I maghi, nella cultura contadina, avevano il potere sul mondo sensibile che ripresero i Santi.
Francesco d'Assisi sapeva, come i 'tempestari', scatenare la Natura -lupi e grandine- contro i peccatori...
« [...] così ritornò il flagello della grandine e dei lupi, come aveva predetto il padre santo, e molte altre tribolazioni più dure delle antecedenti li colpirono.
Infatti, tutto il borgo fu divorato dall'incendio e gli abitanti perdettero ogni loro avere, salvando soltanto la vita. » [1]
→ Si riferisce agli abitanti di Greccio, colpevoli di aver disatteso alle promesse fatte al Santo.
Dietro la violenza delle tempeste, ci sono i maghi.
Lo storico Jean Delumeau, nel saggio sulla paura, racconta...
« [...] il Malleus indica un altro tipo di azione diabolica contro i propri vicini.
Due stregoni nei dintorni di Berna "quando piaceva loro, erano capaci [...] di suscitare violentissime grandinate e venti disastrosi con fulmini" ». [2]
« In un'opera riedita a Venezia nel 1779 compaiono un centinaio di "assoluzioni, benedizioni, scongiuri ed esorcismi" che hanno unicamente rapporto con la vita materiale [...] scongiuri della "tempesta imminente" e del fulmine ». [2]
La studiosa goriziana Nataša Cvijanović riporta, perfino, tra le deposizioni di una "presunta strega", Donna Aquilina di Borgo Grazzano (Udine), il caso di un sacerdote che suscitava le tempeste...
« Aquilina [...] parlava delle sue guarigioni con diversi sacerdoti, che a loro volta "operavano", come "fra Basilio delli Carmini" e un prete di Buda, forse pre' Bartolomeo Portulano che, a loro volta interrogato si vantò anche di comandare le tempeste. » [3]
Lo storico francese Jean-Claude Schmitt cita Agobardo per ricordarci i 'tempestari': stregoni che hanno il potere di scatenare e spegnere le tempeste.
Essi provengono dal Regno di Magonia:
« A un altro prete carolingio, Agobardo, arcivescovo di Lione dall'816 alla sua morte avvenuta nell'840, dobbiamo un trattatello abbastanza originale:
Sulla folle opinione popolare sulla grandine e il tuono.
[...] "c'è una regione, da loro chiamata Magonia, di dove vengono attraverso le nubi dei vascelli; questi vascelli portano in quel paese i frutti che la grandine fa cadere e andare a male, e i nocchieri aerei fanno dei doni ai tempestari in cambio di tali frutti". » [4]
Il detto popolare « avere il 'magone' » vuol dire essere posseduti dal Mago, cioè avere una tempesta dentro.
Nella lingua parlata, c'è una connessione (stretta) tra il mago e le tempeste:
« [...] in Puglia lo sdrago è un uomo che si trasforma in nuvole durante i temporali, qualcosa di simile ad uno stregone o ad uno sciamano. »
« [...] avere il magone significa letteralmente 'avere il mago dentro', e mago, magone ed altri nomi affini non si riferiscono solo a chi esercita la magia, come in italiano, ma anche al 'drago' (nelle fiabe toscane mago e drago sono due termini spesso confusi e scambiati). » [5]
In francese antico, addirittura, le due figure [mago e tempesta] coincidevano...
« In francese dialettale vieille (o grand-mère) può significare 'mulinello, uragano, tromba di polvere d'aria, di neve', e sorcière [stregone] è uno dei nomi del turbine. » [6]
Le streghe erano sospettate di provocare le peggiori tempeste...
« [...] una strega interrogata dal giudice se in qualche modo le tempeste suscitate dalle streghe possano essere sedate, risponde:
"Possono essere sedate in questa maniera:
'Vi scongiuro, grandini e venti, per le cinque piaghe del Cristo, per i tre chiodi che hanno perforato le sue mani e i suoi piedi...' ". » [6]
Solo la divina Provvidenza poteva spezzare l'incantesimo...
« [...] per cacciare quelle nubi tempestose si recitavano preghiere particolari ("Vi segno, o nubi, con il segno della Santa croce... ecc." :
così iniziava l'Oratio ad debellandum tempestatem, orazione medievale ». [1]
Cvijanović cita un trattato sui poteri delle megere...
« [...] il Compendio dell'arte essorcistica di Girolamo Menghi (1576) nel quale possiamo leggere: "Possono adunque queste malefiche, con l'aiuto diabolico, procurare tempeste crudelissime et venti nocivi, insieme con folgori et altre cose simili ». [3]
➔ Uso magico del lupo:
sopravvivenze sciamaniche nelle agiografie cristiane ---
Da san Francesco a Cappuccetto Rosso: il culto apotropaico del Lupo.
Animali Totem: il culto apotropaico di san Lupo.
➔ Culto della Natura e predicazione francescana ---
Dov'è finita la mano? Indizi per un culto degli alberi alla Basilica di San Francesco.
➔ Sacro e paura: l'uso dei Mostri a guardia del Tempio ---
Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.
➔ Fascinazione e potere della paura nelle Fonti ---
Lo stregone e l'angoscia: san Francesco e la "paura" dei Suoi devoti.
San Francesco a Perugia: una storia violenta.
➔ Usanze magiche e divinazioni nelle Fonti:
L'Oracolo del cerchio:
una divinazione ballata nei Fioretti di san Francesco.
Lo stregone che fece paura al Papa: la predica agli Uccelli secondo il monaco Ruggero.
➔ Paura tra i frati: come suscitare l'Obbedienza ---
Il bello dei cadaveri: l'Obbedienza secondo San Francesco.
La paura fa 90: lo 'stile' francescano...
Note alle immagini ---
_La miniatura sopra mostra due monaci placare una tempesta con le preghiere.
Il manoscritto è Yates Thompson 26: folio 11r.
_Le due illustrazioni che mostrano barche in tempesta sono tratte dal manoscritto Royal MS 20 D I: folii 176v e 177r.
Note al testo ---
[1] Cfr. Compilazione di Assisi in Fonti Francescane, Editrici francescane, Padova, 2004 - ff 1605.
→ Riporto il racconto in (altre) versioni ne Le stimmate dello sciamano, Eleusi Edizioni, Perugia, 2010, p. 90 e pp. 156-157
e nell'Introduzione de Animali Incantati. Dal mito di Orfeo all'incanto dei Santi, Eleusi, Perugia, 2022, p. 17.
[2] Cfr. Jean Delumeau, La paura in Occidente. Storia della paura nell'età moderna, traduzione di Paolo Traniello, Il Saggiatore, Milano, 2018, pp. 72 e 87.
[3] Cfr. Nataša Cvijanović, Le streghe e i benandanti di confine. Una comparazione tra le streghe, gli sciamani friulani e i loro omologhi sloveni e croati, Editrice Selvaggia, Gorizia, 2025, pp. 23 e 31.
[4] Cfr. Jean-Claude Schmidt, Medioevo "superstizioso", Laterza, Roma-Bari, 2004, p. 53.
[5] Cfr. Mario Alinei e Francesco Benozzo, DESLI. Dizionario etimologico-semantico della lingua italiana. Come nascono e parole, Pendragon, Bologna, 2015, p. 75.
[6] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, nota 94 a p. 198, pp. 199 e 201.
« [...] a Savignano di Puglia sdrago [è] un uomo che "si trasforma tra le nuvole, durante i temporali"
[...] In Sicilia è conosciuta la stria, in Abruzzo lo scijone, un demone (o mago, o anima perduta, anima di un qualche pescatore anche, vittima dello stesso turbine) » .
[7] Cfr. Heinrich Institor e Jakob Sprenger, Il martello delle streghe. La sessualità femminile nel 'transfert' degli inquisitori, Spirali, Milano, 2006, p. 326.
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