domenica 9 dicembre 2012
Quanto costa una sponsorizzazione?
Il Santuario della Madonna della Villa a Sant'Egidio
Se vi capita di passare in zona Perugia-Assisi, consiglio vivamente una capatina al Santuario della Madonna della Villa nell'abitato di Sant'Egidio.
Già il nome in sé ci fa capire tante cosette di non poco conto.
Si chiama Madonna della Villa perché qui fino all'altro ieri abitavano i 'villani'.
Sant'Egidio (oggi sede di un aeroporto) nel Basso MedioEvo non era altro che un borghetto composto da una manciata di casupole prive di grandi fortificazioni (solo una torretta di avvistamento nella parte più alta dell'abitato testimonia una qualche struttura difensiva, utile più che altro ai perugini per intercettare possibili pericoli).
Il santuario a capanna, eretto alla metà del Quattrocento (narra la leggenda) per proteggere una mediocre edicola votiva della bottega Lorenzetti, fu ricoperto di preziosi ex-voto.
Preziosi perché ci fanno capire cosa significava vivere in provincia per un'epoca lontana anni luce dai furori odierni.
Solo pochi fortunati in tutto il paese infatti si potevano concedere il lusso di commissionare un affresco per invocare la grazia a questo santo o a quella Madonna.
Insomma, gli ex-voto più che un fatto di devozione erano uno status symbol; un'occasione ghiotta per farsi belli nella baraccopoli e far rosicare i vicini di casa.
Ma i 'riccastri' di Sant'Egidio non valevano le pulci nella bisaccia di un mercante di Perugia o di uno di Assisi: e così si affidavano a maestranze locali di serie B o a botteghe maggiori che vi facevano lavorare gli apprendisti.
Non ci si poteva nemmeno permettere di arricchire l'affresco con dettagli che lo avrebbero reso unico, tipo il ritratto del committente. Queste pitture erano prodotte 'in serie' da artigiani che si conservavano i cartoni; una Madonna con quattro angeli reggenti delle colonne era già un costo astronomico da sostenere, pazienza se poi l'affresco era la copia sputata di un altro dipinto sito lì a 2 passi [vedi le foto].
In questo sfoggio di grandeur contadina, il riccastro di turno ci teneva a mettersi in bella mostra.
La frase che scandiva nome e patronimico del committente non era scritta in latino ma in un volgare spicciolo: tutto affinché i compaesani orassero meno, e rosicassero meglio.
"Questa l'a fatta fare Mariotto de Pecco"
"Questa l'a fatta fare Bernardino de Franceschetto"
"Questa l'a fatta fare Antonio de Giorgio"
Ma non sempre i nomi si conservavano [sotto].
Pare che gli agenti atmosferici, più dei peccati, abbiano giocato un brutto scherzo allo 'sponsor' della Madonna in trono con san Sebastiano.
Vedere per credere.
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