venerdì 29 agosto 2025

Sciamani e sacrificio: sangue di foca, violenza rituale e corpo di Cristo.

Le pratiche magiche si basano sul 'sacro imbroglio'.

Il mago o lo sciamano, nella loro cerimonia, usano un 'trucco' per incantare i partecipanti al rito, e coinvolgerli empaticamente.

Alejandro Jodorowsky descriveva le pratiche incantatorie di una guaritrice da lui frequentata: Pachita...

« Trance, allucinazioni collettive, geniali giochi di prestigio?
Comunque sia, se imbroglio c'era, era un imbroglio sacro.
Intendo dire che i suoi atti magici erano efficaci.
Pachita portava effettivamente sollievo alla maggior parte della gente che chiedeva il suo aiuto
. » [1]

L'esploratore danese Knud Rasmussen, ai primi del '900, spiegava come gli sciamani eschimesi si macchiassero con del sangue di foca per raccontare la loro lotta contro gli Spiriti.

L'« imbroglio sacro » era efficace, e i poteri dello sciamano non si mettevano in discussione...

« Tutti ammutolirono, fissandolo con la massima venerazione, e a nessuno passò per la testa di dubitare quando, poco dopo, tornò in sé e raccontò che il bambino piangeva perché era stato aggredito da uno spirito malviagio che ora lui, dopo una dura lotta, aveva sconfitto.

Nessuno pensò alla possibilità che, percorrendo il cunicolo per uscire dall'igloo, avesse raccolto un grumo di sangue di foca che era stato appena messo lì a congelare, così come si eludeva che si fosse strappato da solo i vestiti.

Si considerava un dato di fatto che avesse lottato con uno spirito, salvando così la vita di un bambino
. » [2]

La finzione rituale è una pratica ancestrale che non si usava (solo) per difendersi dalle Entità, ma pure per evocarle: di essa qualche traccia è sopravvissuta, perfino, nel rito cristiano.

Il sacerdote che officia sull'altare è un esempio di finzione magica:
nel rito eucaristico in cui trasforma, con l'imposizione delle mani, pane e vino in corpo e sangue di Cristo...

« È vera incarnazione o rimane attiva la coscienza di recitare?
[...] in ogni caso è esperienza comune che talvolta l'attore, che sa di recitare venga preso dal vortice della messa in scena.

Il presidente d'assemblea liturgica in qualche modo vive un'esperienza analoga perché, mentre interpreta un ruolo, viene spossessato dalla sua personalità e agisce in persona Christi
. » [3]


➔ Per giustificare la messa in scena che derivava dal rito antico di mangiare il Dio, in forma di messi, fu elaborato, con un impianto Teologico, il dogma della Transustanziazione.


➔ La 'resurrezione' vegetale, dal culto egizio a quello cristiano:

Il dio Verde: da Osiride a Cristo. Il mito (agricolo) della Rinascita.


➔ Ferimento rituale e miracolo delle Stimmate:

Il Serafino sanguinario: una sopravvivenza Sciamanica.

Il potere del Sangue nelle società primitive da san Francesco a Jodorowsky.


➔ Bere il 'sangue' del dio:

Orge Sacre: il vino di Bacco e il sangue di Osiride.


➔ Sulla pratica del mangiare il Dio:

Cristo 'infornato': mangiare gli Dèi.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura con un prete che invoca Dio dall'altare prima di essere trafitto.
Immagine tratta dal manoscritto Add MS 62925 della British Library: folio 55v.


Note al testo ---

[1] Cfr. Alejandro Jodorowsky, Psicomagia. Una terapia panica, Feltrinelli, Milano, 2006, p. 103.

[2] Cfr. Knud Rasmussen, Aua, Adelphi, Milano, 2018, p. 114.

[3] Cfr. Roberto Tagliaferri, Introduzione in Competenza rituale. La "messa in scena" della fede come ars celebrandi, Edizioni Liturgiche, Roma, 2020, pp. 134-135.

venerdì 22 agosto 2025

Incarnazioni animali. Animismo magico o Cristianesimo popolare?

Gli animali che comunicano con gli uomini sono anime, reincarnate, di Morti: credenza arcaica e radicata, nel pensiero magico popolare, fino al secolo scorso.
L'editrice inglese Frank Hamel raccontava, in un libro sugli Animali "mutaforma", leggende popolari diffuse ancora ai suoi tempi...

« L'uomo primitivo non riesce ad accettare l'idea della morte definitiva: crede che l'uomo defunto sia ancora in grado di comunicare con i vivi [...].

Talvolta vola sulle ali del vento notturno, talvolta si presenta sotto forma di cane, come messaggero di morte, e abbaia sotto le finestre di un malato per annunciargli che la fine è prossima. » [1]

Il linguista Gian Luigi Beccaria, ne I nomi del mondo, faceva alcuni esempi...

« Ogni farfallina che girasse per le stanze a Chieti era anima o anima santa del Purgatorio.

In Calabria le farfalline che entrano in casa si crede rappresentino le anime "inquiete", anime del purgatorio che tornano alle loro antiche case. » [2]

Questa credenza era così profonda da aver originato 'nomi' magici che il linguista Mario Alinei riportava...

« Solo nei dialetti italiani fata può essere, fra gli altri, il nome della cavalletta, della mantide, della serpe, strega della farfalla, del bruco, del gufo, della libellula; masciara ('strega') della libellula, mazzamorello ('folletto') di un insetto acquatico, astrologo della strologa.

E il greco mantis ('profeta, indovino') non era solo il nome della 'mantide' ma anche della rana. » [3]

Gli animali della stalla e nelle arnie, più a stretto contatto con l'uomo per il loro (prezioso) lavoro, non andavano trascurati ma, anzi, avvertiti degli eventi come fossero dei familiari.
Alfonso di Nola scriveva...

« Con le api bisogna parlare e con esse, in effetti, si parla quando si pulisce l'arnia o si raccoglie il miele, ma anche in occasione degli avvenimenti importanti della vita familiare.
Soprattutto ci si preoccupa di annunciare loro la morte del padrone.

Quando colui che si occupava delle api decedeva, bisognava battere sull'arnia per risvegliare gli insetti, altrimenti sarebbero morti con il padrone
. » [4]


Predizioni e parola profetica degli Animali:

Animali parlanti: gli Antenati che tornano.


Rospi profetici o "indovini", tracce nella linguistica:

La voce degli Antenati: i Rospi indovini.


➔ Sul potere profetico delle ossa degli animali:

Animali resuscitati: gli Indovini-macellai.


Nota all'immagine ---

In apertura, miniatura con animali dal volto umano tratta dal manoscritto Add Ms 49622: folio 92 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Frank Hamel, Animali Umani. Storia occulta di mutaforma, trasformazioni e licantropi, Edizioni Mediterranee, Roma, 2024, pp. 29-31.

[2] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, pp. 234-235.

[3] Cfr. Mario Alinei, Rospo aruspice, rospo antenato, Estratto dai Quaderni di semantica, Il Mulino, dicembre 1987, Bologna, p. 265.

[4] Cfr. Alfonso di Nola, La morte trionfata. Antropologia del lutto, Newton & Compton Editori, Roma, 1995, p. 58.

sabato 16 agosto 2025

Uccello, che dici? Umbria magica & superstiziosa.

Nella commedia Asinaria di Plauto, il servo Libano consulta gli uccelli prima di rubare l'argento della padrona...

« Auspici, àuguri:
tutto fatto; gli uccelli sono favorevoli a qualsiasi iniziativa
.

Picchio e cornacchia a sinistra, corvo e upupa a destra m'incoraggiano.
Per Ercole! Son deciso a seguire il vostro parere
!
Ma che succede? Il picchio da' di becco nell'olmo?
Non è un avvenimento casuale
. » [1]

Gli antichi lo sapevano:
gli uccelli conoscono il Volere del dio.

Alcuni maghi sapevano interpretarne movimenti e voce:
sono quegli indovini, giunti dall'Umbria, di cui Cicerone parla con disprezzo...

« già al tempo di Cicerone -che li condanna duramente- dovevano circolare numerosi àuguri, del tutto estranei al collegio ufficiale, che trasformavano la disciplina in una "superstizione" attinta da popoli estranei alla tradizione romana. » [2]

Tra questi popoli incolti, i più vicini ai Romani erano gli Umbri che inquinavano l'Urbe con le peggiori superstizioni...

« Il ricorso a tale pratica caratterizza, a detta dell'augure Cicerone, l'intera Umbria:

"I Frigi, i Pisidii, i Cilici e gli Arabi obbediscono scrupolosamente ai segni profetici dati dagli uccelli, e sappiamo che lo stesso è avvenuto per lungo tempo in Umbria
". » [3]

Comunicare con gli uccelli era (come) detenere un potere divino.
Sapere popolare diffuso: a Trieste si diceva...

« Chi nasce di domenica,
capisce il linguaggio
degli uccelli e vede gli spiriti. » [4]

Gli uccelli nidificavano sul tetto?
In Umbria, e non solo!, era un cattivo segno:
bisognava tenerli lontano dalla casa...

« L'unica soluzione praticabile sembra quella di vigilare attentamente e di intervenire prontamente, per evitare che gli uccelli nidifichino nei dintorni della propria abitazione e quindi siano in grado di recapitare prontamente il messaggio funesto ». [5]

Come insegna la superstizione, e ricorda qualche vecchio...

« Le penne portano le pene
[....] si sognave le penne eron pene ». [5]


➔ Un post e un libro sugli uccelli 'affatturati' ---

Il maleficio delle Tre Civette.


➔ L'Umbria e gli uccelli nelle Fonti Francescane ---

L'Umbria e gli uccelli: un legame antico.

Lo stregone che fece paura al Papa: la predica agli Uccelli secondo il monaco Ruggero.

Gli uccelli e l'indovino: prima lo imito, poi lo condanno!

Uccelli maledetti: il culto clandestino della Natura nel Medioevo.


Umbria: la terra oscura dell'Ombra ---

Umbria e Ombre. L'identità di una Terra.


Note alle immagini ---

_Sopra, miniature (ironiche) tratte dal manoscritto AD ms 49622 detto anche Gorleston Psalter della British Library:
folii 13 recto e 49 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Tito Maccio Plauto, Asinaria, introduzione e traduzione di Mario Scàndola, Bur Rizzoli, Milano, 1994, Atto Secondo,
vv. 259-262, p. 121.

[2] Cfr. Marina Montesano, "Supra acqua et supra ad vento" : superstizioni, maleficia e incantamenta nei predicatori francescani Osservanti, Istituto Storico per il Medio Evo, Roma, 1999, pp. 22-23.

[3] Cfr. Simone Sisani, Umbrorum gens antiquissima Italiae. Studi sulla società e le istituzioni dell'Umbria preromana, Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, Perugia, 2009, p. 93.

→ L'autore si riferisce a Cicerone, De divinatione, Libro I,
paragrafi 92 e 94.

[4] Cfr. Superstizioni triestine. Credenze popolari ottocentesche, a cura di Sergio degli Ivanissevich, Luglio Editore, 2015, p. 81.

[5] Cfr. Giancarlo Baronti, Margini di sicurezza: l'ideologia folclorica della morte in Umbria, Tomo I, Morlacchi, Perugia, 2016, pp. 103 e 145.

mercoledì 6 agosto 2025

La dèa-Belva mutante: da Signora a strega.

Il vaso François mostra, nell'intradosso dei manici, la Pòtnia Theròn -o Signora delle Belve- che stringe un cervo e dei leoni.

Qualche traccia del tema si è coservata?

Carlo Ginzburg, in Storia notturna, cita una famosa predica del vescovo e teologo Nicola Cusano:
in essa, si trovano citate delle vecchie appartenenti alla Società di Diana che hanno rinnegato Cristo per stringere la zampa pelosa, "hirsuta manu", di una Dea...

« Mi parvero decrepite e folli, disse Cusano nella sua predica ai fedeli di Bressanone, parlando delle due vecchie della val di Fassa.
Avevano fatto offerte a Richella, aggiunse; le avevano toccato la mano, come si fa quando si stringe un contratto.
Dicono che la sua mano è pelosa.
Con le mani pelose avevano sfiorato loro le guance
. » [1]

Richella, la dèa della ricchezza, è la Signora delle Fere demonizzata dai predicatori cristiani...

« [...] non sono le zampe minacciose di un essere demoniaco, ma le zampe protettive dell'orsa, di Richella-Diana-Artemide come dea buona, materna
[...]. L'esame delle anomalie dietro l'immagine del sabba costruita dagli inquisitori rivela un nucleo folklorico di sapore opposto, dove il messaggio centrale sarebbe questa carezza affettuosa della bona domina alle due vecchie ("aveva sfiorato loro le guance"). » [2]

Con la cristianizzazione, la Signora delle Belve divenne una strega che segregava gli animali:
nell'immaginario popolare, le belve erano uomini trasformati.

Oscar Di Simplicio fa esempi dal Medioevo toscano...

« [...] per la paura che la strega potesse trasformare le sue vittime in animali si poteva anche morire.
È la sorte che Marcantonio paventa per un suo amico, Bartolomeo detto Ruffino, quando lo avverte di non andare all'appuntamento amoroso con Antonia la Palandrana perché la temuta maliarda grossetana l'avrebbe trasformato in asino
. » [3]


Sacerdotesse della dèa pelosa:

La danza delle Orse di Artemide: un rito violento.


Uomini che assumono forma animale:

Trasformarsi in Lupo: un residuo di paganesimo da debellare.

Animali Incantati: dal mito di Orfeo all'incanto dei Santi.


Note al testo ---

[1] Cfr. Carlo Ginzburg, Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Einaudi, Torino, 1989, p. 107.

[2] Cfr. Andrea Annese, "Hirsuta manu percutitur foedus". "Sfiorare" Storia notturna a partire dal Sermo CCLXXI di Cusano in Streghe, sciamani, visionari a cura di Cora Presezzi, Viella - Libreria Editrice, Roma, 2019, pp. 220-221.

[3] Cfr. Oscar Di Simplicio, Autunno della stregoneria. Maleficio e magia nell'Italia moderna, Il Mulino, Bologna, 2005, p. 315.

lunedì 28 luglio 2025

Attento agli Spiriti: non andare a Sinistra.

Nella lingua parlata si è conservata l'aura negativa delle cose 'sinistre'.
Il linguista Beccaria scriveva...

« Secondo la superstizione popolare porta male calzare per primo il piede sinistro.
[...] La benedizione va impartita con la mano destra. Si giura levando in alto la mano destra. Nelle rappresentazioni del Giudizio, alla destra stanno gli eletti, alla sinistra i reprobi. » [1]

Gli antichi associavano alla sfera Sinistra il mondo Oscuro.
L'archeologa Nadia Canu, in una Tesi sulla dèa infera Laverna, citava un uso rituale latino...

« Inferis manu sinistra inmolamus pocula. » [2]
« Agli dèi Inferi sacrifichiamo con la coppa nella mano sinistra. »

Le cose 'sinistre' appartengono agli Inferi: guai ad evocarle o andare in quella direzione.
Alfonso di Nola notava...

« Generalmete sinistra e destra sono assunte nel significato opposto di sfavorevole/favorevole, infero/supero, male/bene, notte/giorno

[...] compiere il proprio movimento ambulatorio verso l'Oriente/destra significa muovere un piano di positività cosmica, cui si contrappone il compimento del movimento verso l'Occidente/sinistra, considerato il regno dei morti e delle tenebre.» [3]

La sinistra, quindi, è ad Occidente: dove tramonta il Sole?

Mauro Menichelli, in Templum Perusiae, da un indizio citando le Divinarum institutionum di Lattanzio:

« È dell'Oriente, dunque, la luce, e ogni principio attivo della vita si svolge nella luce; sono dell'Occidente le tenebre, e in queste è la morte ed ogni principio ed elemento negativo. » [4]


➔ Sull'inversione come pratica magica nella lingua parlata ---

Magia al rovescio. Maledizioni che portano fortuna.


Spiriti e tabù della Magia ---

Non rompere lo specchio: i Morti che proteggono dai dèmoni.

Se è bagnato, porta fortuna: l'acqua che protegge dagli Spiriti.


➔ Sulla dèa degli Inferi Laverna, e l'origine delle stimmate ---

Laverna, l'oscura dèa senza corpo.


Nota all'immagine ---

_In apertura, miniatura con uomo che fugge da un dèmone mascherato.
➔ È tratta da un mansocritto della British Library: Ms 62925, folio 56 verso.


Note al testo ---

[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p.110.

[2] Cfr. Nadia Canu, Il culto della dèa Laverna, Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Sassari, Anno Accademico 2001-2002, p. 8.
Tesi consultabile su Academia.edu.
Canu si riferiva ad uno Scolio alla Tebaide di Stazio con la citazione di due versi attributi al poeta latino Settimio Sereno.

[3] Cfr. Alfonso M. di Nola, La morte trionfata. Antropologia del lutto, Newton & Compton Editori, Roma, 1995, pp. 182-184.

venerdì 18 luglio 2025

Anelli di protezione: "In questo cerchio v'è una strega..."

Oscar Di Simplicio, in Autunno della Stregoneria, cita il processo contro Angelica di Gherardo [Radicondoli, 1584]:
donna accusata d'infanticidio e stregoneria.
Un mago rivale la provoca...

« [...] et essendo a Radicondoli un astrologo over stregone
[...] che li voleva vedere la mano per dirli e pronosticarli più casi, ricusando essa di non volere, si voltò a noi donne a cerchio e disse, "in questo cerchio v'è una strega", et allora soggiunse Angelica e disse, "se c'è perché non la nominate" ». [1]

Le streghe avevano fama di cercare protezione e potere nel cerchio:
sia in quelli 'materiali', come le cinture, sia nei cerchi 'umani'...

« I riti di circumambulazione sono essenzialmente finalizzati a delimitare, costruire, definire il campo d'azione delle forze magico-religiose che vengono sprigionate
[...] come una catena o una cintura, sia infine tramite un cerchio vivente, un anello umano in cui tutti si tengono per mano a formare una vera e propria catena. » [2]

La strega usava, spesso, un anello magico per incanalare le energie.

Simplicio citava un (curioso) 'foglio volante' da un Processo toscano del 1691-1693: in esso, si trascriveva una 'confessione'...

« Campeggia in primo piano la forza coercitiva delle parole, pronunciate o scritte "Ti comando o demonio che quando l'anello lo metto in su, subbito facci venire il soggetto che desidero e ti prometto quanto tu vuoi di darti. » [1]

Oggetti come l'anello non avevano (solo) un significato liturgico, nei matrimoni, ma riproducendo la forma del cerchio, erano usati dalle streghe come transfert per evocarne i →poteri:
ancora nell'età Moderna, i tribunali ne reprimevano l'uso....

« Simili 'falsi' anelli sono ricordati anche in un processo romano del 1595:
"Imbonitori che sono quelli che vendono li falsi anelli e la terra della Gratia di S. Paolo, et ingannano li villani stupendamente"
. » [3]


➔ Sul girare in cerchio come pratica magica e divinatoria:

L'Oracolo del cerchio: una divinazione ballata nei Fioretti di san Francesco.

Liturgie popolari: le origini magiche del Girotondo.


Nota all'immagine ---

_In apertura, il Sant'Anello:
'reliquia' di (probabile) oreficeria barbarica trafugata a Chiusi, in Toscana, a metà '400 dal frate tedesco Winterio di Magonza e custodita in una cappella del Duomo di Perugia.
→ Una pala del Perugino, raffigurante lo Sposalizio della Vergine, lo celebrava nella cappella.


Note al testo ---

[1] Cfr. Oscar Di Simplicio, Autunno della stregoneria. Maleficio e magia nell'Italia moderna, Il Mulino, Bologna, 2005, p. 79 e p. 135.

[2] Cfr. Pierre Saintyves, Liturgie popolari. Le origini magiche del Girotondo, Eleusi Edizioni, Perugia, 2018, p. 30.

[3] Cfr. Giancarlo Baronti, Tra bambini e acque sporche: immersioni nella collezione di amuleti di Giuseppe Bellucci, Morlacchi, Perugia, 2008, p. 219.

→ Si riferisce ad un testo riportato ne Il libro dei vagabondi: lo Speculum cerretanorum di Teseo Pini, Il vagabondo di Rafaele Frianoro e altri testi di furfanteria, a cura di Piero Camporesi, Einaudi, Torino, 1973, p. 357.

giovedì 10 luglio 2025

Le porte di Ade: il sacro Bosco inviolabile.

Il Bosco, nel mondo antico, è un luogo Sacro perché abitato dagli Antenati:
al Suo interno, si trovano le porte di accesso agli Inferi.

Giulio Guidorizzi, introducendo l'Edipo a Colono, scrive...

« Nei dintorni del boschetto sacro si mostrava una delle varie porte di Ade
[...] probabilmente, una grotta con gradini lastricati di bronzo
. » [1]

Sofocle, nella Tragedia, spiegava per bocca di un personaggio quanto fosse pericoloso attraversare il Bosco...

« Abitante di Colono: È inviolabile, inaccessibile: lo abitano le dee / del terrore, figlie della Terra e del Buio. » [1]

Chi si addentra nella selva cerca, spesso, un contatto con il Nume.
Lo storico Jean-Claude Schmitt ricorda...

« Anche nella vita di san Lucio si parla del "bosco di Marte", dove i bovari andavano "per adorare dei vitelli come fossero dei". » [2]

Nel Medio Evo, la foresta divenne un rifugio per i culti pagani. [3]

Il Bosco nascondeva insidie:
lì si credeva risiedessero demoni femminili retaggio della cultura pagana: le Fate.
Giovanna d'Arco ne attendeva il ritorno...

« [...] e faceva corone da appendere sull'albero in onore di Nostra Signora di Domrémy;
e più volte aveva sentito dagli anziani, sebbene non da quelli della sua stirpe, che le "signore delle fate" sarebbero tornate
. » [4]

Chi sono queste Fate mancanti?

I processi del Tribunale di Palermo citano delle "Fate" che si riunivano in congreghe.
Gli ecclesiastici, e il potete civile, vedevano in loro streghe da condannare.
Marina Montesano, in Luoghi della Stregoneria, scrive...

« [...] sono organizzate gerarchicamente e una di esse è la "Regina delle Fate", anche conosciuta come la "Matrona", la "Signora Greca", la "Signora Grazia", e persino come "Saggia Sibilla". » [5]


Potere delle Entità Infere che abitano il bosco:

Funghi Matti: la danza estatica nel Bosco degli Antenati.


➔ Sul bosco "stregato" e i frati che lo bonificano:

Nella selva oscura: gli uomini del Bosco.

Dov'è finita la mano? Indizi per un culto degli alberi alla Basilica di San Francesco.


➔ Culto mariano e cristianizzazione del bosco:

Il "giuoco di Diana" e la Signora Oriente: censure Mariane.

La Madonna come antidoto agli dèi pagani.


Note al testo ---

[1] Cfr. Giulio Guidorizzi, Introduzione e traduzione di Giovanni Cerri in Sofocle, Edipo a Colono, Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, Milano, 2008, p. XIII e p. 25.

[2] Cfr. Jean-Claude Schmitt, Medioevo "superstizioso", Laterza, Roma-Bari, 2004, p. 31.

[3] « Per tornare alla foresta 'materiale' dell'Occidente medievale, sottolineiamo con Charles Higounet che essa è servita da frontiera, da rifugio per i culti pagani ».
Cfr. Jacques Le Goff, Il meraviglioso e il quotidiano nell'Occidente medievale, Laterza, Roma-Bari, 1983, p. 35.

Le Goff si riferiva a Higounet, Les forêts de l'Europe occidentale in Agricoltura e mondo rurale in Occidente..., XIII Settimana di studio del Centro Italiano di studi sull'Alto Medioevo, Spoleto, 1966, p. 385.

[4] Cfr. Marina Montesano, Il Bois Chenu in Sacra Silva: bosco e religione tra tarda antichità e medioevo, a cura di Francesco Carta, Raimondo Michetti, Carla Noce, Viella, Roma, 2024, p. 493.

[5] Cfr. Marina Montesano, Andare per i luoghi della stregoneria, Il Mulino, Bologna, 2024, p. 133.