mercoledì 16 novembre 2022
Il Toro nel Labirinto: la Labrys della Dea e il sacrificio del Dio fecondatore.
Diodoro Siculo, nella Biblioteca Storica, ci racconta come le donne, per ottenere fertilità, si spogliassero nude davanti ad un toro venerato in nome di Apis...
« [...] i sacerdoti che hanno quest'incarico portano il vitello dapprima a Nilopoli, dove lo allevano per quaranta giorni, quindi, fattolo salire su una nave con una cabina dorata, lo conducono a Menfi, nel santuario di Efesto.
Nei quaranta giorni di cui si diceva lo possono vedere soltanto le donne:
gli stanno di fronte e gli mostrano, tiradosi su le vesti, i genitali:
ma d'allora in poi, è proibito loro di venire al cospetto di questo dio. » [1]
L'adorazione del Toro Apis, che gli Ebrei avevano riportato dall'Egitto sotto forma di Vitello d'oro, era comune ai popoli del Mediterraneo: gli Ebrei pagani non facevano eccezione...
« [...] notiamo che, in forma di toro, Zeus rapì Europa (epifania della Madre), si unì ad Antiope e tentò di far violenza a sua sorella Demetra.
E a Creta si leggeva uno strano epitaffio:
"Qui giace il grande bovino che si chiama Zeus".
Le divinità lunari mediterraneo-orientali erano rappresentate in forma di toro e investite di attributi taurini. » [2]
Il toro, simbolo del potere della Dèa, era ospitato nel Suo tempio Minoico: il Labirinto.
La Labrys della Grande Madre era una cosa sola con il Labirinto:
la radice comune delle due parole ne è la prova...
« Sir Arthur Evans fa l'ipotesi che il Labirinto fosse appunto il palazzo stesso, così chiamato dalla labrys o doppia ascia, l'emblema della sovranità in Creta, che aveva la forma di due quarti di luna (crescente e decrescente) uniti a dorso e simboleggianti il potere creatore e distruttore della dea. » [3]
Uccidere il Toro, in cerimonie (tauromachie) sopravvissute poi in forma ludica, era come fare un voto alla Dèa:
il Toro si cacciava non solo in Spagna, ma perfino a Trieste!
Questa usanza era ancora sentita all'inizio dell'Ottocento, quando Antonio Cratey la riportava [1808] nella Perigrafia dei nomi imposti alle androne, contrade e piazze di Trieste...
« [...] e ridotto il terreno ad uso di squero, che poscia fu rinchiuso, ed in esso si facevano da principio nel carnovale le caccie del toro ». [4]
◉ Sul dio toro Apis, e gli dèi cornuti della fertilità, vedi il post:
La luna e le corna:
il culto della Vacca lunare.
◉ Sulla continuità tra mitologia egizia e tradizione agiografica a Trieste, vedi il post:
Osiride e San Giusto: i due Annegati che regnavano sui Morti.
Note alle immagini ---
_In apertura del post, miniatura con un toro dal Bestiario Harley ms 4751, visibile nel sito della British Library: folio 22 verso.
_La seconda immagine è una miniatura dal manoscritto W.106 del Walters Art Museum.
Opera del miniatore William de Brailes, l'Adorazione del Vitello d'Oro è visibile anche su Wikipedia: folio 13 recto.
_In chiusura del post, bovino trafitto da un cacciatore dal Bestiario Add ms 11283, visibile nel sito della British Library: folio 3 recto.
Note al testo ---
[1] Cfr. Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, Libro I, paragrafo 85, BUR Rizzoli, Milano, 2004, pp. 367-369.
[2] Cfr. Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, Bollati Borighieri, Torino, 2001, pp. 89-91.
[3] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Miano, 1985, nota 8 a p. 269.
[4] Cfr. Antonio Cratey, Perigrafia dell'origine dei nomi imposti alle androne, contrade e piazze di Trieste [...] pubblicata nell'anno 1808 da Antonio Cratey, dalla tipografia di Gasparo Weis, Trieste, p. 256.
→ Il libro si può consultare anche on-line, su Google Libri e nel sito dell'Università degli Studi di Trieste, in estensione .pdf.
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