Quello che vedete qui sopra è l'emblema del
Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia.
Tutte le porte di proprietà del
Capitolo ne hanno scolpito sopra uno simile.
Cosa rappresenta?
Risposta facile:
la graticola su cui fu martirizzato san Lorenzo!
Beh, diciamo che non sempre le risposte facili sono anche le più
esaustive.
Da dove viene fuori quello
strumento di tortura?
Perché a Perugia divenne l'
emblema della Cattedrale cittadina?
L'erudito francescano
Felice Ciatti in un trattato del 1638 raccolse delle dicerie sulla storia di questo Tempio che per noi oggi sono preziosissime.
Delle memorie annali, et istoriche delle cose di Perugia raccolte dal molto R.P.M. Felice Ciatti perugino Francescano :
p. 391.
« I Tempij sono antichissimi, massime quelli di S. Angelo, di S. Pietro, di S. Fiorenzo, di S. Lorenzo, di S. Giovanni Rotondo, di S. Ercolano & universalmente la maggior parte delle parrocchiali chiese,
le quali già essere state Tempij di Dei profani stimo verissimo; ma quali Dei in particolare in quelle si adorassero non saprei ben dire; d'alcuni già si è parlato; e si disse che
il principale consecrato a Vulcano Dio del fuoco fosse mutato a S. Lorenzo martirizzato nel fuoco [...] »
In realtà, il
Ciatti metteva in bella forma un'informazione che già
Cesare Crispolti (1563-1608) aveva raccolto nei
suoi appunti [1] qualche decennio prima...
«
Tempio di Vulcano. Il detto tempio era anticamente dove hoggi è la chiesa di S. Lorenzo... »
Su questo mitico
Tempio di Vulcano,
Crispolti s'era soffermato anche nella sua
Perugia Augusta, sorta di guida alle
antichità perugine in cui tratteggiava la
parentela stretta tra San Lorenzo e il dio Vulcano...
«
[...] in quel luogo, ove la cieca gentilità adorava Vulcano, Dio del fuoco, illuminata che fu dalla vera Fede, eresse un'honorato Tempio al Glorioso Martire Lorenzo abbrugiato dalle fiamme di un lento fuoco. »
Un vaso a figure rosse dello
Staatliche Museen di Berlino ci mostra il dio
Vulcano lavorare nella sua fucina con tutti gli attrezzi del mestiere, affiancato da un aiutante.
Questa raffigurazione era così
familiare al mondo classico che non è difficile immaginare quanto agli evangelizzatori premesse di sostituirla...
La
graticola di san Lorenzo è davvero ciò che resta degli
attrezzi dell'officina del dio greco-romano
Efesto-Vulcano?
Lo studio comparato delle Religioni è
una disciplina molto creativa.
Nel mondo Romano le
Volcanalia (le feste
in onore di Vulcano) si celebravano il
23 agosto in occasione dei fuochi con cui si chiudeva nelle campagne la stagione del raccolto.
Questa data ce ne ricorda un'altra, la
festa dei fuochi di San Lorenzo del
10 agosto.
Nel Medioevo si associava lo
sciame meteorico delle stelle cadenti delle
Perseidi ai
tizzoni (
le lacrime di San Lorenzo) su cui il mito cristiano voleva bruciato il martire Lorenzo (che erano, guarda caso!, gli stessi tizzoni della
fucina del dio Vulcano).
Nel mondo Romano gli
aruspici etruschi consigliavano sempre di tenere le celebrazioni in onore del dio Vulcano
fuori città, essendo il suo
un culto del fuoco distruttivo.
Com'è possibile che il tempio in cui si adorava
il fuoco sacro di Vulcano si trovasse
a Perugia in pieno centro?
Pollione nel
De Architectura è molto chiaro:
Vulcano va onorato
fuori dalle città, per evitare il rischio d'incendi.
«
Anche gli aruspici etruschi affermano nei loro libri sacri che i templi di Venere, Vulcano e Marte devono essere posti fuori delle mura, onde evitare che i giovani e le madri di famiglia si abituino ai piaceri di Venere, e per preservare la città dal pericolo di eventuali incendi evocando la potenza di Vulcano con riti e sacrifici celebrati fuori dal tessuto urbano. » [2]
Talvolta però
a prendere un mito alla lettera si va fuori strada.
Vulcano non è che l'evoluzione di
un culto etrusco del fuoco più antico.
Un culto solare [forse c'era di mezzo il
dio etrusco del fuoco Sethlans] dietro al quale si sono accodati il
Vulcano romano, e poi il
san Lorenzo cristiano.
Il culto del Sole si è conservato intatto nella
toponomastica medievale, tanto è vero che dalla Cattedrale di San Lorenzo ha inizio il
Rione di Porta Sole, come ci raccontano una lapide in piazza ed una famosa matricola del
Collegio dei Notai...
Note al testo ---
[1] Si tratta della
carta 45r del
manoscritto 1256 della
Biblioteca Augusta. Annotazioni a mano del Crispolti dal titolo:
Descrizione e brevi note storiche di alcune chiese, edifici e monumenti di Perugia...
[2] Marco Vitruvio Pollione,
De Architectura, traduzione di
Luciano Migotto. Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1990.