venerdì 4 novembre 2016

La beata Angelina e le sacerdotesse del Fuoco.


L'iconografia di certi Santi, talvolta, è del tutto speculare a quella degli dèi pagani:
esaminiamo il caso della Beata Angelina da Montegiove.


Uno dei suoi ritratti più famosi è riportato sull'antiporta della prima agiografia a lei dedicata, scritta da padre Iacobilli e stampata a Foligno nel 1627.

Nel braccio destro la beata Angelina stringe la sua 'creatura', il convento delle terziarie francescane.
Dalla mano sinistra invece scaturisce la fiamma del fuoco sacro.

Nel 1737 Carlo Grandi rielaborò il disegno in un'incisione a bulino e acquaforte[1] per la riedizione della fortunatissima Vita di padre Iacobilli...


Stavolta del modellino del convento non c'è più traccia, sostituito dalla Regola a cui le sorelle terziarie aderiscono.
Ma il fuoco della fede arde ancora sul palmo della sua mano.

Angelina fu ritratta spesso con in mano il fuoco, Suo attributo di potere.

Anche in un Albero francescano non sopravvissuto, menzionato dal frate Fabio Siri, campeggiava questa immagine...

« Il padre Andrea Bonfanti [...] pubblicò l'anno 1614 in Fiorenza una Tavola o foglio reale dell'immagini di tutti i santi e beati del Terzo Ordine di san Francesco; e fra gli altri pone quello della Beata Angelina con titolo di contessa di Civitella che porta nella pianta della mano una fiamma di fuoco. » [2]

Per giustificare l'associazione tra Angelina e il fuoco, Iacobilli narrava che la Beata al cospetto del re di Napoli Ladislao, per provare la forza della sua fede, avesse tenuto dei tizzoni ardenti, « bragie fiammeggianti », tra le pieghe della veste !

« Stupido in tanto mirava & ammirava il Re fiammeggianti le bragie & in tutto illeso il manto della donzella, che le conteneva; & non meno stupiva che ella havesse penetrato l'intimo del suo cuore & propolato il segreto di volerla far ardere nel fuoco, che egli sempre occulto & celatissimo riserbò nel seno. » [3]

Il fuoco sacro custodito da Angelina nella tunica era un'immagine così potente da essere sfruttata ancora nei santini del primo '900...


La Beata Angelina fondò un convento di vergini che rifiutavano la clausura e vivevano tra loro in comunità, senza barriere.

Nella sua iconografia è evidente la sopravvivenza di poteri paganeggianti.

Siamo davanti ad una vestale post litteram ?



Nota all'immagine ---

Sopra, Vestali nell'atto di sacrificare al Fuoco sacro.
Roma, Musei capitolini].


Note al testo ---

[1] Cfr. Servus Gieben, Iconografia di Angelina da Montegiove in Biografie antiche della beata Angelina da Montegiove..., Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, Spoleto 1996, p. 218.

[2] Cfr. Fabio Siri da Montereale, Sommario della Vita della B. Angelina..., Foligno 1663, p. 14.

[3] Cfr. Ludovico Iacobilli, Vita della B. Angelina Corbara, contessa di Civitella d'Abruzzo, in Foligno 1627, pp. 36-37.

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