venerdì 4 marzo 2022

Falco o gufo? La Dea dell'ombra e le piume diaboliche.

Il pittore fiorentino Bartolomeo della Gatta aveva ben chiara l'identità dell'uccello che iniziò Francesco alle stimmate:
un gufo.

Le fonti parlavano di un falco [1], ma Bartolomeo scelse di dipingere proprio un gufo: l'uccello dei Morti.

« più prossimi a noi si levano dritti i fusti di due abeti [...]
e il tronco di un faggio dal quale occhieggia immobile un gufo minutamente segnato come in un quadro fiammingo.

La presenza dell'uccello notturno vuol significare che le tenebre sono discese
». [2]

Francesco scelse l'eremo della Verna come sito per il prodigio delle stimmate: un santuario della dea romana dell'ombra Laverna, che regnava sui Morti e aveva i ladri come devoti:
in latino, chiamati proprio laverniones.

Quale luogo migliore per evocare le tenebre?

Padre Salvatore Vitale in un trattato del Seicento, "Monte Serafico della Verna", lo spiegava bene:

« E così fin'al tempo del glorioso Serafico Padre San Francesco stette 'l Monte santo fatta spelonca di ladri
per li cui meriti fu da questo luogo scacciato l'empio e scellerato ladrone Laverno Satanasso, e suoi seguaci:
ed all'hora perse l'vecchio, ed abominevol nome, cangiato in Vernia
». [3]

Nella stregoneria popolare, le pene umane si legavano alle piume degli uccelli: presagio infausto.

Le piume dei cuscini portavano il diavolo, e si bruciavano ai crocicchi:
perfino nelle fonti francescane -Compilatio Assisiensis o Legenda antiqua Perusina- si trova traccia di questa fama diabolica...

« Una notte, durante il primo sonno, chiamò il compagno, che riposava non lontano nella cella più grande e antica.
[...] Gli disse il beato Francesco: "Fratello, stanotte non ho potuto dormire né tenermi in piedi a pregare.

Io credo che c'era il diavolo in questo cuscino che ho sotto il capo. Da quando aveva abbandonato il mondo, infatti, il beato Francesco non volle più coricarsi su un coltrone né tenere sotto il capo un cuscino di piume, mai, nemmeno nelle malattie. »
[ff 1673]

Post correllato su Laverna, dea dei Morti ---

Laverna, l'oscura dèa senza corpo.

Post sulla dea Uccello, datrice di Vita e di Morte --

Madre-uccello: donne che diventano streghe.

Post su stimmate e allucinazioni ---

I funghi e le stimmate: una visione serafica o allucinogena

Era tutto un sogno? Il monaco Matthew e il 'mistero' delle Stimmate.


Note alle immagini ---

_La miniatura sopra, con un uccello che sgrana gli occhi, proviene dal manoscritto Add Ms 42130: folio 185r.
Il documento è visibile nel sito della British Lirary.

_L'impressione delle stimmate [1476 circa] di Bartolomeo della Gatta si trova presso la Pinacoteca di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo.

Cecilia Martelli parla, invece, di un allocco: strix aluco.
Un altro uccello infausto, imparentato con il gufo e legato allo strige: dal cui nome latino derivano le parole strega e stridere.

« La scena del miracolo delle Stigmate è ambienta sullo sfondo di un ampio paesaggio roccioso, ricco di alberi e prati verdeggianti, animato dalla presenza di animali, come l'allocco posato sul faggio in primo piano ».

Cfr. Martelli, Bartolomeo della Gatta, pittore e miniatore tra Arezzo, Roma e Urbino, Centro Di, Firenze, 2013, p. 326.


Note al testo ---

[1] « Sembra proprio che l'esultanza esibita dagli uccelli di così varia specie e il canto del falcone fossero un presagio divino. »
[ff 1158]

[2] Cfr. Mario Salmi, Mostra delle opere di Bartolomeo della Gatta e della sua scuola nel Palazzo Pretorio, Arezzo, 1930, p. 20.

[3] Cfr. Salvatore Vitale, Monte Serafico della Verna, nel quale N. Sig. Giesu Cristo impresse le sacre stimmate..., in Firenze, 1628, p. 9.
Su Google Libri si può visionare l'Opera.

Nessun commento: