domenica 24 aprile 2022

La Ruota a sei raggi: un simbolo Solare in due manoscritti medievali.



Il manoscritto Stowe ms 17 ci mostra una versione atipica dell'Impressione delle Stimmate.

Il Serafino è sospeso sopra una ruota a sei raggi:
simbolo del Sole.

Nadia Julien, ne Il linguaggio dei simboli, ne spiega il significato...

« A sei raggi, è la ruota solare, proiezione orizzontale della croce a sei braccia, che i Galli portavano come amuleto e che divenne il monogramma di Cristo, i suoi raggi trasformati in I o X o in P. » [1]
La ruota a sei raggi è la stessa che stringe nella mano sinistra il dio celtico del tuono Taranis in un idolo dal dipartimento francese della Haute-Marne.
Si tratta di un attributo, essenzialmente, maschile?

Non proprio.
Il Medioevo riprese il culto Solare dal mondo pagano:
nella cultura celtica, ad esempio, sulla Luce regnava la dea Brighid →sostituita, poi, con il culto di santa Brigida.

In un manoscritto inglese dalla British Library, sotto le parole del Salmo biblico 19, vediamo la miniatura di una Regina che ha uno scettro a forma di Ruota solare a sei raggi.

Chi è lei?

Difficile dirlo, ma nel folio c'è un indizio:
proprio accanto alla Regina 'solare'.

È una curiosa bandiera della Scozia [che è una bandiera medievale, risalente al IX secolo], con la croce di sant'Andrea o Saint Andrew's Cross, in campo blu...

Post sulla Ruota simbolo del Femminino ---

Ruote del Femminino: dalla dèa Tyche alla Ruota di Caterina.

Note alle immagini ---

_La miniatura con l'Impressione delle Stimmate è visibile al folio 175r nel sito della British Library.

_L'idolo celtico con il dio Taranis è visibile nella pagina dedicata alla divinità su Wikipedia.

_Il manoscritto citato in conclusione, è ms 42130 visibile nel sito della British Library:
il folio citato è 39r.


Nota al testo ---

[1] Cfr. Nadia Julien, Il linguaggio dei simboli, Mondadori, Milano, 1997, p. 270.

mercoledì 13 aprile 2022

Elena e Gianna: nomi nascosti della Dea.


La devozione alla dea Diana si è conservata in un nome che è la Sua corruzione: Gianna.

Chi ha questo nome porta su di sè, inconsapevolmente, una traccia della Natura selvaggia della dèa.

Si tratta di due processi fonetici: la gutturalizzazione della d in g, ed il raddoppiamento della n.
Il linguista Gian Luigi Beccaria ci spiega che...

« gianna "strega" viene dal nome della dea Diana che in tanti dialetti romanzi sopravvive nel senso di 'fata, strega' (o 'incubo', e anche 'donnola'). » [1]

Gianna/Diana era la divinità dei voli notturni delle streghe:
il potere sul fallo/scopa era unito al dominio sulle forze bestiali che abitavano i Suoi boschi.

« Diana sin dall'Alto Medioevo era diventata la dea che presiede ai voli notturni delle streghe verso i loro convegni, la signora dei culti segreti che compare nei crocicchi nelle notti di luna a capo di un corteo di anime e cani latranti, la 'caccia selvaggia'.

[...] Compare la prima volta in quelli che possono essere considerati il canone della stregoneria, i capitolari di Carlo il Calvo per l'anno 872, attribuiti al concilio di Ancyra (Ankara) del quarto secolo:
vi si parla di streghe che cavalcano "durante la notte varie bestie, insieme a Diana, la dea dei pagani"
». [1]

Il potere ferino e bestiale della donna era conosciuto fin dall'antichità:
gli autori classici lo avevano trasposto nel mito di una donna che con la sua forza ammaliatrice aveva scatenato una guerra:
Elena di Troia.

Al punto che la città in cui si cultuava la Dèa, espugnata dagli Achei, divenne sinonimo di lussuria.

« La guerra di Troia narrata nell'Iliade si colloca, storicamente, alla fine dell'età del bronzo, sul declinare, quindi, delle antiche società matrilineari

[...] basti pensare alla grande statua femminile che troneggiava nel centro del tempio di Troia.

Che la città fosse dedicata a una dea la dice lunga sulla sua origine matrifocale. In tutta l'Iliade questo aspetto è adombrato, nascosto, quasi sottaciuto ». [2]

Nota alle immagini ---

_Le miniature con cui ho illustrato questo post provengono dal manoscritto francese Champion des dames, composto dal monaco Martin Le Franc.
L'Opera si trova alla Bnf di Parigi, catalogata come ms fr. 12476:
folii 100 verso, 101 recto, 105 verso.

Nel sito della Biblioteca di Parigi si può visionare, integralmente scansionata, l'Opera.

_Le ultime due miniature si riferiscono a Zenobia, leggendaria regina di Palmira: cacciatrice indomita come Diana.


Note al testo ---

[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 169 e nota a p. 241.

[2] Cfr. Mirella Santamoro, Quando Troia era solo una città, UnoEditori, Orbassano (Torino), 2016, pp. 23-26.