Padre Ugolino Nicolini, in un articolo sulla stregoneria in Umbria, citava il Processo (1567) subito da una strega -di nome Porzia- del contado perugino...
« Si trattava di sapere se la padrona di casa, incinta, avrebbe partorito un maschio o una femmina.
Lo strumento per il sortilegio era costituito da uno specchio, lasciato a Porzia da un vecchio frate, specchio nel quale doveva guardare, dopo l'apposita formula di scongiuro suggerita dal frate, una fanciulla innocente. » [1]
Lo specchio è uno strumento di contatto con i Morti:
la società medievale ne aveva ereditato l'uso dalla cultura tribale.
Mircea Eliade scriveva...
« i morti sanno tutto.
È una credenza universale che la mantica si spieghi col commercio coi morti.
[...] Guardando nello specchio, lo sciamano può vedere l'anima del defunto. » [2]
I Morti, dotati di Onniveggenza, avrebbero predetto il futuro:
un bambino, più vicino al mondo sovrasensibile, privo di filtri razionali - meglio se figlio di un Mago! -, si credeva capace di ascoltarne la voce:
guardando attraverso lo specchio.
Ne Le Arti Magiche si legge...
« Si metteva uno specchio davanti ad un fanciullo, che d'ordinario era il figlio del mago, od un fanciullo che abitava nella stessa casa, e lo si metteva in una posizione tale che il solo ragazzo potesse vedere la superficie riflettente [...].
Allora il mago domandava al suo allievo che cosa vedesse sul terso metallo, e la risposta che dava il fanciullo era esattamente quanto doveva accadere nel futuro. » [3]
Ma il contatto con i Morti, assicurato dallo specchio, non era (sempre) gradito.
Proprio per evitare che la casa si infestasse quando c'era il morto in casa, gli specchi venivano coperti.
L'antropologo Giancarlo Baronti raccolse, in proposito, molte testimonianze preziose...
« La velatura degli specchi costituisce una delle prime azioni che si compiono nei primi momenti che seguono il decesso e in genere riguarda la stanza del morto, ma in alcuni casi viene estesa a tutta la casa
[...] "Se coprivono subito i specchie perché n ce se deve riflette l'immagine del morto sennò armane di lì e non je la fà a partì." » [4]
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura con un giovane uomo che guarda, riflessa, la propria immagine su uno specchio: la Morte -in persona- lo regge.
→ Immagine tratta dal sito de la Bibliothèque Mazarine di Parigi:
Ms 507, folio 113.
Si trova, anche, in Biblissima.
◉ Post sul pericolo di uno specchio rotto:
Non rompere lo specchio: i Morti che proteggono dai dèmoni.
◉ Sul legame tra bambini e mondo magico, vedi:
Bambini pagani? I piccoli Maghi e il Limbo.
M'ama / non m'ama: una divinazione d'amore fatta con i fiori.
Note al testo ---
[1] Cfr. Ugolino Nicolini, La stregoneria a Perugia e in Umbria nel medioevo: con i testi di sette processi a Perugia e uno a Bologna, estratto dal Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria, n. 84, Perugia, 1987, pp. 8-9.
→ Nicolini aveva desunto il testo da:
Antonino Bertolotti, Streghe sortiere e maliardi nel secolo XVI in Roma, Arnaldo Forni Editore [ristampa anastatica, 1979], Firenze, 1883, pp. 69-71.
"La Porzia teneva uno specchietto rotondo, chiuso da una scatoletta lignea, che le aveva lasciato un vecchio frate, morendo.
Questo specchio chiamavasi l'Angelo Bianco, poiché uno spirito, detto Gian Paolo, eravi stato constretto dal vecchio frate."
[2] Cfr. Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi, Edizioni Mediterranee, Roma, 1974, pp. 106 e 178.
[3] Cfr. Le Arti Magiche: magia suprema rossa e nera, segreti per diventare maghi, amuleti, filtri, ricette e formule magiche, Hermes Edizioni, Roma, 1985, pp. 142-143.
→ Consultabile alla pagina citata, su Google Libri.
[4] Cfr. Giancarlo Baronti, Margini di sicurezza: l'ideologia folclorica della morte in Umbria, Morlacchi, Perugia, 2016,
pp. 353 e 363.
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