mercoledì 27 luglio 2022
Cacciatori: attenti allo Spirito del bosco.
L'etnografo russo Dmitry Zelenin spiegava che i cacciatori dovessero fare molta attenzione alle bestie uccise:
le loro anime si sarebbero vendicate dopo la morte.
« La vendetta da parte delle bestie uccise viene concepita dai cacciatori in modo differente:
si vendica la specie dell'animale, si vendica l'anima dell'animale ucciso, si vendica lo spirito dominatore del bosco
[...] L'idea della rinascita degli animali uccisi ha assorbito le varie concezioni sulla vendetta di queste bestie dopo la morte. »
[...] L'esigenza di osservare un completo silenzio e tranquillità durante la caccia si forma [...] dall'idea del fine udito delle bestie, spaventate dal minimo rumore ed in grado di comprendere il linguaggio umano. » [1]
Occorreva avere rispetto per lo Spirito del Bosco:
non bisognava mai menzionare l'animale cacciato.
Le bestie capiscono bene la lingua degli uomini...
« Le parole sostitutive erano anche usate perché ritenute incomprensibili alle bestie, in grado di capire quanto l'uomo diceva.
Il cacciatore e il pescatore cercavano di propiziare gli spiriti degli animali che uccidevano rivolgendosi a loro con un linguaggio complimentoso e persuasivo.
[...] L'orso in Russia ha nomi quali bellissima bestia, buona bestia, egregio, onorevole, grand'uomo, epiteti come peloso, forte. » [2]
Nella tradizione sciamanica siberiana si riflette l'antico sciamanesimo europeo:
studiarla ci mette a contatto con pratiche radicate anche in Europa, fino al MedioEvo.
Il rispetto che san Francesco mostra nelle Fonti medievali per gli animali, ha la stessa origine:
la reverenza arcaica per lo Spirito del bosco.
« [...] il detto lupo si fa incontro a santo Francesco, con la bocca aperta; ed appressandosi a lui santo Francesco gli fa il cenno della santissima croce, e chiamollo a sé e disse così:
"Vieni qui, frate Lupo, io ti comando dalla parte di Cristo che tu non facci male né a me né a persona. » [3]
Un post sul 'patto' magico con il Lupo ---
Da san Francesco a Cappuccetto Rosso: il culto apotropaico del Lupo.
Note alle immagini ---
_La tavola in conclusione, con San Francesco che stringe la zampa del feroce lupo di Gubbio, che ha appena sbranato un bambino sullo sfondo, è attribuita al pittore senese Sassetta:
vedi la relativa pagina nel sito della National Gallery di Londra.
_Le miniature nel post provengono dal manoscritto Add Ms 62925, visibile nel sito della British Library:
folii 49v, 50v e 97r.
Note al testo ---
[1] Cfr. Zelenin, Tabù linguistici nelle popolazioni dell'Europa orientale e dell'Asia settentrionale, saggio del 1928 edito in lingua italiana nei Quaderni di semantica, Parte I IX (1988), pp. 240, 245-246.
[2] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, pp. 107-108.
[3] Cfr. Fioretti, Capitolo XXI in
Fonti Francescane, Editrici Francescane, Padova, 2004 -ff 1852.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento