martedì 17 agosto 2021

Il drago a difesa della Madre: la falsificazione di un mito pagano.



Sotto una falce di luna, nell'oscurità della notte, san Giorgio infilza il drago che tiene prigioniera la principessa.

Ma la dama è davvero prigioniera del drago?

Jacques Le Goff, in Tempo della Chiesa e tempo del mercante, con qualche indizio in più ci spinge a dubitarne:

« All'inizio era il loro ruolo positivo ad avere la meglio:
i draghi erano creature innanzitutto benefiche, personificazioni e simboli di dèi della fecondità e di eroi o di re civilizzatori;
così il drago che incarna Tiamat, una delle forme della Grande Madre, e il drago marino legato alla nascita di Afrodite, essa stessa una delle forme della Grande Madre
. » [1]

La Madre era Nutrice del drago, non sua vittima!
Per ciò, le donne si recavano in processione a sfamarli...

« Presso i romani le ragazze andavano, in primavera, a deporre dolci nelle grotte in cui abitavano i serpenti (draghi) di Giunone di Lanuvium, dea agreste, da cui si attendevano buoni raccolti. » [1]

Nutrire i rettili era una prerogativa della Dea.
I predicatori cristiani rovesciarono il ruolo della Madre antica:
da Nutrice del drago a Sua prigioniera.
Il paredro da Lei allevato divenne, così, un mostro da uccidere.
Uccidere la 'bestia' significava convertire una città intera:
lo spiega bene Ludovico Iacobilli narrando l'evangelizzazione di Città di Castello, fatta nel Tardo Impero da san Crescenziano [sopra] abbattendo un temibile drago...

« Gli fu rivelato dal Signore, che al Popolo era stata mandata questa crudel Peste di quel fiero Dragone:
perché ingannato dalle fraudi dell'antico, e diabolico serpente, non cessava adorar i vani e bugiardi Dei

[...] Onde S. Crescenziano per tale conversione pieno di fiducia in Dio, armatosi con il salutifero legno della Santa Croce montò nel suo destriero, e dato di mano alla lancia, intrepidamente, presidiato all'aiuto divino, andò verso il Dragone e, assestandogli una lanciata, lo colpì e l'occise
. » [2]

E per non essere troppo vago, Iacobilli individuava perfino il teatro del combattimento fantastico:
si tratta di un tempio mariano [!].
È l'ex chiesa di Santa Maria della Carità, nel quartiere -oggi cittadino- di Rignaldello...

« Si tiene che il Santo uccidesse il dragone in quel luogo appresso il Tevere ov'è una Chiesa di commenda de' Cavalieri di Malta, e si chiama il luogo Regnaldello, distante un tiro d'archibugio dalla Città di Castello. » [2]



L'uccisione del 'drago' alla Pieve de Saddi ---

Il combattimento vittorioso di san Crescenziano [o Crescentino] è anche scolpito in un tabernacolo alla Pieve de' Saddi [sotto].
Vedi: Il sentiero francescano e I luoghi del Silenzio.

« Nella chiesa vi è un bassorilievo che ricordava l'uccisione del drago e una costola di animale fossilizzata ritrovata nei dintorni si riteneva appartenuta al mostro. »

Cfr. Graziano Vinti, I racconti del focolare: viaggio nella magia contadina, Ali&no, Perugia, 2012, p. 61.

Note alle immagini ---

_Il dipinto di Paolo Uccello con San Giorgio che abbatte il drago, in apertura, è custodito alla National Gallery di Londra.
Una pagina è dedicata all'Opera su Wikipedia.

_Nella terza foto del post, un animaletto viene artigliato da un rapace (o è un drago?).
Bassorilievo murato nella navata dell'Abbazia dei Santi Maria ed Egidio a Petroia, nel tifernate.
Vedi la pagina dedicata nel sito de I luoghi del silenzio.


Post correllati ---

Sull'associazione tra culto della Madonna e rettili, vedi:
Il serpente paredro della Dea Madre: i capitelli della chiesa di San Filippo Neri a Perugia.

Il Cristianesimo ammise nel suo pantheon, trasliterandolo, anche il culto della nutrice dei rettili.
Verdiana da Castelfiorentino assunse la funzione antica della dea romana Igea, nutrendo i sepenti che strisciavano nella Sua cella di penitenza.
In proposito, vedi il post:
Serpenti Sacri: la Nutrice. Dalla dea Minoica a santa Verdiana.
Qui sopra: Bartolo di Fredi, ex-voto con Santa Verdiana
(Verdiana si riconosce dai serpenti, Suo attributo).
San Gimignano, Chiesa di sant'Agostino, 1365 ca.

Note al testo ---

[1] Cfr. Jacques LeGoff, Tempo della Chiesa e tempo del mercante, Einaudi, Torino 1977, pp. 227, 242-243.

[2] Cfr. Vita di S. Crescentiano, martire protettore della Città di Castello, detta già Tiferno in
Ludovico Iacobilli, Vite de' santi e beati dell'Umbria, in Foligno, 1647, p. 585.