Masche è parola piemontese che indica le streghe [1].
In origine, esse erano mascherate a partire dalla Befana:
come ci mostrano alcune incisioni di Bartolomeo Pinelli...
« Nelle incisioni di Pinelli e anche di altri artisti dell'Ottocento il grande fantoccio della Befana conservava ancora i suoi tratti di personaggio del mondo infero, di fata o di strega, dal potere ambivalente, e il segno sicuro era dato dal mascherone nero che le copriva il volto. » [2]
Le divinità degli Inferi, che regnavano sull'oscurità, erano mascherate o a volto coperto.
E tali rimasero nel folklore popolare:
« E Arlecchino, che è la più significativa delle maschere, viene dalla parola hölle inferno, e significa "l'infernale" o addirittura "il re dell'inferno":
ecco perché la maschera di Arlecchino è nera e, nei modelli più antichi, ha un ceffo spaventoso. » [3]
« Questo carattere originario ci spiega come anche Zanni e Pulcinella abbiano la maschera nera. » [4]
L'anno riprendeva il suo corso a Carnevale: l'indizio era proprio la comparsa delle maschere nere:
la Befana era il primo dèmone nero che si manifestava per le strade...
« Carnevale è stato per molti secoli la principale festa di Capodanno e, come abbiamo avuto già occasione di dire più di una volta, in quel giorno ricomparivano sulla terra gli esseri del mondo infero, cioè i demoni. » [4]
Post sulle maschere 'Infere'...
Nel regno di Persefone: la dea delle Maschere.
Note alle immagini ---
_L'immagine sopra è un olio del pittore settecentesco Giovanni Domenico Ferretti: Arlecchino e Colombina.
Vedi la relativa pagina su Wikipedia.
_In apertura del post, sono due incisioni di Bartolomeo Pinelli che mostrano la Befana: a volto coperto e oscurato.
Note al testo ---
[1] « Segnalo mašca in Dalmazia (Lagosta), voce che in Piemonte (e in Provenza: masco) significa 'strega'. »
Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, 2000, pp. 219-220.
[2] Cfr. Paolo Toschi, Invito al folklore italiano: le regioni e le feste, Editrice Studium, Roma, 1963, p. 118.
[3] Cfr. Toschi, Arte popolare italiana, Bestetti Edizioni d'Arte, Roma, 1960, p. 305.
[4] Cfr. Toschi, Tradizioni popolari italiane, Edizioni Rai, Torino, 1959, pp. 89 e 92.
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