Il 'miracolo' francescano è, in realtà, la sopravvivenza nel mito cristiano di un ferimento rituale.
Lo sciamano viene preso, 'artigliato', da un Grande Uccello che appare all'improvviso nel cielo, in modo violento, e gli trasmette i poteri taumaturgici:
lo sciamano cade in trance, e l'Uccello ne seziona il corpo.
Al risveglio dalla trance, l'uomo è in grado di operare guarigioni e diventa, così, un medicine-man...
« Secondo un mito dei Nentsy, una volta un taglialegna si trovò improvvisamente sul dorso di un uccello mirvy, dal quale egli cadde poi, attraverso una buca, negli Inferi.
[...] In seguito fu tagliato a pezzi e di nuovo ricomposto, dopodiché uno degli spiriti lo ricondusse in superficie. » [1]
Il prodigio francescano è speculare a questo racconto.
Francesco acquista le stimmate 'colpito' da un Angelo-Uccello che gli appare, mentre è raccolto in preghiera:
nelle cavità rupestri dove i ladri veneravano l'antica dèa romana dell'Ombra e della Morte Laverna.
Le grotte di Laverna erano il riparo di pastori e malfattori prima della 'bonifica' francescana: come spiegava già, in un Trattato seicentesco sul 'Monte Serafico', padre Salvatore Vitale...
« De' ladroni se fu questo monte, ed à lor Dea in questo luogo, dove hor è 'l Tempio della Madonna, cioè la Chiesa piccola, era il suo Tempio. » [2]
L'Uccello inizia lo sciamano: provocandogli le ferite taumaturgiche.
Di questa iniziazione cruenta, elusa dagli agiografi maggiori -non solo fisica, ma anche verbale-, rimane una (minima) traccia in una nota a margine del Trattato sull'insediamento dei frati minori in Inghilterra di Tommaso da Eccleston...
« San Francesco però aveva rivelato a frate Rufino, suo compagno, che, quando aveva visto l'angelo ancora da lontano, ne era rimasto molto spaventato e che l'angelo l'aveva colpito duramente ». [3]
La formula latina originale, per quel « colpito duramente »,
è « dure tractavit ».
Un'espressione -tractare dure- il cui significato è chiaro:
fare violenza fisica...
« Verumtamen dixit fratri Ruffino socio suo, quod, cum a longe videret angelum, nimis territus fuit, et quod eum dure tractavit ». [4]
Il linguista Mario Alinei spiegava i caratteri del rito:
le ferite (mutilazioni) sono il segno distintivo dell'iniziazione totemica..
« Questa consisteva in una morte fittizia, cioé nell'essere divorati ritualmente dall'animale-totem (non di rado con conseguenze non fittizie, come mutilazioni), e in una fittizia resurrezione, cioè nell'essere rivomitati, restituiti alla vita, come figli maturi, continuatori delle gesta dell'antenato-totem. » [5]
◉ Post sulle origini pagane della Verna ---
Laverna, l'oscura dèa senza corpo.
Falco o gufo? La Dea dell'ombra e le piume diaboliche.
◉ Sulla devozione pagana e il culto mariano, vedi ---
La Madonna come antidoto agli dèi pagani.
Erylo, il mostro invincibile, e i sette martiri della Scarzuola.
➔ Sul sincretismo tra potere del Sangue e prodigio francescano ---
Il potere del Sangue nelle società primitive da san Francesco a Jodorowsky.
◉ Parlai delle tracce sciamaniche nel mito francescano, anni fa, in una conferenza...
→ Lo sciamano insanguinato. Convegno a Perugia: pillole introduttive.
◉ Sulle origini del Santuario francescano, vedi:
→ Laverna dei morti: la storia non scritta della Verna in
Le stimmate dello sciamano. Il mito di san Franceco tra sangue e magia, Eleusi Edizioni, Perugia, 2010, pp. 23-36.
◉ Sull'angoscia suscitata dai poteri magici del Santo, vedi:
Lo stregone e l'angoscia: san Francesco e la "paura" dei Suoi devoti.
Note alle immagini ---
_Sopra, capolettera miniato con il Serafino che appare al Santo.
L'Opera è tratta dal manoscritto Ms 71 verso del Paul Getty Museum: datato al 1275 circa.
_In apertura, affresco da una Vela della Cripta di san Magno, presso la Cattedrale di Santa Maria ad Anagni, primi anni del '200.
→ Da notare gli Occhi di cui sono cosparse le ali dell'angelo:
simbolo primitivo dell'Onniscienza divina.
◉ Dante, nel Canto 29 del Purgatorio (vv. 94-96), descriveva quattro animali alati cosparsi di occhi:
le penne piene d'occhi; e li occhi d'Argo,
se fosser vivi, sarebber cotali ».
_La seconda immagine del post è una foto dell'accesso alla grotta della Verna in cui si tramanda san Francesco dormisse, e in cui ebbe la visita 'provvidenziale' del falco descritta nelle Fonti:
« non solamente per visitazioni angeliche, ma eziando per uccelli salvatichi:
[...] in tutto quello tempo della quaresima uno falcone nidificava ivi presso la cella sua e ogni notte, un poco innanzi al mattutino, col suo canto e col suo isbattersi alla cella sua sì lo destava, e non si partia insino che non si levava suso a dire il mattutino ».
→ Cfr. Fioretti. Della seconda considerazione delle sacre sante istimate in Fonti Francescane - ff 1913.
Note al testo ---
[1] Cfr. Anna-Leena Sikala, Mostro in Dizionario del mito, a cura di Mircea Eliade, Jaca Book, Milano, 2018, p. 146.
[2] Cfr. Salvatore Vitale, Monte Serafico della Verna, in Firenze, 1628, p. 11.
L'Opera è integralmente consultabile in Google Libri.
[3] Cfr. Tommaso da Eccleston, L'insediamento dei frati minori in Inghilterra, traduzione di Feliciano Olgiati, in Fonti Francescane, Editrici Francescane, Padova, 2004, paragrafo 92 -ff 2519.
[4] Cfr. Fratris Thomae vulgo dicti de Eccleston Tractatus de adventu Fratrum Minorum in Angliam, a cura di A. G. Little, Manchester University Press, 1951, p 75.
[5] Cfr. Mario Alinei, Dal totemismo al cristianesimo popolare: sviluppi semantici nei dialetti italiani ed europei, Edizioni dell'Orso, Alessaandria, 1984, p. 15.
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