martedì 6 giugno 2023

Umbria e Ombre. L'identità di una Terra.

L'Iconologia del cavalier perugino Cesare Ripa raffigura l'Umbria come una donna che regge un Tempio da cui scaturisce la luce.

Niente di più falso: la parola Umbria indica una terra oscura, dal latino Umbra.
Lo spiega un vecchio Vocabolario della lingua italiana...

« voce dotta, dal latino ŭmbra: regione piena d’ombra. » [1]

L'Umbria era la terra giusta per chi doveva vivere nell'ombra e nascondersi, a causa dei suoi traffici 'clandestini' (stregoni e fattucchiere) o delle sue idee eretiche.

Piero Camporesi, nell'Introduzione al Libro dei Vagabondi, edizione moderna di testi sui Furfanti, spiega che i Santi, quelli umbri soprattutto, vivessero a stretto contatto con incantatori le cui grotte e foreste andavano 'bonificate' dal Maligno...

« Nei conventi e nei romitori, spesso inaccessibili fra dirupate montagne, dell'Umbria, delle Marche, del Lazio superiore, avvenivano strani riti nel trionfo di Venere promiscua, fra i settatori di quel francescanesimo estremista e rivoluzionario che volgarmente erano chiamati i fraticelli ». [2]

Una terra oscura come l'Umbria medievale non poteva non pullulare di santi, per redimerla.
Padre Ugolino Nicolini spiegava che dietro la parvenza sacra, ci fosse una Terra in preda al demonio...

« [...] tutti possiamo leggere, per una certa storia del diavolo in Umbria, i miracoli di santi e sante (che tali non sarebbero se non ci fosse stato il demonio che tentava!), a cominciare dai Dialogi di Gregorio Magno, particolarmente quei prodigi attribuiti a san Fortunato vescovo di Todi, tutti operati in lotta contro il diavolo. »

Jean Bolland, padre dei Bollandisti, elogiava Ludovico Jacobilli per aver sottratto le Vite de' Santi dell'Umbria dal cono d'ombra che avvolgeva la loro terra...

« Sulle vite dei suoi santi, sulla loro origine e sulla loro epoca, l'Umbria è coperta da grandi ombre, se non tenebre.

Ci saranno alcuni che dissiperanno queste tenebre con le loro dotte ricerche, e infatti qualcuno ha anche cominciato in modo non infelice; ma finora nessuno ha fatto la piena luce
. » [4]


◉ Sulle processioni, pagane e promiscue, vedi:

Le sacerdotesse di San Fortunato: i misteri delle grotte di Montefalco.

Il tempio di Diana e le processioni al Sacro Buco: indizi alla chiesa di Santa Maria di Pietra Rossa...

◉ Sugli indovini dell'Umbria, e il responso degli uccelli, vedi:

L'Umbria e gli uccelli: un legame antico.

◉ Un post sugli incantatori umbri:

Il sacro serpaio: i sacerdoti di Cerere e gli stregoni ciarlatani dell'Umbria.

◉ Sull'adorazione della dèa dell'Ombra in un sito francescano:

Laverna, l'oscura dèa senza corpo.

Falco o gufo? La Dea dell'ombra e le piume diaboliche.


Note alle immagini ---

_L'immagine sopra, con un monaco eremita che medita davanti ad un diavolo, all'ingresso di una caverna, è tratta dalle Decretali Smithfield, manoscritto Royal MS 10 E IV dalla British Library:
folio 113v.

_In apertura, allegoria dell'Umbria tratta dall'Iconologia di Cesare Ripa perugino, overo Descrittione di diverse imagini cauate dall'antichità, & di propria inuentione, In Roma :
appresso Lepido Facij, p. 255, 1603.
Vedi il testo scansionato su Google Libri.


Note al testo ---

[1] Cfr. Nicola Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, Bologna, 1983, p. 2082.

[2] « Secondo la tradizione che, per quello che ne sappiamo, ha come testimone fondamentale lo Speculum cerretanorum, la confraternita dei cerretani sarebbe derivata da una setta sacerdotale arroccatasi tra i monti impervi della val di Nera

[...] Nessuna altra terra d'Italia avrebbe potuto generare siffatte confraternite: soltanto l'Umbria (o la Marca) avrebbero potuto partorirle e alimentarle. »

Cfr. Camporesi, Introduzione in Il libro dei vagabondi: lo Speculum cerretanorum di Teseo Pini, Il vagabondo di Rafaele Frianoro e altri testi di furfanteria, Einaudi, Torino, 1973, pp. LI-LX.

[3] Cfr. Nicolini, La stregoneria a Perugia e in Umbria nel Medioevo in Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, volume LXXXIV, Perugia, 1987, p. 13.

[4] Cfr. Ludovico Jacobilli: erudito umbro del '600, a cura di Maria Duranti, Biblioteca Jacobilli, Foligno, 2004, p. 130.

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