venerdì 3 marzo 2023

Madre Nera e dèmoni protettivi: la dèa apotropaica e la Madonna Bruna.


Il colore della Grande Madre è il Nero.

« [...] il nero è all'origine il simbolo della fecondità, come nell'Antico Egitto o in Africa del nord:
il colore della terra fertile e delle nubi gonfie di pioggia
. » [1]

Le Madonne Nere servirono ad assorbire il culto Matriarcale, che aveva il colore scuro della terra.

« Proprio dalla Grande Madre derivano le Vergini Nere, le Madonne Nere dal volto scuro venerate in molti santuari. » [2]

« Sia che fosse chiamata Iside, Ishtar o Gea o con altri nomi, essa rappresentava la dea Terra ». [2]

Il Nero era associato alla Madre, con funzione protettiva.
Nelle culture antiche, la Madre Nera aveva potere apotropaico:
difendeva il culto, e chi in esso si riconosceva.

La Gorgone Medusa, con la sua Maschera nera, come già spiegava Robert Graves, era una Grande Madre protettrice che spaventava i profanatori...

« Le Gorgoni rappresentavano la triplice dea e portavano maschere profilattiche, con occhi fiammeggianti e la lingua che sporgeva tra i denti lunghissimi, per spaventare gli estranei e allontanarli dai loro misteri. » [3]

L'evocazione della Madre Oscura, ripulita da elementi orridi, rimase nella devozione mariana.
È il caso di un Santuario a Castel Ritaldi: la Madonna Bruna.

Nome biblico: il Cantico dei Cantici parlava di una Sposa Bruna in cui sopravviveva il mito delle divinità Oscure...

« Bruna son io e pur leggiarda [...]
Non state a guardare
se io son bruna.
Perché mi ha abbronzato il sole
». [4]
Malgrado le pitture del Santuario della "Bruna" raffigurino una Madonna di carnagione chiara, il Suo nome indica l'antica devozione per una Madonna Nera.

Un indizio del culto per la Madre Oscura già lo dava Luigi Fausti, in un opuscolo devozionale dei primi del '900...

« Perché fu chiamata della Bruna?
Il Vescovo Lascaris credette che ciò avvenisse per il bruno colore dell'Immagine.
Abbiam veduto che nel 1510 si voleva costruire, sul luogo della primitiva cappella, una chiesa della Madonna della Bruna.
Il nome risale dunque alle origini
. [5] »

Che fine aveva fatto la Madonna 'scura'?

Sostituita con una più accettabile, di carnagione chiara:
l'incarnato scuro di questa Madre Terra rimase (solo) nel nome...

« la priorità cronologica spetta a La Bruna, titolo che designò, crediamo, una vecchia Maestà sostituita ai primi del Cinquecento dalla pittura di Tiberio di Assisi ».

« L'immagine, infatti, difficilmente potrebbe definirsi bruna come in generale si afferma: al contrario, si direbbe soffusa di una luce interna che conferisce un tono perlaceo al suo incarnato ». [6]


◉ Sulle Madonne Nere, vedi la relativa pagina su Wikipedia.

◉ Sul Santuario della Bruna, a Castel Ritaldi, vedi la pagina nel sito de I luoghi del silenzio.


Note alle immagini ---

_In apertura del post, statua dell'Artemide Efesia, nera e ricoperta di mammelle, dal Museo Archeologico di Napoli.
⮩ Vedi la pagina dedicata alla statua in Wikipedia.

_La Gorgone nera, seconda immagine nel post, è un particolare da un vaso attico a figure nere con Perseo che uccide la Medusa, dal British Museum, metà del quinto secolo a.C.
⮩ Vedi la descrizione nel sito del Museo.


Note al testo ---

[1] Cfr. Jean Chevalier e Alain Gheerbrant, Dizionario dei Simboli, Bur Rizzoli, Milano, 1986, p. 123.

[2] Cfr. Petra Von Cronenburg, Madonne Nere. Il mistero di un culto, traduzione di Teresa Galiani, Arkeios, Roma, 2004, p. 9-10.

[3] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1983, nota 3 a p. 114.

[4] Il riferimento alla 'Sposa Bruna' è nel Cantico dei Cantici, Capitolo I, vv. 5-6.
Ho tratto il testo da La Sacra Bibbia, Conferenza Episcopale Italiana, Noventa Padovana, 1996, p. 637.

[5] Cfr. Memorie Storiche raccolte dal Canonico Luigi Fausti della [Chiesa] Metropolitana di Spoleto, Tipografia dell'Umbria,
1919, p. 6.

[6] Cfr. Santuario Madonna della Bruna in Castel Ritaldi, a cura di Giuseppe Guerrini, Spoleto, 2010, pp. 16 e 48.

martedì 21 febbraio 2023

Nel regno di Persefone: la dea delle Maschere.

Un manoscritto francese del ciclo Arturiano ci mostra, a margine del testo, un uomo incalzato da un armigero che si mette in testa una maschera diabolica cornuta.

Tra la maschera e il diavolo c'è la persona.

Il vocabolo 'persona' deriva da una parola etrusca che significa 'maschera': Phersu.
Come ci spiegano alcuni dizionari...

« Persona: dall'etrusco phersu 'maschera'. » [1]

« Persona: voce probabilmente di origine etrusca, che propriamente significava "maschera teatrale" e poi prese il valore di 'individuo di sesso non specificato', "corpo", e fu usata come termine grammaticale e teologico. » [1]
La persona nascosta dietro la maschera viene dagli Inferi: è un indizio della presenza dei Morti.

Lo storico francese Jean-Claude Schmitt spiega...

« [...] le maschere farebbero così di coloro che le portano dei posseduti dai morti.
Il lessico ha grande importanza; il termine classico larva indicava lo spirito malvagio, divenuto agli occhi della Chiesa un dannato o un demone
.

Ogni volta che condanna le mascherate la Chiesa parla di larvae daemonum.

Il diavolo e i demoni sono infatti per eccellenza le figure cristiane della maschera; "trasformano" i visi, atto sacrilego quanto mai, poiché l'uomo è stato creato a immagine di Dio
. [2]
Le maschere erano considerate evocazioni dei Morti.

Persefone, dèa Regina dei morti, ha nel nome -non a caso!- la stessa radice di persona > phersu.

Un altro studioso francese, Jean-Pierre Vernant, spiegava come la Maschera della dèa fosse il simbolo del Suo potere ctonio.

« Dal fondo dell'Ade dove dimora, la testa di Gorgo sorveglia come un guardiano le frontiere del territorio di Persefone.
La sua maschera è il simbolo dell'alterità radicale del mondo dei morti al quale nessun vivente può accostarsi. » [3]

Persefone, coperta da una Maschera, regnava sulle 'persone' (cioè sui Morti) e si accompagnava alla dèa delle streghe: Ecate...

« La regina Persefone sa essere benigna e misericordiosa.
Essa è fedele ad Ade, ma non ha avuto figli da lui e gli preferisce la compagnia di Ecate dea delle streghe
. » [4]

Post sulle divinità degli Inferi e le loro Maschere ---

La maschera delle streghe: l'identità nascosta delle masche.


Note alle immagini ---

_Sopra, due miniature con Maschere.

La penultima miniatura si riferisce alla commedia di Terenzio Andria, con protagonisti il vecchio Simo ed il suo 'liberto' Sosia (uno schiavo liberato) .
Nell'ultima miniatura, figurano Maschere riposte in una 'scaffalatura'.
Le immagini sono tratte dal Codex Vaticanus Latinus 3868, visionabile nel sito della Biblioteca Apostolica Vaticana:
folii 4 verso e 77 recto.

_La miniatura in apertura, con un uomo che mette una maschera da diavolo cornuto, proviene dalla Bnf di Parigi, manoscritto Français 95, scansionato integralmente su Gallica: folio 199 verso.

_La seconda miniatura del post, con una scimmietta che si difende dietro ad uno scudo su cui è dipinto un volto umano, proviene dal manoscritto Bodleian 264 alla Biblioteca dell'Università di Oxford, integralmente visibile nel sito dell'Istituto:
folio 55v.


Note al testo ---

[1] Cfr. Nicola Zingarelli, Vocabolario, Zanichelli, Bologna, 1997,
p. 1283.
Cfr. La Piccola Treccani: dizionario enciclopedico, vol. IX: Perit-Reay, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1996, p. 20.

[2] Cfr. Jean-Claude Schmitt, "Medioevo superstizioso", Laterza, Roma-Bari, 2005, pp. 60-61.

[3] Cfr. Jean-Pierre Vernant, Figure, Idoli, Maschere, Il Saggiatore, traduzione di Adriana Zangara, Padova, 2001, pp. 82-83.

[4] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1985, nota f a p. 108.

giovedì 9 febbraio 2023

Danza stregata: prigionieri Pagani che ballano.

Pierre Saintyves, nel suo studio sulle origini magiche del Girotondo, raccontava una terribile punizione toccata a dei pagani, prigionieri di una danza stregata per non aver rispettato la cerimonia officiata da un prete sull'altare.

Sant'Eriberto sarebbe intervenuto per spezzare la maledizione della danza stregata...

« Gli infedeli danzavano un'ultima danza in tondo, cantando:
"o madre del fuoco, potente dèa!
"

[...]Il sacerdote iniziò a confondersi e a provare una forte ira e proruppe in un grido:
"Bene alllora! Che continuino a danzare così per tutto il resto dell'anno!

Questa maledizione si esaudì subito e in tutto e per tutto.
Volenti o nolenti, dovettero danzare senza fine, nei terribili geli dell'inverno e nei brucianti calori dell'estate, sotto il sole splendente e sotto la pioggia battente, notte e giorno, senza tregua.
Non avevano né fame, né sete, né sentivano la fatica; non avevano bisogno di dormire.
Erano maledetti
. » [1]
Letizia Cimitan, nei Racconti Popolari Friulani, includeva un aneddoto sulla danza stregata di cui fu vittima un prete:
sembra una vendetta magica (quasi) a pareggiare l'aneddoto nella Vita di sant'Eriberto...

« Un ragazzo viene ricompensato da un'anima del purgatorio ed esprime tre desideri:
un violino magico che costringe la gente a danzare; un fucile infallibile; uno zufolo [flauto tradizionale] che lo porta dove lui vuole.

La prima persona che incontra è un prete.
Il ragazzo uccide un uccello e manda il prete a raccoglierlo nel cespuglio di rovi dove è caduto.
Quando il prete è dentro al cespuglio il giovane si mette a suonare il violino, costringendo il prete a danzare fra le spine
. » [2]

Andrea Romanazzi spiegava che la danza fu demonizzata dalla Chiesa come pratica deviante:
pagana e diabolica...

« Ogni sabba descritto durante i processi inquisitoriali e nelle narrazioni popolari era associato alla danza, espressione sacra degli antichi rituali pagani di fertilità.

[...] Alcuni movimenti delle "danze saltellate" presentavano una caratteristica forma di squilibrio deambulatorio che risale al culto di Dioniso, detto appunto Sphaleotas, cioè 'colui che fa vacillare'. » [3]
Note alle immagini ---

_Sopra, Lancillotto 'slega' le vittime di una danza stregata.
Miniatura tratta da un manoscritto della Bnf, integralmente scansionato su Gallica, Français 333:
folio 51 verso.

_In apertura, uomini mascherati da animali danzano, stringendosi a catena.
Miniatura tratta dal manoscritto Bodleian 264, visibile nel sito della Biblioteca dell'Università di Oxford: folio 181 verso.

_La seconda miniatura del post, con donne che danzano in cerchio, affiancate da un suonatore di organo portativo, proviene dal medesimo manoscritto Bodleian 264 di Oxford: folio 172 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Pierre Saintyves, Liturgie Popolari. Le origini magiche del Girotondo, traduzione di Michela Pazzaglia, Eleusi, Perugia, 2018,
p. 63.

[2] Cfr. Letizia Cimitan, Repertorio della narrativa di tradizione orale della Carnia, Società filologica friulana, Udine, 1988, p. 52.

[3] Cfr. Andrea Romanazzi, La stregoneria in Italia, Venexia, Roma, 2007, pp. 102-103.

mercoledì 1 febbraio 2023

La strega e lo Sdrago delle acque. Origine magica di una parola.

Cristoforo Majorana, illustrando le Eroidi di Ovidio, ci mostra la strega Medea volare a cavallo di due draghi.

L'associazione drago-strega passa attraverso le acque che la bestia si credeva abitasse.

Il drago è animale strettamente legato alle acque.
Un verbo italiano ne conserva l'origine magica: dragare.

Si 'draga' il fondo di un canale per liberarlo dalla terra che lo ostruisce.
Il linguista Mario Alinei spiega...

« La natura aquatica del drago è abbondantemente documentata
[...] Nei dialetti delle Alpi centrali e occidentali, ma anche in siciliano, il verbo draccare [...] significa "piovere a dirotto, diluviare", in corrispondenza con i nomi dragada, draunnara "pioggia insistente" e darkeriu "acquazzone". » [1]

La fertilità dipende dallo sdrago che vive a contatto con le acque:
in alcuni dialetti italiani, il drago è una cosa sola con la potenza distruttiva delle acque che domina.
L'invocazione per raccolti abbondanti, nella società contadina, vedeva proprio sfilare un drago processionale...

« Il rapporto tra draghi e fertilità
[...] ancora in epoca moderna il rito cattolico delle Rogazioni (consistente in processioni pubbliche per ottenere buoni raccolti) si accompagnava spesso al trasporto di un enorme "drago" nelle campagne. » [2]

L'indizio risolutivo è nella parola francese Sorcier (stregone → da cui Sorcellerie: stregoneria) derivante dalla parola Source:
sorgente, fonte.

Lo stregone è, prima di tutto, colui che governa le acque e il drago, che nelle acque vive, è il Suo diretto collaboratore...

« Va specificato che, una volta asceso al cielo, il drago non perde l'originaria qualità acquatica:
nella pioggia, nella tempesta, nella tromba marina, nell'arcobaleno, il legame con l'acqua resta fondamentale
.

[...] in Puglia lo sdrago è un uomo che si trasforma in nuvole durante i temporali, qualcosa di simile a uno stregone o ad uno sciamano. » [1]

Un post sul Drago processionale che evoca le pioggie ---

Le processioni del Drago: un rito medievale per ottenere fertilità.


Note alle immagini ---

_Sopra, due miniature con un drago marino dal manoscritto Royal MS 2 B VII della British Library: folii 88 verso e 89 recto.

_L'immagine in apertura, con la strega Medea a cavallo di due draghi alati, è un'illustrazione per le Eroidi di Ovidio attribuita al pittore Cristoforo Majorana, fine del '400: le miniature provengono dalla Huntington Library di San Marino, California (U.S.A.).


Note al testo ---

[1] Cfr. Mario Alinei, DESLI. Dizionario Etimologico Semantico della Lingua Italiana, Pendragon, Bologna, 2015, pp. 74-75.

[2] Cfr. Mario Alinei, Quaderni di Semantica, Volume XXIII, n°1, giugno 2002, p. 34.

martedì 17 gennaio 2023

Animali parlanti: gli Antenati che tornano.

Per conoscere il futuro si ascolta ciò che dicono gli animali.
Gli animali, infatti, parlano:
la loro voce è profetica...

« Oltre che capire il linguaggio degli uomini, gli animali parlano, ed è questa nelle nostre tradizioni popolari diffusissima credenza: in particolare c'è un giorno dell'anno in cui gli animali parlano, predicono il futuro
[...] ed è la notte della festa di Sant'Antonio (in alcune zone la credenza è riservata alla notte di Natale, per esempio in Friuli, in Carinzia, nei paesi del Nord Europa ». [1]

Dietro la voce degli animali ci sono gli antenati:
i Morti comunicano con gli uomini incarnandosi negli animali...

« Ci si inoltra per questa via nelle nebbie della preistoria, quando l'animale era posto al centro della realtà, progenitore, parente, creatore del mondo, protettore dell'individuo e del clan, oggetto di venerazione per il vincolo di parentela esistente tra i membri del clan e l'animale antenato. » [1]
Gli stregoni e i Santi interpretavano la voce profetica degli animali-Antenati.
Andreina Ciceri, nelle Tradizioni Popolari Friulane, spiegava come il mondo bucolico si basasse su questa voce antica...

« A mezzanotte parlano le fonti e gli animali
[...] A Cormons dicevano: "Gli animali hanno scaldato il Bambino, bisogna rispettarli!

Perciò ogni volta che le campane suonavano a Madìns (lis tre danzis) bisogna portare loro una bracciata di foraggio.
Guai però andarci a mezzanotte: uno li sentì parlare e, siccome annunciavano la sua morte, lanciò loro la mannaia che di rimbalzo, lo uccise
. » [2]
La Chiesa assorbì la credenza popolare negli animali parlanti il 17 gennaio, festa di sant'Antonio Abate:
nel Suo giorno, specie in Romagna, gli animali acquistavano prodigiosamente la voce...

« [...] il bovaro o l'arzdora fanno in modo di ascoltare le rivelazioni delle bestie della stalla nella notte magica; ma al solito, la prima profezia riguarda proprio la morte dell'ascoltatore, il quale in effetti, prima dell'alba, muore per la paura. »

« Così, il malgoverno delle bestie viene lamentato e punito in quanto mancanza di rispetto agli Antenati che in loro temporaneamente si incarnano

[...] Inoltre le bestie parlano con la voce dei defunti, ed essi conoscono il futuro e possono svelarlo, così come possono portare l'abbondanza e la prosperità o, se non sono fatti oggetto di rispetto, anche la sfortuna e la morte. » [3]

Gli Animali parlavano con la voce dei defunti, tanto che a loro si dava da mangiare il pasto dei Morti...

« Ma non è solo attraverso l'attribuzione della parola, che la tradizione dimostra di riservare agli animali domestici il ruolo di temporanea incarnazione delle anime dei defunti.

[...] altre usanze sembrano infatti confermare questo insieme di credenze, come ad esempio quella di nutrire, in quei giorni, certi animali domestici con le fave, il classico "cibo dei morti". » [3]

Morti non graditi: come allontanarli...

Spettro: vai via! Il rogo del paglione.


Tracce sull'incarnazione degli Avi negli Animali:

Incarnazioni animali. Animismo magico o Cristianesimo popolare?


Pratiche divinatorie sulle ossa degli animali...

Animali resuscitati: gli Indovini-macellai.


Post sulle 'stregonerie' Animali e riscontri agiografici...

Animali Incantati: dal mito di Orfeo all'incanto dei Santi.

Stregoneria Animale: il gufo succhiatore che si trasforma in capro.


Note alle immagini ---

_La miniatura sopra, con un leone dalla testa umana, è tratta dal Bestiario Add MS 11283, scansionato integralmente nel sito della British Library: folio 8r.

_Le altre miniature del post sono tratte dal manoscritto B.11.22 del Trinity College di Cambridge, visibile integralmente nel sito della Biblioteca inglese: folii 32 recto, 56 verso, 216 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, pp. 98-99 e
nota 11 a p. 108.

[2] Cfr. Andreina Ciceri, Tradizioni popolari in Friuli, Chiandetti Editore, Reana del Rojale (Udine), 1982, p. 585.

[3] Cfr. Eraldo Baldini, Alle radici del folklore romagnolo: origine e significato delle tradizioni e superstizioni, Longo, Ravenna, 1986, pp. 57-58.

lunedì 9 gennaio 2023

Chiese Incatenate e streghe prigioniere!

Una miniatura dalle Decretali Smithfield ci mostra un Vescovo che compie un esorcismo su una chiesa:
il sagrestano, a fianco, ha appena chiuso il portone e bloccato la serratura.

Dèmoni e streghe, nel MedioEvo, spesso si annidavano nelle chiese che dovevano essere 'ripulite', usando delle 'spazzole' apotropaiche!

Le chiese venivano chiuse, bloccando così i malefici delle megere all'interno...

« Se si fossero rifugiate nelle chiese, avrebbero potuto esservi bloccate dall'accorgimento di "cingere la chiesa con un filo crudo presso terra affatto":
pratica che ricorda quanto riportato da un Sinodo di Aquileia del 1602, dove gli edifici sacri venivano cinti con catene appunto per imprigionarvi dentro le streghe
. » [1]

Nella miniatura, il diavolo fugge dalla "lanterna" della chiesa!
Incatenare le chiese era una pratica ricorrente.

Si credeva che le streghe fossero Morti privi di sepoltura:
potevano aggirarsi nel mondo dei Vivi, attratte nelle chiese dagli altri Morti, seppelliti sotto il pavimento.
Seppellire i morti in chiesa fu una pratica che durò fino all'editto napoleonico di Saint Cloud, del 1806.

« Qualche superstizione riferita dai sinodi è particolarmente curiosa, come quella di cingere gli edifici sacri con catene di ferro. Si tratta di un'operazione anti-strega, come appare dalla letteratura sull'argomento.
Streghe e maghi, con questo accorgimento, restano prigionieri e si possono catturare
. » [2]

Le punte, sia naturali sia artificiali -da cui le spazzole 'appuntite'-, avevano funzione apotropaica: scacciavano gli Spiriti Maligni.
Mario Polia ci racconta qualche caso in Valnerina.

« L'agrifoglio. A Roccatamburo, per difendere la casa dalle sdreghe, il padre di Costanza sistemava sulla trave maestra del tetto, all'interno della casa, un ramo d'agrifoglio che andava a cogliere nei pressi di Vallo di Nera. » [3]
Le 'spazzole' con i loro aculei avrebbero protetto chi le teneva in mano dai dèmoni: i diavoli si sarebbero tenuti alla larga da quelle 'terribili' bacchette!

« Tra le tecniche profilattiche, la più nota era sicuramente quella legata alla magia delle punte, nella quale venivano utilizzati chiodi, frecce, punte, spade e pugnali incisi con formule magiche o figure di dèi protettori.

[...] Ecco così che chiodi, forconi, forbici aperte, spine, mani che fan le corna, pinzette e molto ancora veniva utilizzato per allontanare le streghe o la fascinazione. » [4]

Tecniche magiche per spaventare i demoni ---

Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.

Campane apotropaiche: amuleti per combattere i demoni.


Note alle immagini ---

_Sopra, miniatura con un ragazzo che usa una bacchetta apotropaica:
manoscritto Add 42130, folio 86 recto.

_La miniatura con il Vescovo esorcista, di cui nel post ho inserito la scena intera e due dettagli, proviene dalle Decretali Smithfield, manoscritto Royal MS 10 E IV della British Library:
folio 242 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Eraldo Baldini, Alle radici del folklore romagnolo, Longo Editore, Ravenna, 1986, p. 17.

[2] Cfr. Cleto Corrain e Pierluigi Zampini, Riti e credenze nei sinodi dell'Alta Italia in La religiosità popolare nella valle padana, Atti del II convegno di studi sul folklore padano, Modena, 1966, p. 181.

[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, Volume II, Edicit, Foligno, 2009, p. 643.

[4] Cfr. Andrea Romanazzi, La stregoneria in Italia, Venexia, Roma, 2007, p. 154.

martedì 3 gennaio 2023

La maschera delle streghe: l'identità nascosta delle masche.

Masche è parola piemontese che indica le streghe [1].

In origine, esse erano mascherate a partire dalla Befana:
come ci mostrano alcune incisioni di Bartolomeo Pinelli...

« Nelle incisioni di Pinelli e anche di altri artisti dell'Ottocento il grande fantoccio della Befana conservava ancora i suoi tratti di personaggio del mondo infero, di fata o di strega, dal potere ambivalente, e il segno sicuro era dato dal mascherone nero che le copriva il volto. » [2]

Le divinità degli Inferi, che regnavano sull'oscurità, erano mascherate o a volto coperto.
E tali rimasero nel folklore popolare:

« E Arlecchino, che è la più significativa delle maschere, viene dalla parola hölle inferno, e significa "l'infernale" o addirittura "il re dell'inferno":
ecco perché la maschera di Arlecchino è nera e, nei modelli più antichi, ha un ceffo spaventoso
. » [3]

« Questo carattere originario ci spiega come anche Zanni e Pulcinella abbiano la maschera nera. » [4]

L'anno riprendeva il suo corso a Carnevale: l'indizio era proprio la comparsa delle maschere nere:
la Befana era il primo dèmone nero che si manifestava per le strade...

« Carnevale è stato per molti secoli la principale festa di Capodanno e, come abbiamo avuto già occasione di dire più di una volta, in quel giorno ricomparivano sulla terra gli esseri del mondo infero, cioè i demoni. » [4]

Post sulle maschere 'Infere'...

Nel regno di Persefone: la dea delle Maschere.


Note alle immagini ---

_L'immagine sopra è un olio del pittore settecentesco Giovanni Domenico Ferretti: Arlecchino e Colombina.
Vedi la relativa pagina su Wikipedia.

_In apertura del post, sono due incisioni di Bartolomeo Pinelli che mostrano la Befana: a volto coperto e oscurato.


Note al testo ---

[1] « Segnalo mašca in Dalmazia (Lagosta), voce che in Piemonte (e in Provenza: masco) significa 'strega'. »

Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, 2000, pp. 219-220.

[2] Cfr. Paolo Toschi, Invito al folklore italiano: le regioni e le feste, Editrice Studium, Roma, 1963, p. 118.

[3] Cfr. Toschi, Arte popolare italiana, Bestetti Edizioni d'Arte, Roma, 1960, p. 305.

[4] Cfr. Toschi, Tradizioni popolari italiane, Edizioni Rai, Torino, 1959, pp. 89 e 92.