Quello che ruota intorno alle stimmate è un mistero così fitto che non ha mai smesso di punzecchiare la fantasia di studiosi o semplici curiosi. Il fatto è questo: prima di Francesco nessun santo le ha mai avute, malgrado secoli e secoli di crocifissi e icone. Negli ultimi anni di vita del poverello comincia a diffondersi la storia delle piaghe sanguinanti: alcuni frati dicono di averle viste sul suo corpo, ma nessuno è in grado di provare o smentire il fatto. Morto Francesco, la Chiesa fa un’operazione lampo unica per i tempi.
Nel giro di appena due anni lo santifica, e il giorno in cui Francesco viene elevato alla gloria degli altari, è il 16 luglio 1228, papa Gregorio IX posa la prima pietra di quella che diventerà a breve la grandiosa Basilica di Assisi. Sorpresa: nella bolla di canonizzazione, tra i prodigi compiuti dal santo, non ci sono le stimmate. La curia non ne vuole parlare; molti teologi, soprattutto gli eterni rivali domenicani, le osteggiano e papa Gregorio fa orecchie da mercante alle richieste dei frati.
Passano appena dieci anni e il pontefice cambia idea; per volontà dello stesso Gregorio IX e dei suoi successori, dal 1237 le stimmate di Francesco vengono ufficialmente riconosciute dalla Chiesa e tutti coloro che ne negheranno la veridicità saranno considerati eretici. Non solo.
Da quando Francesco le inventa –pardon! le riceve da Gesù Cristo- spuntano come funghi decine e decine di stigmatizzati in tutta Europa –in Germania addirittura, nel solo Duecento, se ne contano 15.
Che significa?
I casi sono due: ci rimettiamo alla versione ‘canonica’ e accettiamo che il pio esempio di Francesco servì da sprone a tanti pii uomini del Medioevo.
Oppure facciamo un po’ i maligni, mettiamo da parte la fede e andiamo a caccia di una soluzione meno edificante, ma senz’altro più logica.
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