venerdì 14 novembre 2025

Invidia degli Dèi: l'occhio magico che getta il 'Malocchio'.

Le maledizioni si scagliano con l'Occhio - detto, non a caso, ➔"affatturante".
Un'idea antica sopravvissuta nella superstizione contadina...

« [...] l'esempio più noto è certamente lo sguardo malvagio o malocchio, che è anche collegato alla "lingua malvagia", e al disprezzo degli dèi (nel periodo antico). » [1]

Tutto ciò che poteva essere colpito dall'Occhio malefico veniva ritirato nell'ora in cui sopraggiungeva la Notte: ora in cui si temeva l'avvento delle streghe.
L'archeologo Mario Polia racconta...

« Le mamme avevano la precauzione di ritirare dall'aia gli indumenti dei bambini, una volta asciutti, perché non fossero 'occhiati' e comunque prima che scendesse la notte in modo che le streghe non li usassero per far danno ai lattanti. » [2]

« Persino gli dèi, insegnano i miti greci, possono diventare invidiosi degli esseri umani: esempi illustri e sventurati sono il fauno Marsia, che si vantava di suonare il flauto come nessuno tra gli uomini e gli dèi, e Niobe, la quale si vantava delle bellezza delle proprie figlie, considerandola pari a quella delle dee.
Il primo finì scuoiato; la seconda cadde, assieme alla sua prole, sotto gli infallibili strali di Apollo
. » [3]

Scatenare la gelosia degli dèi era (così) pericoloso che la scaramanzia, fino a tempi recenti, insegnava ad evitarla...

« [...] la persona stessa si mette da sola in condizione di essere vittima della fascinazione.
Ciò avviene quando si fa ostentazione della propria ricchezza, bellezza, salute, abilità o dei propri beni, qualsiasi essi siano
. » [3]

In greco, per esprimere l'essere geloso, si usava il verbo ophtalmízein che, derivando da ophtalmòs, "occhio", significa "produrre danno con gli occhi", espressione che il contadino umbro tradurrebbe, con assoluta proprietà,"occhià".

« [...] Tra i contadini laziali e umbri, almeno fin quando esisteva una tradizione contadina, dire a un bimbo, specie se appena nato, "Quanto sei bello!" era considerato segno di poca educazione." » [3]

Guastare l'Occhio era una pratica affidata a (veri) guaritori...

« Versando dell'olio in un piatto con acqua, dalla disposizione delle gocce nell'acqua lo specialista (un uomo, o una donna chiamata "sfasciatrice d'occhiu) deduceva la presenza del malocchio recitando apposite formule e segnando la persona, o l'animale "per sfascià l'occhiu", ossia per disfare il malocchio. » [2]
Il collezionista di Amuleti Giuseppe Bellucci descriveva dipinti in cui il Bambino ha il corallo (dal colore Rosso!) come collana...

« [...] i pittori restarono fedeli alla tradizione popolare, sia che copiassero modelli, a cui le madri amorose avevano di già collocato, per timore del malocchio, il corallo protettore

[...] con tanta maggior fiducia e fervore lo stesso mezzo di difesa doveva e deve esser applicato ed applicarsi alla generalità dei bambini, ritenuti dalle loro madri, come ancor oggi si verifica, continuamente insidiati dalla perfidia delle streghe e dagli influssi maligni del malocchio. » [4]

La Santa che proteggeva gli occhi aveva (anche) il potere di bloccare il maleficio scagliato con l'Occhio...

« Interpretazione del nome che ritroviamo a Siracusa, dove santa Lucia, patrona della città, è invocata non solo come guaritrice delle malattie degli occhi ma anche contro il "mal-occhio". » [5]


➔ Scacciare i dèmoni con un Colore ---

Non sciogliere il nodo. Un fiocco Rosso contro i dèmoni.


➔ Uso scongiuratorio del pelo ---

Il pelo malefico: un esercito di Ricci per combattere le streghe.


Conchiglie esibite contro le Malefiche ---

Conchiglia anti-Streghe: poteri di un amuleto.


Note alle immagini ---

_Sopra, Madonna di Senigallia di Piero della Francesca:
dettaglio con il collare scaccia-streghe.

_In apertura, biglietto da visita ideato dall'artista veneto Alberto Martini:
il disegno (1914), in cui gli Occhi malevoli sono inibiti dal gesto scaramantico delle corna, è conservato presso la Pinacoteca Civica di Oderzo (Treviso), a lui intitolata.


Note al testo ---

[1] Cfr. Nataša Cvijanović, Le streghe e i benandanti di confine. Una comparazione tra le streghe, gli sciamani friulani e i loro omologhi sloveni e croati, Editrice Selvaggia, Gorizia, 2025, p. 130-131.

[2] Cfr. Mario Polia e Fabiola Chavez Hualpa, Mio padre mi disse: tradizione, religione e magia sui monti dell'alta Sabina, Il cerchio, Rimini, 2002, pp. 284 e 166.

[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, volume II, Edicit, Foligno, 2009, p. 538-539.

[4] Cfr. Giuseppe Bellucci, Un captolo di psicologia popolare. Gli Amuleti, Unione tipografico-cooperativa, Perugia, 1908, pp. 30-31.

[5] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 44-45

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