martedì 15 giugno 2021
La santa gattara: il corteo della dea Freya e i cacciatori di topi.
I Santi nell'Europa medievale servivano, soprattutto, a risolvere problemi di ordine pratico.
Ce ne accorgiamo guardando le miniature del Libro di Kells, in Irlanda, percorse da un intruso fastidioso: il topo!
Per combattere i topi ci si rivolgeva ai gatti, e alla Santa loro protettrice: Gertrude di Nivelles.
Sembra che a Colonia, in Germania, Gertrude fosse molto venerata per i suoi poteri 'derattizzanti'...
« In ogni caso venne invocata contro la peste, portata appunto da ratti e topi, anche nel 1822, quando topi d'oro e d'argento furono offerti al suo sepolcro di Colonia. » [1]
In una vetrata della chiesa gotica belga di Nostra Signora a Tongeren, dei topi si arrampicano sulla Pastorale:
a ribadire i 'poteri' della Santa!
Pare che in Irlanda si fossero inventati un lascito leggendario per giustificare il Suo culto!
« la generosa beneficenza che fece ai monaci irlandesi (come Foillan, fratello di Fursey, che aveva fondato un monastero a Fosses, su terre donategli appunto da Gertrude). » [1]
Dietro una devozione così forte c'era, forse, un culto pagano?
Gli antichi Germani credevano che la loro dea Freya volasse su un carro trainato da gatti.
« [...] la dea Freya dei Germani settentrionali veniva raffigurata su di un carro trainato da gatti. » [2]
I Romani associarono Freya alla dea latina a cui i gatti erano sacri: Diana.
In Minima mediaevalia, Franco Cardini spiegava come le donne-gatto 'cacciatrici' si fossero saldate all'idea del volo notturno, già nella cultura medievale...
« Burcardo di Worms [...] l'attribuisce al culto di una dea che egli, scrivendo in latino, chiama Diana, ma che è probabilmente la dea germanica Freya.
[...] Ciò detto, resta molto interessante il metodo di Burcardo:
da autentico antropologo, ha messo in moto un delicato processo di acculturazione traducendo Freya con Diana;
[...] due figure mitologiche entrambe femminili, virginali, notturne e cacciatrici. » [3]
Ne derivò la demonizzazione del gatto:
nella cultura alta religiosa, divenne l'animale diabolico prediletto dalle streghe.
Tutto il contrario nella cultura bassa: popolare.
Guai a non prestare attenzione ad un gatto!
Il gatto doveva compiere un lavoro igienico importante:
cacciare i topi.
In un libricino sui detti popolari marchigiani, ho rintracciato dei moniti molto severi contro chi dimentica l'importanza dei gatti...
« Guai alla donna incinta mangiare qualche cosa tolta ad un gatto: il nascituro sarà un ladro. »
« Al cane si può dare il pane e se ne avrà restituzione in maggior copia da Gesù;
ma guai a darlo ad un gatto, è convinzione popolare che Gesù non lo restituirebbe, giacché il gatto si deve procacciare da vivere mangiando topi. » [3]
Un post nel blog sulle gatte e il Femminino: Sacre o diaboliche?
--- Le streghe che si trasformano in gatte.
Note alle immagini ---
_Le miniature con i gatti, che difendono l'ostia consacrata dai topi famelici (prima e quinta immagine nel post), provengono dall'Evangeliario di Kells che si può consultare nel sito del Trinity College Dublin: Ms 58, folii 34 recto e 48 recto.
_L'illustrazione con la dea germanica Freya su un carro trainato da gatti, è tratta dal Manual of mythology di Alexander Stuart Murray, London 1874.
L'Opera si può integralmente consultare nel sito americano Archive.org.
_La miniatura alla fine del post è dalla British Library,
Stowe ms 17 (Libro d'Ore di Maastricht): folio 75v.
Note al testo ---
[1] Cfr. David Hugh Farmer, Dizionario Oxford dei santi, Muzzio, Padova 1989, p. 197.
[2] Cfr. Hans Biedermann, Enciclopedia dei simboli, Garzanti, Milano, 1991, p. 215.
Anche Lecouteux: « Freja si sposta su un carro trainato da gatti. » Cfr. Claude Lecouteux, Dizionario di mitologia germanica, Argo, Lecce, 2002, p. 95.
[3] Cfr. Giovanni Ginobili, Bricciche di superstizioni e pregiudizi popolari marchigiani, Tipografia S. Giuseppe, Macerata, 1959,
pp. 20 e 30-31.
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