venerdì 26 luglio 2024

Terra Madre: violenza e Tabù.

Le feste cristiane di san Martino e sant'Anna si sono sovrapposte ad antichi culti agrari...

« san Martino (11 novembre) è collegato alla fase iniziale della semina e sant'Anna (26 luglio) alla fase terminale della trebbiatura del cereale.

[...] la semina è un'attività tipicamente maschile sia dal punto di vista pratico che simbolico, la trebbiatura, restituendo il seme germogliato, maturato e accresciuto dalla 'madre' terra, appare, di conseguenza, simbolicamente associata al femminile. » [1]

Lavorare i campi nel giorno di sant'Anna -la Madre della Madonna- equivale ad una profanazione: punibile con la vita...

« Sembra quasi che siano le macchine stesse che si ribellino al lavoro sacrilego loro imposto e si rivoltino contro gli uomini:

" ...L giorno de Sant'Anna n se lavorava perché è la festa de la mamma de la Madonna no.
E nvece n contadino na volta batteva e alora mentre che mboccavno l grano nt la machina, c'è ntrata anche na persona e l'ha amazzata
". » [1]

Nel mito cristiano echeggiano moniti arcaici che si ritrovano nei popoli primitivi, in giro per il mondo...

« In base a questa concezione, in vari popoli, come presso alcune tribù indiane d'America, la tribù dravidica dei Baiga e presso i popoli altaici, non si lavora la terra per non ferire e lacerare il corpo della propria madre. » [2]

Ferire la Terra Madre era pericoloso:
nel giorno a Lei consacrato, il lavoro era interdetto...

« [...] la morte dell'uomo nel corso della trebbiatura e, a maggior ragione, anche le morti precedentemente documentate in relazione a mietiture blasfeme, potrebbero velatamente ma sostanzialmente continuare ad alludere alla inesausta necessità della riparazione della più antica colpa, del 'peccato originale' della cerealicoltura: l'uccisione dei cereali. » [1]

Plutarco, nel trattato Iside e Osiride, fa riferimento alla colpa atavica dell'agricoltura: la violenza sulla Madre...

« [...] un certo poeta così allude ai mietitori:
"quando i giovani falcian le membra a Demetra
. » [3]

Nell'immaginario magico contadino, l'aratro era mortale...

« L'agricoltore si difende contro i rischi provenienti dalla numinosità dell'aratro, mangiando tre pezzetti di pane intinti nel vino, affinché il diavolo non gli nuoccia.

I sogni di aratro e arare, comportano morte
. » [4]
De Martino raccontava la 'passione' delle messi che ogni anno si ripeteva, assicurando raccolti più (o meno) abbondanti:
in base alle lacrime versate...

« Il primo covone come covone rituale è esplicitamente attestato per gli egiziani da Diodoro Siculo:
i mietitori deposte al suolo le spighe 'per prime tagliate' si abbandonano al compianto presso il covone, battendosi il petto ed invocando Iside
. »

« L'ultimo covone, o la vittima che lo rappresentava, era compianto cerimonialmente, e il nome della vittima coincideva con quello del canto funebre della mietitura. » [5]


Post sul 'sacrificio' del grano e mito cristiano ---

Cristo 'infornato': mangiare gli Dèi.

➔ Sulla coppia Dio mortale-Madre Immortale ---

Dioniso era una donna? La morte rituale del Re.

➔ Sul sacrificio divino che produce i frutti ---

Orge Sacre: il vino di Bacco e il sangue di Osiride.


Note alle immagini ---

_La miniatura sopra proviene dal Salterio Macclesfield conservato al Fitzwilliam Museum di Cambridge, visibile nel sito del museo inglese: folio 77r.

_La miniatura in apertura del post proviene dalla British Library, manoscritto Add Ms 42130 detto Luttrell Psalter:
folio 171r.


Note al testo ---

[1] Cfr. Giancarlo Baronti, Il buon uso dei santi. San Martino e sant'Anna: tradizione scritts e autonomia folclorica, Argo, Lecce, 2005, pp. 9, 118 e 152-153.

[2] Cfr. Carlo-Tullio Altan, Lo spirito religioso del mondo primitivo, Il Saggiatore, Milano, 1960, p. 320.

[3] Cfr. Plutarco, Iside e Osiride, Adelphi, Milano, 1985, p. 133 [66].

[4] Cfr. Alfonso Di Nola, La nera signora. Antropologia della morte, Newton Compton Editori, Roma, 1973, p. 157.

[5] Cfr. Ernesto de Martino, Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria, Bollati Boringhieri, Torino, 1975, pp. 255-257.

venerdì 12 luglio 2024

Sangue profetico: i Morti che succhiano.

Omero nell'Odissea canta il risveglio dell'anima di Tiresia:
Ulisse lo disseta con il sangue...

« Orsù, dalla fossa allontanati, togli l'aguzzo brando,
perché beva questo sangue e ti dica parole veraci.
[...] Appena bevé il fosco sangue,
mi parlò allora con queste parole l'esimio veggente
. » [1]

Nel mito cristiano sopravvivono le credenze antiche:
→ tanto che al Morto, già Santo, si chiedeva -attraverso il Suo sangue profetico- un auspicio per l'avvenire.

Succede, ancora oggi, nella liquefazione del sangue di san Gennaro:
una divinazione che sancisce il futuro dell'anno.

Il mondo pagano era uso ricorrere al sangue:
il poeta latino Orazio narra che le streghe Canidia e Sagagna...

« Presero a grattare la terra con le unghie e a sbranare a morsi un'agnella nera;
il sangue era versato nella fossa, per evocarne i Mani, anime che avrebbero dato responsi
. » [2]

Il sangue era prezioso: guai a versarlo.

Nate dal → sangue di Urano, versato dal figlio parricida Crono, le Erinni si sarebbero vendicate su Oreste che aveva ucciso, a sua volta, la madre Clitemnestra:
spargendo altro sangue sui viventi...

« [...] le Erinni minacciarono, se la sentenza non fosse stata mutata, di lasciar cadere sull'Attica una goccia del sangue del loro cuore, che avrebbe isterilito il suolo, distrutte le messi e ucciso tutti i fanciulli di Atene. » [3]

Le entità dell'Oltretomba non andavano indisposte.

La sete di sangue delle streghe, morte a lungo trascurate e per ciò assetate, ha la stessa origine...

« Pure la strega, analogamente al vampiro, era spesso considerata succhiatrice di sangue soprattutto dei bambini:
a tal proposito citiamo le streghe che si davano convegno sotto il noce di Benevento o le streghe della Galizia, addirittura dette 'meigas chuchonas', cioè 'grandi succhiatrici di sangue
. » [4]


◉ Sul sangue predittivo dei Morti, vedi:

Sangue divinatorio: cosa cerca chi vaga nei cimiteri?

◉ Sul vino versato, che diventa sangue di Dioniso (uva macerata) e poi sacrificio di Cristo, vedi:

Sangue nel latte: riscrittura cristiana di un'offerta alla dèa Cerere.

◉ Sull'atto demoniaco del leccare, vedi:

Come nasce un demone: i gatti che leccano...

◉ Sulla connessione tra ferite sanguinanti e culto dei Morti, vedi:

Laverna, l'oscura dèa senza corpo.

Il potere del Sangue nelle società primitive da san Francesco a Jodorowsky.


Nota all'immagine ---

_In apertura, è un collage dal Victorian Blood Book:
→ vedi la pagina sulla collezione.


Note al testo ---

[1] Cfr. Omero, Odissea, Libro XI, vv. 95-96/99, traduzione di Aurelio Privitera, Fabbri Centauria, Milano, 2015, pp. 319-321.

[2] Cfr. Orazio, Satire, Libro I, VIII, vv. 26-29, a cura di Renato Ghiotto, Rizzoli Bur, Milano, 1981, p. 173.

[3] Cfr. Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1985,
pp. 396-397.

[4] Cfr. Carla Corradi Musi, Vampiri Europei e Vampiri dell'Area Sciamanica, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (Cz), 1995, p. 66.

martedì 2 luglio 2024

Spettro: vai via! Il rogo del paglione.

Il ritorno del Morto faceva paura:
tenere a bada i Morti era una preoccupazione ricorrente.

« Ancora fino a non molti decenni fa, i viaggiatori stranieri che percorrevano la Grecia registravano quasi in ogni villaggio terribili storie di morti che uscivano dalla tomba per tormentare e uccidere i vivi. » [1]

In tutto il mondo contadino si compivano riti per scongiurare gli spettri: così l'antropologo Ernesto de Martino...

« [...] il lamento assolve una funzione risolutrice anche rispetto a un altro aspetto della crisi del cordoglio, cioè il ritorno irrelativo del morto come rappresentazione ossessiva o come immagine allucinatoria.

Il folklore lucano è ancor oggi ricco, soprattutto fra le contadine, di continui richiami a questo terrificante ritorno del morto come spettro. » [2]

Il risveglio dei Morti non era (solo) un terrore antico.

La paura che i Morti tornassero alla luce era perenne.
L'usanza prescriveva, nelle campagne e oltre, di cancellare le tracce del Morto in casa:
fino a bruciarne il letto o il giaciglio.

« Dovunque, avvenuta la sepoltura, era osservato il costume di bruciare il pagliericcio del morto.
Anche qui, non si trattava di una precauzione igienica ma di un antico rito che serviva ad allontanare dalla casa in cui era vissuto, l'anima del defunto
.

Nelle Marche, l'incendio del 'paglione' significava che il morto se n'era andato via per sempre. » [3]


Paura negli Spiriti? La soluzione è diventare invisibili:

Vestirsi a lutto: come ingannare gli Spiriti.


➔ Sul ritorno dei Morti, vedi anche:

Animali parlanti: gli Antenati che tornano.

La voce degli Antenati: i Rospi indovini.


Nutrirsi dei Morti sepolti:

Mangiare e bere i Morti: il tesoro di Ade.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura da un Libro d'Ore della British Library al'uso di Saint Omer: Add MS 36684, folio 101 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Giorgio Ieranò, Demoni, mostri e prodigi. L'irrazionale e il fantastico nel mondo antico, Marsilio Editori, Venezia, 2017, pp. 26-27.

[2] Cfr. Ernesto de Martino, Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria, Bollati Boringhieri, Torino, 1975, pp. 103-104.

[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, Volume II, Edicit, Foligno, 2009, pp. 443-444.