venerdì 20 dicembre 2024

Nella selva oscura: gli uomini del Bosco.


Una delle Fonti Francescane più antiche, l'Anonimo perugino, ci racconta l'impressione che destavano i frati a chi li vedeva per la prima volta...

« Mai abbiamo visto religiosi così vestiti
[...] Parevano uomini dei boschi. » [1]

I francescani, specie nei primi anni della predicazione, organizzavano processioni nel bosco:
famosa quella promossa vicino Greccio, la notte della Vigilia di Natale, nel 1223.
Se ne trova un indizio nelle Fonti...

« La selva risuona di voci e le rupi echeggiano di cori festosi. » [2]

Nel MedioEvo sopravviveva l'idea della Natura come Tempio...

« I primi templi erano costituiti da boschi sacri.
[...] si credeva che gli spiriti arborei avessero dei poteri benefici straordinari, come, ad esempio, procurare la pioggia, far crescere il raccolto, moltiplicare il bestiame. » [3]

Nel bosco risiedevano, fin dall'età antica, divinità arcaiche che regnavano sulla selva e sulle acque:
per il mondo pagano era (molto) importante venerarle...

« La processione che portava l'alloro da Tempe a Delfi univa la sede del culto di Apollo con un luogo lussureggiante e inabitato, sede delle divinità degli alberi. » [4]

Seneca, nella tragedia Edipo, descrive il rito di evocazione degli Antenati che l'indovino Tiresia compie in un bosco Sacro...

« L'oracolo dei morti si trova nel folto di un bosco sacro.
[...] Qui Tiresia compie i sacrifici prescritti e chiama le anime dei defunti.

Allora tutti gli alberi del bosco si scuotono per l'orrore e si spalanca nella terra una voragine sino al fondo del Tartaro, portando alla luce i morti e i mostri infernali
. » [5]

Guai a tralasciare le divinità degli alberi:
i boschi sacri, infatti, mettevano in → comunicazione gli uomini con il regno Infero degli Antenati...

« A proposito della relazione tra morte e fertilità, la dea Feronia, venerata ai piedi del monte Soratte, in un bosco sacro (Lucus Feroniae) situato nei pressi di Capena, era detta "dea agrorum sive inferorum":
dea dei campi coltivati e delle regioni dei morti
. » [6]

I frati sapevano fosse strategico, fin dagli inizi, prendere possesso di un bosco.
Per erigere un eremo nel bosco sacro alla dèa Laverna, a Chiusi in Casentino, le Fonti Francescane narrano che si organizzò una (vera) spedizione militare...

« E accompagnati con quasi cinquanta soldati, forse a causa delle bestie selvatiche, furono condotti al detto monte della Verna.

[...] Quei secolari che condussero i frati, tagliando con le spade i rami degli alberi, costruirono con quei rami una sorta di tugurio. » [7]

Testimonianza vivida della predicazione francescana, fondata sulla Natura, è una benedizione a frate Leone conservata presso la Cappella delle Reliquie di Assisi:
la Tau-Albero è infissa su un monticello alla cui base è una foglia (di quercia?).

➔ Del prezioso Autografo francescano scrivevo, già anni fa:

« In questa pergamena piccola e consunta, conservata nella cappella delle Reliquie di Assisi, Francesco non si è limitato a firmarsi con la tau come era solito, ma ha sovrapposto a essa un disegno molto eloquente. [...] Con questo semplice schizzo il santo ci ha trasmesso il segreto delle sue predicazioni. »

Cfr. Lo stregone di Assisi. Il volto negato di san Francesco, Eleusi Edizioni, Perugia, 2009, p. 52.



➔ Sulle processioni francescane nel Bosco:

Il "giuoco di Diana" e la Signora Oriente: censure Mariane.


◉ La Natura come simbolo della predicazione francescana:

Dov'è finita la mano? Indizi per un culto degli alberi alla Basilica di San Francesco.

Uccelli maledetti: il culto clandestino della Natura nel Medioevo.


Alberi abbattutti e alberi sacralizzati:

Francesco, lo stregone che piantava gli alberi.

◉ Una pratica (erbaria) magica natalizia:

Ghirlande appese: l'esorcismo di Natale.


Note alle immagini ---

→ Intorno alla Tau, si legge la benedizione abbreviata:
"Fra Leo te dominus benedicat".

_In apertura, dettaglio con il bosco della Signora di Malesherbes da una miniatura tratta da un manoscritto francese con il racconto della contesa amorosa tra Palemone e Arcita, tratta dal → Teseida di Giovanni Boccaccio.

◉ Il documento è conservato alla → Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi, ed è visibile su Gallica.
Per segnatura: Ms 5116, folio 56 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Jacques Dalarun, La malavventura di Francesco d'Assisi, Edizioni Biblioteca francescana, Milano, 1996, p. 125
→ Il brano è tratto dall'Anonimo Perugino, versetto 19 -ff 1509.

[2] Cfr. Tommaso da Celano, Vita Prima in Fonti Francescane, Editrici Francescane, Padova, 2004 -ff 469.

[3] Cfr. Paolo Toschi, Tradizioni popolari italiane, Edizioni Eri - Rai Radiotelevisione Italiana, Torino, 1959, p. 199.

[4] Cfr. Enrico Comba e Margherita Amateis, Le porte dell'anno: cerimonie stagionali e mascherate animali, Accademia University Press, Torino, 2019, p. 200.

[5] Cfr. Giulio Guidorizzi, La trama segreta del mondo. La magia nell'antichità, Il Mulino, Bologna, 2022, p. 224.

[6] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, volume II, Edicit, Foigno, 2009, p. 447.

[7] Cfr. Atti del beato Francesco e dei suoi compagni in Fonti agiografiche dell'Ordine francescano, a cura di Maria Teresa Dolso, Editrici Francescane, Padova, 2014, versetto 1474.

venerdì 13 dicembre 2024

Uccelli stregati: divinare con le poppe...

Per avere accesso ai segreti di una donna, la superstizione popolare comandava di chiedere agli uccelli: Suoi intermediari...

« In Sardegna si diceva che mettendo il cuore del barbagianni sulla mammella sinistra di una donna addormentata, questa avrebbe confessato i suoi segreti, credenza già attestata in Alberto Magno ». [1]

L'idea era così radicata che l'attributo principale della donna, quello che la connotava come Nutrice e come (potenziale!) strega, era usato sia per dare il latte sia il veleno.

Nel '500, il libro "Strega o delle illusioni del Demonio" dava la parola sul tema a due personaggi...

« Apistio: "L'uccello strega, il timido assiulo che di notte canta mestamente.
Plinio pensa che sia favoloso quel che si trova scritto delle streghe, che mettono le loro poppe in bocca ai bambini
.

[...] Fronimo: "Le streghe d'oggi, quando si dice che sono portate al gioco di Diana e guastano i fanciulli nati da poco che piangono nelle culle, in realtà premono loro in bocca il veleno ». [2]

Gli uccelli erano così legati al potere femminile che a loro le ragazze chiedevano quando sarebbero 'maturate': usanza sopravvissuta, dalla magia antica, nella cultura popolare...

« Le adolescenti, invece, chiedevano al cuculo quando si sarebbe sviluppato il loro seno [...].

La formula recitava:

"Cuccù, cuccù de le penne ròsce
quando staco a mette' le pocce
? » [3]


➔ Sugli uccelli 'succhiatori' di mammelle, vedi:

Stregoneria Animale: il gufo succhiatore che si trasforma in capro.


➔ Sul legame tra uccelli e sesso femminile:

Madre-uccello: donne che diventano streghe.


Streghe che controllano la sessualità attraverso gli uccelli:

Al tempo in cui Mamma Oca era una strega, ovvero la Signora che possiede gli uccelli...


➔ Sugli uccelli, indizio di stregoneria, nella Magia medievale:

Uccelli maledetti: il culto clandestino della Natura nel Medioevo.


Nota all'immagine ---

_In apertura, capolettera miniato tratto dal Salterio Unterian dell'University of Glasgosw: folio 94 recto.


Note al testo ---

[1] Cfr. Gian Luigi Beccaria, I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole perdute, Einaudi, Torino, 2000, p. 223.
Beccaria, nel libro, cita il testo in latino:
"Si cor eius cum dextro pede super dormientem ponatur..."

[2] Cfr. Giovan Francesco II Pico della Mirandola, Della "Strix" in
Pinuccia di Gesaro, Streghe. L'ossessione del diavolo, Praxis 3, Bolzano, 1988, pp. 194-195.

➔ Vedi anche Giovan Francesco Pico della Mirandola, Strega o delle illusioni del demonio, a cura di Albano Biondi, Marsilio, Venezia, 1989, pp. 59 e 61.

➔ Il testo originale, in volgare, per dire "veleno" usava una (curiosa) perifrasi:
« Le streghe d'oggi [...] dano li giovevoli rimedi. »

[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra. Religione e magia nel mondo rurale della Val Nerina, Volume II, Edicit, Foligno, 2009, p. 389.

venerdì 6 dicembre 2024

Campane apotropaiche: amuleti per combattere i demoni.

Il suono delle campane, nel mondo contadino, non serviva tanto ad annunciare la parola del Signore, ma a scacciare i dèmoni e i cataclismi che essi portavano:
per rafforzarlo, era uso inciderle con delle Invocazioni...

« L'epigrafe del celeste messaggero veniva spesso ripetuta sulle campane.
Il 'breve' era stato inciso, tanto per fare qualche esempio, sulla campana del 1239 del campanile della Basilica Superiore di Assisi così come su quella del 1438 di Foligno.

I santi rintocchi provenenti dalla casa di Dio avrebbero già dovuto da soli mettere in fuga l'armata invisibile dei demoni; le campane rafforzate dalle parole incise sul bronzo, diventavano invincibili amuleti. » [1]

L'etnografo perugino Giuseppe Bellucci, ai primi del '900, indagò questa pratica difensiva in Umbria.
Si applicavano gli amuleti alla campana (perfino) in fase di fusione...

« La leggenda vuole che nella campana grossa del Comune -Mr Franciscus perusinus fecit A. D. MDLXV- sia stato fuso un campanello he appartenne a s. Francesco e contemporaneamente furono gettati nel metallo in fusione alcuni capelli di s. Chiara di Assisi.
Per queste ragioni si attribuisce alla campana una virtù superiore a tutte le altre nel fugare la grandine (Cannara)
. » [2]

Non sempre il suono delle campane era un dissuasore efficace contro i demoni: se poste (troppo) in basso, potevano perfino attirarli...

« A proposito di campane, si credeva che quelle della chiesa di Sant'Anatolia, al contrario delle campane di Grotti, attirassero la grandine nella vallata.
L'inefficacia delle campane di Sant'Anatolia deriva dal fatto che la chiesa è posta in basso, nella valle: "stanno affondate". » [3]


➔ Una pratica apotropaica 'domestica' ---

Ghirlande appese: l'esorcismo di Natale.

Tecniche difensive contro i demoni in Umbria ---

Mostri Santi dell'Umbria: luoghi del Sacro Orrore.


Nota all'immagine ---

_In apertura del post, miniatura a margine del manoscritto ms Douce 5: folio 180 verso.
Nel sito della Bodleian Library di Oxford, l'Opera è presente (integralmente) scansionata.


Note al testo ---

[1] Cfr. Arsenio e Chiara Frugoni, Storia di un giorno in una città medievale, Laterza, Roma-Bari, 2004, p. 45.

[2] Cfr. Giuseppe Bellucci, La grandine nell'Umbria, Sala Bolognese (Bo), 1973, p. 57 → ristampa anastatica del volume edito a Perugia nel 1903.

[3] Cfr. Mario Polia, Tematiche del pensiero religioso e magico in Tra cielo e terra: religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, volume II, Edicit, Foligno, 2009, p. 469.