Giovanni Crocioni, scrivendo delle superstizioni nelle Marche, citava una Decisio De Superstitione dell'inquisitore Padre Domenico Maroni da Cagli.
Le streghe erano famose per i loro balli funebri...
« Tutti quelli dunque che hanno fatto patto, o espressamente o tacitamente, col Demonio, o per sé o per altri, questi si chiamano sortìleghi, superstiziosi, maghi, maliardi, stregoni, fattocchiari e divinatori.
Sono tali:
[...] Le donne che, mentre si portano li morti alle sepolture, fanno alcuni giri a guisa di danze o balli nelle piazze o nei sagrarii della chiesa, gridando e piangendo i morti. » [1]
Il rito della danza funebre era associato alle streghe:
nella demonologia, si era conservato il residuo di un'antica pratica di risveglio.
Ernesto De Martino descrive un rito per 'ridestare' il Morto...
« Un tempo in Westfalia durante i funerali una persona si collocava al centro della stanza mortuaria, e mentre i presenti danzavano si lasciava cadere a terra simulando la rigidità della morte.
A questo punto seguiva il lamento funebre e il bacio rituale al finto morto:
[...] Esaurita la cerimonia dei baci veniva eseguito un ballo tondo finché il finto morto al centro del cerchio si rialzava, mescolandosi alle danze. » [2]
Prendersi cura del Morto era importante.
Secondo la superstizione popolare, le streghe erano Morti trascurati:
Morti non pianti che tormentavano i Vivi.
Nei Sinodi diocesani dell'Emilia Romagna, si legge...
« Tutti potevano (ingegnandovisi) osservare le streghe, per le quali l'Epifania era giorno di fatica
[...] Con ogni verosimiglianza tutte queste streghe raffigurano le anime dei morti, libere di aggirarsi per le contrade dei vivi e di recar danno, in questa loro antichissima festa ». [3]
La paura nei Morti non pianti era così forte che, al passaggio di un feretro, si tenevano porte e finestre chiuse per evitare che l'anima del defunto entrasse in casa...
« Tanto al Sud quanto al Nord [...] è ancora in uso da qualche parte il costume, anch'esso ripetutamente condannato dai sinodi nel corso dei secoli, di aprire le finestre per consentire all'anima del moribondo di andarsene via, la finestra s'ha da chiudere, evidentemente perché l'anima del trapassato non torni. » [4]
◉ Sulle streghe e l'emancipazione femminile, vedi:
Le streghe e gli aborti: il Noce che rende libere.
◉ Sulle difese messe in atto contro gli Spiriti, vedi:
Vestirsi a lutto: come ingannare gli Spiriti.
◉ Sul potere magico di girare in cerchio, vedi:
Liturgie popolari: le origini magiche del Girotondo.
Note alle immagini ---
_Sopra, miniatura da un Libro d'Ore all'uso di Roma, con scheletri che danzano in cerchio.
⮩ È tratta da un manoscritto visibile nel sito della Bodleian Library di Oxford, Ms. Douce 135: folio 72 recto.
_In apertura del post, incisione con scheletri danzanti opera di Michael Wolgemut, dalle Cronache di Norimberga di Hartmann Schedel.
Su Wikipedia è visibile una riproduzione.
Note al testo ---
[1] Cfr. Giovanni Crocioni, Superstizioni e pregiudizi nelle Marche durante il Seicento, Cappelli, Bologna, 1974, p. 65.
⮩ Crocioni si riferiva alle Decisiones prudentiales casuum et quaesitorum conscientiae..., edite a Forlì nel 1702 e riportate in Opac Nazionale.
[2] Cfr. Ernesto De Martino, Morte e pianto rituale: dal lamento funebre antico al pianto di Maria, Boringhieri, Torino, 1975, p. 291.
[3] Cfr. Cleto Corrain e Pierluigi Zampini, Documenti Etnografci e folkloristici nei Sinodi Diocesani dell'Emilia-Romagna, Estratto da "Palestra del Clero", Rovigo, 1964, p. 10.
[4] Cfr. Annamaria Rivera, Il mago, il santo, la morte, la festa : forme religiose nella cultura popolare, Dedalo, Bari, 1988, p. 78.
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