Nei miti antichi si trovano tracce dei poteri Totemici.
La cultura tribale associava ad ogni dio uno (o più) animali...
« Atena era definita 'glaucopide', occhi di civetta, perché forse nella sua forma più primitiva era stata venerata anche in forma di rapace. » [1]
Il culto della dèa Atena si legava a diversi uccelli.
Graves sostiene che gli adoratori della Dea ne assumessero la forma tramutandosi in uccello...
« Atena non era associata col cuculo, ma aveva molte altre epifanie di uccello la cui origine era certamente totemica.
In Omero essa ci appare come aquila marina (Odissea III 371) e rondine (Odissea XII 239)
[...] Ma la sua principale epifania era la saggia civetta.
Alla tribù della civetta spettò di celebrare i riti della dea fino all'epoca classica;
gli iniziati travestiti da civetta dovevano catturare i loro uccelli totemici in una complicata cerimonia. » [2]
Assumere le forme di un uccello serviva ad essere posseduti dal dio.
L'animale progenitore è alla base dei culti religiosi:
viene prima del culto per gli dèi che, progressivamente, si sostituirono agli animali loro epifania.
« [...] se determinati animali avevano un ruolo sacro tanto importante da richiedere una denominazione magico-religiosa prima pagana poi cristiana, questo ruolo doveva risalire all'origine stessa della religione e cioè al totemismo. » [3]
Il commediografo greco Aristofane ci da un indizio attraverso le parole di un personaggio, Pistetero:
in origine, erano proprio gli uccelli a ricevere quei sacrifici che poi si offriranno agli dèi...
« E allora, poi, nessuno giurava sugli dèi, ma sugli uccelli, tutti gli uomini. » [4]
◉ Sulle donne-streghe che hanno forma di uccello:
Madre-uccello: donne che diventano streghe.
Al tempo in cui Mamma Oca era una strega, ovvero la Signora che possiede gli uccelli...
◉ Sui poteri profetici degli uccelli veggenti:
Gli uccelli e l'indovino: prima lo imito, poi lo condanno!
◉ Sul culto degli Animali, e la loro santificazione:
Animali Totem: il culto apotropaico di san Lupo.
◉ La maschera/persona e l'identità (infera) delle streghe...
Nel regno di Persefone: la dea delle Maschere.
La maschera delle streghe: l'identità nascosta delle masche.
Note alle immagini ---
_In apertura, civetta armata -simbolo di Atena.
Vaso attico a figure rosse dal Louvre di Parigi, 410-390 a.C.
→ vedi la relativa pagina su Wikipedia.
_In chiusura, Atena con elmo ed una piccola civetta.
Vaso da olio a figure rosse dal Metropolitan Museum di New York.
→ notare le passamanerie serpentiformi della tunica:
il serpente era, insieme alla civetta, l'animale sacro alla dea.
→ Come si vede nell'Atena Giustiniani ai Musei Vaticani.
Note al testo ---
[1] Cfr. Giorgio Ieranò, Demoni, mostri e prodigi. L'irrazionale e il fantastico nel mondo antico, Marsilio Editori, Venezia, 2017, p. 33.
[2] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1985,
nota 4 a p. 305.
[3] Cfr. Mario Alinei, Dal totemismo al cristianesimo popolare, Edizioni dell'Orso, Alessandria, 1984, p. 49.
[4] Cfr. Aristofane, Uccelli in Pace, Uccelli, vv. 520-522, collezione di Teatro a cura di Raffaele Cantarella, Einaudi, Torino, 1993, p. 85.
lunedì 24 giugno 2024
venerdì 14 giugno 2024
Preti maghi: lezioni di Superstizione...
Antonino Bertolotti, in Streghe sortiere e maliardi..., narra l'arresto di una strega perugina e di un frate: colti in flagrante nel mezzo di un rito magico...
« Il prete aveva letto tre volte lo scongiuro, allorché gli sbirri, avvisati da altra donna malevola, irruppero dentro, ponendo fine all'incompleto sortilegio. » [1]
Bernardino da Siena predicava contro le cameras incantationum et maleficiorum in cui i preti compivano riti magici...
« In questi laboratori si potevano commettere orrendi sacrilegi.
Non si tratta di esagerazioni del predicatore poiché anche nei nostri processi la strega Caterina aveva avuto da un sacerdote per le sue pratiche un'ostia cosacrata. » [2]
In una visita pastorale nell'archidiocesi di Spoleto, fu interrogato un prete macchiatosi di pratiche esorcistiche.
« [...] frammenti di una visita pastorale eseguita dal vicario del vescovo di Spoleto nel territorio di Norcia nel settembre del 1465.
In questa visita si può leggere il resoconto di un interrogatorio all'arciprete di una parrocchia, il quale praticava ordinariamente incantesimi; uno di questi è riportato alla lettera... » [2]
Padre De Angelis citava le parole del rito...
« [...] falli la ☩ et tolli la terra di sotto allo pe dritto et mittilo nellaqua et facce lo signo della ☩ bibine tu et damne ad ipso
[...] et dicanose tre pater noster et tre ave marie: et tre signi de croce se fanno. » [3]
A forza di evocarli nelle pratiche, pare che i folletti diventassero resistenti (!) agli esorcismi:
tanto che i religiosi li temevano...
« La caratteristica dei folletti di resistere agli esorcismi era stata segnalata, con ben altra autorità, da Gervasio di Tilbury negli Otia Imperialia (1212):
"Ci sono alcuni spiriti, che il popolo chiama folletti [nel testo: folletos], i quali abitano nelle case dei contadini e non sono scacciati né dall'acqua benedetta, né dagli esorcismi." » [4]
➔ Sull'uso (clandestino) della magia nel Clero, vedi:
L'astrolabio e i maghi che leggono il Cielo.
Incantare è pregare? Quando il prete diventa uno Stregone.
Il Vaticano: l'antico tempio degli Indovini. Vaticinare prima del Papa.
➔ Pratiche esorcistiche nelle chiese x scacciare i dèmoni:
Chiese Incatenate e streghe prigioniere!
➔ Tecnica della conta nella magia cristiana:
Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.
➔ Sulle pratiche magiche popolari, vedi:
Magia cristiana. Stregoni in incognito.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura da un manoscritto del Decretum Gratiani che puniva le pratiche magiche commesse dai religiosi, tratto dal Walters Art Museum di Baltimora (U.S.A.):
Ms. W. 133, folio 247 recto.
➔ Notare il dettaglio con il prete che indica il numero [26] della Causa: XXVI.
Note al testo ---
[1] Cfr. Antonino Bertolotti, Streghe sortiere e maliardi nel secolo XVI in Roma, Forni [ristampa anastatica], Sala Bolognese, 1979,
pp. 70 e 79.
➔ Bertolotti racconta più di un caso sui frati/stregoni.
Ad esempio, quello di « fra Gio. Antonio » [...] « Sacerdote della Religione de frati minori osservanti di S. Francesco d'età d'anni 42 » denunciato, a Napoli, l'anno 1556...
« Era stregone, negromante, mago sacrilego, e sovratutto imbroglione, poiché con arte ed inganni girò il mondo, spacciandosi per patriarca. »
[2] Cfr. Ugolino Nicolini, La stregoneria a Perugia e in Umbria in Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, Vol. LXXXIV, Perugia, 1987, pp. 23-27.
[3] Cfr. P. De Angelis, Un frammento di sacra visita della diocesi spoletina del 1465 in Archivio per la storia ecclesiastica dell'Umbria, vol. 3, 1916, p. 469:
➔ digitalizzato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma:
vedi la relativa pagina.
[4] Cfr. Giuseppe Bonomo, Studi demonologici, Flaccovio Editore, Palermo, 1970, p. 122.
« Il prete aveva letto tre volte lo scongiuro, allorché gli sbirri, avvisati da altra donna malevola, irruppero dentro, ponendo fine all'incompleto sortilegio. » [1]
Bernardino da Siena predicava contro le cameras incantationum et maleficiorum in cui i preti compivano riti magici...
« In questi laboratori si potevano commettere orrendi sacrilegi.
Non si tratta di esagerazioni del predicatore poiché anche nei nostri processi la strega Caterina aveva avuto da un sacerdote per le sue pratiche un'ostia cosacrata. » [2]
In una visita pastorale nell'archidiocesi di Spoleto, fu interrogato un prete macchiatosi di pratiche esorcistiche.
« [...] frammenti di una visita pastorale eseguita dal vicario del vescovo di Spoleto nel territorio di Norcia nel settembre del 1465.
In questa visita si può leggere il resoconto di un interrogatorio all'arciprete di una parrocchia, il quale praticava ordinariamente incantesimi; uno di questi è riportato alla lettera... » [2]
Padre De Angelis citava le parole del rito...
« [...] falli la ☩ et tolli la terra di sotto allo pe dritto et mittilo nellaqua et facce lo signo della ☩ bibine tu et damne ad ipso
[...] et dicanose tre pater noster et tre ave marie: et tre signi de croce se fanno. » [3]
A forza di evocarli nelle pratiche, pare che i folletti diventassero resistenti (!) agli esorcismi:
tanto che i religiosi li temevano...
« La caratteristica dei folletti di resistere agli esorcismi era stata segnalata, con ben altra autorità, da Gervasio di Tilbury negli Otia Imperialia (1212):
"Ci sono alcuni spiriti, che il popolo chiama folletti [nel testo: folletos], i quali abitano nelle case dei contadini e non sono scacciati né dall'acqua benedetta, né dagli esorcismi." » [4]
➔ Sull'uso (clandestino) della magia nel Clero, vedi:
L'astrolabio e i maghi che leggono il Cielo.
Incantare è pregare? Quando il prete diventa uno Stregone.
Il Vaticano: l'antico tempio degli Indovini. Vaticinare prima del Papa.
➔ Pratiche esorcistiche nelle chiese x scacciare i dèmoni:
Chiese Incatenate e streghe prigioniere!
➔ Tecnica della conta nella magia cristiana:
Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.
➔ Sulle pratiche magiche popolari, vedi:
Magia cristiana. Stregoni in incognito.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura da un manoscritto del Decretum Gratiani che puniva le pratiche magiche commesse dai religiosi, tratto dal Walters Art Museum di Baltimora (U.S.A.):
Ms. W. 133, folio 247 recto.
➔ Notare il dettaglio con il prete che indica il numero [26] della Causa: XXVI.
Note al testo ---
[1] Cfr. Antonino Bertolotti, Streghe sortiere e maliardi nel secolo XVI in Roma, Forni [ristampa anastatica], Sala Bolognese, 1979,
pp. 70 e 79.
➔ Bertolotti racconta più di un caso sui frati/stregoni.
Ad esempio, quello di « fra Gio. Antonio » [...] « Sacerdote della Religione de frati minori osservanti di S. Francesco d'età d'anni 42 » denunciato, a Napoli, l'anno 1556...
« Era stregone, negromante, mago sacrilego, e sovratutto imbroglione, poiché con arte ed inganni girò il mondo, spacciandosi per patriarca. »
[2] Cfr. Ugolino Nicolini, La stregoneria a Perugia e in Umbria in Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, Vol. LXXXIV, Perugia, 1987, pp. 23-27.
[3] Cfr. P. De Angelis, Un frammento di sacra visita della diocesi spoletina del 1465 in Archivio per la storia ecclesiastica dell'Umbria, vol. 3, 1916, p. 469:
➔ digitalizzato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma:
vedi la relativa pagina.
[4] Cfr. Giuseppe Bonomo, Studi demonologici, Flaccovio Editore, Palermo, 1970, p. 122.
martedì 4 giugno 2024
La Dèa nel drago: rovesciamento del Femminino.
Un manoscritto dalla British Library ci mostra santa Margherita emergere dal ventre di un drago.
L'associazione tra la Santa e il Mostro è più antica del Suo mito:
deriva dal mondo pagano, dove il serpente (e simili!) era associato alla Madre.
Un esempio?
Il mito di san Marcello, vescovo di Parigi, che abbatte il drago è scolpito su uno dei portali della Cattedrale di Notre-Dame,
subito all'ingresso est → sotto l'archivolto:
sopra la Sua testa, si vede il trionfo della Madonna.
Il drago si arrampica lungo la colonna: san Marcello lo schiaccia con la pastorale che si trasforma in un'arma.
Jacques Le Goff scriveva...
« [...] la scena della vita di san Marcello che rappresenta il vescovo trionfante sul drago, utilizza la stessa iconografia:
il santo conficca il pastorale nella bocca del mostro. » [1]
Il femminino sacro si è conservato alla base della scena:
il drago sorge dal corpo di una donna 'dissoluta'.
La Biblioteca Sanctorum riporta la versione medievale del mito...
« Una nobile dama di vita dissoluta era stata sepolta ed un grande serpente aveva cominciato a divorarne il corpo:
"mulieri, cuius membra bestia devorabat, ipse draco factus est sepoltura". » [2]
I predicatori cristiani, che a Parigi diffusero il culto di san Marcello, rovesciarono il significato del mito pagano.
La Pòtnia, nutrice del serpente, si trasformò nel filtro cristiano in una donna lasciva, peccatrice, il cui cadavere era dilaniato dal serpente...
◉ Il Vescovo abbatte il drago → scolpito in due chiese umbre:
Il vescovo e il drago: una battaglia per immagini alla chiesa di San Giovanni Profiamma.
➔ San Crescenziano abbatte il drago:
Il drago a difesa della Madre: la falsificazione di un mito pagano.
➔ San Felice prende ad accettate il drago:
Boschi sacri: l'ascia di san Felice all'abbazia di Sant'Anatolia di Narco.
◉ Un post e un libro sull'associazione Dèa-serpenti:
Serpenti Sacri: la Nutrice. Dalla dea Minoica a santa Verdiana.
◉ Il serpente in un tempio Mariano:
Il serpente paredro della Dea Madre: i capitelli della chiesa di San Filippo Neri a Perugia.
◉ Sul drago e le acque del Femminino, vedi:
La strega e lo Sdrago delle acque. Origine magica di una parola.
➔ Evocazione della pioggia mediante il drago:
Le processioni del Drago: un rito medievale per ottenere fertilità.
Note alle immagini ---
_Nella cattedrale parigina, la scena con il drago si sviluppa nella colonna centrale del portale, detta 'Trumeau'.
_All'inizio del post, miniatura con santa Margherita divorata dal drago:
manoscritto Yates Thompson ms 13 della British Library, folio 86v.
_Sotto, san Felice abbatte il drago a colpi d'accetta: bassorilievo sulla facciata della chiesa dei Santi Felice e Mauro a sant'Anatolia di Narco, in Valnerina.
Note al testo ---
[1] Cfr. Jacques Le Goff, Tempo della chiesa e tempo del mercante, Einaudi, Torino, 1977, p. 240.
[2] Cfr. Bibliotheca Sanctorum, vol. VIII: Liadan-Marzio,
Istituto Giovanni XXIII, Pontificia Università Lateranense,
Roma, 1967, pp. 669-671.
L'associazione tra la Santa e il Mostro è più antica del Suo mito:
deriva dal mondo pagano, dove il serpente (e simili!) era associato alla Madre.
Un esempio?
Il mito di san Marcello, vescovo di Parigi, che abbatte il drago è scolpito su uno dei portali della Cattedrale di Notre-Dame,
subito all'ingresso est → sotto l'archivolto:
sopra la Sua testa, si vede il trionfo della Madonna.
Il drago si arrampica lungo la colonna: san Marcello lo schiaccia con la pastorale che si trasforma in un'arma.
Jacques Le Goff scriveva...
« [...] la scena della vita di san Marcello che rappresenta il vescovo trionfante sul drago, utilizza la stessa iconografia:
il santo conficca il pastorale nella bocca del mostro. » [1]
Il femminino sacro si è conservato alla base della scena:
il drago sorge dal corpo di una donna 'dissoluta'.
La Biblioteca Sanctorum riporta la versione medievale del mito...
« Una nobile dama di vita dissoluta era stata sepolta ed un grande serpente aveva cominciato a divorarne il corpo:
"mulieri, cuius membra bestia devorabat, ipse draco factus est sepoltura". » [2]
I predicatori cristiani, che a Parigi diffusero il culto di san Marcello, rovesciarono il significato del mito pagano.
La Pòtnia, nutrice del serpente, si trasformò nel filtro cristiano in una donna lasciva, peccatrice, il cui cadavere era dilaniato dal serpente...
◉ Il Vescovo abbatte il drago → scolpito in due chiese umbre:
Il vescovo e il drago: una battaglia per immagini alla chiesa di San Giovanni Profiamma.
➔ San Crescenziano abbatte il drago:
Il drago a difesa della Madre: la falsificazione di un mito pagano.
➔ San Felice prende ad accettate il drago:
Boschi sacri: l'ascia di san Felice all'abbazia di Sant'Anatolia di Narco.
◉ Un post e un libro sull'associazione Dèa-serpenti:
Serpenti Sacri: la Nutrice. Dalla dea Minoica a santa Verdiana.
◉ Il serpente in un tempio Mariano:
Il serpente paredro della Dea Madre: i capitelli della chiesa di San Filippo Neri a Perugia.
◉ Sul drago e le acque del Femminino, vedi:
La strega e lo Sdrago delle acque. Origine magica di una parola.
➔ Evocazione della pioggia mediante il drago:
Le processioni del Drago: un rito medievale per ottenere fertilità.
Note alle immagini ---
_Nella cattedrale parigina, la scena con il drago si sviluppa nella colonna centrale del portale, detta 'Trumeau'.
_All'inizio del post, miniatura con santa Margherita divorata dal drago:
manoscritto Yates Thompson ms 13 della British Library, folio 86v.
_Sotto, san Felice abbatte il drago a colpi d'accetta: bassorilievo sulla facciata della chiesa dei Santi Felice e Mauro a sant'Anatolia di Narco, in Valnerina.
Note al testo ---
[1] Cfr. Jacques Le Goff, Tempo della chiesa e tempo del mercante, Einaudi, Torino, 1977, p. 240.
[2] Cfr. Bibliotheca Sanctorum, vol. VIII: Liadan-Marzio,
Istituto Giovanni XXIII, Pontificia Università Lateranense,
Roma, 1967, pp. 669-671.
Iscriviti a:
Post (Atom)