Nella chiesa di san Silvestro a Bevagna c'è una pittura curiosa, sotto l'altare: lungo il corridoio che scende alla Cripta.
L'affresco è deteriorato, ma ancora leggibile.
Vi figura una Santa.
Sulla fronte, la donna ha dipinto un Occhio.
L'ex-voto risale ai primi anni del Trecento [1], ed è l'unica pittura medievale in cui abbia mai visto un Terzo Occhio.
Le iniziali sono appena decifrabili, nel registro sottostante:
si distinguono, subito all'inizio, una S e una L.
Chi è la Santa che ci osserva?
La risposta possiamo provare a darla studiando lo strano Occhio fiammeggiante dipinto sulla Sua fronte.
Robert Graves, ne I miti greci, ci offre un indizio:
secondo Graves, i fabbri antichi si tatuavano un cerchio sulla fronte in onore del Sole.
Quel cerchio si trasformò, nel filtro mitico, in un Occhio...
« I Ciclopi, pare, furono i membri di un'associazione di fabbri durante la civiltà elladica primitiva.
Ciclope significa "dall'occhio rotondo" e probabilmente essi avevano tatuati sulla fronte dei cerchi concentrici in onore del sole, fonte del fuoco che alimentava le loro fornaci. » [2]
L'Occhio del Sole Aton divenne l'Occhio di Giove;
e poi quello del Dio cristiano.
Nel rosone del duomo di Orvieto [1470 circa], la testa dell'Eterno illumina come un Sole i fedeli...
La pittura di Bevagna, e l'Occhio sulla fronte della Santa, ci offrono un indizio in più:
in origine, la Luce era un attributo femminile.
La donna sola ha la facoltà di dare alla luce:
prima della rivoluzione patriarcale, che affermò il potere solare di Apollo, era la Dea a regnare sulla luce.
Si capisce tutto studiando la Trinacria:
l'antico emblema del Sole, simbolo della Sicilia.
La Trinacria, infatti, è un Sole donna:
testa di Gorgone, e tre gambe rotanti: in direzione est-ovest.
Il Sole sorge ad Oriente e tramonta ad Occidente:
così le gambe della Gorgone si muovono da destra verso sinistra.
Ad esempio, in questa bella xilografia di fine Ottocento...
Chi è la Santa del nostro ex-voto?
Il sincretismo cristiano restituì alla Dea il dominio sulla Luce.
In Sicilia, il binomio luce-femminino era così forte da restare radicato nel culto di una Santa locale che, per tutto il MedioEvo, ebbe molta fortuna: Santa Lucia.
« Lucius, Lucilius, Lucifer, Lucilla, sono tutti nomi simili che alludono alla luce e alla vista.
Gli occhi si dicon luci dai latini e dagli scrittori italiani, come all'opposto occhi del mondo si dissero il sole e la luna, perché ci recan la luce. » [3]
« Pare che l'accostamento sulla base dell'accento del nome in greco di Lucia con il termine latino lux
[...] sia di matrice paretimologica in quanto simile a quello in latino di lucerna, derivato dal termine in greco lùchos. » [4]
In una pala di Bicci di Lorenzo [fine '300] da villa La Pietra, vicino Firenze, Lucia è raffigurata in trono:
con una lampada nella mano destra.
Sulla lucerna che reca in mano si notano due piccoli occhi:
da lì scaturisce una fiamma...
È Lucia la Santa che stiamo cercando?
Possibile che un affrescatore umbro di periferia abbia ripreso l'antico simbolo solare del Terzo Occhio?
Per approfondire il tema, rimando ad un libricino...
Note alle immagini ---
_L'archeologo inglese Arthur Bernard Cook in Zeus: a study in ancient religion [Cambridge, 1914: Archive.org] notava come alcuni templi greci nel frontone avessero un cerchio,
a significare probabilmente l'Occhio divino:
un antenato del Rosone gotico?
_ Il rosone del duomo di Orvieto è, tradizionalmente, attribuito ad Andrea di Cione, detto l’Orcagna.
Cfr. L’Italia. L’Umbria, Touring Editore, Milano, 2004, p. 592.
_La xilografia con la Trinacria è opera di Giuseppe Barberis [1890]: vedi su Flickr.com.
_Sulla chiesa di San Silvestro a Bevagna, vedi anche la relativa pagina nel sito de I luoghi del silenzio.
_Sull'Occhio di Bevagna, è interessante notare come le ciglia in cui la pupilla è inscritta siano di colore rosso bruciato:
questa nota cromatica ne rafforza il simbolismo solare.
Note al testo ---
[1] Giovanna Mencarelli le indica come « due sante » generiche.
Cfr. Mencarelli, Le Chiese di San Michele e San Silvestro di Bevagna, Edizioni dell'Ente Rocca di Spoleto, Spoleto, 1980, p. 21.
[2] Cfr. Robert Graves, I Miti Greci, Longanesi, Milano 1983, nota 2 a p. 26.
[3] Cfr. Francesco Zanotto, Vita di Santa Lucia, Vergine e Martire, Venezia, 1861, p. 13.
Il testo è consultabile anche su Google Libri.
[4] Cfr. Maria Stelladoro, Lucia, la martire, Editoriale Jaca Book, Milano 2010, p. 107.
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