mercoledì 24 maggio 2023

Non sciogliere il nodo. Un fiocco Rosso contro i dèmoni.

Una miniatura da un manoscritto della British Library mostra un dèmone che cerca di assalire un morto.
Notare il colore -non casuale!- del lenzuolo: rosso.

Il rosso aveva funzione apotropaica, come il nodo:
entrambi servivano a respingere gli Spiriti Maligni.

« il simbolismo fallico del rosso, mentre da una parte conferisce potere apotropaico al nastro di stoffa [...] 'lega' la fattura e ostacola il passo, col nodo, a ogni influsso del male' ». [1]

Sciogliere un nodo rosso era pericoloso:
ci si privava di una protezione contro i dèmoni, come rompendo uno specchio.

Si scioglieva un nodo rosso solo se certi del contenuto benevolo...

« lo scioglimento evoca la liberazione di forze particolari o di poteri nascosti.

[...] Nell'antica Grecia i simulacri di molte divinità venivano legati per impedire agli esseri superiori, che si credeva vivessero nelle statue, di abbandonarle. » [2]


Post sugli specchi, e il pericolo di romperli ---

Non rompere lo specchio: i Morti che proteggono dai dèmoni.


Note alle immagini ---

_Sopra, capolettera T a forma di diavolo rosso cornuto.

Il documento, Saint Ambroise: De officiis, digitalizzato su Gallica, proviene dalla Bnf, Département des manuscrits, Latin 14847:
folio 163r.

_In apertura, miniatura dal manoscritto Arundel 484, digitalizzato nel sito della British Library, primi del '300: folio 245.


Note al testo ---

[1] Cfr. Paolo Bartoli, Tocca ferro. Le origini magico-religiose delle superstizioni su fortuna e sfortuna, Protagon, Perugia, 1994,
pp. 115-116.

[2] Cfr. Hans Biedermann, Enciclopedia dei Simboli, Garzanti, Milano, 1991, p. 323.

mercoledì 17 maggio 2023

Magia al rovescio. Maledizioni che portano fortuna.

Molti incanti sono sopravvissuti nella lingua parlata:
li usiamo senza accorgercene.
Modi di dire scaramantici, a cui non prestiamo più attenzione, hanno un preciso significato magico.

Per augurare del bene, per esempio, si evoca tutto il male possibile.

È il senso di antiche espressioni augurali che, per la loro durezza, farebbero pensare a tutto meno che ad un augurio!

Cacciatori e marinai facevano uso di queste espressioni, in cui si ritrovano i loro nemici più acerrimi:
il lupo e la balena da scongiurare.

Basta pensare a formule come:

« Tanta merda! »
« In culo alla balena! »
« In bocca al lupo! »

Nel pensiero arcaico non ci si doveva far capire dagli Spiriti perché questi erano, sempre, in agguato.
Il linguista Beccaria fa alcuni esempi tratti da cerimoniali, in giro per il mondo...

« C'erano vari raggiri per confondere lo spirito errabondo e impedirgli di molestare i vivi.

I Karen, una tribù della Birmania, adottavano un modo di parlare e di agire che fosse esattamente l'inverso di quello che volevano esprimere:
dopo aver bruciato sul rogo il defunto, il sacerdote rivolgendosi allo spirito usava un modo di esprimersi all'inverso:
il nord diventa sud e viceversa,
l'ovest diventa l'est e viceversa
.

Nomina il cielo quando vuole designare la terra, la terra quando vuole designare il cielo.
Così gli alberi hanno le radici piantate nel cielo e i rami in terra
. » [1]

Per scongiurare il male e i dèmoni che lo causano una delle pratiche più usate, a livello popolare, era attribuirgli un nome benevolo.

« Il sigificato letterale delle terribili Eumenidi è infatti 'le ben disposte'.

[...] I marinai hanno chiamato bonaccia il mare piatto e immobile (francese bonasse, spagnolo bonanza) perché è una situazione temuta dai marinai e attribuita a spiriti maligni, a un demone meridiano. » [1]

Evocare un mondo al rovescio era alla base dei riti scaramantici...

« [...] alcune frasi o gesti attirerebbero o allontanerebbero la fortuna o la sfortuna.
Un tipico esempio di tale credenza è l'idea che, dicendo qualcosa, questa non accadrà o potrebbe accadere il contrario di ciò che si desidera accada
.

[...] Per esempio, a un cacciaore non si dirà "Buona caccia", ma "In bocca al lupo", espressione entrata anche nel linguaggio comune e utilizzata per augurare "buona fortuna". » [2]


◉ Sui residui d'incanti nell'uso popolare quotidiano, vedi anche il seguente post ---

M'ama / non m'ama: una divinazione d'amore fatta con i fiori.


Nota alle immagini ---

_Le miniature con cui ho illustrato il post, provengono dal manoscritto Add ms 62925, visibile nel sito della British Library:
folii 57 recto, 59 recto, 77 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo: santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, pp. 109-110.

[2] Cfr. Paolo Iacci, Il fattore C: fortuna e determinazione nella vita e nel lavoro, Guerini Next, Milano, 2017, p. 74.

martedì 9 maggio 2023

Animali Totem: il culto apotropaico di san Lupo.

Nei santi, specie in quelli dell'Alto MedioEvo, si conservano i poteri totemici delle religioni primitive.

Il santo eredita i poteri dell'animale a cui è associato.
Il linguista Mario Alinei, nel libro "Dal totemismo al cristianesimo popolare", spiegava...

« cristianizzazione ingenua nella figura del San Lupo adorato dai pastori francesi, che all'alba si inginocchiano per rivolgere una preghiera al santo che li protegga dall'omonimo nemico. » [1]

Ecco un esempio magico:
come il lupo toglieva la voce così san Lupo la restituiva...

« Il santo protegge da questa o da quella malattia a seconda del nome che porta.
[...] Penso a san Lupo, cui è affidata la cura della gola.

Il lupo è un animale-demone, di conseguenza anche un demone delle malattie.
[...] ancora oggi quando s'incontra qualcuno privo di voce gli si chiede se "ha visto il lupo"; e anche in francese avoir vu le loup significa 'aver perso la parola'.

Il lupo era ritenuto causa di crampi e paralisi alle corde vocali, una vera malattia, che in Francia ha preso il nome di le mal de saint-Loup, "furore lupesco"
. » [2]

Il lupo, per il suo carattere selvaggio, era associato ai guerrieri.

« Il lupo era connesso, nel mondo greco antico, con un particolare stato mentale prodotto dall'intervento di una figura chiamata Lyssa.

Cadere in preda di Lyssa significava quindi essere trasformati temporaneamente in un essere selvaggio, dominato dalla forza distruttiva del guerriero. » [3]

Franco Cardini spiega il potere 'totemico' del Lupo...

« La saga nordica ci presenta, appunto, dei guerrieri-belva.

I guerrieri così 'mutati' acquistavano tra l'altro, nella loro belva tutelare, il potere fascinatorio sull'uomo, la facoltà di terrorizzarlo. » [4]

Post sul mito del Lupo nella devozione francescana ---

Da san Francesco a Cappuccetto Rosso: il culto apotropaico del Lupo.


Note alle immagini ---

_Sopra, miniatura con un vescovo-Lupo che 'predica' a delle papere.
È tratta dal manoscritto ms 49622, visibile nel sito della British Library: folio 128 recto.

_In apertura, miniatura con un Lupo che stringe tra gli artigli una papera.
È tratta dal manoscritto Stowe ms 17: 84 recto.

_La seconda miniatura del post, con un lupo che addenta la spada di un guerriero, è tratta dal manoscritto Add 49622: folio 190v.


Note al testo ---

[1] Cfr. Mario Alinei, Dal totemismo al cristianesimo popolare : sviluppi semantici nei dialetti italiani ed europei, Edizioni dell'Orso, Alessandria, 1984, p. 79.

Alinei si riferiva all'etnografo francese Paul Sébillot che raccontava come i bambini venissero condotti alla cappella di
San Lupo a Boutigny per vincere la paura nella belva.

⮩ Cfr. Sébillot, La Faune et la flore in Le folk-lore de France, Tome troisème, Librairie Orientale & Américaine, Guilmoto Éditeur, Paris, 1906, p 37.
Testo in lingua originale su Gallica.

[2] Cfr. Gian Luigi Beccaria, Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 46.

[3] Cfr. Enrico Comba e Margherita Amateis, Le porte dell'anno: cerimonie stagionali e mascherate animali, Accademia University Press, Torino, 2019, p. 71.

[4] Cfr. Franco Cardini, Il lupo di Gubbio. Dimensione storica e dimensione antropologica di una 'leggenda', in Studi Francescani, Firenze, 1977, pp. 326-327.

domenica 30 aprile 2023

Teschio di cane: un'arma contro i malefici delle 'gatte'.


Il cane ha sempre avuto una funzione protettiva: perfino da morto!

Mario Polia spiegava che esporre il teschio di un cane all'ingresso di casa, nel mondo contadino, fosse un mezzo efficace per tenere lontani i malefici gatti...

« A Castel San Felice in Val di Narco, la madre di Liliana - Liliana ha settant'anni - teneva, in un'apposita nicchia del camino, un teschio di cane - la testa de lu ca'- che serviva a impedire che le streghe, nottetempo, s'infilassero in casa scendendo dalla canna fumaria ». [1]

I cani erano addirittura seppelliti sotto il pavimento, per esorcizzare le gatte-streghe.
Polia scrive ancora...

« Nell'Ascolano [...] per evitare che le streghe entrassero in casa, specie se vi erano dei neonati, si seppellivano presso la porta tre cagnolini vivi.
Le streghe, che detestano i cani, non avrebbero neppure potuto avvicinarsi all'uscio
». [1]

Il pittore rinascimentale Bartolomeo Caporali ci mostra in un'Annunciazione, a destra dell'Angelo, un cane che abbaia ad un gatto: il dettaglio allude alle forze del Bene che incalzano il diavolo.

La paura nei gatti era tale che, spesso, non li si lasciava nemmeno entrare in casa: dietro di loro, potevano celarsi le streghe.

Andreina Ciceri, nelle Tradizioni popolari in Friuli, notava...

« Bisognava far attenzione che non entrassero cattivi spiriti, magari sotto forma di gatti

[...] A Sorzento (Valli del Nat) si faceva la "sagra dei gatti", cioè un banchetto a base di gatti opportunamente trattati (gatti maschi, lasciati in purga) su una tavola imbandita

[...] tutto ciò non manca di rimandare ai gatti che, come simboli stregoneschi, si bruciavano in cima ai falò. » [3]

Guai ad ascoltare i discorsi del gatto!
L'antropologo Lombardi Satriani, in un articolo edito per 'Il Corriere della Sera Illustrato', scriveva...

« Non ascoltate il gatto se dice: Buon Natale.

[...] A San Martino di Finita (Cosenza) anche agli animali debbono essere dati cibi particolari ed abbondanti, affinché non critichino e maledicano i loro padroni, quando a mezzanotte viene concesso loro di parlare

[...] nessun essere umano si azzarda a vedere tale mutamento o ad ascoltare gli animali, perché il mattino seguente troverebbe certamente la morte al suo fianco. » [4]


Post associato sulle 'gatte' magiche :

Le streghe che si trasformano in gatte.

Post sui gatti divinizzati nel culto di Santa Gertrude:

La santa gattara: il corteo della dea Freya e i cacciatori di topi.

Post sulla voce atavica degli animali:

Animali parlanti: gli Antenati che tornano.


Note alle immagini ---

_Sopra, San Domenico predica e un diavolo appare, in forma di gatto che si arrampica su una corda.

Miniatura tratta da un manoscritto (1400-1410 circa) dalla Biblioteca Reale dei Paesi Bassi a L'Aia (Koninklijke Bibliotheek), e visibile nel sito della Biblioteca: Le Miroir Historical.
⮩ Per segnatura, 72 A 24: folio 313v.

_In apertura, miniatura da un manoscritto ebraico, noto come Barcelona Haggadah, con un cane guardiano, visibile nel sito della British Library: folio 26 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, Volume II, Edicit, Foligno, 2009, pp. 646-647.

[2] Cfr. Andreina Nicoloso Ciceri, Tradizioni popolari in Friuli, Reana del Rojale (Udine), volume II, p. 581.

[3] Cfr. Luigi Lombardi Satriani, Non ascoltate il gatto..., tratto dal 'Corriere della Sera Illustrato', 23 dicembre 1978, p. 19.

sabato 22 aprile 2023

Dioniso era una donna? La morte rituale del Re.


Dioniso indossava vesti femminili.

Il suo abbigliamento, curioso per un dio maschile (!), ha spinto gli studiosi a pensare che dietro di lui ci fosse un arcaico culto Matriarcale.

« [...] se il capo del thìasos era un uomo con abiti femminili, possiamo dedurre in linea generale con una certa fondatezza che il capo del thìasos doveva essere stato una volta una donna; e la sostituzione dell'uomo alla donna si spiega come un primo passo verso il controllo maschile di quello che in origine era stato un culto esclusivamente femminile. » [1]

« In Egitto, all'inizio del IV secolo a.C., per la processione di Dioniso gli uomini si vestivano da donna.
Il filosofo Demetrio di Falero si rifiutò di farlo e dispiacque così al re d'Egitto, che si considerava la reincarnazione di Bacco
.» [2]

Il re tebano Penteo viene fatto a pezzi dalle Menadi, sacerdotesse di Dioniso: il mito è una traccia dell'antico potere Matriarcale.
Questo potere prevedeva una coppia divina: la Grande Madre e un dio mortale, di cui il Re assumeva le vesti.

Iside-Osiride (dio annegato).
Cibele-Attis (dio evirato).
Semele-Dioniso (dio smembrato dai Titani).

Robert Graves spiega...

« La morte rituale del re variava a seconda delle circostanze:
egli veniva fatto a pezzi da donne invasate [Penteo], trafitto da una lancia, atterrato a colpi d'ascia, colpito al tallone da una freccia avvelenata [Achille], gettato in mare dall'alto di una scogliera [Osiride], bruciato su una pira, annegato in una fonte o travolto da un cocchio [Ippolito].
Ma doveva morire
. » [3]

Mircea Eliade, nel Trattato di storia delle religioni, spiegava come gli dèi (mortali) della fecondità [Dioniso e Osiride, su tutti] fossero sempre associati ad una Grande Madre...

« Gli dèi meteorologici (fulmine, uragano, pioggia) e generatori (toro) perdono la loro autonomia celeste, la loro sovranità assoluta.

Ognuno di loro è accompagnato, spesso dominato, da una Grande Dea: da lei dipende, in ultima analisi, la fecondità universale. » [4]

Il Cristianesimo usò lo stesso schema:

i re Cristiani erano investiti del proprio potere da un dio morto tra le braccia di una Grande Madre Lunare (la Madonna).

◉ L'uccisione del maschio: un simbolo Matriarcale ---

La femmina che uccide il maschio: la Mantide, simbolo del potere Matriarcale.


◉ Un post e un libro sugli dèi pagani, diventati Santi cristiani ---

L'Origine del culto dei Santi: gemellaggi pagani.


Note alle immagini ---

_Sopra e in apertura del post, miniature dal manoscritto Add ms 62925, visibile integralmente nel sito della British Library:
folii 29 recto e 99 verso.

_La seconda immagine del post, con il re Penteo fatto a pezzi da sua madre Agave, in preda al furore bacchico, è una pittura vascolare dal Louvre di Parigi, 450 a.C. :
vedi la pagina dedicata su Wikipedia.


Note al testo ---

[1] Cfr. George Thomson, Eschilo e Atene, Einaudi, Torino, 1949, nota 38 a p. 218.

[2] Cfr. Marie Delcourt, La pratica rituale del travestimento in L'amore in Grecia, a cura di Claude Calame, Laterza, Roma-Bari, 1988, p. 97.

[3] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Introduzione, Longanesi, Milano, 1983, pp. 6-7.

[4] Cfr. Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, Bollati Boringhieri, Torino, 2001, p. 90.

martedì 11 aprile 2023

Miele divino: dalla Madonna delle Api alla dea Cibele, detta l'«Ape Regina».

Bachofen, studioso tedesco del Matriarcato e dei suoi simboli, spiegava...

« La vita delle api ci mostra la ginecocrazia nella sua forma più chiara e pura.

Ogni alveare ha una regina che è la madre di tutta la stirpe.
Di fronte a lei sta un gran numero di fuchi, maschi adibiti unicamente alla fecondazione.
Essi non lavorano e, quando hanno svolto l'unico compito della loro esistenza, vengono uccisi dalle api operaie, femmine. » [1]

Le api femmine uccidono i maschi, ormai inutili perché hanno già svolto il loro scopo riproduttivo.

Questo simbolismo rese l'Ape Regina sacra nel mito:
emblema della Grande Dèa unita ad un amante mortale.
Graves scriveva...

« Essa uccideva il divino paredro che si era accoppiato a lei sulla vetta della montagna, così come l'ape regina uccide il maschio, cioè strappandogli i genitali.

[...] Per la medesima ragione Cibele, l'Afrodite frigia del monte Ida, era adorata come ape regina, e i suoi sacerdoti si autocastravano nel corso di un'estasi mistica in memoria di Attis, amante della dea. » [2]

Le Api avevano un culto tellurico Matriarcale:
tanto che le Sacerdotesse di Eleusi ne portavano il nome.
La dèa Terra era una cosa sola con le Sue api...

« Nella tradizione greco-romana le sacerdotesse di Eleusi erano chiamate "le api". » [3]

L'iniziazione rendeva le donne "melisse" [in greco, « api »].
I pungiglioni di questi animaletti avrebbero vendicato Demetra delle profanazioni subite.
Marco Giuman, in proposito, scriveva che...

« ce lo suggerisce, ancora, una tradizione poco nota ma di chiara ascendenza ellenica, riportata nel commento serviano all'Eneide: una sacerdotessa di Demetra iniziata ai Misteri eleusini viene uccisa da alcune conoscenti in quanto si è rifiutata di rivelare loro i segreti rituali della confraternita.

La dea, furibonda per quanto accaduto, invia una tremenda pestilenza e fa nascere api dal corpo della defunta, il cui nome, manco a dirlo, è proprio Melissa.
Demetra, i Misteri, l'ape
». [4]

Nel filtro cristiano, la Madonna riprese molte funzioni e attributi dalle Dèe antiche.
Le api e il miele, in alcuni luoghi di culto, a Lei rimasero associati...

« L'idea, propria già degli antichi, secondo cui non sarebbero le api stesse a generare la loro covata, ma la trarrebbero dai fiori che succhiano, fece delle api anche il simbolo della Vergine Maria. » [5]


Post sulla Mantide, emblema Matriarcale ---

La femmina che uccide il maschio: la Mantide, simbolo del potere Matriarcale.

◉ Vedi la pagina su Wikipedia dedicata alla Chiesa dei Santi Paolo e Bartolomeo ad Alcamo, in Sicilia:
qui si conservano una pala ed una statua alla Madonna del Miele.

◉ Vedi la pagina su Wikipedia dedicata alla santa medievale irlandese Gobnait:
come nel mito greco per Demetra, anche Gobnait era associata alle api e si racconta le usasse come strumento di punizione.


Note alle immagini ---

_La miniatura sopra, con una donna contornata da Api, proviene da un Salterio in latino e in francese dalla Bayerische Staatsbibliothek, digitalizzato nel sito tedesco della Münchener Digitalisierungszentrum di Monaco in Baviera:
vedi la pagina dedicata su Wikipedia.

_L'immagine in apertura è una dracma con Ape a rilievo, conservata al Saint Louis Art Museum (U.S.A.) :
come si evince dalla descrizione nel sito del museo americano, proviene da Efeso, colonia greca in Turchia.
⮩ Sul fronte sono scritte a rilievo le iniziali della città: E - Φ .

⮩ Sul reperto, vedi anche una pagina in Wikipedia che ne riporta la riproduzione grafica.

_Sotto, un disegno del 1914 per una vetrata opera dell'artista irlandese Harry Clarke con Santa Gobnait attorniata dalle Api:
vedi la pagina dedicata al disegno su Wikipedia.


Note al testo ---

[1] Johann Jakob Bachofen, Il matriarcato: ricerca sulla ginecocrazia del mondo antico nei suoi aspetti religiosi e giuridici, Einaudi, Torino, 1988, Volume I, p. 79.

[2] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1983,
nota 3 a p. 61.

[3] Cfr. Corinne Morel, Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze, Giunti, Firenze, 2006, p. 72.

[4] Cfr. Marco Giuman, Melissa. Archeologia delle api e del miele nella Grecia antica, Giorgio Bretschneider Editore, Roma, 2008,
pp. 36-37.

[5] Cfr. Hans Biedermann, Enciclopedia dei simboli, Garzanti, Milano, 1999, p. 39.