La responsabilità delle scelte era in capo agli uomini, e a loro soltanto.
« Non un demone sceglierà voi, ma voi sceglierete il vostro demone!
[...] La responsabilità è di chi fa la scelta;
la divinità è innocente. »
Tutto il contrario di ciò che insegnava la Magia.
Gli dèi, e più tardi i Santi, erano colpevoli –eccome!– delle cattive scelte umane:
per metterli in guardia, si recitavano dei veri scongiuri che valevano come diffida...
« L'idea di infiggere un chiodo sul corpo del dio nasce dalla credenza che questo 'pungente promemoria' possa rammentare di continuo alla divinità la preghiera e la richiesta dell'uomo.
[...] È lo stesso concetto che sta alla base delle 'minacce' rivolte ai santi per incentivarli a concedere la grazia.
Esempio ne è un'antica filastrocca di Furore, nella costiera amalfitana, che recita:
'o vottarono abbasco 'a chiazza.
Sant'Elia, puveriello,
'o vottarono d'a Purtella.
Sant'Agnelo, malandrino
'o vottarono dinte pino.
Questa nenia rievoca la vendetta degli abitanti del luogo che, non ascoltati dai propri santi, li gettano in mezzo alla piazza o nelle profondità di un fiordo. » [2]
Nella stregoneria, inchiodare le sacre icone serviva a rammentare al feticcio - e più tardi, ai Santi - l'insistenza della richiesta.
La statuetta africana che trovai, anni fa, in un mercato d'antiquariato è solo una (piccola!) testimonianza di questa pratica.
In Umbria le invettive contro i Santi non erano violente come a Furore, ma avevano una perentorietà che non lascia adito a dubbi.
Quando il Santo suonava l'ora della Morte, non tutti i devoti erano pronti a riceverla:
così lo si allontanava con apposite maledizioni...
« Il valore di augurio infausto attribuito all'orologio di San Pasquale deriva da una credenza diffusa tra le classi rurali d'un tempo.
Secondo tale leggenda, il santo avrebbe avvertito i propri devoti con alcuni colpetti sul muro tre giorni prima della loro morte perché avessero il tempo di ravvedersi.
[...] A Casali di Belforte (Preci) dicono: "benedetta quella casa che ce batte l'orologio". Nel Leonessano, quando si udivano i ticchettii de 'lu relloggiu de san Pasquale', si diceva:
sóname bene o sóname male: /
se sóni bene statte, /
se sóni male vattene." » [3]
◉ Post sulle Icone inchiodate ---
Il feticcio inchiodato: indagine sul mito di Santa Rita.
San Sebastiano e i feticci inchiodati della Stregoneria.
Note alle immagini ---
_Sopra, miniatura con un armigero che brandisce la mazza dal manoscritto Ms 17 della British Library: folio 123v.
_In apertura, mascherone a grottesca morso da due mostri alati.
⮩ Miniatura tratta dal manoscritto Add ms 62925, visibile nel sito della British Library: folio 12 recto.
Note al testo ---
[1] Cfr. Platone, La Repubblica, Libro X [617 e], a cura di Giuseppe Lozza, Mondadori, Milano, 1990, p. 835.
[2] Cfr. Andrea Romanazzi, La Stregoneria in Italia: scongiuri, amuleti e riti della tradizione, Venexia, Roma, 2007, p. 159.
[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, vol. II, Edicit, Foligno, 2009, pp. 440-441.
Nessun commento:
Posta un commento