giovedì 21 maggio 2015
San Francesco e l'omosessualità:
i vizi di un buongustaio.
Le fonti francescane, a leggerle bene, restituiscono talvolta dettagli così vividi da sublimare la malizia dei commentatori posteri.
Francesco si accompagnava spesso ad un frate di grande avvenenza fisica, Masseo da Marignano (Assisi), di cui pare lodasse spesso le doti elargitegli da Madre Natura...
« E diceva che sarebbe buon frate minore colui che riunisse in sé la vita e le attitudini dei seguenti santi frati: la fede di frate Bernardo, che la ebbe in modo perfettissimo [...] la semplicità e la purità di frate Leone [...] l'aspetto attraente e il buon senso di frate Masseo » [Speculum Perfectionis, 1782].
Il "buon senso" di frate Masseo era molto apprezzato anche quando si trattava di fare elemosina.
L'autore dei Fioretti tiene ad informarci che tutta la bontà d'animo di Francesco non muoveva a carità quanto le bontà di Masseo.
« E pervenendo un dì a una villa assai affamati, andarono, secondo la Regola, mendicando del pane [...]
Ma imperò che santo Francesco era uomo troppo disprezzato e piccolo di corpo, e perciò era riputato un vile poverello da chi non lo conosceva, non accattò se non parecchi bocconi e pezzuoli di pane secco, ma frate Masseo, imperò che era un uomo grande e bello del corpo, sì gli furono dati buoni pezzi e grandi e assai e del pane intero » [Fioretti, 1841].
Fin qui, niente di peccaminoso.
Sfruttare i doni del Signore per elemosinare un tozzo di pane, è certo quanto di più lodevole ci sia!
Ma quando il volgarizzatore dei Fioretti riesce a far passare un orgasmo per ardore serafico, rasenta il genio...
« E giungendo a una chiesa, disse santo Francesco al compagno [Masseo]: "Entriamo in questa chiesa ad orare".
E vassene santo Francesco dietro all'altare, e puosesi in orazione, e in quella orazione ricevette dalla divina visitazione sì eccessivo fervore, il quale infiammò sì fattamente l'anima sua ad amore della santa povertà, che tra per lo colore della faccia e per lo nuovo isbadigliare della bocca parea che gittasse fiamme d'amore.
E venendo così infocato al compagno, sì, gli disse: "A, A, A, frate Masseo, dammi te medesimo" .
E così disse tre volte, e nella terza volta santo Francesco levò col fiato frate Masseo in aria, e gittollo dinanzi a sé per ispazio d'una grande asta; di che esso frate Masseo ebbe grandissimo stupore.
Recitò poi alli compagni che in quello levare e sospingere col fiato, il quale gli fece santo Francesco, egli sentì tanta dolcezza d'animo e consolazione dello Spirito Santo, che mai in vita sua non ne sentì tanta » [Fioretti, 1842].
Note all'immagine e al testo ---
_L'immagine sopra è una miniatura con scena omoerotica tratta da una Bible Moralisée [Codex Vindobonensis 2554] dei primi del '200, presso la Biblioteca Nazionale di Vienna (Österreichische Nationalbibliothek).
_Analizzo tutti i passi delle fonti in cui è tratteggiato il rapporto stretto tra san Francesco e frate Masseo ne
Le stimmate dello sciamano, il mito di san Francesco tra sangue e magia, Eleusi 2010, pp. 237-243.
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