giovedì 19 giugno 2025

Demoni meridiani: il Gallo che scaccia le streghe.

Il gallo, portatore di luce con il suo canto, allontana gli spiriti maligni:
➔ per ciò lo si raffigurava sulla cima dei tetti...

« Soltanto la luce metteva in fuga i demoni, col canto del gallo che allontanava la tenebre e impediva così a streghe e altre entità malvage di agire.

Il gallo non compare soltanto sulla cima dei campanili e delle case, ma era anche raffigurato sulle antiche lampade dei minatori, a difesa dagli esseri demoniaci del sottosuolo, o sulle lanterne che s'appendevano ai carri in viaggio durante la notte. » [1]

Nota: la notte degli spiriti maligni è un'invenzione cristiana.

Lo storico francese Roger Caillois spiegava come, nell'antichità, l'oscurità fosse abitata dai demoni come il meriggio...

« I greci non attribuivano caratteristiche morali alla luce e alle tenebre.
Di conseguenza secondo le loro concezioni i demoni apparivano indifferentemente di giorno e di notte. » [2]

Il Solleone, coi suoi raggi torridi, cancellava l'ombra:
un pericolo da scongiurare...

« L'equidistanza tra alba e tramonto è un momento critico, una porta-varco tra vivi e morti.
In quest'ora 'immobile' in cui l'ombra -cioè l'anima- sparisce rischiando di essere rapita dalle potenze infere, dilagano i demoni e "colei chiamata Artemide" guida "uno sfrenato baccanale."
A coloro che la scorgono, per l'orrore, "la lingua si lega ed è impossibile emettere suoni"
. » [3]

L'insolazione estiva era attribuita ai dèmoni:
tanto che si temeva, nel mondo contadino, di essere rapiti...

« Qualche resto del demone meridiano è rintracciabile ancora in tempi a noi vicini in aree particolarmente conservatrici, come in Basilicata, dove si temeva di essere rapiti nelle prime ore pomeridiane d'estate, l'ora degli spiriti, perché si può levare un turbine, u scazzariello, che porta il rapito a convegno col diavolo, e lo lascia poi debilitato, come in delirio. » [1]

Nell'ora più torrida, il terrore per la dissoluzione dell'ombra spingeva alcune tribù africane ad evitare l'esposizione alla luce...

« [...] con essa è identificata l'anima, a tal punto che la forza dell'una dipende dalla lunghezza dell'altra.
Ad Amboyna e Uliase, due isole prossime all'equatore, ove l'ombra a mezzogiorno è estremante esigua quando non scompare del tutto, gli indigeni non escono dalle loro case in tale periodo, perché così facendo rischierebbero di perdere l'anima
.

[...] I Besisi della penisola malese non sotterrano i loro morti a mezzogiorno, per paura di accorciare in misura temibile la propria stessa vita. » [2]


➔ Sui dèmoni che si manifestano nella Notte:

Manofica contro Ombre: gli Spiriti della notte.


➔ Sul culto di Artemide e 'riuso' cristiano:

Madonna delle frecce: una traccia del culto di Artemide.


Note al testo ---

[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 170, p. 209 e nota [1].

[2] Cfr. Roger Caillois, I demoni meridiani, Bollati Boringhieri, Torino, 1988, p. 15 e pp. 66-67.

[3] Cfr. Emanuela Chiavarelli, Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti, Bulzoni Editore, Roma, 2007, p. 34.

giovedì 12 giugno 2025

Castità o seduzione? La cintura: un simbolo (rovesciato) della Dea.

La cintura di Sante e Madonne, che sembra un simbolo di contenzione sessuale, nella cultura pagana serviva al legamento amoroso...

« Afrodite con la sua cintura lega i due corpi e le due anime allo stesso gioco d'amore secondo il suo capriccio [...]. La cintura magica fa immediatamente il suo effetto. » [1]

Nelle Bucoliche di Virgilio, una maga usa i lacci di Venere per suscitare l'amore...

« Una maga innamorata porta tre volte intorno all'altare l'immagine di Dafni, l'amato che non torna dalla città, ed ordina all'ancella di legare con tre nodi i fili sacri che circondano l'immagine, pronunciando le parole: "Lego i lacci di Venere. » [2]

Nella cultura medievale, la passione amorosa sparisce.
Da Afrodite alla Madonna, invece, la cintura resta:
con ➔ significato opposto.

« È chiaro anche che dovendo "giustificare" l'ascetismo e la castità richieste agli ordini monastici e poi, in maniera sempre più stringente, al sacerdote, diveniva logico invertire i riferimenti alla sessualità sottolineando il loro opposto:
se la cintura è espressione del corpo e della carnalità, può anche divenire espressione della sua negazione, ovvero della mente e della castità
. » [3]

I predicatori cristiani ribaltarono il potere della Cintura:
convertendo la forza seduttiva delle dee pagane, in un simbolo di Castità e astinenza...

« Nomi comunque sacri, divini, celesti:
in Grecia Cintura di nostra Signora, della santa Elena [...] cintura di Dio, di Maria in Croazia [...]. »

Ma perché la cintura?
[...] Forse è quanto resta di una qualche ignota, disturbata divinità femminile (la dea dell'arcobaleno era per i greci e i latini appunto una figura femminile, Iris
). » [4]


➔ Una dèa della prosperità:

Ecate: la dèa (censurata) dell'Abbondanza.

Donne protettrici: la Madonna vs. Ecate.


➔ Sull'uso del numero TRE nelle formule magiche:

« An-ghin-gò / Tre galline e tre capò ». I poteri del numero TRE in una filastrocca.

Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura con allegoria della Carità tratta da un Libro d'Ore francese, dalla Morgan Library di New York.
Per segnatura: Ms M.359: folio 117 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Giulio Guidorizzi, La trama segreta del mondo. La magia nell'antichità, Il Mulino, Bologna, 2022, pp. 112-113.

[2] Cfr. Mario Geymonat, Introduzione all'Egloga VIII in Virgillio, Bucoliche, Fabbri Centauria, Milano, 2015, p. 101.

[3] Cfr. Piccolo Paci e Palmieri-Marinoni, Di beltà e fortezza cinte: la cintura come emblema di seduzione, sacrificio e potere al femminile, da Eva a Maria, Ancora, Milano, 2017, p. 54.

[4] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, pp. 82-83.

giovedì 5 giugno 2025

Il sacrificio di Orfeo: la Luna che uccide il Sole.

Il culto del Sole cristiano è ciò che resta della venerazione per il dio monoteistico egizio Aton...

« Il nuovo culto del Sole come padre di tutte le cose pare fosse stato portato nell'Egeo settentrionale dai sacerdoti profughi del culto monoteistico di Akhenaton nel quattordicesimo secolo a.C. e si innestò poi sui culti locali; ecco perché la leggenda parla di un viaggio di Orfeo in Egitto. » [1]

Orfeo viene smembrato perché inviso a Dioniso:
la venerazione del Sole è un indizio, sopravvissuto nel mito, del contrasto tra due caste sacerdotali:
i devoti alla Luna contro i fedeli del Sole...

« Ogni mattina, Orfeo sale in cima al Pangeo per salutare l'apparizione del sole, che egli identifica con il dio Apollo.
Dioniso allora, che regna sulla regione, si vendica del disprezzo in cui lo tiene Orfeo abbandonandolo alla furia delle Menadi:
il pazzo del sole, il devoto d'Apollo è fatto a pezzi dalle seguaci di Dioniso
. » [2]

La resistenza al culto Solare fu violenta.
Il mito di Orfeo, che culmina con l'uccisione del dio, ne conserva una traccia...

« Pare che gli elementi conservatori in Tracia si fossero opposti tenacemente alla nuova religione, soffocandola nel sangue in alcune parti del paese. » [1]

Il timore per le Entità che regnavano sui raggi Solari si conservò a lungo, nel mondo antico:
tanto che l'accesso ai templi, nell'ora più calda, era interdetto...

« L'importanza del mezzogiorno nel culto dei morti rende quest'ora sacra: perciò a metà del giorno all'interno dei templi si tirano le tende (παραπετασματα) e si vieta l'ingresso ai mortali. » [3]

Il dio Sole moriva a mezzogiorno con l'oscuramento del cielo:
ciò rimase nel sacrificio Cristiano...

« Sembra dunque che il mezzodì dividesse il giorno in due parti dedicate rispettivamente alle divinità uraniche e alle ctonie:
l'ora di mezzogiorno in quanto tale era riservata alle libagioni in onore dei morti (κατοικομενοις)
»

« [...] questi due fenomeni concomitanti si verificano spesso a mezzogiorno, manifestandosi sotto un duplice aspetto:
il terremoto e l'oscurarsi del cielo
.
Il primo esempio da citare riguarda la morte di Cristo. » [3]


➔ Le Tre Marie e le donne che eseguono i riti funerari:

Diana Infernale: il rito funerario della Donna.


➔ Sulle feste del Sole, sopravvivenza pagana in età Cristiana ---

Sant'Orfeto e il Solstizio: tracce di una festa pagana del Sole.

Da Imbolc all'Annunciazione di Maria: le feste per la nuova nascita del Sole.

Un adoratore del Sole braccato dall'Inquisizione - Lo strano caso del beato Pietro...


Nota all'immagine ---

_La miniatura in apertura, con la Vergine (Lunare) che ha in grembo il Sole-Gesù, è tratta dai Rothcschild Canticles custoditi presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library della Yale University (U.S.A.): folio 64 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Robert Graves, I Miti greci, traduzione di Elisa Morpurgo, Longanesi, Milano, 1983, nota 3 a p. 101.

[2] Cfr. Marcel Detienne, Dioniso e la pantera profumata, Laterza, Roma-Bari, 2007, p. 153.

[3] Cfr. Roger Caillois, I demoni meridiani, Bollati Boringhieri, Torino, 1988, pp. 10, 18 e p. 73.

venerdì 23 maggio 2025

Serpe-strega: guai a chi la uccide.

Novella Cantarutti, in Narrativa popolare nella valle padana, scriveva dei poteri numinosi attribuiti, in Friuli, alla serpe:
guai a chi si accaniva contro di lei...

« L'attributo fondamentale per cui la magne si distingue [...] è costituito dalla credenza che la serpe sia una strega. » [1]

« "Lascia andare la magne per la sua campagna!
Non ucciderla, porta disgrazie!"
Ammonisce un informatore di Venzone
». [1]

Questa serpe si chiamava "magne":
nutrirla era un comandamento...

« È una concezione antichissima che ancora le tradizioni popolari più recenti permettono di intravedere.
Si pensi ai serpenti considerati protettori della casa.
In Friuli quelle serpi di casa nutrite col latte sono appunto traccia del serpente nume tutelare:
il loro nome popolare è magne
». [2]

Era la serpe stessa a raccontare l'incanto subìto:
mettendo in guardia chi voleva ucciderla...

« Anche a San Vito di Fagagna (medio Friuli) una serpe sorpresa in una stalla, trattiene la mano dell'uomo che vuole colpirla, parlando con voce femminile:

Non uccidermi!
Sono così per stregamento; ho ancora un po' di tempo per fare penitenza, poi tornerò come te ». [1]



➔ da Nutrice del Drago a Sua vittima:

La Dèa nel drago: rovesciamento del Femminino.


➔ Sulla strega-Drago, vedi:

Fata o strega? Non guardare nella stanza della MammaDraga...


Post sui serpenti pagani associati alle Sante ---

Serpenti Sacri: la Nutrice. Dalla dea Minoica a santa Verdiana.

Il serpente paredro della Dea Madre: i capitelli della chiesa di San Filippo Neri a Perugia.

Il drago a difesa della Madre: la falsificazione di un mito pagano.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura con un serpentello tratta da un Bestiario della British Library.
Per segnatura: Royal 12 C XIX, folio 70v.


Note al testo ---

[1] Cfr. Novella Cantarutti, Un animale mitico nella narrativa popolare friulana in La letteratura popolare nella valla padana, Leo Olschki, Modena, 1972, pp. 201-203.

[2] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 99.

venerdì 16 maggio 2025

Nicandra: la profetessa "vittoriosa sugli uomini". Quercia e potere oracolare Matriarcale.

A Dodona, in Grecia, esisteva un Oracolo che dice (molto) sui poteri predittivi attribuiti alle donne.

Alla base del culto, c'era una quercia: sacra a Zeus, fin dalle origini?
Non proprio. Spettava alle Sacerdotesse trarre i responsi in base al movimento delle Sue fronde...

« "In quella quercia" scriveva Pausania "c'era un oracolo le cui profetesse erano donne.
Chi veniva a consultarlo si avvicinava alla quercia e l'albero si agitava un poco, poi le donne prendevano la parola dicendo: 'Zeus annuncia la tal cosa o la talaltra
'." » [1]

Chi erano queste veggenti?
I loro nomi sono eloquenti.

Nella Mitologia degli alberi, Jacques Brosse scrive...

« Queste sacerdotesse si chiamavano le Peleiadi o le Peristere, cioè le colombe. » [2]

« Erano tre, ci dice Erodoto: la maggiore si chiamava Promenia, l'"anima di prima", la seconda Timarete, "la virtù onorata", la più giovane Nicandra, "vittoriosa sugli uomini". » [2]

Il mitologo inglese Robert Graves spiegava che la quercia, sede dell'Oracolo, era consacrata a Dione, madre di Afrodite:
una Grande Madre (pre-olimpica) a cui i Micenei (patriarcali) sovrapposero il culto di Zeus.

« Fu così che Zeus a Dodona e Ammone nell'Oasi di Siwa soppressero il culto della quercia oracolare sacra a Dia o a Dione. » [3]

La chiave per comprendere il potere femminile associato alle sacerdotesse della Quercia è nelle "colombe".

Le donne-uccello così chiamate, detenevano lo stesso potere Matriarcale associato alla Dea di cui erano emanazione.
Erodoto, nelle Storie, racconta...

« Colombe, poi, furono chiamate queste donne dagli abitanti di Dodona [...].
Dicendo poi che la colomba era nera, vogliono indicare che la donna proveniva dall'Egitto.

L'arte della divinazione come viene praticata in Tebe d'Egitto ha molti rapporti di somiglianza con quella di Dodona; anche la divinazione dall'esame delle vittime ci è venuta dall'Egitto. » [4]


Indovine antiche che praticano divinazioni sui cadaveri:

Diana Infernale: il rito funerario della Donna.


➔ Sulla pratica divinatoria che unisce le donne agli uccelli.

Uccelli stregati: divinare con le poppe...

Madre-uccello: donne che diventano streghe.


Potere matriarcale sopravvissuto nel culto Mariano ---

Madre Luna: il simbolo della Dea nella chiesa di un cimitero.

La Madonna come antidoto agli dèi pagani.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura dal Bestiario Abbey dalla Morgan Library di New York.
Per segnatura, Ms 890: folio 10 verso.

→ Una folaga, fulica atra, morde le foglie di una quercia:
pianta a cui l'uccello, talvolta, era associato per la sua resistenza all'acqua: come la folaga, tende a vivere in ambienti acquatici.


Note al testo ---

[1] Cfr. Alfredo Cattabiani, Volario. Simboli, miti e misteri degli esseri alati: uccelli, insetti, creature fantastiche, Mondadori, Milano, 2000, pp. 316-317.

[2] Cfr. Jacques Brosse, Mitologia degli alberi, traduzione di Gioia Angiolillo Zannino, Rizzoli, Milano, 1991, pp. 59-60.

→ Sulle fonti dell'Oracolo, Brosse scrive:
"come funzionasse lo sappiamo solo grazie alla citazione che fa Pausania (II sec. a.C.), di un testo, oggi scomparso, di Polemone il Periegeta (II sec. a.C.)."

[3] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1985, nota 1 a p. 162.

[4] Cfr. Erodoto, Storie, Libro II [57]
→ Traduzione di Luigi Annibaletto, Mondadori, 1956, Volume I, p. 195.

giovedì 8 maggio 2025

Il dio Verde: da Osiride a Cristo. Il mito (agricolo) della Rinascita.

Un capitello medievale alla Concattedrale dell'Annunziata di Todi (Pg) ci mostra un vero uomo-albero: il Cristo 'dendromorfo'.

Il dio composto da foglie indicava la Rinascita vegetale ed era legato alle acque che favorivano i raccolti: derivava dal dio egizio Osiride che aveva il volto dipinto di verde....

« Il turchese simboleggiava invece Osiride "il Grande Verde" e la sua risurrezione annuale sotto forma di messi
[...] "Grande Verde" era anche l'appellativo del mare.
È significativo il fatto che, negli antichi portolani, l'acqua era colorata di verde, non di azzurro
. » [1]

L'immagine fu assimilata, e spesso demonizzata, dai predicatori cristiani: l'egittologo Boris de Rachewiltz scriveva...

« Per questo motivo la sua iconografia pervenutaci in gran copia nelle vignette del Libro dei Morti lo riproduce di sovente col il volto dipinto in verde.

➔ Nota. Per il colore 'verde' è interessante ricordare che in varie parti del Tirolo si usa ancor oggi dipingere in verde le raffigurazioni lignee del Cristo (l'Uomo-Dio risorto) sparse nelle campagne attribuendo a ciò l'antica idea di "rinascita vegetale".
Sovente delle pannocchie di granoturco sono appese ai lati del Crocefisso
. » [2]
Il dio Morto, fin dall'Antico Egitto, assicurava una nuova vita alle piante che germogliavano nelle sue casse...

« A questo si lega la pratica di produrre i cosiddetti "Osiridi vegetanti", casse di legno a forma di Osiride in cui porre terra con piante germoglianti da posizionare in un giardino sacro in occasione della festa osiriaca di Choiakh. » [3]

L'uomo-vegetale, da Dio della fioritura, finì a popolare l'immaginario infantile:
bonario prima -così ce lo mostra il disegnatore inglese Arthur Rackham in un Frontespizio (1917) dove due alberi umanizzati sorreggono dei bambini- e, poi, in una creatura selvaggia temibile:
così è per Biancaneve che viene assalita da uomini-albero nella foresta stregata...

« [...] in molti casi si trovano vere e proprie personificazioni di 'uomini-albero', che vengono chiamati con l'appellativo di Jack-in-the-green in Inghilterra. » [4]

« [...] in particolare, la feste di Maggio ruotano intorno al tema della vegetazione e dei fiori e in molti luoghi la festa del Primo Maggio era occasione della comparsa del feuillu, della creatura completamente ricoperta di foglie e dei rami, che altri non è se non una variante dell'Uomo Selvaggio, di quel personaggio che si pone nella zona di confinte tra l'umano e il non-umano. » [4]

➔ Sulla semina e mietitura del dio nei raccolti, vedi:

Cristo 'infornato': mangiare gli Dèi.


Mistero del grano e vino pagano alla base del rito Cristiano:

Orge Sacre: il vino di Bacco e il sangue di Osiride.


Mito di Osiride e riproposizione nell'agiografia di un Santo ---

Osiride e San Giusto: i due Annegati che regnavano sui Morti.


➔ Sui temi della Natura sfruttati dai predicatori:

Natura mutante: trucchi per inculcare la parola del Signore.


➔ Potere inebriante delle entità Infere che abitano il Bosco:

Funghi Matti: la danza estatica nel Bosco degli Antenati.


Note alle immagini ---

_Sopra, frontespizio alla traduzione inglese di racconti dei Fratelli Grimm, illustrazione opera di Arthur Rackham, e disegno da uno Storyboard per il cartoon Biancaneve (1937):
→ la sequenza si può vedere su YouTube.

_Ho tratto la foto del capitello, in apertura, dal sito istituzionale di Umbria Cultura.

_La seconda immagine, con l'Osiride verde detto anche 'vegetante', proviene dal Libro dei Morti dalle collezioni del British Museum: papiro del sacerdote Pinedjem II.


Note al testo ---

[1] Cfr. Giovanni D'Aloe, I colori simbolici. Origini di un linguaggio universale, Gabrielli Editori, S. Pietro in Cariano (Vr), 2004, p. 80.

[2] Cfr. Boris de Rachewiltz, Egitto magico-religioso, Boringhieri, Torino, 1961, p. 120.

[3] Cfr. Alessio Leo, Da Osiride a Cristo. Il paganesimo dei cristiani dell'Antico Egitto, Edizioni Albo Versorio, Milano, 2015, p. 97.

[4] Cfr. Enrico Comba e Margherita Amateis, Le porte dell'anno: cerimonie stagionali e mascherate animali, Accademia University Press, Torino, 2019, pp. 24 e 213.

venerdì 2 maggio 2025

Funghi Matti: la danza estatica nel Bosco degli Antenati.

Il dio possiede gli uomini attraverso l'ingestione di funghi che provoca una danza selvaggia.
È il caso del fungo allucinatorio per eccellenza:
l'Amanita Muscaria...

« In diverse regioni dell'Italia settentrionale, questo fungo viene denominato ovol matt, bolé matt, coco mato, con chiaro riferimento alle sue proprietà inebrianti

[...] L'ingestione dell'Amanita muscaria produce uno stato di ebbrezza che, sviluppandosi in diverse fasi, passa dall'euforia e dalla voglia di ballare e di cantare, all'esperire dimensioni psichiche visionarie. » [1]

Là dove cadeva un fulmine si credeva crescesse il fungo:
la divinità aveva manifestato la Sua volontà.
Ingerire il fungo era come essere posseduti dal dio...

« [...] fulmine e fungo vengono tra loro simpaticamente associati, poiché entrambi manifestazioni del sacro, ierofanie, e di forza, cratofanie. » [2]

Nel cartoon Fantasia (1940) dei funghetti si animano sulle note della Sinfonia dello Schiaccianoci del compositore russo Tchaikovsky:
nella sequenza è sottesa la ➔danza allucinatoria che il fungo disegnato produce...

« Indubbiamente il più iconico di tutti i funghi del mondo, l'ovolo malefico figura sui biglietti di auguri natalizi e [...] nel film di Walt Disney Fantasia del 1940. » [3]
Nella foresta abitano i Numi. Il poeta latino Stazio, nelle Selve, si rivolge ai Mani:
che mostrino all'anima del padre l'accesso allo spazio sacro,
il Bosco...
« Andate o Mani dei beati
[...] mostratele il sacro bosco dove mai nessuna Erinni irruppe. » [4]

Risvegliare i Morti che abitano la foresta è pericoloso:
l'indovino Tiresia lo fa nell'Edipo di Seneca, con esiti catastrofici...

« Tutta la foresta si chinò e poi drizzò le chiome, le querce si fendettero e il bosco fu scosso dall'orrore, la terra si affossò e gemette profondamente ». [5]


➔ Consumo dei funghi in un prodigio cristiano ---

I funghi e le stimmate: una visione serafica o allucinogena?


Sacralizzazione del bosco e predicazione paganeggiante ---

Nella selva oscura: gli uomini del Bosco.


➔ Sulla danza di quei Morti che sono Larve/streghe ---

Streghe al ballo: danza macabra di risveglio.


➔ Sul bucranio nell'arte e nei cartoon ---

Un teschio nei sacrifici: gli dèi precipitati all'Inferno.


Note alle immagini ---

_In apertura, illustrazione del disegnatore inglese Arthur Rackham per il racconto The Old Woman in the Wood:
la storia è inclusa in Little Brother & Little Sister and Other Tales (1917) dei Fratelli Grimm.


Note al testo ---

[1] Cfr. Giorgio Samorini, Mitologia delle piante inebrianti, Studio Tesi, Roma, 2016, p. 167.

[2] Cfr. Mario Giannitrapani, Il sacro arcaico: forme della sacertà neolitica: civiltà preclassiche d'Italia e d'Europa tra sciamanesimo paleolitico e ritualità etrusco-romana, Simmet, Roma, 2004, p. 50.

[3] Cfr. Lawrence Millman, Funghipedia. Miti, leggende e segreti dei funghi, Il Saggiatore, Milano, 2020, p. 166.

[4] Cfr. Stazio, Le selve, a cura di Luca Canali e Maria Pellegrini, Fabbri Centauria, Milano, 2015, p. 291.

[5] Cfr. Seneca, Edipo, traduzione di Guido Paduano, Fabbri Editori, Milano, 1994, p. 83

giovedì 24 aprile 2025

Cristiani o pagani? Ricordati di nutrire il Morto.

Nutrire il Morto, nella cultura antica, era così importante che la pratica resisteva tra i Cristiani in età moderna.
Ottavia Niccoli, in un articolo denso di citazioni sui riti religiosi, scriveva...

« L'idea che i morti avessero bisogno di portare con sé del cibo emerge anche dal sinodo di Melfi del 1635, che biasima l'uso nelle colonie greche di porre sopra i cadaveri vino, verdure e altri cibi, e da quelli di Oristano del 1708 e di Cagliari del 1715 che ricordano "el abusu supersticioso" di lasciare nella bara arance o altri frutti » [1]

La sopravvivenza dei Vivi dipendeva dai Morti che regnavano sottoTerra: dove si decideva la fortuna del raccolto.
Ignazio Buttita, ne I Morti e il grano, notava...

« [...] la assoluta dipendenza del raccolto dalle potenze della terra è ben chiara all'agricoltore arcaico. Egli sa bene che i vivi hanno bisogno dei morti per difendere i seminati e proteggere il raccolto. » [2]

Lo storico francese Fustel de Coulanges, a metà '800, spiegava che il Morto ricambiasse (!) il favore:

« [...] se i cibi eran portati sulla tomba nei giorni fissati, allora l'antenato diveniva un dio protettore ». [3]

Ai Morti si assicuravano dimore confortevoli, e l'uso pagano si è conservato nei Cimiteri cristiani: vere 'cittadelle' dell'Aldilà.

Così il poeta latino Stazio, descrivendo la tomba accogliente di Priscilla in un epicedio...

« È una casa codesta, / una vera e propria casa! Chi potrebbe chiamarlo un triste sepolcro? » [4]


➔ Sulle tecniche evocative e difensive dai Morti:

Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.

Una statuetta per evocare il Morto: indizi nelle Fonti.


➔ Sui 'pasti' funebri, vedi:

Il "pasto di Ecate" e le tombe segrete.

Sangue profetico: i Morti che succhiano.


➔ Sugli dèi e le loro 'controfigure' Morte ---

Vivo o morto? Cristo e gli dèi mutanti dell'antichità.


Nota all'immagine ---

_La miniatura in apertura è tratta dal manoscritto Stowe 17 della British Library, detto anche Libro d'Ore di Maastricht: folio 200 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Ottavia Niccoli, Nihil (in)certius morte. A proposit di una percezione incerta della morte in età moderna in Storica. Rivista quadrimestrale, anno XXVI, n. 76, 2020, Viella s.r.l. e Associazione "Storica", p. 72.

[2] Cfr. Ignazio Buttitta, I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa, Meltemi, Roma, 2006, p. 89.

[3] Cfr. Fustel de Coulanges, La città antica, Sansoni, Firenze, 1972, p. 30.

[4] Cfr. Stazio, Le selve, a cura di Luca Canali e Maria Pellegrini, Libro V, 1, vv. 235-237.

venerdì 11 aprile 2025

Animali resuscitati: gli Indovini-macellai.

Per vedere nel futuro, si usavano (spesso) le ossa degli animali.
Mircea Eliade faceva alcuni esempi...

« Sempre a proposito di un risorgere dalle ossa, si potrebbe ricordare la celebre visione di Ezechiele
[...] Allora disse: "Profetizza su queste ossa e di' loro: Ossa disseccate, ascoltate la parola dell'Eterno!"

[...] A tale riguardo bisognerebbe citare anche la divinazione a mezzo di una scapola di ariete o di pecora, molto diffusa fra i Calmucchi, i Kirghisi e i Mongoli ». [1]

Divinare con le ossa degli animali era la pratica più frequente:
tanto che lo storico Marcel Detienne scriveva come gli indovini fossero (veri) macellai...

« Radunando intorno al suo altare i ministri del coltello e i servitori del fuoco, l'Apollo del santuario di Pila invita dunque a non separare gli indovini dai macellai.

I possenti ministri di Apollo nel suo tempio-cucina di Pila sono rappresentati con il coltello alla cintola, nella sua guaina, e pronti a rendere i servigi attesi dagli indovini-macellai radunati intorno al dio crepitante ». [2]

Per risvegliare gli animali, se ne ricomponevano le ossa:
resuscitare gli animali assicurava alla tribù la sopravvivenza...

« [...] queste concezioni risalgono, molto probabilmente, come si è detto, alle antiche divinità della caccia, come Sedna, Erlik o la stessa Diana, che ridavano vita alla selvaggina ogni volta che un esemplare veniva ucciso affinché il numero dei capi rimanesse costante.

Nella metà del 1700, degli sciamani lapponi "spiegarono ai missionari danesi che le ossa andavano raccolte e ordinate con cura perché in questo modo, il dio a cui il sacrificio era rivolto, avrebbe ridato vita agli animali uccisi
». [3]


Animali in grado di predire il futuro e stregoni capaci di comprenderne la voce:

Animali parlanti: gli Antenati che tornano.

Animali Incantati: dal mito di Orfeo all'incanto dei Santi.


Nota all'immagine ---

_La miniatura in apertura, con un tasso 'acrobata' e sezionato, è tratta dal Bestiario Harley ms 4751: folio 30r.


Note al testo ---

[1] Cfr. Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi, Edizioni Mediterranee, Roma, 1975, pp. 186 e 188.

[2] Cfr. Marcel Detienne, Un approccio sperimentale al politeismo greco, traduzione di Francesco Tissoni, Adelphi, Milano, 2002, pp. 100 e 236.

[3] Cfr. Emanuela Chiavarelli, Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti, Bulzoni Editore, Roma, 2007, p. 180.

venerdì 4 aprile 2025

L'ordalia del Toro: sacerdotesse dagli occhi bovini.

Il sangue di un Toro era necessario per smascherare le aspiranti sacerdotesse infedeli al loro mandato:
perché (proprio) il toro?
Lo storico francese Marcel Detienne scrive...

« Terra possiede un santuario [...] nonché una sacerdotessa che deve restare "casta" durante il suo sacerdozio e può avere avuto rapporti con un solo uomo prima di ricevere gli ordini.
Una ordalia con il sangue di toro consente di scartare la candidata che mentisse sul suo stato
.

[...] Plinio il Vecchio, compilando la lista dei "rimedi" forniti dagli animali, ci informa che generalmente "il sangue di toro, fresco, è considerato un veleno, eccettuato a Egeria dove la sacerdotessa della Terra, quando deve rendere un oracolo, ne beve prima di scendere nella caverna ». [1]

Il toro è un simbolo di fertilità:
il suo scheletro è in (stretta) relazione con la donna...

« Il corno dei bovidi è pertanto diventato anche un simbolo lunare proprio perché evoca la luna nuova, il crescente lunare.
[...] Un'identificazione del toro con l'utero è stata riscontrata peraltro anche in virtù delle similitudini che l'apparato genitale femminile presenta rispetto al bucranio del bovide ». [2]

La falce di Luna porta sia alla Donna sia alle corna del Toro:
questa relazione, nella cultura antica, era così stretta che la dea lunare aveva occhi bovini...

« Le cosiddette figlie di Elio sono in verità sacerdotesse della Luna; nell'antica mitologia europea infatti i bovini erano animali sacri alla Luna più che al Sole; e la madre di Elio, Eurifaessa dagli occhi bovini, è la Luna stessa ». [3]


➔ Sulla dea Taurina che governa le acque, e la forma della barca che allude alle corna:

La Madonna del Mare e la barca di Iside.


➔ Sul sacrificio del Toro reso alla Dèa:

Il Toro nel Labirinto: la Labrys della Dea e il sacrificio del Dio fecondatore.


➔ Sul culto degli dèi cornuti:

La luna e le corna: il culto della Vacca lunare.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura tratta da un manoscritto con la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, citata nel sito della British Library: Arundel Ms 98, folio 85v.


Note al testo ---

[1] Cfr. Marcel Detienne, Apollo con il coltello in mano Adelphi, Milano, 2002, p. 215.

[2] Cfr. Mario Giannitrapani, Il sacro arcaico: forme della sacertà neolitica. Civiltà preclassiche d'Italia e d'Europa tra sciamanesimo paleolitico e ritualità etrusco-romana, Symmetria, Roma,2004, pp. 85 e 87.

[3] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1985, nota 1 a p. 140.

venerdì 28 marzo 2025

Fata o strega? Non guardare nella stanza della MammaDraga...

Il linguista Mario Alinei parla della Mammadraga:
un indizio di Matriarcato sopravvissuto nelle Fiabe Siciliane...

« La figura siciliana della mammadraga è centrale nella letteratura popolare dell'isola e rappresenta uno dei più importanti relitti della figura totemica matrilineare. » [1]

La Mammadraga è ciò che resta della Grande Madre:
molto più di una (semplice) strega...

« [...] al limitare, avviene l'incontro con la Mammadraga, in tutte le redazioni siciliane di questa fiaba chiaramente sentita come essere primordiale, portatore di una matriarcale quanto famelica potenza -ben diversa dalle semplici vecchie o streghe della comune tradizione europea. » [2]

La donna-drago deteneva poteri numinosi:
lo storico francese Jacques Le Goff raccontava il divieto infranto dalla madre di Henno:
aveva osato praticare un buco sulla parete per → vedere, con i suoi occhi, la Donna-Drago...

« [...] la madre di Henno nota che la giovane donna, che si finge pia, evita l'inizio e la fine delle messe, si sottrae all'aspersione dell'acqua benedetta e si astiene dalla comunione.
Incuriosita fa un buco nel muro della camera della nuora e la sorprende mentre sta facendo il bagno sotto forma di drago (draco)
. » [3]

Gli animali sono attratti dalla donna, o ne formano una parte.

La donna-Animale rimase, nell'immaginario medievale, una traccia della Fata: trasformata in →strega e demonizzata...

« Che l'animale guida sia, come in questo caso, quasi una bussola oltremondana che infallibilmente punta verso la fata [...] come la presenza della coda serpentiforme in Melusina. » [4]


Animali dalle sembianze femminili:

Donna-belva: lo Spirito femminile del bosco.


Donne sacralizzate e/o demonizzate:

Donne protettrici: la Madonna vs. Ecate.

Il "giuoco di Diana" e la Signora Oriente: censure Mariane.


➔ L'intesa Amorosa tra il cacciatore e la sua preda:

Amore per la Bestia: il potere dell'Animale e lo Spirito dominatore del Bosco.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura tratta dal manosocritto 42130 della British Library: folio 52 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Mario Alinei e Francesco Benozzo, DESLI. Dizionario Etimologico Semantico della Lingua Italiana, Pendragon, Bologna, 2015, p. 75.

[2] Cfr. La fiaba di magia in Sicilia, a cura di Renato Aprile, Sellerio, Palermo, 1991, p. 196.

[3] Cfr. Jacques Le Goff, Tempo della Chiesa e tempo del mercante, Einaudi, Torino, 1977, p. 287.
→ Si riferisce al racconto "Henno cum dentibus": estratto dal romanzo medievale De nugis curialium.

[4] Cfr. Carlo Donà, Per le vie dell'altro mondo. L'animale guida e i misteri del viaggio, Cooperativa Libraria Editrice Universitaria, Padova, 2001, pp. 429-430.

venerdì 14 marzo 2025

Diana Infernale: il rito funerario della Donna.

Il poeta latino Stazio ci descrive una delle sacerdotesse del culto infero di Diana...

« [...] la vecchia sacerdotessa di Diana Infernale accompagnò lui che tentava / e progettava di portare i suoi passi di uomo vivo nel Tartaro. » [1]

Perché Diana era associata ai Morti?
Nel mondo latino, ai Morti era dedicato il mese di febbraio:
la Dea che regnava sui primi frutti dell'anno -detenendo il potere Generativo- aveva (anche) il dominio sul mondo Infero...

« Attestano questa ipotesi [...] il culto di Diana Artemide cui si offrivano i primi frutti della produzione annuale. » [2]

Un'altra dèa è citata da Virgilio, nell'Eneide, come custode delle porte del sottoSuolo:
è Giunone, e per avere accesso agli Inferi Enea dovrà esibire il ramo d'Oro [il Vischio] a Lei gradito...

« Si cela in un albero ombroso
un ramo d'oro nelle foglie e nel flessibile vimine,
consacrato a Giunone inferna; tutto il bosco
lo copre, e lo racchiudono ombre in oscure convalli
. » [3]

Nel Vangelo di Pietro, uno scritto apocrifo, Maria di Magdala scende nel Sepolcro a detergere il corpo del Cristo...

« All'alba della domenica, Maria Maddalena, discepola del Signore, [...] non aveva compiuto, al sepolcro del Signore, le cose che sono solite compiere le donne per coloro che sono morti e che sono loro cari.
Prendendo con sé le amiche andò al sepolcro, dove era stato deposto
. » [4]

I miti traducono pratiche religiose.
Alle donne erano affidate la cura e la comunicazione coi defunti.
L'antropologo romeno Mircea Eliade scrive...

« Nei tempi antichi i morti si seppellivano nel recinto domestico, nel luogo dove si conservavano le sementi:
ebbene, a custodia delle sementi rimase per molto tempo la donna
. » [5]

I Morti conoscono il futuro:
per trarre oracoli, le donne -comunicando coi Morti- erano le veggenti più indicate...

« I riti funebri, come esclusivo affare di donne, dovevano essere un'usanza antichissima, e lo speciale status delle donne nelle antiche culture, senza dubbio, si fondava in parte sulla gestione di queste pratiche.
L'antropologa C. Nadia Sumeretakis ha pubblicato una dettagliata relazione su queste pratiche che si tenevano nella parte interna di Mani, provincia del nord della Grecia, dove (esclusivamente) le donne anziane riesumavano il cadavere tre anni dopo l'interramento per liberare le ossa dalla carne [...]; dalle ossa le donne potevano poi trarre oracoli. » [6]


➔ Sui poteri predittivi della donna:

Uccelli stregati: divinare con le poppe...


➔ A proposito della voce dei Morti:

"Specchio delle mie brame..." Vuoi conoscere il Futuro? Chiedi allo specchio.

Vivo o morto? Cristo e gli dèi mutanti dell'antichità.


➔ Sulla cristianizzazione dei luoghi sacri a Diana:

Il "giuoco di Diana" e la Signora Oriente: censure Mariane.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura a margine del manoscritto Yates Thompson ms 13 della British Library: folio 109 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Stazio, Le selve, Libro V, a cura di Luca Canali e Maria Pellegrini, Fabbri Centauria, Milano, 2015, p. 291.

[2] Cfr. Emanuela Chiavarelli, Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti, Bulzoni Editore, Roma, 2007, p. 34.
➔ Si riferisce all'antropologo Marcel Detienne che scrive:

« Là dove regnava, Artemide attende i primi frutti dell'anno come sua spettanza: il Viticoltore, Oineús, il giorno in cui dimenticò di presentargliele sulle pendici del suo vigneto, vide spuntare in rappresaglia il terribile cinghiale di Calidone, che provocò la rovina delle colture e la morte in tutta la zona. »

Cfr. Detienne, Apollo con il coltello in mano, Adelphi, Milano, 2002, pp. 284-285.

[3] Cfr. Virgilio, Eneide, Libro VI, vv. 136-139, traduzione di Luca Canali, Fabbri Centauria, 2015.

[4] Cfr. Vangeli della Passione e Resurrezione: Vangelo di Pietro in Vangeli Apocrifi, Einaudi, Torino, 1990, p. 296.

[5] Cfr. Mircea Eliade, Storia delle credenze e delle idee religiose. Da Gautama Buddha al Cristianesimo, Sansoni Editore, vol. II, Firenze, 1980, p. 18.

[6] Cfr. Vicki Noble, La Dea Doppia. Donne che condividono il potere, Venexia, Roma, 2005, pp. 107 e 109.

mercoledì 5 marzo 2025

Amore per la Bestia: il potere dell'Animale e lo Spirito dominatore del Bosco.

L'antropologo Dmitry Konstantinovich Zelenin spiegava come, nella mentalità primitiva, il successo nella caccia ad un animale fosse il risultato di un (vero) sentimento d'amore tra il cacciatore e la sua preda...

« Il successo del cacciatore dipende dalla bestia, dal modo in cui essa guarda all'uomo.
Tra l'uomo e l'animale esiste un legame segreto; se l'animale "non ama" il cacciatore questi non lo potrà catturare
. » [1]

Affinché la caccia fosse fruttuosa, bisognava ingraziarsi il favore dello Spirito del Bosco e -di conseguenza- dell'animale che dominava.
I racconti popolari sulla caccia 'amorosa' presentano uno Spirito, dèa della Selva, che ricorda i poteri di Artemide...

« in queste donne dei boschi si riconosce l'eredità di antiche o antichissime signore degli animali, come Artemide o la georgiana Dali ». [2]

Ingannare l'animale era necessario se lo si voleva catturare:
al punto da fingere l'Amore.
L'idea che la bestia intendesse i sentimenti umani è alla base di (molte) narrazioni: è il caso de La Bella e la Bestia, dove un animale corrisponde al sentimento amoroso...

« [...] siamo regolarmente di fronte al riaffiorare di credenze che precedono il Cristianesimo, che affondano le radici in tempi assai remoti, quando l'uomo viveva in un rapporto di identità perfetta con il mondo animale e l'animale era investito di poteri soprannaturali, che si traducevano in atteggiamenti favorevoli, di protezione o di aiuto o in attività dannosa e pericolosa per l'uomo. » [3]


Ritualità attraverso gli animali:

La danza delle Orse di Artemide: un rito violento.


➔ La Grande Madre e i suoi paredri ferini:

La Bella e la Bestia. Tracce medievali di un mito Matriarcale.

I cervi della Dea: non spezzare il Triangolo.

L'Orsa Maggiore e la Madonna dell'orso: il mito sciamanico della Signora degli Animali.


➔ La belva come epifania della Madre:

Fata o strega? Non guardare nella stanza della MammaDraga...

Donna-belva: lo Spirito femminile del bosco.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura tratta dal Bestiario MS 2 B VII della British Library: folio 101 recto.

→ Nell'immagine, un unicorno è attratto da una Dama mentre un cacciatore lo trafigge.


Note al testo ---

[1] Cfr. D. K. Zelenin, Tabù linguistici nelle popolazioni dell'Europa orientale e dell'Asia settentrionale, saggio del 1928 edito in lingua italiana nei Quaderni di semantica, Il Mulino, Bologna, 1988, p. 241.

[2] Cfr. Carlo Donà, Per le vie dell'altro mondo. L'animale guida e i misteri del viaggio, CLEU - Cooperativa Libraria Editrice Universitaria, Padova, 2001, p. 428.

[3] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 225.

venerdì 21 febbraio 2025

Carnevale si avvicina: attenti alle Streghe che si celano sotto la Maschera.

Le streghe sono ombre di morti.
Gli antichi le chiamavano con una (sola) parola: larve.

Ne L'Asino d'Oro, Apuleio fa recitare a Lucio un inno di ringraziamento ad Iside per le Larve che la dea trattiene sottoterra...

« larvales impetus comprimens ».

Una versione traduce « larvales impetus » come...

« gli assalti delle ombre dei morti ». [1]

Orazio, nel V Epodo, usa un'altra parola per riferirsi alle Larve: →umbra...

« petamque vultus umbra curvis unguibus » [2]

« larva, vi conficcherò nel volto le unghie adunche » [2]

Le Larve/Ombre tornavano sulla terra per risvegliare i defunti, in precisi momenti di passaggio: come il Carnevale
→per confonderLe, era uso mascherarsi.

Il folklorista romagnolo Paolo Toschi scriveva...

« Il nome di larva, con cui i Romani indicavano anche le maschere teatrali, ci prova che le maschere erano le larve, gli spiriti dei morti, personaggi del mondo infero, che riapparivano sulla terra il giorno di inizio d'anno.

Perciò il vestito di Pulcinella è bianco, e la maschera è nera, in quanto l'uno e l'altra indicano il carattere originario di larva. » [3]

Sempre Apuleio racconta come, nel mondo antico, ci fosse una (gran) paura per le streghe che insidiavano le sepolture:
Morti (risvegliati) contro altri Morti...

« Perché dicono che non siano sicure nemmeno le tombe dei morti, e che persino nelle urne funerarie e nelle pire si cerchino resti e frammenti di cadaveri per la disgrazia dei vivi.

E pare ci siano delle vecchie streghe che nel momento stesso del funerale sono lì pronte ad agire con rapidità per portar via il cadavere dalle mani dei becchini
. » [1]

La paura che le Larve si aggirassero tra le tombe, per risvegliare i Morti placati, sopravviverà in età cristiana...

« Lawson notò che i greci dei suoi tempi, nelle isole di Chio e di Rodi, mettevano nella bocca dei morti o un pezzo di ostia consacrata o un frammento di ceramica che portava il segno della croce e la legenda "Gesù Cristo trionfa".

Gli isolani spiegarono a Lawson che facevano così per impedire a uno spirito maligno di entrare nel corpo del morto e resuscitarlo
. » [4]


➔ Sul legame tra Maschere e Morti:

Nel regno di Persefone: la dea delle Maschere.


➔ Sul mascheramento per sfuggire ai Morti, nel giorno in cui un funerale li convoca:

Vestirsi a lutto: come ingannare gli Spiriti.


Nutrimento dei Morti, necessario per placarne la collera:

Il "pasto di Ecate" e le tombe segrete.


Spaventare le Streghe x disinfestare i luoghi sacri:

Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.


Nota all'immagine ---

_La miniatura in apertura proviene da un Libro d'Ore della British Library all'uso di Saint Omer: Add MS 36684, folio 87 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Apuleio, Metamorfosi (L'asino d'oro), traduzione di Marina Cavalli, Fabbri Centauria, 2015, Libro Secondo, 20, p. 79
e → Inno ad Iside in Libro XI, 2, pp. 428-429.

[2] Cfr. Orazio, Epodo 5, verso 93, traduzione di Carlo Carena, Fabbri Centauria, Milano, 2015, pp. 316-317.

[3] Cfr. Paolo Toschi, Tradizioni popolari italiane, ERI - Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana, Torino, 1959, pp. 81-82.

[4] Cfr. Giorgio Ieranò, Demoni, mostri e prodigi. L'irrazionale e il fantastico nel mondo antico, Marsilio Editori, Venezia, 2017, pp. 26-27.

→ Ieranò si riferisce a John Cuthbert Lawson ed al suo libro "Modern Greek folklore and ancient Greek Religion", Cambridge, 1910
→ visibile, scansionato, nel sito Archive.org.

venerdì 14 febbraio 2025

Un teschio nei sacrifici: gli dèi precipitati all'Inferno.

Nella Canonizzazione di santa Caterina da Siena, affrescata alla Biblioteca Piccolomini nella Canonica del Duomo di Siena dal Pinturicchio [1492], notiamo -nella colonna a destra- un teschio animale: dalle cui orbite fuoriescono due serpenti.

Il dettaglio dei teschi animali si ripete, scolpito, sul portale della chiesa parrocchiale di San Michele a Bevagna.
Si tratta di un motivo → pagano importato nell'arte cristiana.
Nella Silly Simphony Hell's Bells (1929) il tema è citato:
un diavolo usa il cranio percuotendolo con due bacchette, come fosse uno strumento musicale...
L'immagine da dove viene?
Cirlot, nel Dizionario dei Simboli, scrive...

« Bucraneo.
Tema ornamentale che deriva dal cranio del bue o del toro impiegati negli antichi sacrifici compiuti con il fuoco
. » [1]

I predicatori cristiani demonizzarono i teschi, e gli dèi a cui -nei sacrifici- erano offerti.
Gli dèi stessi furono precipitati all'Inferno come demoni...

« Il Cristianesimo dei primi secoli, infatti, non negò l'esistenza delle divinità pagane, né il loro intervento nei fatti umani, ma respinse il loro carattere divino e in tal modo ridusse gli antichi dèi alla condizione di demoni

Così si trasformarono in diavoli non solo gli dèi maggiori e minori, ma anche i semi-dèi:
inoltre non furono annientati Lamie, Arpie, Chimere, Gerioni, ma furono confinati nell'Inferno, sudditi e collaboratori di Satana
. » [2]

L'uso apotropaico dei teschi animali per ingraziarsi il favore del dio celeste sopravvisse, nelle campagne, ancora fino al secolo scorso.

Giuseppe Bellucci, collezionista perugino di amuleti, notava come nelle campagne, dall'Umbria alla Sabina, ancora ai suoi tempi si esponessero i teschi per evitare che dal cielo venissero giù calamità...

« Nelle campagne di Orvinio e di altri paesi del territorio Sabino (Umbria meridionale) si dispongono poi in mezzo ai campi o sulla cima di piccoli alberi, o sui paletti di sostegno delle viti nelle vigne, crani di asino o di capra, ai quali si attribuisce la virtù di preservare i campi, i seminati, i frutti pendenti dai danni delle grandinate ed anche da altre influenze sinistre e singolarmente dalle azioni malefiche delle streghe o dallo sguardo invidioso dell'uomo. » [3]


➔ Sugli amuleti della collezione Bellucci, vedi:

La magia della conta: come annullare le streghe.

Il pelo malefico: un esercito di Ricci per combattere le streghe.


Note al testo ---

[1] Cfr. Jean-Eduardo Cirlot, Dizionario dei Simboli, Siad Edizioni, Milano, 1985, p. 118.

[2] Cfr. Giuseppe Bonomo, Studi demonologici, Flaccovio Editore, Palermo, 1970, p. 102.

[3] Cfr. Giuseppe Bellucci, La grandine nell'Umbria, Il Formichiere, Foligno (Pg), 2018, pp. 31-32
ristampa anastatica dell'edizione perugina [1903]

martedì 4 febbraio 2025

Cera a fuoco: il transfert proibito...

Il poeta latino Orazio, delle due streghe Canidia e Sagagna descrive un rito preciso...

« Portavano due bambole, di lana
e di cera: di lana la più grande,
capace di domare la piccina,
che stava lì, di cera, supplicante,
quasi presaga della triste fine
che tocca ai servi
».

« A che narrare
i dettagli [...] il divampar più vasto della fiamma
dal pupazzo di cera
? » [1]

Per indirizzare il → maleficio, la strega foggiava una statuetta di cera che riproduceva -in miniatura- le fattezze della vittima.
Rito praticato, ancora, dalle streghe nel Medio Evo...

« Matteuccia disse di fare una certa immagine di cera
[...] e disse alla stessa Caterina di mettere detta immagine sotto il letto di suo marito dicendo queste parole e cioè:
[...] sta fixo
come stecte Christo crucifixo,
torna a me
come tornò Christo in sè

[...]. E disse che tali parole dovevano essere ripetute tre volte ». [2]

Le streghe ricorrevano, spesso, a riproduzioni in miniatura per colpire: tanto che il Clero ne vietava l'acquisto...

« Di Sisto V Institoris ricordò anche la bolla del [14]'78, con la quale vietava ai fedeli e al clero la confezione, la benedizione e l'acquisto di statuette di cera in quanto considerate strumenti di magìa ». [3]

Affinché la candela trasmettesse il maleficio, era meglio associare alla statuetta oggetti di cui la vittima aveva avuto il possesso.
Ne La stregoneria in Italia, Romanazzi scrive...

« [...] si otteneva un feticcio ugualmente utile impastando la cera con oggetti a lui appartenuti ». [4]


➔ Sulle bambole che innescano il maleficio:

Mandragora: la 'bambolina' da onorare.


➔ Sull'uso del numero Tre nelle formule magiche:

Ripeti TRE volte: poteri dello Scongiuro.

« An-ghin-gò / Tre galline e tre capò ». I poteri del numero TRE in una filastrocca.


➔ Sulla magia imitativa, vedi anche:

Magia 'simpatica'. Animali evocati sulla carta.


Nota all'immagine ---

_La miniatura in apertura del post è digitalizzata nel sito della Morgan Library di New York.
Per segnatura, Ms M.751: folio 55r.


Note al testo ---

[1] Cfr. Orazio, Satire, 8, Libro Primo, traduzione di Carlo Carena, Fabbri Centauria, Milano, 2015, vol. secondo, vv. 30-34 e vv. 40-44, p. 533.

[2] Cfr. Domenico Mammoli, Processo alla strega Matteuccia di Francesco, Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto, 2013, pp. 23-25.

[3] Cfr. Pinuccia di Gesaro, Streghe. L'ossessione del diavolo, il repertorio dei malefizî, la repressione, Praxis 3, Bolzano, 1988, p. 659.

[4] Cfr. Andrea Romanazzi, La stregoneria in Italia: scongiuri, amuleti e riti della tradizione, Venexia, Roma, 2007, p. 57.

martedì 28 gennaio 2025

Una statuetta per evocare il Morto: indizi nelle Fonti.

Nella cultura medievale persistevano riti magici di evocazione dei Morti:
le Fonti agiografiche francescane, una silloge delle Vite dei primi frati, conservano tracce curiose...

« Tornambene, boia orvietano, [...] dietro esortazione di un suo vicino fece voto a frate Ambrogio di visitare il suo sepolcro con un'immagine di cera, se avesse voluto per misericordia prendersi cura di lui.
Formulato il voto, immediatamente l'uomo si alzò dal suo letto
. » [1]

Convocare il Morto era importante:
meglio se lo si faceva con una statuetta che ne figurasse la presenza...

« un certo Roberto, di cognome Armento [...] dietro suggerimento di un sacerdote, pentitosi, di nuovo fece voto a frate Benvenuto promettendo di portare alla sua tomba un'immagine di cera;
fatto questo, per i suoi meriti ottenne una generale guarigione delle membra e alzatosi dal suo letto personalmente visitò la tomba con l'immagine di cera promessa
. » [2]

Ma i Morti, una volta evocati ed ottenuto l'auspicio, andavano congedati.
Il rito era così scrupoloso che, nelle credenze popolari, se ne rinviene il cerimoniale...

« Per sapere chi fosse il responsabile di un furto, di un tradimento amoroso ecc., si prendeva un libro di chiesa (messale, od altro), vi si inseriva una chiave di ferro di quelle antiche facendo fuoriuscire l'occhiello.
Fatto ciò, si teneva il libro fra gli indici delle due mani.
Si chiamavano le anime dei morti chiedendo loro di rivelare il responsabile.

Pronunciando i nomi dei sospetti, il libro iniziava a girare rivelando l'identità del colpevole.
Terminato il rito, la cui natura spiritica è palese, si diceva alle anime dei morti: "Andate in pace"
. » [3]


Riti funebri attribuiti alla donna:

Diana Infernale: il rito funerario della Donna.


➔ Sui 'pasti' funebri, vedi:

Il "pasto di Ecate" e le tombe segrete.

Sangue profetico: i Morti che succhiano.


Offerte di cibo al Morto:

Cristiani o pagani? Ricordati di nutrire il Morto.


➔ Sul potere evocativo delle immagini:

Magia 'simpatica'. Animali evocati sulla carta.


Tecniche difensive contro il ritorno (ostile) dei Morti ---

Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura tratta da un Libro d'Ore inglese all'uso di Saint Omer, citato in Wikipedia e conservato alla British Lbrary.
Per segnatura: Add MS 36684, folio 84 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Ambrogio da Massa, Dialogo sulle gesta dei santi frati Minori in Fonti agiografiche dell'Ordine francescano, Editrici Francescane, Padova, 2014, p. 177 ➔ versetto 338.

[2] Cfr. Benvenuto di Gubbio, Dialogo sulle gesta..., in Fonti agiografiche..., Op. cit, p. 153 ➔ versetto 249.

[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, volume II, Edicit, Foligno, 2009, p. 387.

martedì 21 gennaio 2025

Santi o Vampiri? Il ponte (magico) tra i due mondi.

L'associazione tra Santi e Vampiri è più di una suggestione:
nel culto cristiano, la costruzione dei Santi si è fondata sul mito di demoni primitivi che vincevano la Morte attaverso il → sangue taumaturgico.
Piero Camporesi scriveva...

« San Filippo Neri, racconta un autorevole biografo, "nel sumere il sangue, lambiva e succhiava con tal affetto il calice che parea non si sapesse staccar da quello:
avendo consumato nell'orlo non solo l'indoratura, ma ancora l'argento e avendovi lasciato impressi insino i segni de' denti
. » [1]

I Santi in grado di risorgere dalla Morte si strutturarono su antecedenti credenze popolari, a base sciamanica.
Nell'immaginario contadino, le due figure erano speculari:
una alla base dell'altra...

« I vampiri erano anche un riflesso dei santi, in quanto mandati a morte più volte.
[...] I vampiri erano, più in generale, il contraltare dell'eucarestia.
L'ingestione di sangue era un perverso calco del sacramento della comunione
. » [2]

Dove finisce la Magia e inizia la Religione?
La linea distintiva che separa i due mondi (non) è netta, almeno in origine...

« La magia è un ponte che collega il mondo sensibile a quello occulto.
[...] Con l'idea della contaminazione ci si trova proprio sopra la molto incerta linea di confine tra religione e magia. » [3]


➔ Sul sangue Santo che piace ai Morti:

Sangue divinatorio: cosa cerca chi vaga nei cimiteri?

Sangue profetico: i Morti che succhiano.

➔ Sul sangue sacrificale del dio e il Suo versamento:

Sangue nel latte: riscrittura cristiana di un'offerta alla dèa Cerere.


Nota all'immagine ---

_In apertura, Martire francescano sulle vele della cappella di san Ludovico alla Scarzuola.
➔ Fu il conte Ludovico Mariscotti a promuoverne la decorazione, nel Seicento. Vedi il post:
Erylo, il mostro invincibile, e i sette martiri della Scarzuola.


Note al testo ---

[1] Cfr. Piero Camporesi, Il sugo della vita. Simbolismo e magia del sangue, Garzanti, Milano, 2007, pp. 64-65.
Camporesi si riferisce a padre Pietro Giacomo Bacci, Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della congregazione dell'oratorio, stampata da Placido Maria Visaj, Milano, 1817, p. 83
consultabile in Google Libri.

[2] Cfr. Nick Groom, Vampiri. Una nuova storia, traduzione di Denis Pitter, Il Saggiatore, Milano, 2019, p. 96.

[3] Cfr. Giulio Guidorizzi, La trama segreta del mondo. La magia nell'antichità, Il Mulino, Bologna, 2022, p. 22 e p. 42.