castità o seduzione? La cintura: un simbolo (rovesciato) della Dea.
La cintura di Sante e Madonne, che sembra un simbolo di contenzione sessuale, nella cultura pagana serviva al legamento amoroso...
« Afrodite con la sua cintura lega i due corpi e le due anime allo stesso gioco d'amore secondo il suo capriccio [...]. La cintura magica fa immediatamente il suo effetto. » [1]
Nelle Bucoliche di Virgilio, una maga usa i lacci di Venere per suscitare l'amore...
« Una maga innamorata porta tre volte intorno all'altare l'immagine di Dafni, l'amato che non torna dalla città, ed ordina all'ancella di legare con tre nodi i fili sacri che circondano l'immagine, pronunciando le parole: "Lego i lacci di Venere. » [2]
Nella cultura medievale, la passione amorosa sparisce.
Da Afrodite alla Madonna, invece, la cintura resta:
con ➔ significato opposto.
« È chiaro anche che dovendo "giustificare" l'ascetismo e la castità richieste agli ordini monastici e poi, in maniera sempre più stringente, al sacerdote, diveniva logico invertire i riferimenti alla sessualità sottolineando il loro opposto:
se la cintura è espressione del corpo e della carnalità, può anche divenire espressione della sua negazione, ovvero della mente e della castità. » [3]
I predicatori cristiani ribaltarono il potere della Cintura:
convertendo la forza seduttiva delle dee pagane, in un simbolo di Castità e astinenza...
« Nomi comunque sacri, divini, celesti:
in Grecia Cintura di nostra Signora, della santa Elena [...] cintura di Dio, di Maria in Croazia [...]. »
Ma perché la cintura?
[...] Forse è quanto resta di una qualche ignota, disturbata divinità femminile (la dea dell'arcobaleno era per i greci e i latini appunto una figura femminile, Iris). » [4]
➔ Una dèa della prosperità:
Ecate: la dèa (censurata) dell'Abbondanza.
Donne protettrici: la Madonna vs. Ecate.
➔ Sull'uso del numero TRE nelle formule magiche:
« An-ghin-gò / Tre galline e tre capò ». I poteri del numero TRE in una filastrocca.
Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura con allegoria della Carità tratta da un Libro d'Ore francese, dalla Morgan Library di New York.
Per segnatura: Ms M.359: folio 117 recto.
Note al testo ---
[1] Cfr. Giulio Guidorizzi, La trama segreta del mondo. La magia nell'antichità, Il Mulino, Bologna, 2022, pp. 112-113.
[2] Cfr. Mario Geymonat, Introduzione all'Egloga VIII in Virgillio, Bucoliche, Fabbri Centauria, Milano, 2015, p. 101.
[3] Cfr. Piccolo Paci e Palmieri-Marinoni, Di beltà e fortezza cinte: la cintura come emblema di seduzione, sacrificio e potere al femminile, da Eva a Maria, Ancora, Milano, 2017, p. 54.
[4] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, pp. 82-83.
« Afrodite con la sua cintura lega i due corpi e le due anime allo stesso gioco d'amore secondo il suo capriccio [...]. La cintura magica fa immediatamente il suo effetto. » [1]
Nelle Bucoliche di Virgilio, una maga usa i lacci di Venere per suscitare l'amore...
« Una maga innamorata porta tre volte intorno all'altare l'immagine di Dafni, l'amato che non torna dalla città, ed ordina all'ancella di legare con tre nodi i fili sacri che circondano l'immagine, pronunciando le parole: "Lego i lacci di Venere. » [2]
Nella cultura medievale, la passione amorosa sparisce.
Da Afrodite alla Madonna, invece, la cintura resta:
con ➔ significato opposto.
« È chiaro anche che dovendo "giustificare" l'ascetismo e la castità richieste agli ordini monastici e poi, in maniera sempre più stringente, al sacerdote, diveniva logico invertire i riferimenti alla sessualità sottolineando il loro opposto:
se la cintura è espressione del corpo e della carnalità, può anche divenire espressione della sua negazione, ovvero della mente e della castità. » [3]
I predicatori cristiani ribaltarono il potere della Cintura:
convertendo la forza seduttiva delle dee pagane, in un simbolo di Castità e astinenza...
« Nomi comunque sacri, divini, celesti:
in Grecia Cintura di nostra Signora, della santa Elena [...] cintura di Dio, di Maria in Croazia [...]. »
Ma perché la cintura?
[...] Forse è quanto resta di una qualche ignota, disturbata divinità femminile (la dea dell'arcobaleno era per i greci e i latini appunto una figura femminile, Iris). » [4]
➔ Una dèa della prosperità:
Ecate: la dèa (censurata) dell'Abbondanza.
Donne protettrici: la Madonna vs. Ecate.
➔ Sull'uso del numero TRE nelle formule magiche:
« An-ghin-gò / Tre galline e tre capò ». I poteri del numero TRE in una filastrocca.
Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura con allegoria della Carità tratta da un Libro d'Ore francese, dalla Morgan Library di New York.
Per segnatura: Ms M.359: folio 117 recto.
Note al testo ---
[1] Cfr. Giulio Guidorizzi, La trama segreta del mondo. La magia nell'antichità, Il Mulino, Bologna, 2022, pp. 112-113.
[2] Cfr. Mario Geymonat, Introduzione all'Egloga VIII in Virgillio, Bucoliche, Fabbri Centauria, Milano, 2015, p. 101.
[3] Cfr. Piccolo Paci e Palmieri-Marinoni, Di beltà e fortezza cinte: la cintura come emblema di seduzione, sacrificio e potere al femminile, da Eva a Maria, Ancora, Milano, 2017, p. 54.
[4] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, pp. 82-83.
giovedì 5 giugno 2025
Il sacrificio di Orfeo: la Luna che uccide il Sole.
Il culto del Sole cristiano è ciò che resta della venerazione per il dio monoteistico egizio Aton...
« Il nuovo culto del Sole come padre di tutte le cose pare fosse stato portato nell'Egeo settentrionale dai sacerdoti profughi del culto monoteistico di Akhenaton nel quattordicesimo secolo a.C. e si innestò poi sui culti locali; ecco perché la leggenda parla di un viaggio di Orfeo in Egitto. » [1]
Orfeo viene smembrato perché inviso a Dioniso:
la venerazione del Sole è un indizio, sopravvissuto nel mito, del contrasto tra due caste sacerdotali:
i devoti alla Luna contro i fedeli del Sole...
« Ogni mattina, Orfeo sale in cima al Pangeo per salutare l'apparizione del sole, che egli identifica con il dio Apollo.
Dioniso allora, che regna sulla regione, si vendica del disprezzo in cui lo tiene Orfeo abbandonandolo alla furia delle Menadi:
il pazzo del sole, il devoto d'Apollo è fatto a pezzi dalle seguaci di Dioniso. » [2]
La resistenza al culto Solare fu violenta.
Il mito di Orfeo, che culmina con l'uccisione del dio, ne conserva una traccia...
« Pare che gli elementi conservatori in Tracia si fossero opposti tenacemente alla nuova religione, soffocandola nel sangue in alcune parti del paese. » [1]
Il timore per le Entità che regnavano sui raggi Solari si conservò a lungo, nel mondo antico:
tanto che l'accesso ai templi, nell'ora più calda, era interdetto...
« L'importanza del mezzogiorno nel culto dei morti rende quest'ora sacra: perciò a metà del giorno all'interno dei templi si tirano le tende (παραπετασματα) e si vieta l'ingresso ai mortali. » [3]
Il dio Sole moriva a mezzogiorno con l'oscuramento del cielo:
ciò rimase nel sacrificio Cristiano...
« Sembra dunque che il mezzodì dividesse il giorno in due parti dedicate rispettivamente alle divinità uraniche e alle ctonie:
l'ora di mezzogiorno in quanto tale era riservata alle libagioni in onore dei morti (κατοικομενοις) »
« [...] questi due fenomeni concomitanti si verificano spesso a mezzogiorno, manifestandosi sotto un duplice aspetto:
il terremoto e l'oscurarsi del cielo.
Il primo esempio da citare riguarda la morte di Cristo. » [3]
➔ Le Tre Marie e le donne che eseguono i riti funerari:
Diana Infernale: il rito funerario della Donna.
➔ Sulle feste del Sole, sopravvivenza pagana in età Cristiana ---
Sant'Orfeto e il Solstizio: tracce di una festa pagana del Sole.
Da Imbolc all'Annunciazione di Maria: le feste per la nuova nascita del Sole.
Un adoratore del Sole braccato dall'Inquisizione - Lo strano caso del beato Pietro...
Nota all'immagine ---
_La miniatura in apertura, con la Vergine (Lunare) che ha in grembo il Sole-Gesù, è tratta dai Rothcschild Canticles custoditi presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library della Yale University (U.S.A.): folio 64 recto.
Note al testo ---
[1] Cfr. Robert Graves, I Miti greci, traduzione di Elisa Morpurgo, Longanesi, Milano, 1983, nota 3 a p. 101.
[2] Cfr. Marcel Detienne, Dioniso e la pantera profumata, Laterza, Roma-Bari, 2007, p. 153.
[3] Cfr. Roger Caillois, I demoni meridiani, Bollati Boringhieri, Torino, 1988, pp. 10, 18 e p. 73.
« Il nuovo culto del Sole come padre di tutte le cose pare fosse stato portato nell'Egeo settentrionale dai sacerdoti profughi del culto monoteistico di Akhenaton nel quattordicesimo secolo a.C. e si innestò poi sui culti locali; ecco perché la leggenda parla di un viaggio di Orfeo in Egitto. » [1]
Orfeo viene smembrato perché inviso a Dioniso:
la venerazione del Sole è un indizio, sopravvissuto nel mito, del contrasto tra due caste sacerdotali:
i devoti alla Luna contro i fedeli del Sole...
« Ogni mattina, Orfeo sale in cima al Pangeo per salutare l'apparizione del sole, che egli identifica con il dio Apollo.
Dioniso allora, che regna sulla regione, si vendica del disprezzo in cui lo tiene Orfeo abbandonandolo alla furia delle Menadi:
il pazzo del sole, il devoto d'Apollo è fatto a pezzi dalle seguaci di Dioniso. » [2]
La resistenza al culto Solare fu violenta.
Il mito di Orfeo, che culmina con l'uccisione del dio, ne conserva una traccia...
« Pare che gli elementi conservatori in Tracia si fossero opposti tenacemente alla nuova religione, soffocandola nel sangue in alcune parti del paese. » [1]
Il timore per le Entità che regnavano sui raggi Solari si conservò a lungo, nel mondo antico:
tanto che l'accesso ai templi, nell'ora più calda, era interdetto...
« L'importanza del mezzogiorno nel culto dei morti rende quest'ora sacra: perciò a metà del giorno all'interno dei templi si tirano le tende (παραπετασματα) e si vieta l'ingresso ai mortali. » [3]
Il dio Sole moriva a mezzogiorno con l'oscuramento del cielo:
ciò rimase nel sacrificio Cristiano...
« Sembra dunque che il mezzodì dividesse il giorno in due parti dedicate rispettivamente alle divinità uraniche e alle ctonie:
l'ora di mezzogiorno in quanto tale era riservata alle libagioni in onore dei morti (κατοικομενοις) »
« [...] questi due fenomeni concomitanti si verificano spesso a mezzogiorno, manifestandosi sotto un duplice aspetto:
il terremoto e l'oscurarsi del cielo.
Il primo esempio da citare riguarda la morte di Cristo. » [3]
➔ Le Tre Marie e le donne che eseguono i riti funerari:
Diana Infernale: il rito funerario della Donna.
➔ Sulle feste del Sole, sopravvivenza pagana in età Cristiana ---
Sant'Orfeto e il Solstizio: tracce di una festa pagana del Sole.
Da Imbolc all'Annunciazione di Maria: le feste per la nuova nascita del Sole.
Un adoratore del Sole braccato dall'Inquisizione - Lo strano caso del beato Pietro...
Nota all'immagine ---
_La miniatura in apertura, con la Vergine (Lunare) che ha in grembo il Sole-Gesù, è tratta dai Rothcschild Canticles custoditi presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library della Yale University (U.S.A.): folio 64 recto.
Note al testo ---
[1] Cfr. Robert Graves, I Miti greci, traduzione di Elisa Morpurgo, Longanesi, Milano, 1983, nota 3 a p. 101.
[2] Cfr. Marcel Detienne, Dioniso e la pantera profumata, Laterza, Roma-Bari, 2007, p. 153.
[3] Cfr. Roger Caillois, I demoni meridiani, Bollati Boringhieri, Torino, 1988, pp. 10, 18 e p. 73.
venerdì 23 maggio 2025
Serpe-strega: guai a chi la uccide.
Novella Cantarutti, in Narrativa popolare nella valle padana, scriveva dei poteri numinosi attribuiti, in Friuli, alla serpe:
guai a chi si accaniva contro di lei...
« L'attributo fondamentale per cui la magne si distingue [...] è costituito dalla credenza che la serpe sia una strega. » [1]
« "Lascia andare la magne per la sua campagna!
Non ucciderla, porta disgrazie!"
Ammonisce un informatore di Venzone ». [1]
Questa serpe si chiamava "magne":
nutrirla era un comandamento...
« È una concezione antichissima che ancora le tradizioni popolari più recenti permettono di intravedere.
Si pensi ai serpenti considerati protettori della casa.
In Friuli quelle serpi di casa nutrite col latte sono appunto traccia del serpente nume tutelare:
il loro nome popolare è magne ». [2]
Era la serpe stessa a raccontare l'incanto subìto:
mettendo in guardia chi voleva ucciderla...
« Anche a San Vito di Fagagna (medio Friuli) una serpe sorpresa in una stalla, trattiene la mano dell'uomo che vuole colpirla, parlando con voce femminile:
Non uccidermi!
Sono così per stregamento; ho ancora un po' di tempo per fare penitenza, poi tornerò come te ». [1]
➔ da Nutrice del Drago a Sua vittima:
La Dèa nel drago: rovesciamento del Femminino.
➔ Sulla strega-Drago, vedi:
Fata o strega? Non guardare nella stanza della MammaDraga...
➔ Post sui serpenti pagani associati alle Sante ---
Serpenti Sacri: la Nutrice. Dalla dea Minoica a santa Verdiana.
Il serpente paredro della Dea Madre: i capitelli della chiesa di San Filippo Neri a Perugia.
Il drago a difesa della Madre: la falsificazione di un mito pagano.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura con un serpentello tratta da un Bestiario della British Library.
Per segnatura: Royal 12 C XIX, folio 70v.
Note al testo ---
[1] Cfr. Novella Cantarutti, Un animale mitico nella narrativa popolare friulana in La letteratura popolare nella valla padana, Leo Olschki, Modena, 1972, pp. 201-203.
[2] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 99.
guai a chi si accaniva contro di lei...
« L'attributo fondamentale per cui la magne si distingue [...] è costituito dalla credenza che la serpe sia una strega. » [1]
« "Lascia andare la magne per la sua campagna!
Non ucciderla, porta disgrazie!"
Ammonisce un informatore di Venzone ». [1]
Questa serpe si chiamava "magne":
nutrirla era un comandamento...
« È una concezione antichissima che ancora le tradizioni popolari più recenti permettono di intravedere.
Si pensi ai serpenti considerati protettori della casa.
In Friuli quelle serpi di casa nutrite col latte sono appunto traccia del serpente nume tutelare:
il loro nome popolare è magne ». [2]
Era la serpe stessa a raccontare l'incanto subìto:
mettendo in guardia chi voleva ucciderla...
« Anche a San Vito di Fagagna (medio Friuli) una serpe sorpresa in una stalla, trattiene la mano dell'uomo che vuole colpirla, parlando con voce femminile:
Sono così per stregamento; ho ancora un po' di tempo per fare penitenza, poi tornerò come te ». [1]
➔ da Nutrice del Drago a Sua vittima:
La Dèa nel drago: rovesciamento del Femminino.
➔ Sulla strega-Drago, vedi:
Fata o strega? Non guardare nella stanza della MammaDraga...
➔ Post sui serpenti pagani associati alle Sante ---
Serpenti Sacri: la Nutrice. Dalla dea Minoica a santa Verdiana.
Il serpente paredro della Dea Madre: i capitelli della chiesa di San Filippo Neri a Perugia.
Il drago a difesa della Madre: la falsificazione di un mito pagano.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura con un serpentello tratta da un Bestiario della British Library.
Per segnatura: Royal 12 C XIX, folio 70v.
Note al testo ---
[1] Cfr. Novella Cantarutti, Un animale mitico nella narrativa popolare friulana in La letteratura popolare nella valla padana, Leo Olschki, Modena, 1972, pp. 201-203.
[2] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 99.
venerdì 16 maggio 2025
Nicandra: la profetessa "vittoriosa sugli uomini". Quercia e potere oracolare Matriarcale.
A Dodona, in Grecia, esisteva un Oracolo che dice (molto) sui poteri predittivi attribuiti alle donne.
Alla base del culto, c'era una quercia: sacra a Zeus, fin dalle origini?
Non proprio. Spettava alle Sacerdotesse trarre i responsi in base al movimento delle Sue fronde...
« "In quella quercia" scriveva Pausania "c'era un oracolo le cui profetesse erano donne.
Chi veniva a consultarlo si avvicinava alla quercia e l'albero si agitava un poco, poi le donne prendevano la parola dicendo: 'Zeus annuncia la tal cosa o la talaltra'." » [1]
Chi erano queste veggenti?
I loro nomi sono eloquenti.
Nella Mitologia degli alberi, Jacques Brosse scrive...
« Queste sacerdotesse si chiamavano le Peleiadi o le Peristere, cioè le colombe. » [2]
« Erano tre, ci dice Erodoto: la maggiore si chiamava Promenia, l'"anima di prima", la seconda Timarete, "la virtù onorata", la più giovane Nicandra, "vittoriosa sugli uomini". » [2]
Il mitologo inglese Robert Graves spiegava che la quercia, sede dell'Oracolo, era consacrata a Dione, madre di Afrodite:
una Grande Madre (pre-olimpica) a cui i Micenei (patriarcali) sovrapposero il culto di Zeus.
« Fu così che Zeus a Dodona e Ammone nell'Oasi di Siwa soppressero il culto della quercia oracolare sacra a Dia o a Dione. » [3]
La chiave per comprendere il potere femminile associato alle sacerdotesse della Quercia è nelle "colombe".
Le donne-uccello così chiamate, detenevano lo stesso potere Matriarcale associato alla Dea di cui erano emanazione.
Erodoto, nelle Storie, racconta...
« Colombe, poi, furono chiamate queste donne dagli abitanti di Dodona [...].
Dicendo poi che la colomba era nera, vogliono indicare che la donna proveniva dall'Egitto.
L'arte della divinazione come viene praticata in Tebe d'Egitto ha molti rapporti di somiglianza con quella di Dodona; anche la divinazione dall'esame delle vittime ci è venuta dall'Egitto. » [4]
➔ Indovine antiche che praticano divinazioni sui cadaveri:
Diana Infernale: il rito funerario della Donna.
➔ Sulla pratica divinatoria che unisce le donne agli uccelli.
Uccelli stregati: divinare con le poppe...
Madre-uccello: donne che diventano streghe.
➔ Potere matriarcale sopravvissuto nel culto Mariano ---
Madre Luna: il simbolo della Dea nella chiesa di un cimitero.
La Madonna come antidoto agli dèi pagani.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura dal Bestiario Abbey dalla Morgan Library di New York.
Per segnatura, Ms 890: folio 10 verso.
→ Una folaga, fulica atra, morde le foglie di una quercia:
pianta a cui l'uccello, talvolta, era associato per la sua resistenza all'acqua: come la folaga, tende a vivere in ambienti acquatici.
Note al testo ---
[1] Cfr. Alfredo Cattabiani, Volario. Simboli, miti e misteri degli esseri alati: uccelli, insetti, creature fantastiche, Mondadori, Milano, 2000, pp. 316-317.
[2] Cfr. Jacques Brosse, Mitologia degli alberi, traduzione di Gioia Angiolillo Zannino, Rizzoli, Milano, 1991, pp. 59-60.
→ Sulle fonti dell'Oracolo, Brosse scrive:
"come funzionasse lo sappiamo solo grazie alla citazione che fa Pausania (II sec. a.C.), di un testo, oggi scomparso, di Polemone il Periegeta (II sec. a.C.)."
[3] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1985, nota 1 a p. 162.
[4] Cfr. Erodoto, Storie, Libro II [57]
→ Traduzione di Luigi Annibaletto, Mondadori, 1956, Volume I, p. 195.
Alla base del culto, c'era una quercia: sacra a Zeus, fin dalle origini?
Non proprio. Spettava alle Sacerdotesse trarre i responsi in base al movimento delle Sue fronde...
« "In quella quercia" scriveva Pausania "c'era un oracolo le cui profetesse erano donne.
Chi veniva a consultarlo si avvicinava alla quercia e l'albero si agitava un poco, poi le donne prendevano la parola dicendo: 'Zeus annuncia la tal cosa o la talaltra'." » [1]
Chi erano queste veggenti?
I loro nomi sono eloquenti.
Nella Mitologia degli alberi, Jacques Brosse scrive...
« Queste sacerdotesse si chiamavano le Peleiadi o le Peristere, cioè le colombe. » [2]
« Erano tre, ci dice Erodoto: la maggiore si chiamava Promenia, l'"anima di prima", la seconda Timarete, "la virtù onorata", la più giovane Nicandra, "vittoriosa sugli uomini". » [2]
Il mitologo inglese Robert Graves spiegava che la quercia, sede dell'Oracolo, era consacrata a Dione, madre di Afrodite:
una Grande Madre (pre-olimpica) a cui i Micenei (patriarcali) sovrapposero il culto di Zeus.
« Fu così che Zeus a Dodona e Ammone nell'Oasi di Siwa soppressero il culto della quercia oracolare sacra a Dia o a Dione. » [3]
La chiave per comprendere il potere femminile associato alle sacerdotesse della Quercia è nelle "colombe".
Le donne-uccello così chiamate, detenevano lo stesso potere Matriarcale associato alla Dea di cui erano emanazione.
Erodoto, nelle Storie, racconta...
« Colombe, poi, furono chiamate queste donne dagli abitanti di Dodona [...].
Dicendo poi che la colomba era nera, vogliono indicare che la donna proveniva dall'Egitto.
L'arte della divinazione come viene praticata in Tebe d'Egitto ha molti rapporti di somiglianza con quella di Dodona; anche la divinazione dall'esame delle vittime ci è venuta dall'Egitto. » [4]
➔ Indovine antiche che praticano divinazioni sui cadaveri:
Diana Infernale: il rito funerario della Donna.
➔ Sulla pratica divinatoria che unisce le donne agli uccelli.
Uccelli stregati: divinare con le poppe...
Madre-uccello: donne che diventano streghe.
➔ Potere matriarcale sopravvissuto nel culto Mariano ---
Madre Luna: il simbolo della Dea nella chiesa di un cimitero.
La Madonna come antidoto agli dèi pagani.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura dal Bestiario Abbey dalla Morgan Library di New York.
Per segnatura, Ms 890: folio 10 verso.
→ Una folaga, fulica atra, morde le foglie di una quercia:
pianta a cui l'uccello, talvolta, era associato per la sua resistenza all'acqua: come la folaga, tende a vivere in ambienti acquatici.
Note al testo ---
[1] Cfr. Alfredo Cattabiani, Volario. Simboli, miti e misteri degli esseri alati: uccelli, insetti, creature fantastiche, Mondadori, Milano, 2000, pp. 316-317.
[2] Cfr. Jacques Brosse, Mitologia degli alberi, traduzione di Gioia Angiolillo Zannino, Rizzoli, Milano, 1991, pp. 59-60.
→ Sulle fonti dell'Oracolo, Brosse scrive:
"come funzionasse lo sappiamo solo grazie alla citazione che fa Pausania (II sec. a.C.), di un testo, oggi scomparso, di Polemone il Periegeta (II sec. a.C.)."
[3] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1985, nota 1 a p. 162.
[4] Cfr. Erodoto, Storie, Libro II [57]
→ Traduzione di Luigi Annibaletto, Mondadori, 1956, Volume I, p. 195.
giovedì 8 maggio 2025
Il dio Verde: da Osiride a Cristo. Il mito (agricolo) della Rinascita.
Un capitello medievale alla Concattedrale dell'Annunziata di Todi (Pg) ci mostra un vero uomo-albero: il Cristo 'dendromorfo'.
Il dio composto da foglie indicava la Rinascita vegetale ed era legato alle acque che favorivano i raccolti: derivava dal dio egizio Osiride che aveva il volto dipinto di verde....
« Il turchese simboleggiava invece Osiride "il Grande Verde" e la sua risurrezione annuale sotto forma di messi
[...] "Grande Verde" era anche l'appellativo del mare.
È significativo il fatto che, negli antichi portolani, l'acqua era colorata di verde, non di azzurro. » [1]
L'immagine fu assimilata, e spesso demonizzata, dai predicatori cristiani: l'egittologo Boris de Rachewiltz scriveva...
« Per questo motivo la sua iconografia pervenutaci in gran copia nelle vignette del Libro dei Morti lo riproduce di sovente col il volto dipinto in verde.
➔ Nota. Per il colore 'verde' è interessante ricordare che in varie parti del Tirolo si usa ancor oggi dipingere in verde le raffigurazioni lignee del Cristo (l'Uomo-Dio risorto) sparse nelle campagne attribuendo a ciò l'antica idea di "rinascita vegetale".
Sovente delle pannocchie di granoturco sono appese ai lati del Crocefisso. » [2]
Il dio Morto, fin dall'Antico Egitto, assicurava una nuova vita alle piante che germogliavano nelle sue casse...
« A questo si lega la pratica di produrre i cosiddetti "Osiridi vegetanti", casse di legno a forma di Osiride in cui porre terra con piante germoglianti da posizionare in un giardino sacro in occasione della festa osiriaca di Choiakh. » [3]
L'uomo-vegetale, da Dio della fioritura, finì a popolare l'immaginario infantile:
bonario prima -così ce lo mostra il disegnatore inglese Arthur Rackham in un Frontespizio (1917) dove due alberi umanizzati sorreggono dei bambini- e, poi, in una creatura selvaggia temibile:
così è per Biancaneve che viene assalita da uomini-albero nella foresta stregata...
« [...] in molti casi si trovano vere e proprie personificazioni di 'uomini-albero', che vengono chiamati con l'appellativo di Jack-in-the-green in Inghilterra. » [4]
« [...] in particolare, la feste di Maggio ruotano intorno al tema della vegetazione e dei fiori e in molti luoghi la festa del Primo Maggio era occasione della comparsa del feuillu, della creatura completamente ricoperta di foglie e dei rami, che altri non è se non una variante dell'Uomo Selvaggio, di quel personaggio che si pone nella zona di confinte tra l'umano e il non-umano. » [4]
➔ Sulla semina e mietitura del dio nei raccolti, vedi:
Cristo 'infornato': mangiare gli Dèi.
➔ Mistero del grano e vino pagano alla base del rito Cristiano:
Orge Sacre: il vino di Bacco e il sangue di Osiride.
➔ Mito di Osiride e riproposizione nell'agiografia di un Santo ---
Osiride e San Giusto: i due Annegati che regnavano sui Morti.
➔ Sui temi della Natura sfruttati dai predicatori:
Natura mutante: trucchi per inculcare la parola del Signore.
➔ Potere inebriante delle entità Infere che abitano il Bosco:
Funghi Matti: la danza estatica nel Bosco degli Antenati.
Note alle immagini ---
_Sopra, frontespizio alla traduzione inglese di racconti dei Fratelli Grimm, illustrazione opera di Arthur Rackham, e disegno da uno Storyboard per il cartoon Biancaneve (1937):
→ la sequenza si può vedere su YouTube.
_Ho tratto la foto del capitello, in apertura, dal sito istituzionale di Umbria Cultura.
_La seconda immagine, con l'Osiride verde detto anche 'vegetante', proviene dal Libro dei Morti dalle collezioni del British Museum: papiro del sacerdote Pinedjem II.
Note al testo ---
[1] Cfr. Giovanni D'Aloe, I colori simbolici. Origini di un linguaggio universale, Gabrielli Editori, S. Pietro in Cariano (Vr), 2004, p. 80.
[2] Cfr. Boris de Rachewiltz, Egitto magico-religioso, Boringhieri, Torino, 1961, p. 120.
[3] Cfr. Alessio Leo, Da Osiride a Cristo. Il paganesimo dei cristiani dell'Antico Egitto, Edizioni Albo Versorio, Milano, 2015, p. 97.
[4] Cfr. Enrico Comba e Margherita Amateis, Le porte dell'anno: cerimonie stagionali e mascherate animali, Accademia University Press, Torino, 2019, pp. 24 e 213.
Il dio composto da foglie indicava la Rinascita vegetale ed era legato alle acque che favorivano i raccolti: derivava dal dio egizio Osiride che aveva il volto dipinto di verde....
« Il turchese simboleggiava invece Osiride "il Grande Verde" e la sua risurrezione annuale sotto forma di messi
[...] "Grande Verde" era anche l'appellativo del mare.
È significativo il fatto che, negli antichi portolani, l'acqua era colorata di verde, non di azzurro. » [1]
L'immagine fu assimilata, e spesso demonizzata, dai predicatori cristiani: l'egittologo Boris de Rachewiltz scriveva...
« Per questo motivo la sua iconografia pervenutaci in gran copia nelle vignette del Libro dei Morti lo riproduce di sovente col il volto dipinto in verde.
➔ Nota. Per il colore 'verde' è interessante ricordare che in varie parti del Tirolo si usa ancor oggi dipingere in verde le raffigurazioni lignee del Cristo (l'Uomo-Dio risorto) sparse nelle campagne attribuendo a ciò l'antica idea di "rinascita vegetale".
Sovente delle pannocchie di granoturco sono appese ai lati del Crocefisso. » [2]
Il dio Morto, fin dall'Antico Egitto, assicurava una nuova vita alle piante che germogliavano nelle sue casse...
« A questo si lega la pratica di produrre i cosiddetti "Osiridi vegetanti", casse di legno a forma di Osiride in cui porre terra con piante germoglianti da posizionare in un giardino sacro in occasione della festa osiriaca di Choiakh. » [3]
L'uomo-vegetale, da Dio della fioritura, finì a popolare l'immaginario infantile:
bonario prima -così ce lo mostra il disegnatore inglese Arthur Rackham in un Frontespizio (1917) dove due alberi umanizzati sorreggono dei bambini- e, poi, in una creatura selvaggia temibile:
così è per Biancaneve che viene assalita da uomini-albero nella foresta stregata...
« [...] in molti casi si trovano vere e proprie personificazioni di 'uomini-albero', che vengono chiamati con l'appellativo di Jack-in-the-green in Inghilterra. » [4]
« [...] in particolare, la feste di Maggio ruotano intorno al tema della vegetazione e dei fiori e in molti luoghi la festa del Primo Maggio era occasione della comparsa del feuillu, della creatura completamente ricoperta di foglie e dei rami, che altri non è se non una variante dell'Uomo Selvaggio, di quel personaggio che si pone nella zona di confinte tra l'umano e il non-umano. » [4]
➔ Sulla semina e mietitura del dio nei raccolti, vedi:
Cristo 'infornato': mangiare gli Dèi.
➔ Mistero del grano e vino pagano alla base del rito Cristiano:
Orge Sacre: il vino di Bacco e il sangue di Osiride.
➔ Mito di Osiride e riproposizione nell'agiografia di un Santo ---
Osiride e San Giusto: i due Annegati che regnavano sui Morti.
➔ Sui temi della Natura sfruttati dai predicatori:
Natura mutante: trucchi per inculcare la parola del Signore.
➔ Potere inebriante delle entità Infere che abitano il Bosco:
Funghi Matti: la danza estatica nel Bosco degli Antenati.
Note alle immagini ---
_Sopra, frontespizio alla traduzione inglese di racconti dei Fratelli Grimm, illustrazione opera di Arthur Rackham, e disegno da uno Storyboard per il cartoon Biancaneve (1937):
→ la sequenza si può vedere su YouTube.
_Ho tratto la foto del capitello, in apertura, dal sito istituzionale di Umbria Cultura.
_La seconda immagine, con l'Osiride verde detto anche 'vegetante', proviene dal Libro dei Morti dalle collezioni del British Museum: papiro del sacerdote Pinedjem II.
Note al testo ---
[1] Cfr. Giovanni D'Aloe, I colori simbolici. Origini di un linguaggio universale, Gabrielli Editori, S. Pietro in Cariano (Vr), 2004, p. 80.
[2] Cfr. Boris de Rachewiltz, Egitto magico-religioso, Boringhieri, Torino, 1961, p. 120.
[3] Cfr. Alessio Leo, Da Osiride a Cristo. Il paganesimo dei cristiani dell'Antico Egitto, Edizioni Albo Versorio, Milano, 2015, p. 97.
[4] Cfr. Enrico Comba e Margherita Amateis, Le porte dell'anno: cerimonie stagionali e mascherate animali, Accademia University Press, Torino, 2019, pp. 24 e 213.
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