venerdì 20 settembre 2024

Il Serafino sanguinario: una sopravvivenza Sciamanica.

I racconti sull'iniziazione degli Sciamani siberiani hanno una (discreta!) somiglianza con la Stimmatizzazione di san Francesco.

Il 'miracolo' francescano è, in realtà, la sopravvivenza nel mito cristiano di un ferimento rituale.

Lo sciamano viene preso, 'artigliato', da un Grande Uccello che appare all'improvviso nel cielo, in modo violento, e gli trasmette i poteri taumaturgici:
lo sciamano cade in trance, e l'Uccello ne seziona il corpo.

Al risveglio dalla trance, l'uomo è in grado di operare guarigioni e diventa, così, un medicine-man...

« Secondo un mito dei Nentsy, una volta un taglialegna si trovò improvvisamente sul dorso di un uccello mirvy, dal quale egli cadde poi, attraverso una buca, negli Inferi.

[...] In seguito fu tagliato a pezzi e di nuovo ricomposto, dopodiché uno degli spiriti lo ricondusse in superficie. » [1]

Il prodigio francescano è speculare a questo racconto.

Francesco acquista le stimmate 'colpito' da un Angelo-Uccello che gli appare, mentre è raccolto in preghiera:
nelle cavità rupestri dove i ladri veneravano l'antica dèa romana dell'Ombra e della Morte Laverna.
Le grotte di Laverna erano il riparo di pastori e malfattori prima della 'bonifica' francescana: come spiegava già, in un Trattato seicentesco sul 'Monte Serafico', padre Salvatore Vitale...

« De' ladroni se fu questo monte, ed à lor Dea in questo luogo, dove hor è 'l Tempio della Madonna, cioè la Chiesa piccola, era il suo Tempio. » [2]

L'Uccello inizia lo sciamano: provocandogli le ferite taumaturgiche.

Di questa iniziazione cruenta, elusa dagli agiografi maggiori -non solo fisica, ma anche verbale-, rimane una (minima) traccia in una nota a margine del Trattato sull'insediamento dei frati minori in Inghilterra di Tommaso da Eccleston...

« San Francesco però aveva rivelato a frate Rufino, suo compagno, che, quando aveva visto l'angelo ancora da lontano, ne era rimasto molto spaventato e che l'angelo l'aveva colpito duramente ». [3]

La formula latina originale, per quel « colpito duramente »,
è « dure tractavit ».
Un'espressione -tractare dure- il cui significato è chiaro:
fare violenza fisica...

« Verumtamen dixit fratri Ruffino socio suo, quod, cum a longe videret angelum, nimis territus fuit, et quod eum dure tractavit ». [4]
Il linguista Mario Alinei spiegava i caratteri del rito:
le ferite (mutilazioni) sono il segno distintivo dell'iniziazione totemica..

« Questa consisteva in una morte fittizia, cioé nell'essere divorati ritualmente dall'animale-totem (non di rado con conseguenze non fittizie, come mutilazioni), e in una fittizia resurrezione, cioè nell'essere rivomitati, restituiti alla vita, come figli maturi, continuatori delle gesta dell'antenato-totem. » [5]


Post sulle origini pagane della Verna ---

Laverna, l'oscura dèa senza corpo.

Falco o gufo? La Dea dell'ombra e le piume diaboliche.


◉ Sulla devozione pagana e il culto mariano, vedi ---

La Madonna come antidoto agli dèi pagani.

Erylo, il mostro invincibile, e i sette martiri della Scarzuola.


➔ Sul sincretismo tra potere del Sangue e prodigio francescano ---

Il potere del Sangue nelle società primitive da san Francesco a Jodorowsky.

◉ Parlai delle tracce sciamaniche nel mito francescano, anni fa, in una conferenza...

Lo sciamano insanguinato. Convegno a Perugia: pillole introduttive.


◉ Sulle origini del Santuario francescano, vedi:

Laverna dei morti: la storia non scritta della Verna in
Le stimmate dello sciamano. Il mito di san Franceco tra sangue e magia, Eleusi Edizioni, Perugia, 2010, pp. 23-36.


◉ Sull'angoscia suscitata dai poteri magici del Santo, vedi:

Lo stregone e l'angoscia: san Francesco e la "paura" dei Suoi devoti.


Note alle immagini ---

_Sopra, capolettera miniato con il Serafino che appare al Santo.
L'Opera è tratta dal manoscritto Ms 71 verso del Paul Getty Museum: datato al 1275 circa.

_In apertura, affresco da una Vela della Cripta di san Magno, presso la Cattedrale di Santa Maria ad Anagni, primi anni del '200.

→ Da notare gli Occhi di cui sono cosparse le ali dell'angelo:
simbolo primitivo dell'Onniscienza divina.

Dante, nel Canto 29 del Purgatorio (vv. 94-96), descriveva quattro animali alati cosparsi di occhi:

« Ognuno era pennuto di sei ali;
le penne piene d'occhi; e li occhi d'Argo,
se fosser vivi, sarebber cotali
».

_La seconda immagine del post è una foto dell'accesso alla grotta della Verna in cui si tramanda san Francesco dormisse, e in cui ebbe la visita 'provvidenziale' del falco descritta nelle Fonti:

« non solamente per visitazioni angeliche, ma eziando per uccelli salvatichi:
[...] in tutto quello tempo della quaresima uno falcone nidificava ivi presso la cella sua e ogni notte, un poco innanzi al mattutino, col suo canto e col suo isbattersi alla cella sua sì lo destava, e non si partia insino che non si levava suso a dire il mattutino ».

→ Cfr. Fioretti. Della seconda considerazione delle sacre sante istimate in Fonti Francescane - ff 1913.


Note al testo ---

[1] Cfr. Anna-Leena Sikala, Mostro in Dizionario del mito, a cura di Mircea Eliade, Jaca Book, Milano, 2018, p. 146.

[2] Cfr. Salvatore Vitale, Monte Serafico della Verna, in Firenze, 1628, p. 11.
L'Opera è integralmente consultabile in Google Libri.

[3] Cfr. Tommaso da Eccleston, L'insediamento dei frati minori in Inghilterra, traduzione di Feliciano Olgiati, in Fonti Francescane, Editrici Francescane, Padova, 2004, paragrafo 92 -ff 2519.

[4] Cfr. Fratris Thomae vulgo dicti de Eccleston Tractatus de adventu Fratrum Minorum in Angliam, a cura di A. G. Little, Manchester University Press, 1951, p 75.

[5] Cfr. Mario Alinei, Dal totemismo al cristianesimo popolare: sviluppi semantici nei dialetti italiani ed europei, Edizioni dell'Orso, Alessaandria, 1984, p. 15.

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