In un vecchio post, Francesco, lo stregone che piantava gli alberi, raccontavo che i monaci nell'Alto Medioevo furono prima di tutto dei feroci disboscatori.
Una traccia preziosa è sopravvissuta sulla facciata della chiesa abbaziale di San Felice a sant'Anatolia di Narco, un piccolo capolavoro del romanico spoletino.
Sotto il rosone, un fregio riporta due bassorilievi con i miracoli compiuti da san Felice: la resurrezione del figlio di una vedova e l'abbattimento a colpi d'ascia di un temibile drago, colto proprio mentre esce dalla sua tana...
L'arma usata dal santo è molto eloquente: ci racconta come i monaci attuarono la famigerata 'bonifica benedettina' per estirpare il paganesimo nelle campagne.
L'ascia è un indizio prezioso.
Qui intorno doveva esserci un bosco sacro, prima che san Felice facesse il 'miracolo'.
L'interno della chiesa è abbastanza tetro, con una scalinata scenografica che proietta l'altare in un'altra dimensione [1].
Passeggiando nella navata emerge qualche tardo affresco superstite.
Ecco di nuovo il nostro povero drago in un ex-voto, trafitto stavolta da san Michele.
San Felice è praticamente sconosciuto alle fonti, eppure anche molto popolare in zona (a due passi si trova il borgo di Castel San Felice!).
Secondo l'agiografo Ludovico Iacobilli, san Felice -da non confondersi con quello dell'abbazia di Giano dell'Umbria!- era un monaco siriano figlio di un certo san Mauro [2].
Morì il 16 giugno 535. Nella Cripta della chiesa è conservato il suo sarcofago protetto da una impenetrabile gabbia di ferro.
A vederla da vicino, questo san Felice ci fa ancora un po' paura!
◉ Sull'abbattimento del drago pagano, vedi:
La Dèa nel drago: rovesciamento del Femminino.
➔ Il Vescovo abbatte il drago → scolpito in due chiese umbre:
Il vescovo e il drago: una battaglia per immagini alla chiesa di San Giovanni Profiamma.
➔ San Crescenziano abbatte il drago:
Il drago a difesa della Madre: la falsificazione di un mito pagano.
Note al testo ---
[1] La scalinata dell'altare di San Felice non è né l'unica esistente in Umbria né la più scenografica!
Ne ho esaminate altre nel post Le scale di Dio: la scena del potere al tempo di san Francesco.
[2] La testimonianza di Iacobilli è riportata per intero in Abbazie benedettine in Umbria, di Francesco Guarino e Alberto Melelli, Quattroemme 2008, p. 139.
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