mercoledì 20 dicembre 2023

I cervi della Dea: non spezzare il Triangolo.


Il manoscritto 42130 della British Library ci mostra una donna con un triangolo tracciato sul viso.
Notarne il vertice: è rivolto verso il basso.

Il triangolo al rovescio, che allude al pube femminile, è uno dei simboli del Matriarcato.
La cultrice di Simboli Nadia Julien scriveva...

« Triangolo.
Rovesciato, raffigura la coppa pronta a ricevere l'Acqua, corrisponde alla femminilità
». [1]

Una riflessione sul Triangolo e su un oggetto collegato:
la Scala.

Passare sotto una scala porta male perché equivale a rompere il Triangolo:

« La scala, sotto la quale non bisognerebbe mai passare, è un simbolo importante per molte religioni arcaiche.

[...] la scala appoggiata a un muro o un albero formerebbe il lato più lungo di un triangolo, simbolo della Trinità.

Chi attraversa il triangolo dissacra questo simbolo e rivela affinità con il diavolo. » [2]

Il triangolo, che siamo abituati ad associare ad una divinità maschile come Trinità, apparteneva in origine alla Dèa.

Il potere Matriarcale prevedeva un Triangolo al cui vertice stava la Madre ed alla cui base erano, solitamente, due animali.

Ciò si vede bene nel vaso François, nell'intradosso dei manici,
→ dove la Pòtnia stringe e domina due belve:
una è (proprio) un cervo.

L'antropologo Carlo Tullio-Altan scriveva...

« Coll'avvento della civiltà agricola del Neolitico gli animali che si associano alla figura della dea sono anche domestici, come appare dalle frequenti rappresentazioni della triade composta dalla figura della dea e di due animali, che possono essere selvaggi, come i leoni e i serpenti, o domestici, come i tori. » [3]

L'animale paredro della Dea Madre si conserva, nel filtro cristiano, nelle agiografie dei proto-Martiri.
Sant'Egidio e santo Stefano, paredri della Madonna, sono legati ad una cerva...

« Al santo [Egidio] fu dedicata l'abbazia eretta sul colle del capro selvatico ovvero il monte caperno, sacro alla dea Diana che frequentava i boschi in compagnia di una cerva.

Nell'agiografia si narra che l'eremita Egidio si nutriva del latte di una cerva; anche di s. Stefano, ancora infante, si riferisce che, dopo essere stato sottratto dalla culla dal demonio, fu allattato da una cerva bianca
.

[...] In tal modo associando i culti di S. Maria, di s. Stefano e di
s. Egidio si ricostituì la santa triade che occultò la presenza della Dea Triforme
. » [4]

◉ La Triade Matriarcale si trasformò, nel filtro cristiano, in numerose Trinità femminili.
Nell'Enciclopedia dei Simboli, Biedermann ne citava alcune...

« Il desiderio di vedere rappresentati in triadi esseri potenti, soprattutto femminili, è più spiccato di quello che coinvolge trinità divine maschili.

Nel Sud dell'Europa centrale, in epoca romana, venivano venerate in varie forme tre madri (Matres, Matronae, Matrae);
il culto di tali triadi femminili continuò nell'area alpina come venerazione di leggendarie donne sante, le "tre Beth" con nomi come 'Ainbeth, Wilbeth e Warbeth' (oppure Caterina, Barbara e Lucia; ne esistono molte varianti)
. » [5]


◉ Gli animali paredri della dèa, nel culto cristiano ---

La Bella e la Bestia. Tracce medievali di un mito Matriarcale.

L'Orsa Maggiore e la Madonna dell'orso:
il mito sciamanico della Signora degli Animali
.

Falco o gufo?
La Dea dell'ombra e le piume diaboliche
.


◉ Sulla dèa Trinitaria, e la sua sopravvivenza nell'iconografia medievale, vedi:

Madonna a Tre Teste: incredibile affresco all'abbazia di San Pietro a Perugia!

La Madonna a Tre Teste e quei due angeli sospetti...


Note alle immagini ---

_Sopra, miniatura dallo Speculum historiale di Vincent de Beauvais: su Wikipedia è un approfondimento.
➔ Il manoscritto francese è visibile, integralmente, nel sito della BnF di Parigi: folio 157 verso.

_La miniatura in apertura è tratta dal manoscritto 42130 della British Library, detto anche Salterio Luttrell dal nome del suo committente e primo possessore ➔vedi la pagina dedicata su Wikipedia.
➔La miniatura si trova nel folio 80 recto.

_La seconda miniatura del post è tratta dal Roman de Renart.
In Gallica, è visibile l'esemplare della Bnf.
Per segnatura: Français 12584.
➔ La miniaura, con tre animali che si dirigono verso una scala, è al folio 16 verso.

_Per il vaso François, vedi la relativa pagina su Wikipedia e le foto con i due dettagli [1 e 2] della Pòtnia che regge due belve: attribuito al pittore Kleitias.

➔ Per un affresco giottesco con santo Stefano allattato da una cerva, vedi il Catalogo dei Beni Culturali.


Note al testo ---

[1] Cfr. Julien, Il linguaggio dei simboli, Mondadori, Milano, 1997, p. 347.

[2] Cfr. Paolo Iacci, Il fattore C: fortuna e determinazione nella vita e nel lavoro, Guerini next, Milano, 2017, pp. 71-72.

[3] Cfr. Carlo Tullio-Altan, Lo spirito religioso del mondo primitivo, Il Saggiatore, Milano, 1960, p. 317.

[4] Cfr. Walter Mazzilli, Notizie sul convento francescano di Piediluco in Il santuario di s. Francesco d'Assisi in Piediluco, Edizioni Thyrus, Terni, 1999, pp. 168-169.

[5] Cfr. Hans Biedermann, Enciclopedia dei Simboli, Garzanti, Milano, 2006, p. 545.

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