venerdì 27 settembre 2024

Donne protettrici: la Madonna vs. Ecate.

Girolamo Tartarotti, in un'Opera settecentesca sulle riunioni delle streghe, notava una Regina, o Grande Signora, che guidava il rito...

« [...] presiede a tutte una Reina col titolo di Magna Domina, ovvero Domina cursus; ed altro non è che l'antica Diana, cioè un Demonio, il quale una volta in forma di Diana e d'Erodiade si faceva vedere ». [1]

Il culto di Diana era così forte da persistere, negli appellativi popolari: tanto che se ne trovano tracce in Età Moderna...

« Nel Lussemburgo degli anni 1590-1630, dove infierisce una dura persecuzione della stregoneria, si mantiene -sia pure deformato- il ricordo di Diana, volgarizzata sotto il nome di 'Gene'.

Ancora nel XVIII secolo numerose statue della dea erano presenti nel ducato
. » [2]

Diana era una dèa ambigua:
una Vergine lunare che regnava sui boschi e a cui bisognava chiedere protezione se li si voleva attraversare...

« Diana era identificata con la dea Ecate, divinità lunare e ctonia che frequentava i crocevia nelle ore notturne.

[...] Probabilmente, sulla figura di Diana-Artemide, la dea virginale, si sovrappose l'immagine ed il culto di Maria Vergine ». [3]

Nel mondo pagano non esisteva una (netta) contrapposizione tra divinità del Bene e del Male:
come sarà, poi, nel Cristianesimo manicheo.

Le signore che si riunivano nella Notte, più che a streghe malefiche, somigliavano (spesso) a delle fate benevole...

« nel De universo Guglielmo d'Alvernia parla di dominae nocturnae guidate da una domina Abundantia

[...] Piuttosto che 'streghe', queste dominae nocturnae richiamano spiriti o fate che propiziano l'abbondanza ». [4]

Il culto mariano si sovrappose, localmente, alle divinità femminili:
ciò avvenne nonostante i predicatori volessero contrapporre la Grande Madre cristiana alle sue predecessore pagane.

Secondo la Vita Leo, vicino alla cappella di Santa Maria della Porziuncola esisteva un trivio
➔ ciò suggerisce, già dal primo insediamento benedettino, la conversione al culto Mariano di un luogo sacro alla Dea...

« Accanto a un trivio, "iuxta hospitale leprosorum", per ispirazione divina [Egidio] si orientò verso S. Maria della Porziuncola ». [5]

La funzione protettiva della Madonna, in età Medievale, riprese il potere difensivo che gli antichi attribuivano ai crocicchi di Ecate...

« I rintocchi serali dell'avemaria, nell'ora del tramonto, preannunciavano che il giorno era finito, e che fino all'alba sarebbe durato il regno notturno degli esseri maligni

[...] era conveniente restare in casa, come dicevano i nostri vecchi, da un'avemaria all'altra.
Di lunga tradizione l'adagio "quando è suonata l'avemaria niente più cristiani per la via". » [6]

« La presenza protettiva della dea Ecate negli incroci e la sua funzione di guida erano assicurate in molti modi.
Innanzitutto, in questi luoghi esistevano dei piccoli tempietti a lei dedicati o delle statue raffiguranti la dea
. » [7]

➔ Sulla dèa Ecate a tre teste, ed un affresco medievale con la Madonna tricefala in trono:

Madonna a Tre Teste: incredibile affresco all'abbazia di San Pietro a Perugia!


➔ Confronto tra la Maestà perugina e coeve Madonne in trono:

La Madonna a Tre Teste e quei due angeli sospetti...


➔ Sui (temuti) poteri di Ecate, vedi:

Ecate: la dèa (censurata) dell'Abbondanza.


➔ Sul legame tra iconografia Mariana e raffigurazioni di Artemide:

Madonna delle frecce: una traccia del culto di Artemide.


➔ Sulla conversione a santuari Mariani, vedi:

La Madonna come antidoto agli dèi pagani.


Nota alle immagini ---

_Sopra, Madonna tricefala (dettaglio) sulla facciata dell'abbazia di san Pietro a Perugia, XIV secolo.

_In apertura, ex-voto con Madonna che allatta il Bambino:
dalla chiesa di Santa Maria a Vallo di Nera, XIV secolo.


Note al testo ---

[1] Cfr. Girolamo Tartarotti, Del congresso notturno dele Lammie, in Rovereto, a spese di Giambattista Pasquali, 1749, Libro Primo, Capitolo Nono, p. 52.

[2] Cfr. Jean Delumeau, La paura in occidente (secoli XIV-XVIII). La città assediata, Società Editrice Internazionale, Torino, 1979, p. 572.

[3] Cfr. Walter Mazzilli, Chiesa e cultura folklorica nell'area urbana e rurale di Piediluco in Il santuario di s. Francesco d'Assisi in Piediluco, Edizioni Thyrus, Arrone (Tr), 1999, p. 167.

[4] Cfr. Marina Montesano, "Supra acqua et supra ad vento". Superstizioni, maleficia e incantamenta nei predicatori francescani Osservanti, Istituto storico italiano per il Medio Evo, Nuovi studi storici - 46, Roma, Palazzo Borromini, 1999, p. 101.

[5] Cfr. Stefano Brufani, Introduzione a Edigio d'Assisi, Dicta, Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto, 2013, p. 9.

[6] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 209.

[7] Cfr. Nicola Serafini, La dea Ecate nell'antica Grecia. Una protettrice dalla quale proteggersi, Aracne, Ariccia (Roma), 2015, p. 116.

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