La rinascita della Luce, a Natale, spingeva gli spiriti 'maligni' a rifugiarsi nella selva: tra gli alberi, nell'oscurità.
Nel giorno successivo, a Santo Stefano, si organizzava nelle campagne una battuta di 'caccia' per stanarli.
Su questo rito violento, Luciana Nora e Isabella Dignatici in un catalogo scrivevano...
« Nel giorno di Santo Stefano o nel giorno dell'Epifania, detta popolarmente "Pasquetta", era uso comune per i contadini bastonare con ramoscelli gli alberi da frutto.
[...] L'azione della bastonatura era accompagnata da tiritere somiglianti a formule magiche ». [1]
Gli dèi, come gli Antenati, risiedevano negli alberi:
fertilità anti-stregonica radicata, nella devozione popolare, tanto che se ne trovano (chiari) indizi pure nel culto dei santi umbri primitivi che i frati assimilarono.
Nella Vita di San Fortunato dal Lezionario del duomo di Spoleto (secoli XII-XIII), si legge...
« La sua verga, con la quale quando viveva era solito stimolare i buoi durante il lavoro, (come affermano gli abitanti del luogo lì intorno) fu da lui piantata e subito, mettendo radici, crebbe così maestosa, che per amore del padre beatissimo ne è da tutti venerata la straordinaria bellezza.
[...] A gara il popolo cristiano non cessa di conservare nelle proprie case, e con viva devozione, pezzetti di quest'albero, staccati e portati via a protezione e difesa contro le arti demoniache » [2]
Nell'immaginario magico popolare le Entità, che regnavano nell'oscurità, non potevano sopportare la luce diurna.
Gli Spiriti si rifugiavano nel Bosco: la loro (più) antica dimora.
L'evangelizzazione nella foresta era insidiosa:
il bosco era per i predicatori cristiani, specie se francescani, il terreno di conquista più importante.
Il folklorista romagnolo Paolo Toschi spiegava...
« I primi templi erano costituiti da boschi sacri.
La mentalità primitiva attribuiva un'anima anche alle piante e si credeva che gli spiriti arborei avessero dei poteri benefici straordinari, come, ad esempio, procurare la pioggia, far crescere il raccolto, moltiplicare il bestiame » [3]
➔ Campane (e botti) che scacciano i dèmoni ---
Campane apotropaiche: amuleti per combattere i demoni.
Botti di Capodanno: un rito d'inizio Anno per spaventare gli Spiriti maligni.
◉ Mascheroni scolpiti sulle chiese per spaventare i dèmoni ---
Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.
◉ Una pratica (erbaria) magica per allontanare i demoni:
Ghirlande appese: l'esorcismo di Natale.
➔ Alberi che conducono agli Antenati:
Le porte di Ade: il sacro Bosco inviolabile.
Funghi Matti: la danza estatica nel Bosco degli Antenati.
➔ Il culto arboreo nella devozione francescana:
Nella selva oscura: gli uomini del Bosco.
Dov'è finita la mano? Indizi per un culto degli alberi alla Basilica di San Francesco.
➔ Predicazione cristiana e figure vegetali:
Natura mutante: trucchi per inculcare la parola del Signore.
➔ Spiriti arborei femminili demonizzati:
Donna-Albero e alberi stregati.
Nota all'immagine ---
_In apertura, miniatura con pianta antropomorfa tratta dal manoscritto 62925, noto come Salterio di Rutland, della British Library: folio 38 recto.
Note al testo ---
[1] Cfr. Isabella Dignatici e Luciana Nora, La condizione contadina e l'esperienza del sacro. Forme e aspetti della religiosità popolare,
[2] Cfr. Silvestro Nessi - Emore Paoli, San Fortunato di Montefalco. Un evagelizzatore umbro del IV secolo, Edizioni Porziuncola, Santa Maria degli Angeli - Assisi (Pg), p. 33.
[3] Cfr. Paolo Toschi, Tradizioni popolari italiane, Edizioni ERI-Rai Radiotelevisione Italiana, Torino, 1959, p. 199.
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