lunedì 8 agosto 2022
Non dire quella parola: Nomi tabù di Dio.
« Parli del diavolo e spuntano le corna! »
È un modo di dire popolare che cela un monito magico-religioso.
Guai a nominare un dio: c'è il rischio di evocarlo!
Beccaria lo spiegava bene...
« I detti sul "nomini il diavolo e il diavolo compare" sono appunto legati alla primitiva credenza che la menzione esplicita di una divinità o demone rischia di provocare la sua apparizione immediata:
invocando si evoca l'essere pericoloso che la parola nomina e che a quell'essere è indissolubilmente legata. » [1]
Nominare significa possedere.
Gli dèi antichi tenevano nascosto il vero nome, in modo che nessuno ne acquisisse il potere.
Andrea Romanazzi spiega...
« La consuetudine di tener nascosto il primo nome si estendeva, nell'antichità, anche agli dèi.
Essi erano infatti conosciuti con moltissimi appellativi per distogliere l'attenzione dal nome vero, il quale avrebbe dato, a colui che ne fosse venuto a conoscenza, gli stessi poteri del dio. » [2]
Questa usanza riguardava tutti gli dèi antichi, anche quello ebraico-cristiano che diffidava i suoi devoti dal nominarlo.
« Ritroviamo la stessa importanza del nome di Dio nella Bibbia, ove il primo comandamento afferma perentoriamente:
"Non pronunciare il nome di Dio invano". » [2]
Un capolettera miniato, da un manoscritto devozionale olandese, ci mostra la testa di Dio:
è contornata da cartigli che recano i suoi dieci nomi...
Note alle immagini ---
_La miniatura sopra è tratta dal Walters Art Museum di Baltimora (U.S.A.).
La segnatura è: Ms W. 171, folio 3r.
_In apertura del post, è un disegno con il diavolo che appare ad un monaco tratto da un manoscritto della British Library:
Add ms 11390, folio 2v.
Note al testo ---
[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, 2000, pp. 116, 118.
« Chi conosceva il nome di un dio, lo teneva nelle sue mani.
In una narrazione egizia si racconta che Iside induce con astuzie il dio Sole, Rê, a rivelarle il nome, e in quel modo essa acquista la signoria su di lui e su tutti gli altri dèi.
[...] Anche i diversi nomi di Odino sono le maschere sotto le quali è celata l'identità possente e terribile del dio.
Possedere il nome è possedere il potere di chi lo porta. »
[2] Cfr. Romanazzi, La stregoneria in Italia: scongiuri, amuleti e riti della tradizione, Venexia, Roma, 2007, pp. 32-34.
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