giovedì 24 aprile 2025

Cristiani o pagani? Ricordati di nutrire il Morto.

Nutrire il Morto, nella cultura antica, era così importante che la pratica resisteva tra i Cristiani in età moderna.
Ottavia Niccoli, in un articolo denso di citazioni sui riti religiosi, scriveva...

« L'idea che i morti avessero bisogno di portare con sé del cibo emerge anche dal sinodo di Melfi del 1635, che biasima l'uso nelle colonie greche di porre sopra i cadaveri vino, verdure e altri cibi, e da quelli di Oristano del 1708 e di Cagliari del 1715 che ricordano "el abusu supersticioso" di lasciare nella bara arance o altri frutti » [1]

La sopravvivenza dei Vivi dipendeva dai Morti che regnavano sottoTerra: dove si decideva la fortuna del raccolto.
Ignazio Buttita, ne I Morti e il grano, notava...

« [...] la assoluta dipendenza del raccolto dalle potenze della terra è ben chiara all'agricoltore arcaico. Egli sa bene che i vivi hanno bisogno dei morti per difendere i seminati e proteggere il raccolto. » [2]

Lo storico francese Fustel de Coulanges, a metà '800, spiegava che il Morto ricambiasse (!) il favore:

« [...] se i cibi eran portati sulla tomba nei giorni fissati, allora l'antenato diveniva un dio protettore ». [3]

Ai Morti si assicuravano dimore confortevoli, e l'uso pagano si è conservato nei Cimiteri cristiani: vere 'cittadelle' dell'Aldilà.

Così il poeta latino Stazio, descrivendo la tomba accogliente di Priscilla in un epicedio...

« È una casa codesta, / una vera e propria casa! Chi potrebbe chiamarlo un triste sepolcro? » [4]


➔ Sulle tecniche evocative e difensive dai Morti:

Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.

Una statuetta per evocare il Morto: indizi nelle Fonti.


➔ Sui 'pasti' funebri, vedi:

Il "pasto di Ecate" e le tombe segrete.

Sangue profetico: i Morti che succhiano.


➔ Sugli dèi e le loro 'controfigure' Morte ---

Vivo o morto? Cristo e gli dèi mutanti dell'antichità.


Nota all'immagine ---

_La miniatura in apertura è tratta dal manoscritto Stowe 17 della British Library, detto anche Libro d'Ore di Maastricht: folio 200 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Ottavia Niccoli, Nihil (in)certius morte. A proposit di una percezione incerta della morte in età moderna in Storica. Rivista quadrimestrale, anno XXVI, n. 76, 2020, Viella s.r.l. e Associazione "Storica", p. 72.

[2] Cfr. Ignazio Buttitta, I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa, Meltemi, Roma, 2006, p. 89.

[3] Cfr. Fustel de Coulanges, La città antica, Sansoni, Firenze, 1972, p. 30.

[4] Cfr. Stazio, Le selve, a cura di Luca Canali e Maria Pellegrini, Libro V, 1, vv. 235-237.

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