giovedì 18 aprile 2024

Natura mutante: trucchi per inculcare la parola del Signore.

I predicatori avevano a che fare con pagani che capivano (solo) la lingua della Natura.

Le piante furono, per secoli, l'argomento forte dei sermoni:
studiate per veicolare la parola di Cristo!

È il caso della passiflora:
una pianta che ricorreva nei sermoni in Sud America...

« La pianta è originaria dell'America meridionale (Brasile, Perù) e i primi missionari in Sud America hanno voluto riconoscere nel suo fiore gli strumenti della Crocifissione:

le tre punte della foglia rappresenterebbero la lancia, i tre stimmi capitali i chiodi, i filamenti del calice macchiati di rosso e disposti in cerchio la corona di spine, gli stami con i filamenti saldati allo stilo e liberi alla sommità la spugna imbevuta di fiele oppure il martelllo, in altri elementi si riconosce qui il flagello, là la colonna
. » [1]
Usare le piante era una strategia comunicativa già praticata dagli evangelizzatori per convertire i pagani europei.

La conversione dei celti irlandesi fu attuata da san Patrizio usando una pianta che quei popoli (ben) conoscevano: il trifoglio.

San Patrizio spiegò agli Irlandesi che il trifoglio era come la Trinità:
tre foglie che insistono su uno stesso stelo.

Non c'era differenza sostanziale (!) tra adorare la Trinità e riconoscersi nel culto del Trifoglio...

« Per questa trasparente connessione con la Trinità la forma del trifoglio veniva spesso utilizzata per decorare le finestre e la arcate delle chiese medioevali, ed è per questo che il trifoglio è ancora oggi il simbolo della cattolicissima Irlanda:

secondo la leggenda, infatti, a questa pianticella san Patrizio, evangelizzatore degli Irlandesi, ricorreva per spiegare loro il difficile concetto della coesistenza e della unicità di Dio
. » [2]
Per la Croce di Cristo si doveva usare (solo) una pianta che desse frutti:
guai ad usare il salice, pianta che non dava frutti (commestibili) e che, per il suo aspetto 'sofferente', si associava alle streghe:

« il legno della croce da piantare nei campi doveva essere tagliato da un albero che dà frutto
[...] nel contado di Cascia non si usava il salice perché è albero che non dà frutto. » [3]


➔ La Natura al servizio dei predicatori ---

Francesco, lo stregone che piantava gli alberi.

➔ Sul salice, albero stregoneco ---

Salice di Ecate: il pianto che purifica.

➔ Sul noce, altro albero associato alle streghe ---

Le streghe e gli aborti: il Noce che rende libere.

➔ Sull'uso di appendere una ghirlanda per scacciare i dèmoni a Natale, vedi:

Ghirlande appese: l'esorcismo di Natale.


Note alle immagini ---

_Sopra, Cristo benedice le erbe affiancato dalla Vergine Maria.
Il manoscritto si trova al Trinity College di Cambridge, ed è visibile integralmente scansionato: ms O.2.48, folio 95r.

_La seconda immagine, con un sermone davanti all'albero, è una miniatura dal manoscritto Add MS 17341: folio 118r.

_In apertura del post, miniatura con un vescovo fito-zoomorfo:
dalle zampe ferine e la coda arborea.

→ L'immagine è tratta dal manoscritto Stowe ms 17: folio 42r.


Note al testo ---

[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 65.

[2] Cfr. Paolo Bartoli, Tocca ferro: le origini magico religiose delle superstizioni su fortuna e sfortuna, Protagon, Perugia, 1994, p. 112.

[3] Cfr. Mario Polia, Le piante e il sacro: la percezione della natura nel mondo rurale della Valnerina, Quater, Foligno, 2010, pp. 46-47.

venerdì 5 aprile 2024

Incantare è pregare? Quando il prete diventa uno Stregone.

Che differenza c'è tra il prete e lo stegone?

Ancora un secolo fa, nel mondo rurale, il divario tra le due figure non era netto.
Lo storico Schmitt scrive...

« [...] fino al folklore contemporaneo, il prete, il curato erano sovente confusi con lo stregone.
A maggior ragione, questa confusione minacciava i santi, che dovevano difendersene
. » [1]

Perfino in ambiente clericale il confine era sfumato...

« Nei tribunali ecclesiastici, termini come "strega" o "stregone", "mago", "incantatore" e "beneditore" erano usati quasi come sinonimi. » [2]

La confusione era determinata dalle preghiere recitate, a soggetto sacro: usate anche dai maghi per le evocazioni magiche...

« [...] il morente o la famiglia o altre persone a ciò delegate credono di riuscire ad incrementare il loro potere attraverso la ripetizione meccanica, non religiosa, di atti, preghiere e formule:

il credente, immergendosi così in un clima tipicamente magico, ripete per più volte e senza adesione vissuta e pensata ai contenuti, le giaculatorie o le orazioni, credendole più efficaci in funzione della loro ripetizione
. » [3]

Preghiera e magia hanno lo stesso meccanismo:
l'incanto reiterato.

L'istituzione sacerdotale sceglie, poi, cosa innalzare o condannare.

Valgono le parole del mago inglese Aleister Crowley...

« La messa è una cerimonia magica compiuta allo scopo di conferire a una sostanza materiale una virtù divina; ma non c'è nessuna differenza materiale tra un'ostia consacrata ed una non consacrata.
Eppure c'è una differenza enorme nella reazione morale del comunicando.

Ben sapendo che il suo principale sacramento è soltato uno tra gli innumerevoli esperimenti possibili della magia talismanica, la Chiesa non ha mai negato la realtà di quell'Arte, ma ha trattato come rivali i suoi esponenti.
Non osa tagliare il ramo su cui sta seduta. » [4]
Post sulle formule magiche che chiamano la divinità:

Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.

Dio è colpevole: punire la divinità.

Pratiche magiche nella devozione cristiana:

Sangue divinatorio: cosa cerca chi vaga nei cimiteri?

Il Vaticano: l'antico tempio degli Indovini. Vaticinare prima del Papa.

Attrazione dei dèmoni nei luoghi sacri:

Chiese Incatenate e streghe prigioniere!


Nota alle immagini ---

_Le miniature con il Vescovo diabolico (notare pastorale e corna), con cui ho illustrato il post, sono tratte da Le Pèlerinage de la vie humaine, manoscritto Ms Douce 300 digitalizzato nel sito della Bodleian Library di Oxford: folio 5, recto e verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Jean-Claude Schmitt, La parola addomesticata. San Domenico, il gatto e le donne di Fanjeaux in Religioni delle classi popolari, Il Mulino, Quaderni Storici [41], Bologna, 1979, p. 424.

[2] Cfr. Keith Thomas, La religione e il declino della magia, traduzione di Francesco Saba Sardi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1985,
pp. 274-275.

[3] Cfr. Alfonso di Nola, La nera signora. Antropologia della morte, Newton Compton Editori, Roma, 1973, p. 173.

[4] Cfr. Aleister Crowley, La figlia della Luna, Edizioni Arktos, Torino, 1983, pp. 116-117.

martedì 26 marzo 2024

Mandragora: la 'bambolina' da onorare.

Nel mondo contadino era importante fare offerte alla mandragora...

« [...] ho potuto vedere di persona una mandragora alla quale venivano presentate offerte. » [1]

« [...] l'uomo spiegò che la "bambolina", se trattata bene, favorisce la produzione delle famose lenticchie locali e, allo stesso tempo, aumenta la ricchezza del possessore. » [1]

Si conservava la pianta 'agghindata' come una bambola.
Mario Polia, nel libro su "Le piante e il sacro", descrive (bene) questo rito domestico in Valnerina...

« Il nome col quale la mandragola era localmente conosciuta era "bambolina".
La radice era connotata dal "sesso", per cui esisteva una bambolina maschio ed una femmina
. » [1]

« Dietro la cassapanca, vi era una mandragola, alta circa venticinque centimetri, di "sesso" femminile mi assicurò il proprietario.
La mandragora era abbigliata come una bambola, con un vestitino a colori tra cui predominava il rosso.

Sul vestito erano appuntate con degli spilli alcune banconote
. » [1]

Guai a non rispettare la mandragora:
ai 'profanatori' sarebbe toccata una punizione terribile...

« [...] Loreto Niccoli mi parlò anche dei pericoli inerenti la raccolta della mandragora, il cui grido, lanciato al momento di essere estirpata, può uccidere chi la raccoglie. » [1]

« Lo svellere la pianta suscitava tempeste. » [2]

Perché si attribuivano poteri tremendi a una 'bambolina'?

Nella magia, il Sacro acquista -spesso- la forma, miniaturizzata, dell'intimità domestica.

Ciò che è piccolo e, apparentemente, trascurabile detiene poteri numinosi: guai a tralasciarlo!

Gilbert Durand, in Strutture antropologiche dell'immaginario, scriveva...

« Il folklore insiste sul ruolo casalingo, domestico di tutto questo "piccolo mondo":
i nani leggendari fanno cucina, coltivano l'orto, attizzano il fuoco

[...] restano nella coscienza popolare come piccole divinità maliziose certo, ma benefiche. » [3]


◉ Sul potere apotropaico del colore rosso, vedi:

Non sciogliere il nodo: un fiocco rosso contro i demoni.

◉ Sui festoni floreali apotropaici alla porta di casa, vedi:

Ghirlande appese: l'esorcismo di Natale.

Natura magica nel mito francescano:

Dov'è finita la mano? Indizi per un culto degli alberi alla Basilica di San Francesco.

Francesco, lo stregone che piantava gli alberi.



Nota all'immagine ---

_La miniatura sopra con una Mandragora rossa, di cui ho evidenziato un dettaglio in apertura dal blog della British Library, proviene dal manoscritto Sloane Ms 1975: folio 49r.

→ Ai piedi della mandragora si vede il cane che serviva ad estirparla: « occorreva attaccare un cane alle radici per strapparla dal suolo (quel cane era votato alla morte) ». [2]


Note al testo ---

[1] Cfr. Mario Polia, Le piante e il sacro. La percezione della natura nel mondo rurale della Valnerina, Quater, Foligno, 2010, pp. 296-298.

[2] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, 2000, p.315.

[3] Cfr. Gilbert Durand, Le strutture antropologiche dell'immaginario: introduzione all'archetipologia generale, Edizioni Dedalo, Bari, 1972, p. 215.

venerdì 15 marzo 2024

Offerte al Fuoco: la porta di contatto con gli Antenati.

Gli antenati abitano il focolare:
per onorarne il culto si offriva cibo al fuoco...

« Le offerte di cibo al ceppo natalizio e al fuoco [...] attribuiscono al focolare domestico e alla fiamma che vi arde la funzione di centro sacro attorno al quale si svolge il culto famigliare agli antenati. » [1]

Il fuoco richiama nella casa le anime dei Morti che l'hanno abbandonata.
Guai a lasciarlo acceso quando un nuovo Morto stazionava in casa:
lo spazio si sarebbe infestato subito!

« Fino ai nostri giorni, tra i contadini umbri perdura l'usanza di spegnere il focolare domestico quando vi è un defunto in casa.
L'osservanza di questo tabù tradizionale ha dato luogo a forma di mutua assistenza per cui amici, o parenti, recano alla famiglia in lutto il pranzo funebre già preparato con speciali accorgimenti rituali
. » [2]

Tenere acceso il fuoco era un (vero) rito.
L'antropologo Giancarlo Baronti scriveva...

« Il focolare, centro dello spazio abitativo [...] tramite privilegiato di contatto e di passaggio tra il nostro e gli altri mondi: il mondo degli esseri fantastici, dei morti, della divinità. » [3]

Nel fuoco 'crepitano' le anime dei Morti:
quando succedeva, era d'obbligo ascoltarle...

« A Cona di Montegallo, quando il fuoco sibilava o gorgogliava, si credeva che fossero le anime dei morti della famiglia che chiedevano suffragi.
In quel caso, si facevano dire delle messe
. » [4]


Nota all'immagine ---

_In apertura, dettaglio da un Bestiario inglese conservato alla British Library: peccatori avvolti nelle fiamme
Segnatura: Add MS 11283, folio 41r.


Note al testo ---

[1] Cfr. Mario Polia, Il ciclo dei mesi in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, Tomo I, Edicit, Foligno, 2009, p. 353.

[2] Cfr. Mario Polia, Le piante e il sacro: la percezione della natura nel mondo rurale della Valnerina, Quater, Foligno, 2010, nota 20 a p. 176.

[3] Cfr. Giancarlo Baronti, Tra bambini e acque sporche: immersioni nella collezione di amuleti di Giuseppe Bellucci, Morlacchi, Perugia, 2008, p. 76.

[4] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, Tomo III, Edicit, Foligno, 2009, p. 491.

martedì 5 marzo 2024

Sangue nel latte: riscrittura cristiana di un'offerta alla dèa Cerere.


La strega, in origine, era Nutrice: colei che dava il Latte.

Del doppio potere della Madre -nutrice e strega: come la strega Medea che versa il sangue dei suoi figli- rimane una traccia preziosa nella lingua parlata...

« Il latte, il sangue, e la nutrice signora della vita e della morte:
vari indizi, e qualche fossile linguistico, ci fanno scoprire nel latte regolarmente il sangue, ci lasciano intravvedere la nutrice come apportatrice di morte
.

[...] Il rapporto "nutrice" e "strega" forse è testimoniato anche dal ligure bàzura 'strega', derivato dal latino bajula 'balia'. » [1]
Il sangue e il latte, nella devozione popolare, sono la versione cristiana del mosto e del latte: dono alla dèa romana Cerere.

« "Col sangue di Gesù e col latte di Maria", così si legge in un 'santino' devozionale di qualche decennio fa, "voglio salvare l'anima mia" ».

« [...] nel martirio di Santa Cristina, dalle mammelle tagliate zampillò non cruor [sangue, in latino] ma niveo, candido latte. » [2]

I predicatori cristiani sfruttarono una simbologia pagana.

Le offerte alla dèa della terra -Cerere- e al dio del vino -Bacco-, il cui 'sacrificio' (l'uva macerata) assicurava il vino nei vasi, si trasformarono nel rito cristiano del pane e del vino versato: sacrificio di Cristo.

Virgilio, nelle Georgiche, scriveva...

« Tutta la tua famiglia agreste adori Cerere, / e tu scioglile il miele con latte e con dolce Bacco [vino] ». [3]
Cicerone, nel De Natura Deorum, spiegava come gli Dèi della Terra fossero una cosa sola coi prodotti che dalla Terra nascevano...

« Perciò chiamavano col nome del dio stesso ciò che da lui era derivato, come quando chiamano Cerere le messi o Libero il vino. » [4]

Il 'sacrificio' del dio Vino era indispensabile per il buon esito della vendemmia.

« In un noto epigramma la vigna che un capro ha brucato esclama:
"E se tu mi divorassi fino alla radice, io comunque produrrò tanta uva quanta ce ne vorrà per libare su di te quando sarai sacrificato."

Sotto il torchio della spremitura l'uva muore, ma rinasce nel vino
. » [5]

Andrea Romanazzi citava i lamenti dei vignaioli antichi per propiziare il 'sangue' di Dioniso: il Vino...

« Pensiamo, ancora, ai lamenti dei vignaioli della terra di Canaan che, secondo i racconti riportati da Erodoto, si tenevano in numerose aree del bacino del Mediterraneo. » [6]


◉ Sull'evoluzione dal vino di Bacco al Sangue cristiano, vedi post e relativo libro:

Orge Sacre: il vino di Bacco e il sangue di Osiride.

◉ Sul 'sacrificio' eucaristico, vedi:

Cristo 'infornato': mangiare gli Dèi.

◉ Sulla strega come Nutrice, e la figura ligure della Bazura, vedi il sito: Sponde di bosco Madre.


Note alle immagini ---

_Sopra, miniatura che illustra il miracolo noto come Lactatio Bernardi, avvenuto nel 1146:
san Bernardo di Clairvaux sarebbe stato 'inondato' dal latte della Vergine Maria, che lo avrebbe 'colpito' spremendosi un capezzolo!

⮩ Si trova nel manoscritto MS Douce 264, conservato alla Bodleian Library di Oxford e visibile nel sito della Biblioteca inglese:
folio 38v.

_Ho tratto la miniatura in apertura da Wikipedia.
Proviene dal manoscritto alchemico medievale "Aurora Consurgens", presso la Zentralbibliothek di Zurigo:
Ms. Rh. 172, folio 13 verso.

_La seconda miniatura del post, con due uomini 'poppanti', è tratta dal The Unterian Psalter', dall'University of Glasgow:
folio 94 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, 2000, p. 215.

[2] Cfr. Piero Camporesi, Il sugo della vita. Simbolismo e magia del sangue, Garzanti, Milano, 2007, p. 11.

[3] Cfr. Virgilio, Georgiche, vv. 343-344, traduzione di Luca Canali, Biblioteca universale Rizzoli, Milano, 1983, p. 167.

[4] Cfr. Cicerone, La Natura divina, Libro II, paragrafo 61, Bur Rizzoli, Milano, 1994, p. 203.

[5] Cfr. Reinhold Merkelbach, I misteri di Dioniso, ECIG, Genova, 1991, p. 139.

[6] Cfr. Andrea Romanazzi, La stregoneria in Italia, Venexia, Roma, 2007, p. 104.

venerdì 23 febbraio 2024

Salice di Ecate: il pianto che purifica.

Il salice era, anticamente, l'albero infero delle streghe.
Nella "Dea Bianca", Graves scrive...

« [...] il salice, o vinco, sacro in Grecia a Ecate, Circe, Era e Persefone, tutti aspetti mortuari della Triplice Dea e veneratissimo dalle streghe. » [1]

« Nell'Europa settentrionale il suo legame con le streghe è così forte che le parole witch, 'strega', e wicked, 'malvagio', derivano dallo stesso termine che anticamente indicava il salice e da cui deriva anche wicker, 'vimine'. » [1]

La forma del salice, con le foglie ricadenti, ispirava il lamento.

Dalla fibra ricavata dal salice, il vimine, si ottenevano le scope:
due elementi, la scopa e il pianto, connessi tra loro...

« In tedesco salice si dice weide e in inglese willow o withe, mentre wicker vuol dire "ciò che è fatto di vimini"; a queste tre parole si ricollega significativamente witch, la 'strega'.

[...] Le legature di vimini della scopa delle streghe inglesi le votavano ad Ecate, che esse invocavano. » [2]

Perché mai le streghe si associavano al pianto funebre?

Le streghe erano Morti che non avevano ricevuto lamento:
l'albero del pianto era il loro simbolo.

- - -

Una traccia della credenza si trova nei Sinodi Diocesani.

Le anime dei morti dimenticati si manifestavano nel giorno dell'Epifania:
quando tornavano a vendicarsi dei Vivi...

« Tutti potevano (ingegnandovisi) osservare le streghe, per le quali l'Epifania era giorno di fatica

[...] Con ogni verosimiglianza tutte queste streghe raffigurano le anime dei morti, libere di aggirarsi per le contrade dei vivi e di recar danno, in questa loro antichissima festa ». [3]


◉ Un 'trucco' per vedere le streghe ---

Falce di Luna: la magia del forcone.

Pratiche per tenere lontane le streghe ---

Teschio di cane: un'arma contro i malefici delle 'gatte'.

La magia della conta: come annullare le streghe.

Il pelo malefico: un esercito di Ricci per combattere le streghe.


Nota all'immagine ---

_In apertura, illustrazione in stile Art Dèco del pittore George Barbier con, stlizzati, un capro sotto un salice 'piangente'.

→ Il capro era associato alle streghe perché bestia cornuta, e quindi lunare.
◉ Vedi anche il post:
La luna e le corna: il culto della Vacca lunare.


Note al testo ---

[1] Cfr. Robert Graves, La dea bianca. Grammatica storica del mito poetico, Adelphi, Milano, pp. 198-199.

[2] Cfr. Jacques Brosse, Storie e leggende degli alberi, Studio Tesi, Pordenone, 1989, p. 218.

[3] Cfr. Cleto Corrain e Pierluigi Zampini, Documenti etnografici e folkloristici nei Sinodi Diocesani dell'Emilia-Romagna,
Estratto da "Palestra del Clero", Rovigo, 1964, p. 10.