Girolamo Tartarotti, in un'Opera settecentesca sulle riunioni delle streghe, notava una Regina, o Grande Signora, che guidava il rito...
« [...] presiede a tutte una Reina col titolo di Magna Domina, ovvero Domina cursus; ed altro non è che l'antica Diana, cioè un Demonio, il quale una volta in forma di Diana e d'Erodiade si faceva vedere ». [1]
Il culto di Diana era così forte da persistere, negli appellativi popolari: tanto che se ne trovano tracce in Età Moderna...
« Nel Lussemburgo degli anni 1590-1630, dove infierisce una dura persecuzione della stregoneria, si mantiene -sia pure deformato- il ricordo di Diana, volgarizzata sotto il nome di 'Gene'.
Ancora nel XVIII secolo numerose statue della dea erano presenti nel ducato. » [2]
Diana era una dèa ambigua:
una Vergine lunare che regnava sui boschi e a cui bisognava chiedere protezione se li si voleva attraversare...
« Diana era identificata con la dea Ecate, divinità lunare e ctonia che frequentava i crocevia nelle ore notturne.
[...] Probabilmente, sulla figura di Diana-Artemide, la dea virginale, si sovrappose l'immagine ed il culto di Maria Vergine ». [3]
Nel mondo pagano non esisteva una (netta) contrapposizione tra divinità del Bene e del Male:
come sarà, poi, nel Cristianesimo manicheo.
Le signore che si riunivano nella Notte, più che a streghe malefiche, somigliavano (spesso) a delle fate benevole...
« nel De universo Guglielmo d'Alvernia parla di dominae nocturnae guidate da una domina Abundantia
[...] Piuttosto che 'streghe', queste dominae nocturnae richiamano spiriti o fate che propiziano l'abbondanza ». [4]
Il culto mariano si sovrappose, localmente, alle divinità femminili:
ciò avvenne nonostante i predicatori volessero contrapporre la Grande Madre cristiana alle sue predecessore pagane.
Secondo la Vita Leo, vicino alla cappella di Santa Maria della Porziuncola esisteva un trivio
➔ ciò suggerisce, già dal primo insediamento benedettino, la conversione al culto Mariano di un luogo sacro alla Dea...
« Accanto a un trivio, "iuxta hospitale leprosorum", per ispirazione divina [Egidio] si orientò verso S. Maria della Porziuncola ». [5]
La funzione protettiva della Madonna, in età Medievale, riprese il potere difensivo che gli antichi attribuivano ai crocicchi di Ecate...
« I rintocchi serali dell'avemaria, nell'ora del tramonto, preannunciavano che il giorno era finito, e che fino all'alba sarebbe durato il regno notturno degli esseri maligni
[...] era conveniente restare in casa, come dicevano i nostri vecchi, da un'avemaria all'altra.
Di lunga tradizione l'adagio "quando è suonata l'avemaria niente più cristiani per la via". » [6]
« La presenza protettiva della dea Ecate negli incroci e la sua funzione di guida erano assicurate in molti modi.
Innanzitutto, in questi luoghi esistevano dei piccoli tempietti a lei dedicati o delle statue raffiguranti la dea. » [7]
➔ Sulla dèa Ecate a tre teste, ed un affresco medievale con la Madonna tricefala in trono:
Madonna a Tre Teste: incredibile affresco all'abbazia di San Pietro a Perugia!
➔ Confronto tra la Maestà perugina e coeve Madonne in trono:
La Madonna a Tre Teste e quei due angeli sospetti...
➔ Sui (temuti) poteri di Ecate, vedi:
Ecate: la dèa (censurata) dell'Abbondanza.
➔ Sul legame tra iconografia Mariana e raffigurazioni di Artemide:
Madonna delle frecce: una traccia del culto di Artemide.
➔ Sulla conversione a santuari Mariani, vedi:
La Madonna come antidoto agli dèi pagani.
Nota alle immagini ---
_Sopra, Madonna tricefala (dettaglio) sulla facciata dell'abbazia di san Pietro a Perugia, XIV secolo.
_In apertura, ex-voto con Madonna che allatta il Bambino:
dalla chiesa di Santa Maria a Vallo di Nera, XIV secolo.
Note al testo ---
[1] Cfr. Girolamo Tartarotti, Del congresso notturno dele Lammie, in Rovereto, a spese di Giambattista Pasquali, 1749, Libro Primo, Capitolo Nono, p. 52.
[2] Cfr. Jean Delumeau, La paura in occidente (secoli XIV-XVIII). La città assediata, Società Editrice Internazionale, Torino, 1979, p. 572.
[3] Cfr. Walter Mazzilli, Chiesa e cultura folklorica nell'area urbana e rurale di Piediluco in Il santuario di s. Francesco d'Assisi in Piediluco, Edizioni Thyrus, Arrone (Tr), 1999, p. 167.
[4] Cfr. Marina Montesano, "Supra acqua et supra ad vento". Superstizioni, maleficia e incantamenta nei predicatori francescani Osservanti, Istituto storico italiano per il Medio Evo, Nuovi studi storici - 46, Roma, Palazzo Borromini, 1999, p. 101.
[5] Cfr. Stefano Brufani, Introduzione a Edigio d'Assisi, Dicta, Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto, 2013, p. 9.
[6] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 209.
[7] Cfr. Nicola Serafini, La dea Ecate nell'antica Grecia. Una protettrice dalla quale proteggersi, Aracne, Ariccia (Roma), 2015, p. 116.
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